Rapporto sulle ripercussioni dello sviluppo di Schengen

Comunicato stampa, 07.06.2013

Berna, 07.06.2013 - Gli atti normativi dell’UE recepiti dalla Svizzera in seguito allo sviluppo dell’acquis di Schengen erano perlopiù di natura tecnica. Gli sviluppi contribuiscono a tutelare la sicurezza interna, senza mettere in discussione la democrazia diretta e il federalismo. Questo è quanto ha rilevato il Consiglio federale nel rapporto adottato venerdì in adempimento di un postulato.

Il Consiglio federale ha esaminato le ripercussioni dello sviluppo dell'acquis di Schengen per la Svizzera in adempimento del postulato 10.3857 trasmesso dal Consiglio nazionale. Il rapporto, stilato sotto l'egida dell'Ufficio federale di giustizia, tiene conto di tutti gli atti normativi dell'UE notificati alla Svizzera - vale a dire comunicati formalmente in vista del recepimento - tra il 26 ottobre 2004 (firma dell'Accordo di associazione a Schengen) e il 31 marzo 2013.

Modifiche normative: perlopiù di natura tecnica
La portata dello sviluppo, con 144 atti normativi notificati (stato al 31 marzo 2013), è certamente elevata, ma l'importanza delle innovazioni resta contenuta in termini quantitativi. Gli sviluppi finora adottati s'incentrano infatti sul consolidamento e la precisazione degli strumenti esistenti. Di conseguenza, la grande maggioranza degli sviluppi (84,7 %) riveste un'importanza tecnica, subordinata. Soltanto in un caso su sei (15,3 %) il recepimento o la trasposizione ha richiesto l'approvazione del Parlamento. Se il recepimento di uno sviluppo competeva al Parlamento, di norma è stato riveduto anche il pertinente diritto federale (legge o ordinanza), come ad esempio in occasione dell'introduzione del passaporto biometrico, del Sistema d'informazione visti (VIS) o del Sistema d'informazione Schengen (SIS). Nel complesso, gli adeguamenti normativi su scala federale costituivano tuttavia un'eccezione.

Democrazia diretta e federalismo intatti
Gli sviluppi del diritto Schengen non sono recepiti dalla Svizzera in automatico, bensì con scambio di note. Pertanto, sono rispettate appieno le procedure costituzionali per approvare e trasporre i trattati internazionali ed è garantita la partecipazione dei cittadini in caso di sviluppi importanti, il cui recepimento sottostà a referendum facoltativo. Il Popolo svizzero ha così avuto la possibilità di votare, ad esempio, sull'introduzione del passaporto biometrico.

Dal 2004 è stato possibile ampliare la partecipazione dei Cantoni, ormai fortemente integrati nel processo di recepimento e trasposizione, in particolare quando questi vertono su competenze o interessi cantonali essenziali. Nel rapporto il Consiglio federale rileva quindi che lo sviluppo dell'acquis di Schengen non mette in discussione né la democrazia diretta né il federalismo.

Sicurezza interna migliorata
Gli sviluppi finora adottati in materia di sicurezza interna puntavano in primo luogo sul consolidamento e la precisazione delle misure esistenti, fornendo un contributo importante alla sicurezza interna in Svizzera. Sono stati tuttavia istituiti anche nuovi strumenti, che vanno a integrare le esistenti misure di sicurezza degli Stati Schengen.

Nel «controllo delle frontiere», lo sviluppo si è concentrato su misure a supporto degli Stati nel sorvegliare le frontiere esterne dello spazio Schengen (in particolare FRONTEX/RABIT, Fondo per le frontiere esterne). Anche nella «cooperazione in materia di visti» e nella «migrazione», la sicurezza interna ha beneficiato degli strumenti ripresi (VIS, passaporti biometrici e titoli di soggiorno, armonizzazione delle procedure di rimpatrio). In materia di polizia è stato ottimizzato in particolare lo scambio d'informazioni di polizia ed è stato modernizzato il Sistema d'informazione Schengen (SIS II).

Perlopiù nessun impatto finanziario diretto
La maggior parte degli sviluppi (93 %) non ha avuto alcun impatto finanziario diretto per la Svizzera. Gli sviluppi con incidenza finanziaria riguardano in gran parte il Fondo per le frontiere esterne e la partecipazione a FRONTEX (95 % delle spese supplementari complessive pari a CHF 12,81 mio. annui, ossia CHF 12,17 mio.). Ai costi vanno contrapposti - ponderando il pro e il contro - i vantaggi, difficilmente quantificabili, della cooperazione Schengen e Dublino, quali l'efficienza nel controllare le persone grazie ai vari sistemi d'informazione su scala europea o il fatto che il sistema Dublino consente alla Svizzera di trasferire, senza portare a termine una procedura d'asilo nazionale, sette volte tanti richiedenti in un altro Stato Dublino di quanti ne deve prendere in consegna.

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Reto Gruber, Ufficio federale di giustizia UFG, T +41 31 324 80 36

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