Lo scorso venerdì, i 57 Stati dell’OSCE non si sono accordati sulle posizioni dirigenziali. Oltre al segretario generale, di nazionalità svizzera, sono interessati dal mancato accordo anche la direttrice dell’Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani (ODIHR) Ingibjörg Sólrún Gísladóttir, l’alto commissario per le minoranze nazionali Lamberto Zannier e il rappresentante per la libertà dei media Harlem Désir.
La Svizzera si adopera per una soluzione rapida
La causa è da ricercarsi principalmente nell’interconnessione delle questioni relative al personale e nelle preoccupazioni individuali di alcuni Stati membri. In una riunione tenutasi lunedì 13 luglio 2020, i vari Stati non sono riusciti a trovare un accordo nemmeno su un’eventuale proroga provvisoria dei mandati fino a dicembre. Gli attuali mandati scadono quindi il 18 luglio 2020.
La Svizzera si rammarica di questa decisione e, in particolare, della situazione che l’ha originata. L’OSCE è di fronte a una crisi istituzionale. Una definizione rapida delle posizioni dirigenziali è fondamentale per garantire una presenza collettiva forte dell’Organizzazione. La Svizzera continua a impegnarsi per risolvere in modo tempestivo le importanti questioni legate al personale.
La Svizzera sostiene Thomas Greminger
Già prima dell’inizio del processo di nomina, la Svizzera si era adoperata a diversi livelli politici per la riconferma delle quattro persone summenzionate, con numerosi colloqui bilaterali e attraverso azioni diplomatiche, in Svizzera e all’estero, intraprese, per esempio, dalla presidente della Confederazione Simonetta Sommaruga, dal consigliere federale Ignazio Cassis, dalla segretaria di Stato Krystyna Marty Lang e dal segretario di Stato Roberto Balzaretti. Nonostante le circostanze difficili, la Svizzera si è quindi prodigata in modo costruttivo a favore di tutti e quattro i titolari dei mandati.
Il segretario generale dell’OSCE Thomas Greminger ha svolto un ottimo lavoro negli ultimi tre anni ed è stato attivamente sostenuto dalla Svizzera durante tutto il suo mandato. Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) è in stretto contatto con lui e con altri Stati dell’OSCE per quanto riguarda i passi successivi da intraprendere.
Il presidente albanese dell’OSCE ha ora messo a concorso le quattro posizioni. L’OSCE si trova così all’inizio di un lungo processo di nuove nomine o possibili riconferme. Le candidature potranno essere presentate fino a metà settembre 2020. Le relative decisioni dovrebbero essere adottate nel quadro della riunione del Consiglio dei ministri dell’OSCE prevista a dicembre di quest’anno.
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