Situazione in Medio Oriente

Di fronte alla situazione molto instabile che si è venuta a creare in Medio Oriente la Svizzera deve essere in grado di agire rapidamente e in maniera coordinata. Nella sua seduta dell’11 ottobre 2023 il Consiglio federale ha deciso di creare una task force per seguire meglio l’evolversi della situazione e prendere le decisioni necessarie.

Mappa del Medio Oriente.

Medio Oriente: la Svizzera condanna gli atti terroristici di Hamas e si adopera per migliorare la situazione umanitaria. La Svizzera invita tutte le parti a rispettare il diritto internazionale umanitario e a proteggere i civili. © DFAE

Per ulteriore assistenza e in caso di emergenza, i cittadini svizzeri interessati possono contattare l'Ambasciata di Svizzera a Tel Aviv o la Helpline DFAE a Berna (24 ore su 24 al numero +41 800 24 7 365 / 0 800 24 7 365 o via e-mail all'indirizzo helpline@eda.admin.ch).

Posizione del Consiglio federale sul conflitto in Medio Oriente

Il Consiglio federale "condanna senza riserve gli attacchi terroristici di Hamas del 7 ottobre e chiede l'immediato rilascio di tutti gli ostaggi". Riconosce "il diritto di Israele di garantire la propria difesa e sicurezza e ricorda che il diritto umanitario internazionale deve essere rispettato da tutte le parti". Il diritto internazionale umanitario tiene conto delle legittime esigenze di uno Stato, quali sicurezza e necessità militari, ma deve essere rispettato da tutte le parti senza nessuna eccezione. Le violazioni del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani devono essere indagate e i responsabili chiamati a risponderne.

"Le conseguenze umanitarie del conflitto armato in Medio Oriente sono drammatiche in Israele, nel Territorio palestinese occupato e nei Paesi limitrofi coinvolti", spiega il Consiglio federale. Dal 7 ottobre 2023, migliaia di civili hanno perso la vita. Di fronte a tale situazione, è essenziale che tutte le parti assumano i propri obblighi relativi al diritto umanitario internazionale e consentano un accesso rapido, sicuro e senza ostacoli agli aiuti umanitari a Gaza. "Le pause o le tregue umanitarie sono necessarie al fin di garantire l'accesso agli aiuti e di rispondere alle esigenze della popolazione", sottolinea il Consiglio federale.

Secondo la Strategia MENA 2021-2024 del Consiglio federale, una soluzione duratura al conflitto in Medio Oriente non può essere raggiunta se non con mezzi pacifici. Una soluzione a due Stati, ovvero due Stati democratici, Israele e Palestina, che vivono in pace l'uno accanto all'altro all'interno di confini sicuri e riconosciuti, va negoziata da entrambe le parti.

02.10.2024 – La Svizzera condanna l'escalation regionale e chiede la fine delle ostilità

In occasione di una riunione d'emergenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, la Svizzera ha espresso la propria preoccupazione per gli sviluppi in Medio Oriente e per il crescente rischio di una guerra regionale. Ha condannato la spirale di violenza delle ultime settimane e ha invitato tutte le parti a cessare le ostilità. “Il dialogo è l'unico modo per evitare una guerra regionale. La Svizzera sostiene tutti gli sforzi per trovare soluzioni diplomatiche che possano portare a una cessazione immediata della violenza in tutta la regione”, ha dichiarato la Rappresentante permanente della Svizzera, Pascale Baeriswyl.

La Svizzera ha inoltre ricordato a tutte le parti gli obblighi derivanti dal diritto internazionale, in particolare dal diritto umanitario internazionale. La sovranità e l'integrità territoriale di tutti i Paesi e le pertinenti risoluzioni del Consiglio di Sicurezza per la regione devono essere rispettate. Infine, la Svizzera ha ribadito il suo sostegno all'impegno e ai buoni uffici delle Nazioni Unite, in particolare dell'UNIFIL (United Nations Interim Force in Lebanon) e dell'UNSCOL (Office of the United Nations Special Coordinator for Lebanon). Il suo personale lavora in un ambiente estremamente pericoloso e svolge un ruolo importante nel ridurre le tensioni e garantire il collegamento tra le parti.

Dichiarazione della Svizzera, Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, 02.10.2024

27.09.2024 – La Svizzera ribadisce la propria posizione in occasione di una riunione d'emergenza del Consiglio di sicurezza sulla situazione in Medio Oriente

A fronte di una crescente escalation in Libano e su entrambi i lati della Linea Blu, anche a Gaza la situazione rimane alquanto precaria. Il Consiglio di sicurezza si è riunito oggi per discutere nuovamente della situazione in una riunione ad alto livello. La Svizzera ha ribadito la sua posizione e le sue priorità, ovvero la richiesta di un cessate il fuoco immediato, il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi, un accesso umanitario sicuro, rapido e senza ostacoli, la protezione del personale umanitario e il rispetto del diritto internazionale, in particolare del diritto umanitario internazionale.

Dichiarazione della Svizzera al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, 27.09.2024

25.09.2024 – La Svizzera invita le parti a porre fine alle ostilità in una riunione d'emergenza del Consiglio di Sicurezza a seguito degli attacchi in Libano

Su richiesta della Francia, martedì sera a New York è stata convocata una riunione d'emergenza sul Libano presso il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

Negli ultimi giorni, intensi attacchi aerei israeliani sul territorio libanese hanno causato numerose vittime civili, tra cui una cinquantina di bambini. Nel contempo, il lancio indiscriminato di razzi da parte di Hezbollah ha causato feriti, danni e paura costante tra la popolazione israeliana. Decine di migliaia di abitanti del Libano meridionale e della Bekaa sono in fuga e molti sfollati in Israele non sono ancora in grado di tornare a casa. In questo contesto allarmante, la Svizzera ha condannato gli attacchi che hanno causato vittime civili e ha sottolineato che il dialogo e la de-escalation sono gli unici strumenti per porre fine al conflitto. La Svizzera ha inoltre invitato Israele e Hezbollah a porre fine alle ostilità e tutte le parti a impegnarsi per l'attuazione della Risoluzione 1701.

Nella sua dichiarazione, l'ambasciatrice Baeriswyl ha anche chiesto il pieno rispetto del diritto internazionale umanitario da parte di tutte le parti, in particolare dei principi di distinzione, proporzionalità e precauzione nella condotta delle ostilità. Prendere tutte le precauzioni possibili per proteggere i civili e il personale umanitario e medico è un obbligo previsto dal diritto internazionale umanitario.

Un'ulteriore conflagrazione regionale, per la quale la popolazione civile pagherebbe il prezzo più alto, deve essere evitata ad ogni costo. La Svizzera sostiene quindi tutti gli sforzi volti a trovare una soluzione diplomatica.

Dichiarazione della Svizzera al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, 25.09.2024 (en)

20.09.2024 – Riunione d'emergenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sulle esplosioni in Libano

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si è riunito oggi per una riunione d'emergenza a seguito degli ultimi sviluppi in Libano. A New York, la Svizzera ha espresso la sua profonda preoccupazione per le esplosioni di pagers degli ultimi giorni e ha condannato il fatto che queste esplosioni abbiano causato anche vittime civili. Ha sottolineato che le circostanze e le responsabilità devono essere chiarite.

