Il Consiglio federale ha preso la sua decisione in base ai chiarimenti approfonditi effettuati da un gruppo di lavoro interdipartimentale, diretto dal Dipartimento federale delle finanze (DFF) con rappresentanti della Banca nazionale svizzera (BNS). Da questi chiarimenti sulle denunce collettive ancora in corso negli Stati Uniti è emerso che i rischi per le imprese svizzere sono notevolmente diminuiti. All'epoca il Consiglio federale aveva deciso di mantenere la restrizione di accesso agli archivi fintanto che la sentenza di prima istanza non fosse pronunciata. Nel mese di dicembre del 2013 il tribunale competente di New York ha respinto la denuncia collettiva contro le ultime due imprese straniere. Pertanto, la probabilità che un'impresa svizzera venga nuovamente coinvolta in questo tipo di denuncia collettiva è minima.
Alla luce della nuova situazione, il Consiglio federale ritiene ragionevole revocare la regolamentazione del 16 aprile 2003 sull'accesso agli archivi. In questo modo viene a cadere la restrizione di accesso a determinati documenti, conservati presso l'Archivio federale, relativi ad affari concernenti capitali e altre esportazioni con il Sudafrica durante l'apartheid in cui sono nominate imprese svizzere. Di conseguenza, gli atti concernenti le relazioni tra la Svizzera e il Sudafrica come pure quelli sulle relazioni intrattenute dalla Svizzera con gli altri Paesi sottostanno alla legge sull'archiviazione.Indirizzo per domande:
Mario Tuor, Comunicazione Segreteria di Stato per le questioni finanziarie internazionali SFI
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