Il Consiglio federale prende atto dei risultati della procedura di consultazione sul estensione della validità della legge federale sulla cooperazione con gli Stati dell’Europa dell’Est

Berna, Comunicato stampa, 24.06.2015

Il Consiglio federale ha preso atto dei risultati della procedura di consultazione sul estensione della validità della legge federale sulla cooperazione con gli Stati dell’Europa dell’Est. La legge attuale è valida ancora fino alla fine di maggio 2017. Il rinnovo della legge federale sulla cooperazione con gli Stati dell’Europa dell’Est consentirebbe di proseguire la cooperazione con gli Stati dell’Europa dell’Est e i Paesi dell’ex Unione sovietica che non sono membri dell’Unione europea. Il relativo messaggio sarà trasmesso al Parlamento al più tardi entro la fine di febbraio 2016.

La Svizzera sostiene la transizione politica, economica e sociale nell’Europa dell’Est e nei Paesi dell’ex Unione sovietica (cooperazione di transizione) dall’inizio degli anni 1990. La legge federale del 24 marzo 2006 sulla cooperazione con gli Stati dell’Europa dell’Est ne costituisce la base legale. Allo stesso tempo, questa legge disciplina anche il contributo svizzero volto a diminuire le disparità economiche e sociali nell’Unione europea allargata (UE). La legge federale sulla cooperazione con gli Stati dell’Europa dell’Est è valida fino al 31 maggio 2017. Per poter continuare la cooperazione con gli Stati dell’Europa dell’Est, nella procedura di consultazione il Consiglio federale ha proposto di prolungare la validità della legge fino alla fine del 2024.

Tra gli obiettivi principali e gli interessi della Svizzera nell’ambito della cooperazione con gli Stati dell’Europa dell’Est e i Paesi dell’ex Unione sovietica vi è la transizione verso Stati democratici e pluralistici e verso economie di mercato libere e sociali. La cooperazione di transizione vuole contribuire a consolidare la stabilità e la pace, a creare prospettive di sviluppo positive in questi Paesi, a rimuovere le disuguaglianze sociali e a rafforzare il contesto per il commercio e gli investimenti. Come dimostrato dalla procedura di consultazione, la maggioranza è favorevole al mantenimento della base legale per la cooperazione di transizione. Per questo motivo il Consiglio federale ha incaricato il DFAE e il DEFR di procedere al rinnovo della legge federale sulla cooperazione con gli Stati dell’Europa dell’Est.

Trasmissione del messaggio prevista entro la fine di febbraio 2016

La nuova legge sulla cooperazione con gli Stati dell’Europa dell’Est sarà presentata al Consiglio federale entro la fine di febbraio 2016, insieme al messaggio concernente la cooperazione internazionale della Svizzera 2017-2020 e il credito quadro per il finanziamento della cooperazione di transizione. Nel 2016, il Parlamento potrà così pronunciarsi anche sul contributo finanziario per il proseguimento della cooperazione di transizione e sulla rispettiva futura base legale. Visti i risultati della procedura di consultazione, il Consiglio federale auspica inoltre che, dal 2025, la cooperazione di transizione sia sottoposta alla legge federale sulla cooperazione allo sviluppo e l’aiuto umanitario internazionali.
 
Vari partecipanti alla procedura di consultazione hanno espresso la richiesta di creare una base legale separata per un eventuale rinnovo del contributo svizzero per la riduzione delle disparità economiche e sociali nell’UE allargata (contributo all’allargamento). Su questo punto, il Consiglio federale prenderà una decisione al più tardi a fine febbraio 2016, in occasione della trasmissione del messaggio concernente la legge federale sulla cooperazione con gli Stati dell’Europa dell’Est.

Un eventuale mantenimento della base legale non anticipa la questione di altri contributi ai nuovi Stati membri dell’UE. Il Consiglio federale ritiene che un possibile rinnovo del contributo all’allargamento debba essere deciso alla luce dell’evoluzione delle relazioni complessive tra la Svizzera e l’UE. In questo senso, l’esito dei negoziati in corso per rafforzare e rinnovare la via bilaterale, come richiesto dal Consiglio federale, compresa una soluzione alla questione della libera circolazione delle persone, è un fattore cruciale.


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