Le conseguenze dell'esplosione dei dispositivi di comunicazione sono preoccupanti. Da un lato, hanno scatenato il panico e sovraccaricato gli ospedali, con conseguenti sofferenze soprattutto per la popolazione civile. Dall'altro, le esplosioni potrebbero mettere ulteriormente a rischio la stabilità e la sicurezza del Libano e dell'intera regione. In questo contesto, la Svizzera ha invitato tutte le parti in seno al Consiglio di Sicurezza a esercitare la massima moderazione per evitare una grave escalation regionale. La protezione della popolazione civile su entrambi i lati della linea blu tra Israele e Libano è essenziale, poiché il dialogo e la de-escalation, così come il rispetto del diritto umanitario internazionale e dei diritti umani da parte di tutte le parti, devono avere la massima priorità. «L'escalation militare non è una soluzione. Porterebbe la regione nell'abisso di una guerra regionale», ha sottolineato la Svizzera in seno al Consiglio.

Infine, è urgente un cessate il fuoco a Gaza, il rilascio incondizionato degli ostaggi e un accesso umanitario rapido e senza ostacoli per ridurre le sofferenze della popolazione civile e prevenire un'ulteriore escalation regionale. I negoziati condotti da Stati Uniti, Qatar ed Egitto devono proseguire con urgenza per raggiungere questo obiettivo.

Dichiarazione della Svizzera sulla situazione in Libano, Consiglio di sicurezza dell'ONU, 20.09.2024 (fr, en)

19.09.2024 – Consiglio di Sicurezza dell’ONU: Gli insediamenti israeliani nei territori palestinesi occupati sono un ostacolo alla soluzione dei due Stati

Durante la riunione odierna del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, la Svizzera ha ribadito il suo sostegno alla Corte internazionale di giustizia e al suo parere consultivo del 19 luglio. L'illegalità dell'occupazione israeliana del territorio palestinese, che dura dal 1967, è quindi fuori scontata. È necessario porvi fine e ripristinare un orizzonte politico.

A New York, la Svizzera ha condannato gli annunci del governo israeliano di un'ulteriore espansione degli insediamenti in territorio palestinese, poiché compromettono la soluzione a due Stati.

La Svizzera è convinta che una soluzione negoziata a due Stati, in conformità con il diritto internazionale, sia l'unico modo per raggiungere una pace duratura nella regione. La Svizzera accoglie con favore il fatto che la risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite adottata il 18 settembre 2024 riconosca la necessità di rilanciare un processo verso una soluzione a due Stati. Inoltre, con la sua decisione, l'Assemblea generale ha dato alla Svizzera, nel suo ruolo di Stato depositario delle Convenzioni di Ginevra, il mandato di organizzare entro sei mesi una Conferenza delle Alte Parti contraenti della Quarta Convenzione di Ginevra. La conferenza si occuperà delle misure da adottare per attuare la Quarta Convenzione di Ginevra nei territori palestinesi occupati, compresa Gerusalemme Est, e per garantirne il rispetto in conformità con l'articolo 1 comune.

In seno al Consiglio di Sicurezza, la Svizzera ha inoltre continuato a esprimere la sua profonda preoccupazione per la situazione umanitaria catastrofica a Gaza e ha dichiarato che il successo della prima fase della campagna di vaccinazione antipolio delle Nazioni Unite dimostra che le operazioni umanitarie su larga scala a Gaza possono essere condotte con la necessaria volontà politica delle parti in conflitto. Tuttavia, il successo di questa prima fase non è sufficiente. Le parti devono rispettare i loro obblighi di diritto internazionale e consentire un accesso umanitario sicuro, rapido e senza ostacoli alla popolazione civile. Questo include gli ostaggi, di cui la Svizzera chiede il rilascio immediato e incondizionato. Inoltre, è urgente un cessate il fuoco immediato. La Svizzera sostiene gli sforzi di mediazione di Stati Uniti, Qatar ed Egitto per raggiungere un accordo il più rapidamente possibile.

Un cessate il fuoco a Gaza è fondamentale anche per evitare un'escalation regionale ancora più grave. La Svizzera ha espresso profonda preoccupazione per le esplosioni in Libano del 17 e 18 settembre e per le notizie di numerose vittime civili. Ha invitato le parti a esercitare la massima moderazione e ad adoperarsi per un'immediata de-escalation.

Dichiarazione della Svizzera sulla situazione in Medio Oriente, Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, 19.09.2024

18.09.2024 – L'Assemblea generale delle Nazioni Unite vota la risoluzione per l'attuazione dell’avviso legale della Corte internazionale di giustizia sull'occupazione israeliana nel Territorio palestinese occupato

Il 19 luglio 2024, la Corte internazionale di giustizia (CIG) dell'Aia ha pubblicato un avviso che valuta le conseguenze legali della politica e della prassi israeliana nel Territorio palestinese occupato (TPO). Nel suo avviso, la CIG ha concluso che la presenza di Israele è illegale, poiché le misure e le pratiche di Israele violano il diritto umanitario internazionale, i diritti umani e il diritto internazionale. Il 18 settembre 2024, la Palestina - Stato osservatore dell'ONU - ha presentato una risoluzione all'Assemblea generale dell'ONU (AG) per la votazione, riprendendo gran parte del documento legale e chiedendo misure concrete per la sua attuazione. La risoluzione è stata adottata. La Svizzera si è astenuta.

L'avviso consultivo della CIG riflette le norme e gli obblighi delle parti in conflitto, compreso l'attuale diritto internazionale umanitario. La Svizzera ha contribuito all'avviso consultivo della CIG del 19 luglio e lo sostiene. Non ci sono dubbi sull'illegalità dell'occupazione israeliana del territorio palestinese, che dura dal 1967. È necessario porvi fine e ristabilire un orizzonte politico.

Tuttavia, la Svizzera ha notato che alcuni punti della risoluzione adottata il 18 settembre vanno chiaramente oltre il consenso legale della Corte internazionale di giustizia. Si tratta in particolare della scadenza di 12 mesi per il ritiro di Israele dal territorio palestinese occupato, senza menzionare come sarà garantita la sicurezza di Israele, e di un punto relativo alle sanzioni. La scadenza di 12 mesi è troppo vicina, visti i combattimenti in corso a Gaza e l'attuale escalation della situazione in Cisgiordania. Non può essere dedotto dal parere della CIG. Questa osservazione è alla base dell'astensione della Svizzera, che si riflette anche nella sua dichiarazione di voto.

L'astensione non pregiudica in alcun modo l'impegno della Svizzera per il rispetto e l'applicazione del diritto internazionale umanitario in tutto il Territorio palestinese occupato, in conformità con le Convenzioni di Ginevra. Con l'adozione della risoluzione, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite incarica la Svizzera, in quanto Stato depositario delle Convenzioni di Ginevra, di organizzare una conferenza entro sei mesi. La conferenza dovrà incentrarsi sulle misure di protezione della popolazione civile nel TPO.

