Attribuzione di responsabilità per l’uso di armi chimiche in Siria: presa di posizione della Svizzera

Comunicato stampa, 09.04.2020

La Svizzera prende atto del primo rapporto della commissione d’inchiesta dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPAC), che ha indagato sulla responsabilità dell’utilizzo di armi chimiche in tre episodi nel contesto del conflitto siriano. La Svizzera condanna severamente l’impiego di queste armi e chiede che i responsabili di qualsiasi violazione del diritto internazionale pubblico in Siria siano chiamati a rendere conto del loro operato.

Nell’ambito della sua prima indagine relativa alla Siria, la commissione d’inchiesta dell’OPAC (Investigation and Identification Team, IIT) si è concentrata su tre episodi in cui sono state utilizzate armi chimiche a Ltamenah. Nel rapporto pubblicato l’8 aprile 2020, giunge alla conclusione che vi sono motivi fondati per ritenere che le persone responsabili dell’uso di sarin il 24 e il 30 marzo 2017 e di cloro il 25 marzo 2017 erano, al momento dei fatti, membri delle forze aeree della Repubblica araba siriana. La commissione dell’OPAC proseguirà le indagini e analizzerà altri episodi verificatisi in Siria.

La Svizzera condanna severamente l’utilizzo di armi chimiche in Siria, il cui impiego è vietato a tutte le parti in conflitto in ogni momento e in qualsiasi circostanza, ed esorta tutti i belligeranti nel Paese a rispettare il diritto internazionale pubblico. Spetta ora agli organi politici dell’OPAC e al Consiglio di sicurezza dell’ONU trarre le conseguenze che ritengono necessarie. La Svizzera chiede al Consiglio di sicurezza di deferire la situazione in Siria alla Corte penale internazionale, di adottare ulteriori misure per arginare il dilagante clima di impunità per i crimini più gravi e di garantire la protezione della popolazione civile e di altre vittime del conflitto.

Per impedire nuovi attacchi ed evitare che tali gravi crimini rimangano impuniti, le indagini volte ad accertare i fatti sono di fondamentale importanza. La commissione dell’OPAC viene sostenuta politicamente e finanziariamente da molti Paesi membri, tra cui la Svizzera, che appoggia anche altre iniziative internazionali volte a documentare violazioni simili o di altro genere del diritto internazionale pubblico commesse da tutte le parti, e a rinviare a giudizio i responsabili. Tra queste iniziative rientrano meccanismi dell’ONU come l’«International, Impartial and Independent Mechanism for Syria» (IIIM) e gli sforzi di ONG siriane.

La Svizzera è decisa a portare avanti il proprio impegno umanitario a favore della popolazione colpita dal conflitto, in Siria e nei Paesi confinanti, che hanno accolto la maggior parte dei profughi. Inoltre, continuerà a offrire i propri buoni uffici per contribuire a una pace duratura in Siria. A tal fine, sostiene in particolare il processo di pace dell’ONU a Ginevra.


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