Il 2022 è stato segnato dalla pandemia di COVID-19, dalle numerose catastrofi climatiche e dall’aggressione militare della Russia contro l’Ucraina. Questa offensiva ha scatenato una grave crisi energetica in Europa che si è tradotta in insicurezza alimentare, indebitamento e ritorno dell’inflazione in molti Paesi.
La guerra in Ucraina ha fatto piombare l’Europa in una «nuova era» di instabilità, influenzando profondamente la politica estera della Svizzera, che a più riprese ha condannato l’aggressione russa. Il Consiglio federale ha appoggiato le sanzioni dell’UE e ha mostrato solidarietà nei confronti della popolazione ucraina colpita. La Svizzera si è appellata alla sua neutralità permanente e si è battuta per il rispetto del diritto internazionale e dello Statuto delle Nazioni Unite.
La Ukraine Recovery Conference (URC2022), tenutasi a luglio a Lugano, ha permesso di avviare il processo politico di ricostruzione del Paese. I principi di Lugano adottati in questa cornice serviranno come valori di riferimento comuni per il futuro dell’Ucraina. La Svizzera si è adoperata anche sul campo, fornendo aiuti umanitari e rafforzando la cooperazione bilaterale allo sviluppo a beneficio delle popolazioni colpite dalla guerra.
Relazioni Svizzera-UE: un dossier cruciale della politica estera svizzera
Il rinnovo e la stabilizzazione a lungo termine delle relazioni tra la Svizzera e l’UE sono una preoccupazione costante del Consiglio federale, che a febbraio ha definito l’orientamento di un nuovo pacchetto negoziale con l’UE e ha ribadito l’intenzione di perseguire la via bilaterale. Questo approccio «a pacchetto» dovrebbe garantire un migliore equilibrio tra gli interessi di entrambe le parti. Nel corso del 2022 si sono svolte sei tornate di colloqui esplorativi per chiarire l’esistenza di una base comune per la ripresa dei negoziati.
A giugno è stato firmato a Bruxelles un memorandum d’intesa giuridicamente non vincolante sul secondo contributo della Svizzera ad alcuni Stati membri dell’UE. A dicembre, su richiesta del Parlamento, il Consiglio federale ha adottato il rapporto «Stato delle relazioni Svizzera–UE», con riserva dei risultati della consultazione delle Commissioni della politica estera.
Sostegno ai forum multilaterali in un contesto di crisi di fiducia
Il 2022 è stato anche segnato da una profonda crisi di fiducia nei confronti degli organismi multilaterali e della loro capacità di affrontare sfide globali come il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità e le pandemie. Il Consiglio federale è persuaso della necessità di trovare soluzioni globali a queste sfide, e del ruolo essenziale delle organizzazioni internazionali al riguardo. Con la Ginevra internazionale, la Svizzera si adopera per promuovere il dialogo e la cooperazione in favore di un multilateralismo efficace. Un impegno, questo, rafforzato dalla sua elezione a membro non permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite nel biennio 2023-2024.
Una politica estera coerente
Nel complesso, l’attuazione della strategia di politica estera svizzera è proseguita nel 2022. Il Consiglio federale ha continuato a operare per un inquadramento strategico delle sue relazioni con le grandi potenze e le regioni chiave della sua politica estera. Dopo la Strategia Cina del 2021, l’Esecutivo ha adottato la Strategia Americhe 2022–2025. È stato inoltre istituzionalizzato un dialogo strategico annuale con gli Stati Uniti a livello di segreterie di Stato.
Nel 2022 il Consiglio federale ha anche adottato la Strategia di controllo degli armamenti e di disarmo 2022–2025. Parallelamente, il DFAE ha varato il Piano d’azione OSCE 2022–2025 e le Linee guida sull’acqua 2022–2025.
Il rapporto sulla politica estera contiene, come avviene a cadenza quadriennale, un allegato sulla diplomazia dei diritti umani. Con questo rapporto, il Consiglio federale risponde anche al postulato 20.4334 della Commissione di politica estera del Consiglio nazionale sull’attuazione del dialogo bilaterale sui diritti umani tra la Svizzera e la Cina.
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