L'astensione della Svizzera non mette in discussione il suo sostegno alla Corte internazionale di giustizia o i principi fondamentali della sua posizione in Medio Oriente. La Svizzera sostiene risolutamente una soluzione negoziata a due Stati. Due Stati democratici, Israele e Palestina, che vivono all'interno di confini riconosciuti e sicuri, sono la base per la pace e la stabilità nella regione. Il rispetto del diritto internazionale da parte di tutte le parti, compresi il diritto umanitario internazionale e i diritti umani, è una priorità. Ciò significa la fine della violenza dei coloni, la fine degli atti terroristici come quelli del 7 ottobre e la protezione della popolazione civile. A Gaza, sono essenziali un cessate il fuoco immediato, il rilascio incondizionato di tutti gli ostaggi e un aumento degli aiuti umanitari. Al contempo, il ripristino di un orizzonte politico è essenziale se va affrontata la ricostruzione di Gaza e vanno avviati i negoziati per una soluzione a due Stati.

Dichiarazione della Svizzera dopo il voto

04.09.2024 – Consiglio di Sicurezza dell'ONU: la Svizzera appella al rispetto del diritto internazionale, il rilascio incondizionato degli ostaggi e un cessate il fuoco immediato

In occasione di una riunione d'emergenza dopo l'esecuzione di sei ostaggi da parte di Hamas lo scorso fine settimana, la Svizzera ha espresso la sua profonda preoccupazione in seno al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Ha condannato ancora una volta con la massima fermezza gli atti di terrorismo e la presa di ostaggi da parte di Hamas e di altri gruppi armati del 7 ottobre. La presa di ostaggi e la loro esecuzione sono considerati crimini di guerra. A New York, la Svizzera ha chiesto il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi rimasti. Inoltre, sia gli ostaggi che le persone detenute da Israele in relazione al conflitto devono ricevere un’assistenza medica immediata.

La situazione umanitaria a Gaza rimane drammatica. La Svizzera ha ricordato che i civili e le infrastrutture civili sono protetti e vanno condannato in questo senso tutti gli attacchi. Il personale umanitario deve essere protetto per aiutare la popolazione civile in difficoltà, in particolare per continuare ad attuare la campagna di immunizzazione delle Nazioni Unite per proteggere 640.000 bambini di Gaza dalla polio. La Svizzera ha espresso al Consiglio la propria soddisfazione allorché la prima fase della campagna di immunizzazione stia procedendo senza incidenti di rilievo. Ha inoltre invitato le parti a continuare a facilitare questa campagna.

La Svizzera ha sottolineato ancora una volta che il cessate il fuoco a Gaza è fondamentale. In questo contesto, la Svizzera sostiene gli sforzi di mediazione di Stati Uniti, Qatar ed Egitto per raggiungere un consenso su un accordo corrispondente. Ciò contribuirebbe anche alla de-escalation regionale.

È urgente che tutte le parti rispettino il diritto internazionale, compreso il diritto umanitario internazionale e i diritti umani. Ciò vale anche per la Cisgiordania, dove aumenta la violenza, compresa quella dei coloni e nel contesto delle operazioni delle forze di sicurezza israeliane. In seno al Consiglio di Sicurezza, la Svizzera ha sottolineato che Israele deve tenere in particolare considerazione i criteri di necessità e proporzionalità nell'uso della forza e rispettare i diritti alla vita e alla sicurezza di ogni individuo. A New York, la Svizzera ha inoltre ricordato che Israele, in quanto potenza occupante, è responsabile del mantenimento dell'ordine pubblico in Cisgiordania e deve garantire la protezione e il benessere della popolazione.

Il rispetto del diritto internazionale da parte di tutte le parti è un primo passo sulla via della pace in Medio Oriente, agevolando così una soluzione negoziata a due Stati.

Dichiarazione della Svizzera sulla situazione in Medio Oriente, Consiglio di sicurezza dell'ONU, 04.09.2024

29.08.2024 – Consiglio di Sicurezza dell'ONU: Riunione d'emergenza su richiesta della Svizzera per la situazione umanitaria a Gaza

Mentre la situazione umanitaria per la popolazione civile di Gaza si deteriora quotidianamente, la precaria situazione della sicurezza non consente al personale umanitario e a quello delle Nazioni Unite di svolgere il proprio lavoro. Per questo motivo il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si è riunito oggi per una riunione d'emergenza, richiesta dalla Svizzera insieme al Regno Unito.

A fronte di un'imminente epidemia di polio nella Striscia di Gaza, circa 640.000 bambini sotto i dieci anni devono essere vaccinati. Per attuare questa campagna di immunizzazione, l'ONU e i suoi partner necessitano un accesso umanitario sicuro e senza ostacoli in tutta la Striscia di Gaza, attualmente non garantito. Poiché le condizioni odierne, dovute alla mancanza di sicurezza, ai combattimenti in corso e agli ordini di evacuazione, rendono le operazioni delle Nazioni Unite estremamente difficili. “È imperativo che la campagna di vaccinazione si svolga in assoluta sicurezza per il personale umanitario e la popolazione civile”, ha sottolineato la Svizzera durante la riunione d'emergenza. La Svizzera sostiene la campagna di vaccinazione antipolio con un milione di franchi svizzeri, come annunciato dal consigliere federale Ignazio Cassis lunedì scorso a Ginevra.

A New York, la Svizzera ha ribadito la necessità di un cessate il fuoco immediato a Gaza e del rilascio degli ostaggi. In questo contesto, ha anche ribadito il suo sostegno alla mediazione di Egitto, Qatar e Stati Uniti. Inoltre, ha ribadito il suo appello affinché il diritto umanitario internazionale e i diritti umani siano rispettati da tutte le parti in ogni circostanza. Questo vale anche per i gruppi armati come Hamas.

In seno al Consiglio di sicurezza, la Svizzera ha espresso la sua profonda preoccupazione per la situazione in Cisgiordania. “Stiamo osservando un forte aumento delle operazioni israeliane”, ha dichiarato la Svizzera. In questo contesto, ha ricordato a Israele di adempiere ai suoi obblighi di diritto internazionale, poiché l'uso della forza deve soddisfare i criteri di necessità e proporzionalità. Inoltre deve essere garantito il diritto alla vita e alla sicurezza di ogni individuo.

In conclusione, la Svizzera ha sottolineato che il rispetto del diritto internazionale e l'attuazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza sono anche un prerequisito indispensabile a favore di una de-escalation, nonché un primo passo verso una pace duratura basata su una soluzione negoziata a due Stati in cui Israele e Palestina convivano fianco a fianco in pace e sicurezza all'interno di confini sicuri e riconosciuti.

Dichiarazione della Svizzera sulla situazione in Medio Oriente, Consiglio di Sicurezza dell'ONU, 29.08.2024 (fr, en)

25.08.2024 – Medio Oriente: escalation di violenza

La Svizzera è profondamente preoccupata per l'escalation di violenza in Medio Oriente, in particolare oggi lungo la Linea Blu. Chiede a tutte le parti in causa di ridurre la tensione e di astenersi da ulteriori escalation. Il dialogo e la protezione della popolazione civile devono avere la priorità. Inoltre, è fondamentale che le parti coinvolte partecipino in modo costruttivo ai negoziati in corso per un cessate il fuoco immediato a Gaza.

