Il consigliere federale Didier Burkhalter ha constatato che i due Paesi stanno compiendo progressi concreti in diversi ambiti delle relazioni bilaterali, soprattutto in campo migratorio, economico e nella tutela dei beni culturali. Alla luce dell’attuale situazione di incertezza ha inoltre sottolineato l’importanza di sviluppare un intenso dialogo politico incentrato, in particolare, sulle questioni legate al tentativo di colpo di Stato della scorsa estate e sulla situazione nel Sud-Est del Paese. Durante i colloqui i ministri si sono confrontati su temi quali l’eventuale reintroduzione della pena di morte in Turchia, la durata e la proporzionalità dello stato di emergenza, le libertà fondamentali con particolare riguardo alla libertà di espressione e a quella dei mezzi di comunicazione, l’indipendenza del sistema giudiziario e la cooperazione con organizzazioni come il Consiglio d’Europa.
Il consigliere federale Burkhalter ha espresso al ministro Çavuşoğlu il suo profondo cordoglio per le vittime del tentato colpo di Stato e degli attentati.
Allo stesso tempo si è detto molto preoccupato per l’ondata di licenziamenti e arresti che hanno fatto seguito agli eventi di luglio, ricordando che la dichiarazione dello stato d’emergenza non esonera la Turchia dal rispetto degli obblighi internazionali in materia di diritti umani. Il capo del DFAE ha sottolineato infine la validità del diritto nazionale e della libertà di espressione per i cittadini turchi residenti in Svizzera.
Tra le questioni regionali e internazionali affrontate hanno figurato in particolare il conflitto siriano, la situazione in Iraq e nel Caucaso meridionale nonché gli sviluppi a Cipro. Il consigliere federale Burkhalter ha elogiato i grandi sforzi umanitari compiuti dalla Turchia, che ha accolto 2,7 milioni di profughi siriani. «Il conflitto in Siria è un fallimento morale del nostro tempo e una dimostrazione della mancata volontà politica di lavorare per la pace», ha dichiarato Burkhalter. Il capo del DFAE ha ribadito la determinazione della Svizzera nel portare avanti e nell’intensificare il suo operato nell’ambito dell’aiuto umanitario e della tutela del diritto internazionale umanitario. Anche la drammatica situazione ad Aleppo è stata tra i temi di discussione dei due ministri.
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