La Repubblica democratica del Congo (RDC) è teatro di numerosi conflitti da più di vent’anni. A fine ottobre 2017 il Paese contava in tutto 4,1 milioni di sfollati interni. La provincia del Nord Kivu resta la più colpita, ma la crisi che dall’agosto del 2016 interessa la regione del Gran Kasai ha provocato, da sola, 1,4 milioni di sfollati e ridotto 3 milioni di persone in condizioni di insicurezza alimentare.
In questo contesto, i civili sono stati vittime di atroci atti di violenza – massacri, stupri, rapimenti – perpetrati da tutte le parti in conflitto. Le forze in campo hanno saccheggiato e incendiato le abitazioni, indebolendo il tessuto socioeconomico e il sistema di mercato. I servizi di base come scuole, ospedali e luoghi di culto hanno subito gravi danni.
Rispondere alle esigenze di base
La Svizzera intende migliorare nell’immediato le condizioni di vita delle popolazioni colpite dalla crisi nel Kasai orientale e nel Lomami, due province in cui, al momento, la risposta umanitaria è pressoché inesistente. Agevolando l’accesso a viveri, ripari provvisori e articoli casalinghi essenziali (per cucinare, bere e vestirsi), l’Aiuto umanitario della DSC risponde alle esigenze di base delle persone colpite. Questo aiuto d’emergenza è destinato a 11’300 nuclei famigliari (pari a 56’500 persone).
L’assistenza è fornita sotto forma di distribuzione di denaro contante. I beneficiari potranno utilizzarlo autonomamente, senza perdere così la propria dignità, per coprire i bisogni alimentari di base a seconda delle loro preferenze. L’importo attribuito varia in base al prezzo degli articoli nell’area interessata e alla grandezza del nucleo famigliare. Queste regioni hanno infatti conosciuto una forte inflazione negli ultimi mesi e i prezzi sono soggetti a notevoli fluttuazioni: pertanto, al fine di garantire l’efficacia degli interventi, i prezzi vengono valutati continuamente. Nelle zone in cui i viveri mancano vengono organizzate fiere alimentari o distribuzioni in natura.