22.08.2024 – Rischio di epidemia di polio a Gaza: la Svizzera chiede un accesso umanitario immediato, sicuro e senza ostacoli

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha affrontato oggi nuovamente la situazione in Medio Oriente. L'attenzione si è incentrata sulla situazione umanitaria a Gaza e in particolare sul rischio di un'epidemia di polio dopo che sono stati resi noti i primi casi e l'OMS ha trovato tracce di polio nelle acque reflue. La poliomielite colpisce soprattutto i bambini di età inferiore ai cinque anni. La malattia attacca il sistema nervoso e può portare alla paralisi completa nel giro di poche ore. Non esiste una cura, l'unica soluzione è la prevenzione. La distruzione delle infrastrutture, la mancanza di acqua pulita e di strutture sanitarie e la mancanza di accesso all'assistenza sanitaria aumentano il rischio di diffusione della malattia su larga scala a Gaza. Secondo i dati dell'UNICEF, 640.000 bambini sotto i dieci anni nella Striscia di Gaza sono a rischio di poliomielite. “Le Nazioni Unite e i suoi partner si battono da mesi per un accesso umanitario sicuro, rapido e senza ostacoli e sono pronti ad adottare misure per prevenire e contenere la polio”, ha sottolineato la Svizzera al Consiglio di sicurezza. L'ONU sta pianificando una campagna di vaccinazione contro la polio nella Striscia di Gaza. La Svizzera ha dichiarato al Consiglio di sicurezza di essere favorevole a questa campagna, poiché esamina la possibilità di fornire un sostegno finanziario.

Un accordo di cessate il fuoco, come richiesto dal Consiglio di sicurezza nella risoluzione 2735 (en) del 10 giugno 2024, deve essere concluso al più presto. La Svizzera accoglie quindi con favore gli sforzi di mediazione di Qatar, Egitto e Stati Uniti e invita le parti a partecipare in modo costruttivo a questi negoziati. A New York, la Svizzera ha ricordato che, indipendentemente dall'esito dei negoziati, il diritto umanitario internazionale deve essere rispettato da tutte le parti in conflitto e tutti gli ostaggi ancora detenuti devono essere rilasciati immediatamente e senza condizioni.

A New York, la Svizzera ha anche sottolineato il continuo rischio di una grave escalation regionale. In questo contesto, ha anche condannato le continue violenze dei coloni in Cisgiordania contro la popolazione civile palestinese. Inoltre, la Svizzera ha ribadito in Consiglio il suo urgente appello alla de-escalation, a cui può contribuire anche un immediato cessate il fuoco a Gaza. La Svizzera ha anche ribadito il suo sostegno alla soluzione a due Stati come base per la pace in Medio Oriente.

Dichiarazione della Svizzera sulla situazione in Medio Oriente, Consiglio di sicurezza dell'ONU, 22.08.2024 (fr, en)

13.08.2024 – Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite: Riunione d'emergenza dopo l'attacco alla scuola di al Tabeen a Gaza

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si è riunito in sessione d'emergenza a seguito dell'attacco israeliano alla scuola al Tabeen di Gaza, avvenuto sabato scorso. «Oggi a Gaza le scuole sono spesso l'ultimo posto dove andare a cercare cibo, bevande o riparo. E anche queste scuole, che sono diventate rifugi di emergenza, spesso non offrono alcun rifugio alla popolazione civile», ha dichiarato la Svizzera a New York.

La Svizzera condanna tutte le violazioni del diritto umanitario internazionale. Condanna anche il fatto che le ostilità a Gaza continuino a causare numerose vittime civili, come l'attacco alla scuola di sabato scorso. Secondo l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, almeno 93 persone sono state uccise in questo attacco.

Il diritto umanitario internazionale vieta di utilizzare la presenza di civili per proteggere un obiettivo militare da un attacco, anche per i gruppi armati come Hamas. Anche se questa regola viene violata, ciò non cambia l'obbligo di Israele di attenersi rigorosamente al diritto umanitario internazionale nelle sue operazioni di combattimento. Questo include i principi di distinzione, precauzione e proporzionalità nelle ostilità. «Le Convenzioni di Ginevra sono state adottate, ieri, 75 anni fa. Firmando queste convenzioni, gli Stati membri si sono impegnati a preservare l'umanità anche in tempo di guerra», ha sottolineato la Svizzera in seno al Consiglio di sicurezza, sottolineando che il diritto umanitario internazionale deve essere rispettato da tutte le parti in conflitto in Medio Oriente.

La situazione umanitaria per la popolazione civile di Gaza rimane preoccupante: rimane il rischio di diffusione di malattie – come dimostra la recrudescenza della poliomielite – poiché la fame continua a causare vittime. La Svizzera ha ricordato al Consiglio che l'uso della fame come metodo di guerra contro la popolazione civile costituisce un crimine di guerra. In questo contesto, ha ribadito che le dichiarazioni rilasciate dal Ministro delle Finanze israeliano la scorsa settimana sono inaccettabili e ha chiesto di rendere immediatamente possibile la consegna senza ostacoli di aiuti umanitari alla popolazione civile in tutta la Striscia di Gaza.

La Svizzera ha ribadito il suo appello per il rilascio di tutti gli ostaggi e ha invitato le parti a partecipare in modo costruttivo ai colloqui per il cessate il fuoco condotti da Stati Uniti, Qatar ed Egitto. Sullo sfondo della minaccia di una grave escalation in tutta la regione mediorientale, un cessate il fuoco a Gaza è di maggior importanza per la de-escalation regionale. Infine, la Svizzera ha ribadito la necessità di ripristinare un orizzonte politico basato sulla soluzione a due Stati.

Dichiarazione della Svizzera sulla situazione in Medio Oriente, Consiglio di sicurezza dell'ONU, 13.08.2024 (en, fr)

10.08.2024 – La reazione della Svizzera all'attacco contro una scuola a Gaza

La Svizzera è allarmata per l'alto numero di vittime riportato dopo l'attacco israeliano a una scuola utilizzata come rifugio a Gaza. Il diritto umanitario internazionale richiede la protezione della popolazione civile e delle infrastrutture civili nelle zone di conflitto.

08.08.2024 – La risposta della Svizzera alle dichiarazioni inaccettabili del ministro delle Finanze israeliano

L'affamamento deliberato di civili è vietato dal diritto umanitario internazionale ed è considerato un crimine di guerra. Il DFAE ha risposto alle dichiarazioni inaccettabili rilasciate lunedì scorso dal ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich.

06.08.2024 – Colloquio telefonico tra il Consigliere federale Cassis e il Ministro degli Esteri iraniano Bagheri Kani

In un colloquio telefonico con il Ministro degli Esteri iraniano Ali Bagheri Kani, il consigliere federale Ignazio Cassis ha espresso la sua preoccupazione per i rischi elevati di escalation in Medio Oriente.

Ignazio Cassis ha ribadito l'impegno della Svizzera per agevolare la ricerca di una via diplomatica per ridurre le tensioni.

05.08.2024 – Escalation in Medio Oriente: il DFAE ribadisce le raccomandazioni di sicurezza per i cittadini svizzeri nei Paesi a rischio

La Svizzera è profondamente preoccupata per la situazione in Medio Oriente e per gli attentati che si sono verificati negli ultimi giorni. Invita tutte le persone coinvolte a dar prova della massima moderazione e a utilizzare i canali diplomatici per allentare le tensioni nella regione. La de-escalation e il dialogo sono assolutamente necessari per evitare una guerra regionale e individuare soluzioni di pace. Il DFAE sta monitorando la situazione e lavora in stretta collaborazione con le rappresentanze svizzere nella regione, in particolare a Beirut, Teheran, Tel Aviv e Ramallah, su vari scenari in caso di ulteriore escalation nella regione.

