Dopo otto anni di conflitto armato, la situazione in Siria resta precaria: le violazioni del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani sono ancora all’ordine del giorno. Anche se in alcune zone il conflitto si è affievolito, i combattimenti continuano. Il coinvolgimento militare di diverse potenze regionali e grandi potenze comporta un rischio elevato di escalation, specialmente nel Nord-Ovest e nel Nord-Est del Paese. Oltre 12 milioni di persone in Siria dipendono dagli aiuti umanitari e di questi più di 6 milioni sono profughi interni. Altri 5,6 milioni di siriane e siriani hanno trovato rifugio all’estero, soprattutto nei Paesi confinanti. Attualmente non vi sono le condizioni per un rimpatrio dei profughi in sicurezza e dignità.
Visti il perdurare del conflitto e i bisogni umanitari enormi a cui si deve far fronte in Siria e nell’intera regione è stata organizzata a Bruxelles, sotto la guida dell’UE e dell’ONU, la conferenza «Sostegno al futuro della Siria e della regione». Vi partecipano, durante due giorni, gli Stati donatori. Durante l’incontro, la Svizzera ha ribadito il proprio impegno: per il 2019, è previsto lo stanziamento di 61 milioni di franchi per aiutare popolazione nel bisogno in Siria e nei Paesi confinanti. Dal 2011, la Svizzera ha messo a disposizione complessivamente 397 milioni di franchi. Si tratta del contributo umanitario più ingente erogato finora dalla Svizzera, che non fornisce solo aiuto umanitario in Siria, ma anche protezione e supporto ai profughi e alle comunità ospitanti in Libano, Giordania e Turchia.
La Svizzera continua a impegnarsi in favore della promozione della pace. A tale scopo, quest’anno sono stati già messi a disposizione 7 milioni di franchi. In primo piano, vi è l’appoggio al processo di pace delle Nazioni Unite a Ginevra, guidato dall’inviato speciale ONU Geir Pedersen. Per la Svizzera, il processo di pace dell’ONU è l’unico ad avere un formato adeguato e legittimo, con negoziati che includono anche la società civile siriana et che possono sfociare così in una pace duratura. A Ginevra, la Svizzera ha dunque creato la piattaforma Civil Society Support Room, che si è riunita anche a margine della conferenza di Bruxelles.
La Svizzera si adopera inoltre per il rispetto del diritto internazionale umanitario in Siria e sostiene gli sforzi di analisi del passato e la lotta contro l’impunità.
Nel corso di una manifestazione co-organizzata dalla Svizzera a Bruxelles, la segretaria di Stato Pascale Baeriswyl, a capo della delegazione svizzera, ha invitato tutte le parti in conflitto a rispettare il diritto internazionale umanitario e i diritti umani. La Svizzera si impegna in particolare per il destino dei detenuti e dei dispersi, che sono stimati tra le 100 000 e le 200 000 persone, e delle loro famiglie. Vanno ancora sostenuti gli sforzi per un’analisi delle violazioni del diritto internazionale pubblico perpetrate in Siria. In questo contesto, assume un ruolo fondamentale il meccanismo internazionale, indipendente e imparziale per la Siria (International, Impartial and Independent Mechanism for Syria), istituito a Ginevra nel 2017.
Informazioni supplementari:
Discorso della segretaria di Stato alla terza conferenza dell’UE e dell’ONU sulla Siria (en)
L'impegno della Svizzera a favore delle vittime della crisi siriana
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