Nel quadro di un incontro di lavoro, Sommaruga e Juncker hanno discusso sullo stato delle consultazioni tra Svizzera e UE in merito all’Accordo sulla libera circolazione delle persone. I due presidenti avevano già concordato a inizio anno di discutere periodicamente insieme i risultati di tali colloqui. Lunedì a Bruxelles hanno fissato un altro incontro per le prossime settimane.
Piani di ricollocamento e centri di identificazione e smistamento
I ministri hanno discusso dell’attuale stato dei piani, decisi nei mesi scorsi, per il ricollocamento di 160 000 persone bisognose di protezione che attualmente si trovano in Italia e Grecia e hanno concluso che questi piani vanno attuati più velocemente. Una ricollocazione solidale dei migranti è urgente e necessaria vista la situazione in Europa e presuppone la registrazione di tali persone e il funzionamento dei centri di identificazione e smistamento (i cosiddetti hotspot) che in Italia e Grecia sono già stati introdotti.
La Svizzera è disposta a partecipare al primo dei due piani di ricollocamento e conseguentemente accoglierà 1500 persone in base alla decisione del Consiglio federale. In linea di principio, il Collegio esecutivo ha deciso anche una partecipazione al secondo piano di ricollocamento. Al momento non si sa ancora quante persone bisognose di protezione saranno ammesse in questo caso nel nostro Paese.
La presidente Sommaruga ha sottolineato la necessità di potenziare gli sforzi comuni, visto che tutti i Paesi europei sono toccati dalla crisi migratoria. Non ci sono soluzioni puramente nazionali. La Svizzera è disposta a fare la sua parte e partecipa su base volontaria alle misure comuni, tuttavia è imprescindibile che gli hotspot debbano funzionare meglio. La signora Sommaruga ha ribadito l’importanza di un meccanismo permanente di ripartizione in caso di emergenza e ha accolto con favore un incontro, fissato per dicembre, per discutere il rispetto della normativa Schengen.
Aiuti sul posto e protezione delle frontiere esterne
L’UE intende inoltre aumentare gli aiuti finanziari sul posto. Altri 500 milioni di euro sono previsti per il sostegno dei profughi siriani e un miliardo sarà destinato alla cooperazione con i Paesi che confinano con la Siria, in particolare Turchia e Paesi dei Balcani occidentali. In settembre la Svizzera ha aumentato di 70 milioni di franchi i fondi per l’aiuto sul posto. A Bruxelles la Presidente della Confederazione ha dichiarato che è necessario collaborare strettamente con i Paesi di provenienza e di transito. Per questa ragione il vertice sulla migrazione in programma mercoledì e giovedì di questa settimana alla Valletta è così importante.
Lunedì a Bruxelles il comitato ha infine discusso anche del rafforzamento delle frontiere esterne dello spazio Schengen attraverso una gestione integrata dei confini. Secondo la Svizzera una protezione efficace delle frontiere esterne è fondamentale per la sicurezza dello spazio Schengen. In futuro è necessario moltiplicare gli sforzi contro la tratta di esseri umani, ma nel contempo occorre garantire a chi ha bisogno di protezione la possibilità di fare domanda di asilo e di ricevere protezione.
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