In considerazione della situazione tesa ed estremamente instabile in Medio Oriente, si ricorda ai cittadini svizzeri nei Paesi interessati di seguire le raccomandazioni di sicurezza del DFAE:

Libano: al confine meridionale del Libano si verificano quotidianamente scambi di colpi armati tra Israele e Hezbollah e altri gruppi armati. Attacchi aerei mirati hanno luogo in ampie zone del Libano e possono causare vittime anche tra le persone non coinvolte. La situazione della sicurezza può peggiorare notevolmente in qualsiasi momento. Dal 25 giugno 2024, il DFAE sconsiglia in generale di recarsi in Libano e raccomanda ai cittadini svizzeri che si trovano in Libano di lasciare il Paese con mezzi propri, se ciò appare possibile e sicuro. Il DFAE non organizza la partenza dei cittadini svizzeri. La decisione di lasciare il Paese è del tutto individuale.

Consigli di viaggio del DFAE per il Libano

Iran: il rischio di un'escalation del conflitto in Medio Oriente è ulteriormente aumentato, e questo vale anche per l'Iran. Un netto peggioramento della situazione della sicurezza in tutto il Paese può accadere in qualsiasi momento. In caso di attacchi aerei, persone non coinvolte potrebbero subirne le conseguenze. Dal 2 agosto 2024, il DFAE sconsiglia in generale di recarsi in Iran.

Consigli di viaggio del DFAE per l'Iran

Israele: dall'ottobre 2023, il DFAE sconsiglia i viaggi turistici e non urgenti in Israele. Continuano le ostilità armate nella Striscia di Gaza e gli attacchi indiscriminati di razzi da Gaza e dal Libano sul territorio israeliano. Inoltre, si verificano forti tensioni in Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, che potrebbero improvvisamente aggravarsi.

Consigli di viaggio del DFAE per Israele

Territorio palestinese occupato: Alla luce degli scontri armati nella Striscia di Gaza, l'evoluzione della situazione nei Territori palestinesi occupati rimane incerta e non si può escludere un ulteriore deterioramento della situazione della sicurezza. Il DFAE sconsiglia in generale di recarsi nei Territori palestinesi occupati.

Consigli di viaggio del DFAE per il territorio palestinese occupato

La decisione di lasciare una regione in crisi è presa volontariamente, a rischio e a spese del viaggiatore. I cittadini svizzeri che rimangono o si recano in Libano, Israele, nei Territori palestinesi occupati e in Iran, negando le raccomandazioni della Confederazione, sono resi attenti che, in caso di ulteriore deterioramento della situazione di sicurezza, la Svizzera potrebbe essere in grado di fornire soltanto servizi limitati o addirittura nessun servizio. Poiché potrebbe sarebbe limitata nell'assistenza in caso di emergenza.

31.07.2024 – Consiglio di sicurezza dell'ONU: la Svizzera esprime grave preoccupazione per l'escalation in Medio Oriente

Durante una riunione d'emergenza del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, la Svizzera ha espresso oggi la sua estrema preoccupazione per l'escalation degli ultimi giorni in Medio Oriente. “Respingiamo questa spirale di violenza e chiediamo con enfasi un ritorno alla diplomazia”, ha dichiarato la Svizzera a New York. La Svizzera chiede a tutti gli attori e a coloro che hanno influenza su di loro di esercitare la massima moderazione e di intraprendere la strada della diplomazia per ridurre le tensioni e cercare soluzioni in conformità con il diritto internazionale. "Non esiste una soluzione militare a questo conflitto. Il dialogo e la de-escalation sono gli unici mezzi per evitare di precipitare nell'abisso di una guerra regionale e per ritrovare la via della pace”, ha sottolineato la Svizzera.

La Svizzera esige il rispetto del diritto internazionale, compresa la Carta delle Nazioni Unite. Tutte le risoluzioni dell'ONU devono essere attuate.

La Svizzera chiede inoltre a tutte le parti in conflitto di rispettare il diritto umanitario internazionale e di proteggere la popolazione civile. Inoltre, ha ribadito la richiesta di un immediato cessate il fuoco a Gaza e il rilascio di tutti gli ostaggi. Ciò contribuirebbe anche a calmare la situazione nella regione. “I negoziati devono proseguire con urgenza”, ha sottolineato la Svizzera.

Dichiarazione della Svizzera sulla situazione in Medio Oriente, Consiglio di sicurezza dell'ONU, 31.07.2024 (en, fr)

31.07.2024 – Medio Oriente: Appello svizzero per una de-escalation regionale

La Svizzera è profondamente preoccupata per l'elevato rischio di una grave escalation nella regione. Invita tutti gli attori a esercitare la massima moderazione e ad adoperarsi con urgenza per la de-escalation. La Svizzera è pronta a sostenere tutti gli sforzi in tal senso.

26.07.2024 – Gaza: il rispetto del diritto internazionale è essenziale

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si è riunito oggi per discutere della situazione umanitaria a Gaza, alla presenza della Vice Commissaria Generale dell'UNRWA Antonia Marie De Meo. La Svizzera ha espresso la sua gratitudine per l'importante lavoro umanitario svolto dalle Nazioni Unite, compresa l'UNRWA, in un contesto particolarmente difficile.

In una situazione in cui uomini, donne e bambini vivono in condizioni inaccettabili, la Svizzera ha ribadito il suo appello al rigoroso rispetto del diritto umanitario internazionale e all'immediato cessate il fuoco a Gaza - richiesto anche dalle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza - nonché al rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi.

La Svizzera ha condannato fermamente tutte le violazioni del diritto umanitario internazionale, compresi gli attacchi indiscriminati e la violenza contro i civili, le persone non in grado di combattere e gli oggetti civili, nonché le violazioni dei diritti umani. Inoltre, gli aiuti umanitari devono poter entrare a Gaza attraverso tutti i punti di passaggio ed essere distribuiti in tutta la Striscia di Gaza in modo sicuro, rapido e senza ostacoli.

Questi elementi sono solo i primi passi verso una risoluzione politica del conflitto. Questa deve basarsi sulla soluzione a due Stati, in cui due Stati democratici, Israele e Palestina, vivono fianco a fianco all'interno di confini sicuri e riconosciuti.

Dichiarazione della Svizzera al Consiglio di sicurezza dell'ONU, 26.07.2024 (en, fr)

17.07.2024 - Medio Oriente: la Svizzera pone il rispetto del diritto internazionale al centro del processo di pace

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si è riunito oggi per un dibattito aperto sulla situazione in Medio Oriente. A New York, la Svizzera ha ribadito il suo disagio per la situazione nei territori palestinesi occupati e su entrambi i lati della Linea Blu tra Israele e Libano. La popolazione civile sta pagando il prezzo più alto per le violazioni del diritto internazionale commesse da tutte le parti e per la mancata attuazione delle quattro risoluzioni del Consiglio di Sicurezza. “Dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi per interrompere la spirale di violenza e tornare alle basi dell'umanità, che sono state ignorate per troppo tempo in questo conflitto”, ha sottolineato l'inviato speciale della Svizzera per la regione MENA a New York.

