Comunicato stampa, 19.05.2021

In Svizzera la tattica di affamare i civili, spesso usata in caso di conflitto, è un crimine di guerra. Su proposta del nostro Paese, nel dicembre del 2019 gli Stati Parte della Corte penale internazionale (CPI) hanno dichiarato che questo metodo di guerra deve essere considerato un crimine anche in caso di conflitti civili – e non solo nelle guerre tra Stati, come in precedenza. Nella sua seduta del 19 maggio 2021 il Consiglio federale ha adottato il messaggio concernente la modifica dello Statuto della CPI, che verrà sottoposto al Parlamento. La ratifica non comporta alcun cambiamento della legislazione interna, ma potrebbe contribuire a migliorare la protezione delle persone nelle zone di guerra, in linea con gli obiettivi della Strategia di politica estera 2020–2023 del Consiglio federale.

Oggi, centinaia di milioni di persone nel mondo soffrono la fame. L'affamare intenzionalmente i civili viene spesso utilizzato come metodo di guerra, specialmente nei conflitti armati non internazionali (guerre civili), nonostante ciò sia vietato dal diritto internazionale umanitario e considerato un crimine di guerra dal diritto svizzero. Secondo lo Statuto di Roma, tuttavia, finora questo atto era considerato punibile davanti alla Corte penale internazionale (CPI) solo nel contesto dei conflitti armati internazionali, cioè nel caso delle guerre tra Stati.

Il cambiamento è un successo della politica estera svizzera
Sulla base della legislazione interna e in linea con la sua tradizione umanitaria, nell’aprile del 2018 la Svizzera ha proposto un emendamento allo Statuto di Roma affinché la CPI possa perseguire in futuro come crimine di guerra la riduzione alla fame della popolazione civile anche durante le guerre civili. Nei negoziati seguiti alla proposta, la diplomazia svizzera ha via via conquistato il supporto di un numero crescente di Stati, e nel dicembre del 2019 l’Assemblea degli Stati Parte ha adottato all’unanimità l’emendamento richiesto. «La proposta e il modo in cui la Svizzera ha condotto tutto il processo le hanno valso un grande riconoscimento», ha dichiarato il consigliere federale Ignazio Cassis, capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). 

Rafforzare la protezione delle persone nelle zone di guerra
La ratifica non comporta alcun cambiamento della legislazione svizzera, ma potrebbe incentivare altri Stati Parte a ratificare l’emendamento e a rendere così punibile, anche nel caso delle guerre civili, la tattica che consiste nell’affamare la popolazione. Ciò rafforzerebbe inoltre la rilevanza pratica della CPI nei conflitti armati attuali. L’obiettivo principale è migliorare la protezione delle persone nelle zone in cui è in corso un conflitto. Non deve essere ammessa alcuna impunità per i crimini di guerra. Solo in questo modo, infatti, è possibile una riconciliazione duratura e quindi una coesistenza pacifica, come sottolinea anche il Consiglio federale nella sua Strategia di politica estera 2020–2023.

L’emendamento promuove anche il diritto umanitario internazionale, poiché dà alla CPI il potere di far rispettare il divieto di questo metodo di guerra nelle guerre civili, e sostiene l’operato dell’aiuto umanitario, uno dei cui obiettivi è garantire la sicurezza alimentare e l’accesso umanitario nelle zone di conflitto. Per tutte queste ragioni, nella sua seduta del 19 maggio 2021 il Consiglio federale ha deciso di sottoporre al Parlamento il messaggio concernente l’approvazione dell’emendamento del 6 dicembre 2019 allo Statuto di Roma, il trattato internazionale che ha istituito e su cui si basa la CPI.

La CPI: una conquista diventata parte integrante dell’ordine internazionale
La CPI è il risultato di decenni di sforzi volti a punire i crimini più gravi, come quelli perpetrati durante la Seconda guerra mondiale, e impedire che continuino a verificarsene. La sua giurisdizione è chiaramente limitata ai crimini di guerra, ai crimini contro l’umanità, al genocidio e al crimine di aggressione. La Corte agisce solo contro singoli individui e può condurre indagini se la magistratura dei Paesi interessati non vuole o non può farlo autonomamente. La Svizzera si impegna da sempre per una CPI che sia in grado di svolgere il proprio lavoro in modo efficiente ed efficace.


Informazioni supplementari:

Comunicato stampa: Su iniziativa della Svizzera: far patire la fame alla popolazione durante le guerre civili diventa un crimine di guerra
News: La Corte penale internazionale persegue i crimini più gravi in assoluto – intervista a Corinne Cicéron Bühler
Comunicato stampa: La Svizzera deplora le sanzioni contro la Corte penale internazionale
Joint Statement endorsed by 67 States Parties in support of the International Criminal Court following the release of the US Executive Order of 11 June 2020
Statuto di Roma
Giustizia penale internazionale
Corte penale internazionale
Un segnale forte nella lotta contro la fame nei conflitti armati


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Ultima modifica 19.07.2023

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