Qual è la differenza tra cooperazione internazionale, allo sviluppo e di transizione?

La cooperazione internazionale comprende la cooperazione allo sviluppo con i Paesi del Sud e dell’Est, la cooperazione multilaterale, l’aiuto umanitario e la promozione della pace e della sicurezza umana.

Le priorità della Svizzera nel campo della cooperazione internazionale sono: risoluzione dei conflitti, sviluppo sociale (istruzione scolastica di base, formazione professionale e sanità), buongoverno, uguaglianza tra donna e uomo, sviluppo del settore privato, prevenzione delle catastrofi, rispetto e promozione dei diritti umani e delle libertà fondamentali e conservazione delle risorse naturali. La Svizzera è impegnata in particolare nei Paesi fragili e colpiti da conflitti.

In quanto centro di competenza della Confederazione per la cooperazione internazionale, la Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) è responsabile del coordinamento generale, a livello di contenuti, della cooperazione allo sviluppo con i Paesi del Sud e dell’Est, della cooperazione multilaterale e dell’aiuto umanitario della Svizzera. A tal fine la DSC opera d’intesa con gli altri servizi federali impegnati nella cooperazione internazionale.

Organizzazione della cooperazione internazionale

La cooperazione allo sviluppo è uno strumento della politica estera svizzera volto a eliminare la povertà e a promuovere i diritti umani. Secondo la Costituzione federale, «[la politica estera] contribuisce in particolare ad aiutare le popolazioni nel bisogno e a lottare contro la povertà nel mondo, contribuisce a far rispettare i diritti umani e a promuovere la democrazia, ad assicurare la convivenza pacifica dei popoli nonché a salvaguardare le basi naturali della vita» (art. 54 cpv. 2 Cost.).

L’aiuto umanitario si rivolge principalmente alle vittime di crisi, catastrofi e conflitti. Il suo compito è salvare vite e alleviare le sofferenze. Si fonda sul diritto internazionale umanitario e sui principi internazionalmente riconosciuti della neutralità, dell’indipendenza e dell’imparzialità. È espressione della solidarietà della Svizzera nei confronti delle persone in stato di bisogno e si concentra sull’aiuto di emergenza (p. es. sulla distribuzione di generi alimentari e di altri beni di prima necessità), sulla ricostruzione e sulla prevenzione delle catastrofi.

I gruppi di popolazione minacciati devono essere protetti prima, durante e dopo i conflitti, le crisi o le catastrofi naturali. A tal fine la Svizzera ha a disposizione vari strumenti: il Corpo svizzero di aiuto umanitario (CSA), composto da 700 esperte ed esperti pronti a essere impiegati, effettua interventi per prestare aiuto d’emergenza o invia le proprie esperte e i propri esperti presso organizzazioni multilaterali; inoltre, l’Aiuto umanitario della DSC versa contributi finanziari al Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR), alle organizzazioni umanitarie dell’ONU e alle organizzazioni umanitarie non governative locali.

Responsabilità della cooperazione internazionale

La cooperazione di transizione promuove lo Stato di diritto, la democrazia e l’economia sociale di mercato e rafforza la società civile. La Svizzera contribuisce così alla stabilità politica e offre alla popolazione prospettive di vita migliori. Dal punto di vista geografico, si concentra sui Balcani occidentali e sui Paesi dell’ex Unione sovietica. La cooperazione di transizione agisce sulle riforme della società, dell’economia e dello Stato. 

Le priorità della cooperazione di transizione sono:

• democratizzazione, decentramento, governance locale, lotta alla corruzione

• riforma del settore sanitario

• sviluppo economico dell’agricoltura

• orientamento del sistema di formazione professionale alle esigenze del mercato del lavoro

• gestione idrica più efficiente ed equa

• prevenzione dei conflitti e promozione dello Stato di diritto

Il 55% circa degli aiuti finanziari e del supporto tecnico è destinato a cinque Paesi dei Balcani occidentali: Albania, Bosnia ed Erzegovina, Kosovo, Macedonia e Serbia. Il restante 45% va invece a otto Paesi dell’ex Unione sovietica: Armenia, Azerbaigian, Georgia, Kirghizistan, Moldova, Tagikistan, Ucraina e Uzbekistan.

Attuazione della cooperazione internazionale