L'inviato speciale della Svizzera per la regione MENA al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite a New York.
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si è riunito oggi per un dibattito aperto sulla situazione in Medio Oriente. © UN Photo

In questo contesto, è essenziale un cessate il fuoco immediato a Gaza, come richiesto dalle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza. Inoltre, è imperativo che tutte le parti rispettino il diritto internazionale, in particolare il diritto umanitario internazionale e i diritti umani. Di conseguenza, la popolazione civile e le proprietà civili come case, scuole e ospedali non devono essere attaccate. Allo stesso modo, gli aiuti umanitari devono poter entrare a Gaza attraverso tutti i punti di passaggio ed essere distribuiti in tutta la Striscia in modo sicuro, rapido e senza ostacoli. La Svizzera ha anche chiesto il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi rimasti.

L'inviato speciale della Svizzera ha sottolineato al Consiglio di sicurezza che il diritto internazionale deve essere rispettato anche in Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est. Questo vale anche per la politica di insediamento di Israele. La Svizzera ha sottolineato che gli insediamenti sono illegali secondo il diritto internazionale e ha espresso la sua preoccupazione per gli ultimi annunci di Israele, in particolare per la costruzione di nuove unità di insediamento.

Solo una soluzione politica può portare a una pace duratura. Essa deve basarsi sulla soluzione a due Stati, in cui due Stati democratici, Israele e Palestina, convivono fianco a fianco all'interno di confini sicuri e riconosciuti.

Dichiarazione della Svizzera sulla situazione in Medio Oriente, Consiglio di sicurezza dell'ONU, 17.07.2024

L'impegno della Svizzera per la stabilità in Medio Oriente

La Svizzera si impegna a livello bilaterale, multilaterale e attraverso la cooperazione internazionale per la pace e la stabilità in Medio Oriente, compresa la ricerca di una soluzione al conflitto mediorientale. La Strategia MENA 2021-2024 del Consiglio federale funge da bussola per mitigare l'impatto della crisi siriana e del conflitto mediorientale sulle comunità della regione. I temi “pace, sicurezza e diritti umani”, “migrazione e protezione” e “sviluppo sostenibile” sono al centro di questa strategia.

Infografica che illustra l'impegno della Svizzera in Medio Oriente.
Panoramica dell'impegno della Svizzera in Medio Oriente. © DFAE

02.07.2024 – 17.30

Consiglio di sicurezza dell’ONU: la situazione umanitaria a Gaza si sta rapidamente deteriorando

La drammatica situazione umanitaria a Gaza è stata al centro di un briefing al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite tenuto oggi dalla Sottosegretaria generale Sigrid Kaag, nominata dal Consiglio lo scorso dicembre coordinatrice degli aiuti di emergenza delle Nazioni Unite per la risposta umanitaria e la ricostruzione a Gaza.

La Svizzera ha espresso la sua profonda preoccupazione per il conflitto in corso in Medio Oriente, che continua a mietere numerose vittime civili, e per la situazione umanitaria a Gaza. Secondo gli ultimi dati indipendenti, il 95% della popolazione della Striscia di Gaza sta affrontando una grave insicurezza alimentare. Il rischio di carestia permarrà finché il conflitto continuerà e gli aiuti umanitari saranno ostacolati.

Gli obblighi previsti dal diritto internazionale umanitario e dai diritti umani devono essere rigorosamente rispettati da tutte le parti. Queste obbligano le parti a consentire l'accesso umanitario ai civili bisognosi e a proibire l'uso della fame come metodo di guerra. La popolazione civile deve avere accesso a beni e servizi essenziali come acqua pulita, cibo ed elettricità. Gli aiuti che arrivano a Gaza sono ben lungi dall'essere sufficienti a fronte degli immensi bisogni. “Questa situazione deve cambiare urgentemente", ha sottolineato la Svizzera nella sua dichiarazione al Consiglio di Sicurezza. La Svizzera ha lanciato un appello affinché gli aiuti arrivino a chi ne ha bisogno e ha chiesto alle parti in conflitto di agire di conseguenza.

A New York, la Svizzera ha ribadito l'urgenza di un cessate il fuoco immediato e del rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi. Ha inoltre sottolineato la necessità di ripristinare un orizzonte politico. La Svizzera ha ribadito il suo pieno sostegno alla soluzione dei due Stati, che è l'unica base in grado di offrire alle popolazioni della regione una vita in pace, sicurezza e dignità.

Dichiarazione della Svizzera sulla situazione umanitaria in Medio Oriente, Consiglio di sicurezza dell'ONU, 02.07.2024

26.06.2024 – Erogazione di 10 milioni di franchi all'UNRWA dopo la consultazione delle Commissioni degli affari esteri

Nella seduta del 26 giugno 2024, il Consiglio federale è stato informato dell'esito della consultazione delle Commissioni degli affari esteri del Consiglio nazionale e del Consiglio degli Stati (CAF) in merito all'erogazione del contributo svizzero all'UNRWA. Entrambe le commissioni hanno approvato la decisione del Consiglio federale dell'8 maggio 2024 di versare 10 milioni di franchi all'organizzazione umanitaria dell'ONU. Il contributo sarà quindi trasferito all'UNRWA nelle prossime settimane. Questo contributo va a integrare l'aiuto di 56,2 milioni di franchi approvato dal Consiglio federale il 24 aprile 2024 per le esigenze umanitarie dei Paesi del Medio Oriente.

L'utilizzo dei 10 milioni di franchi da parte dell'UNRWA è strettamente limitato ai bisogni umanitari urgenti a Gaza e sarà utilizzato esclusivamente per finanziare il programma di aiuti umanitari dell'agenzia ONU. Saranno forniti alloggi, cibo, acqua potabile e cure mediche d'emergenza. Tuttavia, la decisione significa anche che i fondi svizzeri non potranno essere utilizzati per coprire i costi operativi e amministrativi generali dell'UNRWA.

A fronte dell'escalation di violenza in Medio Oriente dal 7 ottobre, nel dicembre 2023 il Parlamento ha deciso che gli esborsi umanitari per il Medio Oriente potranno essere effettuati solo in tranche e solo dopo aver consultato le due CAF.

Il Consiglio federale ha consultato la sua decisione dell'8 maggio con le due CAF. Il 13 giugno, la Commissione degli affari esteri del Consiglio nazionale ha seguito la decisione del Consiglio federale. Il 21 giugno anche la Commissione degli affari esteri del Consiglio degli Stati ha approvato il pagamento. Il fattore decisivo nella decisione del CAF è stata la situazione umanitaria drammatica a Gaza e la convinzione che l'UNRWA sia l'unica organizzazione con la capacità logistica di alleviare le sofferenze della popolazione civile a Gaza. È di gran lunga il principale attore umanitario nella Striscia di Gaza. Fornisce forniture di base, rifugio e aiuti a più di due milioni di persone. Nella situazione attuale, difficilmente un'altra organizzazione o autorità potrebbe assumersi completamente i suoi compiti.

25.06.2024 – 17.00

La Svizzera chiede l'attuazione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha discusso oggi nuovamente della situazione in Medio Oriente. Nella sua dichiarazione, la Svizzera ha sottolineato l'urgenza di rispettare il diritto internazionale e di attuare le risoluzioni del Consiglio di sicurezza.

