Oggi, a Seul, il consigliere federale Didier Burkhalter ha aperto, insieme al ministro degli esteri sudcoreano Yun Byung-se, l’edizione di quest’anno della Conferenza asiatica OSCE in rappresentanza della Svizzera, che detiene nel 2015 la presidenza del Gruppo di contatto con i Partner asiatici dell’OSCE. Il tema principale dell’incontro a Seul è rappresentato dalle strutture globali in materia di sicurezza e dalle visioni della sicurezza cooperativa in Asia, anche alla luce delle crescenti tensioni nella regione.
Nel suo discorso inaugurale il consigliere federale Burkhalter ha dichiarato che «alla luce del mutato contesto di sicurezza, è necessario adoperarsi per rafforzare la sicurezza cooperativa». Potrebbero essere migliorate la capacità di previsione e la comprensione reciproca, incrementando così la sicurezza di tutti. Il capo del DFAE ha citato, nello specifico, la riduzione del rischio di catastrofi, il cyberspazio e la lotta al terrorismo come settori di una cooperazione rafforzata di questo tipo. Si tratta di temi prioritari tanto per gli Stati asiatici quanto per l’OSCE. «Sicurezza cooperativa significa costruire ponti», ha detto il consigliere federale Burkhalter.
E l’OSCE può creare un ponte per il dialogo in materia di sicurezza tra Europa e Asia. In quanto organizzazione che adotta un approccio integrale alla sicurezza, fondata sul principio del consenso e dotata di una serie di strumenti utili per la promozione del dialogo e della fiducia reciproca, può anche dare un contributo al rafforzamento della sicurezza cooperativa nell’area Asia-Pacifico. A questo proposito il consigliere federale Burkhalter ha espresso apprezzamento per l’iniziativa NAPCI (Northeast Asia Peace and Cooperation Initiative), lanciata dalla Corea del Sud, che si prefigge di promuovere la fiducia reciproca in Asia mediante la creazione di strutture di dialogo e la cooperazione in vari settori legati alla sicurezza. «La Svizzera è disposta, se richiesto, a sostenere questa o altre iniziative volte a consolidare la sicurezza cooperativa», ha dichiarato Didier Burkhalter.
Cinque Stati partner dell’OSCE
Tra gli Stati partner dell’OSCE nell’area Asia-Pacifico figurano il Giappone (dal 1992), la Corea del Sud (dal 1994), la Thailandia (dal 2000), l’Afghanistan (dal 2003) e l’Australia (dal 2009), che si riuniscono periodicamente con gli Stati partecipanti nel quadro del Gruppo di contatto asiatico, presieduto quest’anno dalla Svizzera, nella persona dell’ambasciatore Thomas Greminger. Questi Paesi vengono inoltre invitati ai principali incontri dell’OSCE e partecipano regolarmente anche alle riunioni del Consiglio permanente e del Foro di cooperazione per la sicurezza dell’Organizzazione. In una dichiarazione ministeriale a conclusione della Conferenza di Basilea del dicembre 2014 sono stati identificati, come campi di cooperazione e dialogo con i partner asiatici, la lotta alle minacce transnazionali, le misure di rafforzamento della fiducia e della sicurezza, il rafforzamento del ruolo e dell’inclusione delle donne in campo politico ed economico, nonché le pari opportunità per le donne e gli uomini di contribuire ai processi di pace. Dall’approccio integrale dell’OSCE nel campo della sicurezza e dalle misure per il rafforzamento della fiducia e della sicurezza i partner della cooperazione in Asia sperano, da parte loro, di ricavare stimoli per la loro regione.
Gli Stati partner dell’Asia-Pacifico contribuiscono anche finanziariamente a progetti fuori bilancio dell’OSCE e sostengono, per esempio, con mezzi economici la missione di osservazione OSCE in Ucraina.
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