Le Comunità europee

Mappa dell’Europa con i nove Stati membri delle Comunità europee nel 1973.
Le Comunità europee nel 1973 dopo l’adesione del Regno Unito, della Repubblica d’Irlanda e della Danimarca. © Kolja21 - Wikimedia

Le Comunità europee (CE) erano costituite dalla Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA), dalla Comunità economica europea (CEE) e dalla Comunità europea dell’energia atomica (EURATOM). Gli organi esecutivi di queste tre Comunità vengono fusi nel 1967. Dal 1973 al 1985 la CE si è allargata fino a contare dodici Paesi membri. Con la firma dell’Atto unico europeo (AUE) nel 1986, questi Paesi esprimono la loro volontà di istituire l’Unione europea (UE).

L’UE nasce dopo la Seconda guerra mondiale nell’intento di assicurare la pace in Europa e di evitare nuovi conflitti militari. La via scelta per raggiungere tale obiettivo è quella di un’interdipendenza economica mirata e di una collaborazione rafforzata, in grado di rilanciare la crescita in un mercato più vasto. Nel 1951 Belgio, Repubblica federale di Germania, Francia, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi sottoscrivono il Trattato di Parigi e fondano la Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA).

Trattati di Roma

Le istituzioni della CECA costituiranno le fondamenta dell’UE: nel corso degli anni, l’Alta autorità, l’esecutivo della CECA, si trasformerà nella Commissione europea, mentre l’Assemblea consultiva sarà la progenitrice del Parlamento europeo.

La fondazione della CEE e dell’EURATOM, sancita dai Trattati di Roma del 1957, rappresenta un ulteriore passo in avanti. I sei Stati fondatori intendono in tal modo creare un mercato libero comune e gettare le basi per uno sfruttamento pacifico dell’energia atomica. Una terza fase è rappresentata dal cosiddetto Trattato di fusione, in forza del quale, nel 1967, le istituzioni delle tre Comunità vengono raggruppate per formare gli organi delle nuove Comunità europee.

Allargamenti da sei a dodici Stati membri

Nel 1973 le Comunità europee operano il loro primo allargamento, il cosiddetto allargamento a Nord. Alla Comunità aderiscono la Danimarca, la Repubblica d’Irlanda e il Regno Unito. Il Regno Unito aveva fatto domanda di adesione già nel 1963, ma la sua richiesta non era stata accettata a causa della resistenza francese. Al momento dell’adesione alla CE, il Regno Unito si ritira dall’Associazione europea di libero scambio (AELS), che aveva cercato di istituire come controprogetto alla CE.

Questo ciclo di allargamento è seguito nel 1981 dall’adesione della Grecia come decimo Stato. Portogallo e Spagna aderiscono nel 1985, dopo l’approvazione quasi unanime dei parlamenti nazionali di entrambi i Paesi. Il Portogallo si ritira dall’AELS, e questo indebolisce ulteriormente la zona di libero scambio. Questo avvenimento libera la Spagna dall’isolamento in cui si era trovata durante la dittatura di Franco. La temuta ondata migratoria da questi due Paesi non si verifica.

L’Atto unico europeo

La sottoscrizione dell’Atto unico europeo (AUE), nel 1986, segna la fine di un processo di riforma durato diversi anni. I Trattati di Roma vengono modificati e completati. Il nuovo trattato prevede la realizzazione del mercato interno europeo entro il 1993, l’armonizzazione del diritto economico e l’eliminazione delle barriere nazionali che ostacolano il commercio all’interno dell’UE. L’AUE rappresenta la prima grande riforma dei trattati fondatori delle Comunità europee. Il suo scopo è quello di compiere un primo passo verso la formazione dell’Unione europea. Con la sua sottoscrizione, la cooperazione politica europea è dunque posta su base contrattuale. Vengono aggiunti ulteriori settori di cooperazione e adottate misure per rafforzare la coesione interna, migliorare la capacità di deliberare e rendere più democratico il processo decisionale.

Tappe decisive