La risoluzione 2334, adottata dal Consiglio nel dicembre 2016, ribadisce che gli insediamenti di Israele nei Territori palestinesi occupati sono una violazione del diritto internazionale e un ostacolo al raggiungimento della soluzione a due Stati. A New York, la Svizzera ha condannato gli attacchi, le minacce e le intimidazioni dei coloni israeliani contro la popolazione palestinese in Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, che continuano nella quasi totale impunità. La Svizzera chiede che tali attacchi cessino immediatamente e ricorda gli obblighi di Israele in quanto potenza occupante ai sensi del diritto internazionale, compreso l'obbligo di proteggere la popolazione civile.

Nel corso dell'incontro odierno, la Svizzera ha inoltre sottolineato che il personale, le infrastrutture e le proprietà umanitarie devono essere rispettate e protette, comprese le sedi dell'UNRWA e del CICR. Con l'adozione della risoluzione sulla protezione del personale umanitario, che la Svizzera ha sottoposto al voto del Consiglio di Sicurezza il 24 maggio 2024, il Consiglio ha recentemente riaffermato la responsabilità degli Stati e delle parti in conflitto di rispettare e proteggere le popolazioni civili, compreso il personale umanitario, in tutti i conflitti del mondo.

Circa quindici giorni fa, il Consiglio di sicurezza ha adottato la risoluzione 2735, che invita tutte le parti ad attuare immediatamente e incondizionatamente il piano in tre fasi presentato dall'amministrazione degli Stati Uniti, che dovrebbe portare a un cessate il fuoco duraturo a Gaza. Non appena la risoluzione è stata adottata il 10 giugno, la Svizzera ha sottolineato che questo piano rappresenta per il momento la migliore possibilità di porre fine al conflitto, che ha fatto decine di migliaia di vittime dopo gli attacchi terroristici di Hamas del 7 ottobre, che la Svizzera condanna con la massima fermezza.

La Svizzera ha quindi ribadito il suo appello per un cessate il fuoco immediato, la consegna rapida e senza ostacoli di aiuti umanitari alla Striscia di Gaza, il rispetto del diritto umanitario internazionale da parte di tutte le parti e il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi.

Ha inoltre ribadito l'importanza della soluzione a due Stati come unica base per la pace e la stabilità nella regione.

Dichiarazione della Svizzera sulla situazione in Medio Oriente, Consiglio di sicurezza dell'ONU. 25.06.2024

10.06.2024 – 22.00

Il Consiglio di sicurezza dell'ONU chiede l'attuazione del piano in tre fasi del presidente americano Biden

Mediante l'adozione di questa risoluzione da parte degli Stati Uniti, il Consiglio di Sicurezza dell'ONU chiede a Israele e Hamas di accettare il piano in tre fasi presentato dal Presidente degli Stati Uniti Joe Biden e di attuarlo in modo integrale, immediato e incondizionato. La risoluzione definisce le fasi del piano come segue:

  • Fase 1: Un cessate il fuoco immediato, pieno e integrale con la liberazione degli ostaggi, compresi donne, anziani e feriti, la restituzione delle salme di ostaggi uccisi, lo scambio di prigionieri palestinesi, il ritiro delle forze israeliane dalle aree popolate della Striscia di Gaza, il ritorno della popolazione civile palestinese alle proprie case e quartieri in tutte le aree della Striscia di Gaza, compreso il nord, e la distribuzione sicura ed efficace di aiuti umanitari su larga scala in tutta la Striscia di Gaza a tutta la popolazione civile palestinese in difficoltà, comprese le unità abitative fornite dalla comunità internazionale;
  • Fase 2: a seguito di un accordo tra le parti, cessazione permanente delle ostilità in cambio del rilascio di tutti gli ostaggi rimasti nella Striscia di Gaza e del ritiro completo delle forze israeliane dalla Striscia di Gaza;
  • Fase 3: avvio di un vasto programma pluriennale di ricostruzione della Striscia di Gaza e restituzione alle famiglie delle salme di tutti gli ostaggi ancora presenti nella Striscia di Gaza.
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite vota.
Il Consiglio di sicurezza dell'ONU chiede l'attuazione del piano in tre fasi del presidente americano Biden. © DFAE

Su questa base, le parti in conflitto dovrebbero raggiungere una cessazione duratura delle ostilità con il sostegno degli Stati membri delle Nazioni Unite. La risoluzione adottata ribadisce l'impegno del Consiglio per la soluzione a due Stati, in cui Israele e Palestina convivono uno accanto all'altro all'interno di confini sicuri e riconosciuti. In questo contesto, la risoluzione sottolinea anche l'importanza dell'unificazione della Striscia di Gaza e della Cisgiordania sotto l'amministrazione dell'Autorità palestinese.

La Svizzera ha sostenuto la risoluzione in seno al Consiglio di sicurezza. Dopo otto mesi di guerra dagli attacchi terroristici di Hamas del 7 ottobre - che la Svizzera condanna con la massima fermezza - è urgente ristabilire un orizzonte politico in Medio Oriente. Nella sua dichiarazione dopo il voto, la Svizzera ha sottolineato che il piano presentato dagli Stati Uniti è attualmente l'opzione che offre le migliori possibilità di porre fine alla violenza in Medio Oriente. La Svizzera si augura quindi che Hamas e Israele raggiungano un accordo immediato e incondizionato e che attuino il piano. Ha inoltre sottolineato che le parti devono rispettare pienamente i loro obblighi di diritto internazionale, compreso il diritto umanitario internazionale e il diritto dei diritti umani, come richiesto dalle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite adottate dal 7 ottobre.

Dichiarazione della Svizzera dopo il voto, Consiglio di sicurezza dell'ONU, 10.06.2024

01.06.2024 – 15.00

Piano in tre fasi per una pace duratura in Medio Oriente. Lo propone gli Stati Uniti

La Svizzera sostiene il piano in tre fasi del Presidente americano Joe Biden, che prevede un cessate il fuoco immediato, il rilascio di tutti gli ostaggi a Gaza e l'accesso agli aiuti umanitari. Questo dovrebbe consentire di aprire la strada a una fine permanente delle ostilità.

È urgente ristabilire un orizzonte politico basato sulla soluzione a due Stati.

29.05.2024 – 16.00

Consiglio di Sicurezza ONU: la Svizzera condanna i razzi lanciati contro Israele e gli attacchi a Rafah

Il Consiglio di sicurezza dell'ONU ha discusso oggi nuovamente della situazione in Medio Oriente. La Svizzera è estremamente preoccupata per la crescente spirale di violenza, che ha raggiunto un nuovo limite lo scorso fine settimana.

La Svizzera condanna fermamente l'attacco di Israele del 26 maggio a un campo per sfollati a Rafah. Secondo i dati delle Nazioni Unite, decine di civili sono stati uccisi nell'attacco. La popolazione di Gaza è brutalmente priva di protezione in un momento in cui è già stata costretta a trasferirsi, è esposta a un'imminente carestia e continua a subire le conseguenze delle ostilità. La Svizzera condanna inoltre con la massima fermezza gli attacchi di razzi indiscriminati di Hamas contro Israele. Tali attacchi sono contrari al diritto umanitario internazionale. È quanto la Svizzera ha sottolineato al Consiglio di sicurezza.

