Comunicato stampa, 14.12.2018

La Svizzera vanta una lunga tradizione nel campo dei buoni uffici, uno strumento importante della sua politica estera. Il 14 dicembre 2018 il Consiglio federale ha adottato il suo rapporto su questo tema in risposta a un postulato che chiedeva di presentare una sintesi al riguardo.

La pace è un bene prezioso, come purtroppo sanno le popolazioni dei numerosi Paesi colpiti da conflitti armati – come la Siria, lo Yemen e la Libia – che vivono quotidianamente la realtà tragica della guerra. La Svizzera ha alle spalle una lunga tradizione nel campo dei buoni uffici, grazie ai quali contribuisce a trovare soluzioni per prevenire o fermare ostilità. Questo strumento le consente di raggiungere i suoi obiettivi di politica estera e di contribuire a far rispettare i diritti umani, promuovere la pace e la democrazia all’estero e garantire la sicurezza e il benessere della popolazione svizzera.

Il rapporto del Consiglio federale – in risposta al postulato 16.3929 Béglé «Buoni uffici. Stilare un bilancio delle misure di facilitazione e di mediazione della Svizzera a livello internazionale» del 1° dicembre 2016 – illustra le attività della Svizzera nel campo dei buoni uffici.

I buoni uffici si compongono di tre ambiti, differenti, ma con aspetti affini: i mandati in qualità di potenza protettrice, il ruolo di Stato ospite di negoziati di pace e quello di mediatrice e facilitatrice del dialogo.

Mandati come potenza protettrice: in questa veste, la Svizzera difende gli interessi di altri Stati, facendosi carico di una parte dei compiti consolari e/o diplomatici quando due Paesi decidono di interrompere in parte o del tutto le relazioni reciproche. Durante la Seconda guerra mondiale la Svizzera ha assunto oltre 200 mandati e attualmente ne ha all’attivo sei: per gli Stati Uniti in Iran, per la Russia in Georgia e per la Georgia in Russia, per l’Iran in Arabia Saudita e per l’Arabia Saudita in Iran e infine per l’Iran in Egitto.

Stato ospite di negoziati di pace: in questo ruolo, il nostro Paese garantisce la sicurezza, la tranquillità e la discrezione necessarie per condurre negoziati sensibili, poiché dispone dell’infrastruttura necessaria per organizzare e accogliere questo tipo di eventi. Il contesto pacifico aiuta le parti coinvolte nelle trattative ad avvicinarsi a possibili soluzioni. La Svizzera ha ad esempio ospitato i colloqui di pace sulla Siria sotto l’egida dell’inviato speciale dell’ONU e, tra il 2008 e il 2015, ha organizzato a Ginevra e Losanna varie tornate negoziali sul programma nucleare iraniano.

Mediazione e facilitazione: la Svizzera svolge un ruolo di mediatrice e facilitatrice del dialogo in tutto il mondo. In Mozambico, ad esempio, gestisce il gruppo di contatto internazionale che segue il processo di pace per far cessare i violenti scontri ricominciati nel 2012, a vent’anni dalla fine di una guerra civile che aveva dilaniato il Paese. Tra il 2012 e il 2016, la Svizzera ha sostenuto i negoziati tra il Governo colombiano e le FARC, in particolare nel contesto di un armistizio, per cercare di porre fine a un conflitto di mezzo secolo che ha provocato oltre 260 000 morti, 45 000 dispersi e 6 milioni di sfollati interni. Grazie alla mediazione del nostro Paese, nel 2011 la Russia e la Georgia hanno concluso un accordo sull’amministrazione delle dogane che ha permesso alla Russia di aderire all’OMC.

La Svizzera cura l’equilibrio degli interessi, la concordanza e il compromesso all’interno del suo sistema politico. Le esperienze maturate in questo contesto costituiscono la base per il suo impegno a livello globale, volto a cercare di risolvere pacificamente i conflitti. A questo scopo, organizza processi negoziali in modo discreto e confidenziale e aiuta a mettere in atto le soluzioni raggiunte. La mediazione richiede pazienza e lavoro di gruppo; ad essa è dedicato un master specifico al Politecnico federale di Zurigo, master promosso dalla Svizzera per formare i mediatori di domani. Questo corso di studi permette di professionalizzare la mediazione in modo da garantire migliori chance di successo ai processi di pace che saranno intavolati in futuro.

Nel suo rapporto, il Consiglio federale sottolinea che i buoni uffici continueranno a essere una componente significativa della politica estera del nostro Paese. In virtù della sua neutralità e delle sue competenze, la Svizzera gode della fiducia e della stima delle parti in conflitto; questo le apre molte porte, anche in altri ambiti. I buoni uffici, in particolare la mediazione, permettono alla Svizzera di assumere una posizione di spicco nella risoluzione internazionale dei conflitti. Per questo motivo, negli anni a venire, il nostro Paese porterà avanti i suoi sforzi per professionalizzare questo settore e continuerà ad accettare mandati di mediazione.


Informazioni supplementari:

Buoni uffici
Divisione sicurezza umana
Messaggio concernente la cooperazione internazionale della Svizzera 2017–2020
Rapporto sulla politica estera 2017
Messaggio concernente le misure per rafforzare il ruolo della Svizzera quale Stato ospite


Rapporto sui buoni uffici della Svizzera(pdf, 503kb)


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Ultima modifica 19.07.2023

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