I temi principali affrontati durante l’incontro sono stati il conflitto in Medio Oriente, la situazione a Gaza dopo il 10 ottobre – data dell’entrata in vigore del cessate il fuoco – e le prospettive aperte dal piano in 20 punti degli Stati Uniti.
Ignazio Cassis e Ayman Safadi hanno passato in rassegna le sfide connesse all’implementazione di tale piano, che mira a porre fine alla guerra a Gaza, a facilitarne la ricostruzione e a creare le premesse per una pace duratura in Medio Oriente. I due ministri hanno sottolineato la necessità di un impegno coordinato da parte della comunità internazionale nel quadro del piano, soprattutto in vista di attuare la soluzione a due Stati basata sul diritto internazionale, riconoscendo il ruolo centrale della Giordania nella stabilizzazione della regione e nella distribuzione degli aiuti umanitari a Gaza attraverso il corridoio giordano.
Il capo del DFAE ha ribadito la disponibilità della Svizzera a sostenere le iniziative derivanti dal piano in 20 punti. In questa fase il Dipartimento sta inoltre valutando i settori del piano in cui il suo intervento può fare maggiormente la differenza: per quanto riguarda i bisogni umanitari più urgenti in relazione alla situazione a Gaza, il DFAE ha deciso di stanziare un pacchetto di emergenza pari a 2 milioni di franchi che comprende l’invio di beni umanitari – come tende invernali e coperte – e sarà attuato dall’UNICEF.
Cooperazione umanitaria e partenariati duraturi
Il Regno Hascemita è una piattaforma fondamentale per la fornitura di aiuti umanitari alle persone in difficoltà nella Striscia di Gaza e per l’accoglienza di profughi palestinesi e siriani. Ignazio Cassis ha ricordato che la cooperazione svizzera in Giordania, attuata nell’ambito di un programma di cooperazione regionale dotato di un budget annuale di 60 milioni di franchi, sta contribuendo a migliorare le condizioni di vita di profughi siriani e palestinesi, a rafforzare la resilienza delle comunità locali e a promuovere soluzioni durature in un contesto di forte pressione migratoria. In concreto, ciò si traduce in maggiori possibilità di protezione e di accesso all’istruzione e a mezzi di sussistenza, oltre che nella promozione di opportunità di integrazione dei profughi nel mercato del lavoro.
Allo stesso tempo, la Svizzera aiuta la Giordania a implementare il suo programma di riforme economiche, in particolare nei settori della formazione professionale, dell’acqua e dell’imprenditoria.
Durante l’incontro ministeriale è stata inoltre ribadita la volontà comune di approfondire la cooperazione in ambito scientifico e diplomatico, specialmente per quanto riguarda la gestione delle risorse idriche e la protezione degli ecosistemi marini attraverso l’iniziativa Blue Peace Middle East e il centro Transnational Red Sea Center.
Relazioni basate su stabilità e fiducia
Le relazioni diplomatiche tra la Svizzera e la Giordania, che affondano le loro radici nel 1958, si basano su una solida cooperazione e su un costante dialogo politico. Il recente incontro ministeriale testimonia la volontà comune dei due Paesi di agire di concerto per contribuire alla pace e alla sicurezza nella regione con un approccio responsabile e collaborativo destinato a durare nel tempo.
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