Nei Paesi europei, immigrazione e crescita occupazionale procedono di pari passo: la manodopera mobile segue la domanda nelle economie in crescita. E questo vale anche per la Svizzera, dove negli ultimi vent’anni l’espansione occupazionale si è attestata su valori nettamente superiori alla media UE. Anche nel 2023 è stata registrata una solida crescita occupazionale, mentre il tasso di disoccupazione è sceso al livello più basso dal 2001. In un contesto caratterizzato da una forte domanda di manodopera, l’immigrazione dallo spazio UE/AELS è stata elevata: 68 000 persone. Tuttavia, il numero di immigrati è correlato anche al potenziale demografico svizzero.
Potenziale demografico ben sfruttato
Durante gli ultimi vent’anni, a causa del continuo invecchiamento demografico, la popolazione in età attiva è aumentata di poco. Nel contempo però, questa fascia di popolazione si è fortemente integrata nel mercato del lavoro: il tasso di partecipazione al mercato del lavoro dei cittadini svizzeri è elevato, anche in un confronto internazionale. Nonostante negli ultimi anni si sia riuscito a mobilitare ulteriormente la popolazione indigena, il margine di manovra era comunque limitato. A differenza della Svizzera, negli ultimi anni altri Paesi come l’Austria, i Paesi Bassi o il Belgio sono riusciti a sfruttare un potenziale indigeno nettamente maggiore aumentando la partecipazione al mercato del lavoro o riducendo la disoccupazione. Di conseguenza, in questi Paesi un andamento dell’occupazione comparabilmente dinamico è stato caratterizzato da tassi di immigrazione più bassi. Oltre alla Svizzera, questi Paesi sono stati tra le destinazioni più attraenti per la manodopera proveniente dallo spazio della libera circolazione.
Immigrazione adeguata alle necessità del mercato del lavoro
In quanto Paese multilingue, caratterizzato da un elevato livello di benessere e posizionato al centro dell’Europa, la Svizzera riunisce in sé varie qualità che le consentono di soddisfare il proprio fabbisogno di manodopera con minor sforzo e attingendo principalmente dai Paesi vicini. E dal punto di vista dell’integrazione nel mercato del lavoro della popolazione immigrata, questa condizione si è rivelata un vantaggio, come dimostra anche l’elevata partecipazione al mercato del lavoro da parte di cittadini UE.
I lavoratori UE immigrati in Svizzera sono in buona parte altamente qualificati e svolgono attività complesse in settori economici in rapida crescita dell’industria dei servizi come la libera professione, i servizi scientifici e tecnici, l’informazione e la comunicazione o la salute. Tuttavia l’economia svizzera si avvale anche di manodopera poco qualificata proveniente dallo spazio UE cui affidare attività più semplici, soprattutto nel settore alberghiero, nell’edilizia e nell’industria.
20º Rapporto dell’Osservatorio sulla libera circolazione delle persone tra la Svizzera e l’UE(pdf, 1065kb)
Speaking Notes - Staatssekretärin Helene Budliger Artieda, Direktorin SECO(pdf, 178kb)
Speaking Notes - Boris Zürcher, Leiter der Direktion für Arbeit, SECO(pdf, 672kb)
Speaking Notes - Roland Müller, directeur de l’Union patronale suisse(pdf, 224kb)
Speaking Notes - Daniel Lampart, économiste en chef de l’Union syndicale suisse(pdf, 298kb)
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Antje Baertschi, Caposettore Comunicazione e portavoce SECO, tel. +41 58 463 52 75, medien@seco.admin.ch