Cooperazione allo sviluppo nel Sud: lottare contro la povertà e non lasciare indietro nessuno

Venditore ambulante in Bangladesh
In Bangladesh, la DSC si impegna a migliorare le condizioni di vita dei più poveri facilitando loro l’accesso ai mercati. © DSC

La cooperazione allo sviluppo nel Sud della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) contribuisce a ridurre la povertà in 21 Paesi e 4 regioni prioritari dell’Europa, dell’Africa, del Vicino e Medio Oriente e dell’Asia e sostiene gli sforzi intrapresi in queste aree per far fronte agli ostacoli allo sviluppo e alle sfide globali. In America latina e nei Caraibi, in seguito all’analisi dei bisogni, del valore aggiunto e degli interessi della Svizzera, la cooperazione bilaterale allo sviluppo verrà progressivamente interrotta entro il 2024. 

Oltre la metà degli attuali 21 Paesi e 4 regioni prioritari sono fragili o colpiti da conflitti: le istituzioni statali sono deboli o instabili e la popolazione è sempre più vittima di violenza e arbitrio politico. La DSC rafforza il proprio impegno di politica di sviluppo in questi Paesi e regioni nel quadro delle priorità dell’Agenda 2030 e contribuisce a migliorare nel complesso la situazione della popolazione colpita. Si focalizza in particolare sulla trasformazione delle crisi e dei conflitti, sul buongoverno democratico e sulla lotta alla corruzione. 

Tramite i partner e gli attori dello sviluppo sul posto, sostiene oltre 500 programmi nei settori del buongoverno democratico e dell’integrazione sociale, della salute e della formazione, della creazione di posti di lavoro e di fonti di reddito, dello sviluppo economico locale e della riforma dello Stato e dell’amministrazione per un maggiore Stato di diritto. Inoltre sostiene gli attori pubblici e privati ad assumersi le loro responsabilità per uno sviluppo sostenibile e crea prospettive soprattutto per i giovani e le donne, in particolare attraverso il loro coinvolgimento sociale, politico ed economico nella società. 

In America latina e nei Caraibi, in seguito all’analisi dei bisogni rispetto ad altre regioni del mondo, degli interessi della Svizzera e del valore aggiunto della sua CI, la cooperazione bilaterale allo sviluppo verrà progressivamente interrotta entro il 2024. La conclusione dei programmi sarà pianificata in modo da garantire risultati duraturi. 

Conformemente alla decisione del Parlamento, la cooperazione allo sviluppo continua a concretizzare il legame strategico tra migrazione e sviluppo concentrando ancora di più le sue attività sui Paesi di origine dei migranti e affrontando le cause che spingono le popolazioni a lasciare il loro Paese.