«La crisi in Ucraina, scoppiata tre anni fa, ha perturbato i rapporti di partenariato tra l’Occidente e la Russia e ha rimesso in discussione aspetti essenziali legati alla sicurezza, come il controllo delle armi», ha osservato il capo del DFAE. Più di recente «le incertezze sulle intenzioni della nuova amministrazione americana, sull’evoluzione futura delle relazioni tra Americani e Russi o sulle conseguenze della Brexit e delle prossime elezioni in vari Paesi d’Europa rendono la politica di sicurezza europea non solo più incerta ma anche più complessa», ha sottolineato Didier Burkhalter davanti ai suoi colleghi dell’OSCE riuniti, a margine della Conferenza di Monaco, dalla presidenza austriaca dell’Organizzazione.
«Rafforzare l’OSCE come piattaforma di discussione e come strumento per avviare azioni comuni è una delle priorità della politica estera della Svizzera», ha spiegato il consigliere federale. Secondo Didier Burkhalter l’OSCE ha già fatto passi avanti in questo ambito, in particolare rimettendo all’ordine del giorno la questione del controllo delle armi convenzionali e rilanciando, durante la riunione ministeriale tenutasi nel dicembre scorso ad Amburgo, la discussione sulle sfide e i rischi attuali e futuri per la sicurezza nell’area OSCE.
Il capo della diplomazia svizzera ha anche affermato che il nostro Paese sosterrà, con la propria competenza e le proprie idee, gli sforzi della presidenza austriaca per far avanzare quest’anno il dialogo sulla sicurezza. Burkhalter ha ricordato che la questione del controllo delle armi convenzionali deve essere parte integrante di questo dialogo e ha sottolineato che temi come la cybersicurezza e la lotta contro il terrorismo o contro l’estremismo violento interessano in linea di principio tutti i Paesi dell’OSCE. «Una cooperazione rafforzata per trovare soluzioni a queste sfide comuni ci aiuterà a ripristinare un clima di fiducia», ha concluso il capo del DFAE.
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