Nonostante i progressi registrati nel campo della lotta contro la fame e la malnutrizione, dal 2015 il numero di persone che non riescono a nutrirsi a sufficienza è tornato a crescere, e nel 2018 ha superato gli 820 milioni. La colpa dell’aumento è da ricondurre principalmente al cambiamento climatico, all’impoverimento dei terreni sfruttati eccessivamente e alla rarefazione delle risorse idriche, problemi notevoli per la produzione agricola, lo sviluppo economico, l’approvvigionamento alimentare e lo sviluppo sostenibile in numerosi Paesi. Anche la Svizzera è coinvolta direttamente in queste questioni, per esempio perché importa il 52 per cento dei generi alimentari che consuma, molti dei quali, come le banane, il riso o il caffè, provengono da Paesi in via di sviluppo.
Per cercare di dare una risposta efficace a questa situazione, la Svizzera investe nella ricerca agronomica e, per sostenere la sicurezza alimentare e raggiungere l’obiettivo globale dell’eliminazione della povertà e della fame entro il 2030 –come vuole l’Agenda 2030-, partecipa anche al Gruppo consultivo per la ricerca agricola internazionale (CGIAR).
Il lavoro del CGIAR permette di migliorare la resa agronomica e di garantire a milioni di persone – principalmente nei Paesi a basso reddito – l’accesso a cibo variato e nutriente per soddisfare il fabbisogno alimentare. La Svizzera, membro del consiglio di amministrazione del CGIAR, ha svolto un ruolo importante nelle riforme istituzionali dell’organizzazione e nella definizione del suo orientamento strategico; il nostro Paese si batte affinché le ricerche del CGIAR si concentrino su metodi agroecologici in grado di rafforzare la produzione agricola mediante sistemi di colture diversificate nel rispetto dell’ambiente e capaci di offrire condizioni di vita dignitose alle agricoltrici e agli agricoltori. Il miglioramento delle prospettive delle persone in loco è un fattore importante nella lotta contro le cause della migrazione irregolare e forzata.
Il partenariato con il CGIAR si traduce anche in numerosi progetti portati avanti con la collaborazione di vari istituti scientifici svizzeri; questo permette di dare nuovi impulsi all’eccellenza e all’innovazione nella ricerca agricola. Ricercatrici e ricercatori del Politecnico federale di Zurigo e del CGIAR lavorano, per esempio, a un sistema di economia circolare tra città e campagna, mediante il quale agricoltrici e agricoltori potranno accedere a fertilizzanti organici prodotti dai rifiuti urbani, che permetteranno non solo di incrementare la produzione alimentare destinata agli abitanti delle città ma anche di risolvere in parte i problemi di smaltimento delle acque reflue.
Il CGIAR è un’associazione internazionale di centri di ricerca agronomica attiva in oltre 80 Paesi. In collaborazione con scienziate e scienziati locali sviluppa annualmente centinaia di soluzioni innovative destinate ad aiutare le agricoltrici e gli agricoltori più indigenti. Il Gruppo mette anche a disposizione di ricercatrici e ricercatori di tutto il mondo banche genetiche delle principali piante coltivate. Il CGIAR fa parte delle 15 organizzazioni prioritarie della cooperazione multilaterale allo sviluppo della Svizzera. Per il periodo 2020-2021, il Consiglio federale ha deciso di stanziare un contributo generale di 33,1 milioni di franchi ripartito su due tranches di 16,55 milioni all’anno.
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