A New York, la Svizzera ha chiesto a tutte le parti di rispettare gli obblighi derivanti dal diritto internazionale umanitario. Devono rispettare il principio di distinzione senza eccezioni e adottare misure precauzionali per proteggere la popolazione civile ed evitare danni alle proprietà civili. Davanti al Consiglio, la Svizzera ha ribadito la richiesta di un cessate il fuoco immediato, di un accesso umanitario sicuro e senza ostacoli e del rilascio immediato e incondizionato degli ostaggi.

La Svizzera ha inoltre espresso al Consiglio di sicurezza il proprio punto di vista sulla situazione in Cisgiordania. Condanna le violenze commesse dai coloni israeliani, in particolare i ripetuti attacchi alle strutture delle Nazioni Unite a Gerusalemme Est e ai convogli di aiuti umanitari.

Il rispetto del diritto umanitario internazionale da parte di tutte le parti e l'applicazione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'ONU, nonché le misure preventive della Corte internazionale di giustizia, sono condizioni preliminari per una de-escalation. La Svizzera rimane fermamente convinta che solo una soluzione negoziata a due Stati, in cui Israele e Palestina vivano fianco a fianco in pace e sicurezza all'interno di confini riconosciuti, costituisca la base per una pace duratura in Medio Oriente.

Dichiarazione della Svizzera sulla situazione in Medio Oriente, Consiglio di sicurezza dell'ONU, 29.05.2024 (en, fr)

20.05.2024 – 23.20

Medio Oriente: la Svizzera chiede un cessate il fuoco immediato e l'attuazione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha discusso oggi la situazione umanitaria e il disagio della popolazione civile in Medio Oriente. A seguito delle ostilità in corso, molti civili continuano a essere uccisi e feriti nella Striscia di Gaza. Centinaia di migliaia di persone sono state sfollate. In queste circostanze, la Svizzera ha chiesto al Consiglio di sicurezza un cessate il fuoco immediato e la fine dell'operazione militare in corso a Rafah. Le conseguenze di questa operazione sulla popolazione civile di Rafah, che da oltre sette mesi è colpita da bombardamenti, sfollamenti ripetuti e fame, sono inaccettabili. «La popolazione ha ora bisogno di sostegno e non può sopportare ulteriori sofferenze», ha sottolineato l'ambasciatrice svizzera all'ONU, Pascale Baeriswyl, a New York.

Nella sua dichiarazione, la Svizzera si richiama alle numerose risoluzioni adottate dal Consiglio di Sicurezza per condannare e porre fine agli attacchi contro i civili, alla presa di ostaggi e agli atti di terrorismo. Gli attacchi terroristici di Hamas e la presa di ostaggi del 7 ottobre, che la Svizzera condanna con la massima fermezza, sono contrari a tutte queste risoluzioni. La Svizzera continua a chiedere il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi.

In seno al Consiglio, la Svizzera ha accolto con favore la possibilità di consegnare aiuti umanitari via mare alla Striscia di Gaza. Allo stesso tempo, ha sottolineato che gli aiuti umanitari che attualmente raggiungono la Striscia di Gaza sono tutt'altro che sufficienti. Ha invitato tutte le parti a rispettare gli impegni presi per garantire l'accesso umanitario in tutta la Striscia di Gaza. Inoltre, è essenziale che le parti assicurino la protezione del personale umanitario affinché possa svolgere appieno i propri incarichi.

Alla luce della catastrofe umanitaria che si sta verificando in Medio Oriente, la Svizzera ha chiesto l'immediata attuazione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza in materia. Queste sono vincolanti per il diritto internazionale e richiedono che tutte le parti rispettino il diritto umanitario internazionale e i diritti umani. Inoltre, la Svizzera ha ribadito il suo sostegno a una soluzione negoziata a due Stati, in cui Israele e Palestina coesistano in pace, uno accanto all'altro, tra confini sicuri e riconosciuti. Questa soluzione è l'unico modo per raggiungere una pace duratura in Medio Oriente.

Dichiarazione della Svizzera sulla situazione in Medio Oriente, Consiglio di sicurezza dell'ONU, 20.05.2024 (fr, en)

10.05.2024 – 17.00

Assemblea generale dell'ONU: voto sul riconoscimento dello status della Palestina all'ONU

Il 10 maggio, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione che rafforza lo status di osservatore della Palestina e raccomanda al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di riconsiderare la richiesta della Palestina di diventare membro a pieno titolo dell'ONU. La Palestina ha lo status di Stato osservatore presso le Nazioni Unite dal 2012. Con la decisione odierna dell'Assemblea generale, la Palestina ottiene ulteriori diritti come Stato osservatore. Ciò significa che la Palestina può intervenire all'Assemblea generale delle Nazioni Unite, anche a nome di gruppi di Stati, e viene presa in considerazione nell'ordine di parola durante i dibattiti allo stesso modo dei membri a pieno titolo delle Nazioni Unite. La decisione odierna non equivale a una piena adesione alle Nazioni Unite. La Palestina non ha ancora diritto di voto all'ONU.

La Svizzera ha deciso di astenersi in linea con il suo voto del 18 aprile 2024 al Consiglio di Sicurezza dell'ONU sulla piena adesione della Palestina alle Nazioni Unite. La piena adesione deve essere raccomandata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Il 18 aprile, il Consiglio di sicurezza si era rifiutato di esprimere un avviso positivo sulla Palestina; gli Stati Uniti avevano posto il veto alla decisione.

Il Consiglio federale riteneva che, dal punto di vista della politica di pace, questo passo non favorisse l'alleggerimento della situazione in loco, data la grande instabilità e insicurezza che regna nella regione. Senza opporsi, la Svizzera continua a ritenere che sia preferibile prendere in considerazione la modifica dello status della Palestina all'ONU in un momento in cui questa richiesta sarà inserita in un processo di pace duraturo.

L'astenersi della Svizzera all'Assemblea Generale dell'ONU si basa sul fatto che la risoluzione adottata oggi contiene numerosi elementi che anticipano l'esito di un'eventuale riconsiderazione da parte del Consiglio di Sicurezza dell'ONU della piena adesione della Palestina. Secondo la Carta delle Nazioni Unite, una raccomandazione del Consiglio di Sicurezza sull'ammissione di uno Stato come membro a pieno titolo dell'ONU è una condizione necessaria prima che l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite prenda una decisione.

L'astensione della Svizzera non altera il suo fermo sostegno alla soluzione a due Stati. È convinta che solo una soluzione negoziata, in cui due Stati, Israele e Palestina, convivano in pace e sicurezza, possa portare a una pace duratura in Medio Oriente. La Svizzera continua inoltre a chiedere un cessate il fuoco immediato, un accesso sicuro e senza ostacoli a Gaza per gli aiuti di emergenza, il rispetto del diritto umanitario internazionale e il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi.

Dichiarazione della Svizzera dopo il voto, Assemblea generale delle Nazioni Unite, 10.05.2024 (fr, en)

08.05.2024 – 11.30

Il Consiglio federale intende sbloccare 10 milioni di franchi per gli aiuti di emergenza a Gaza

Nella sua seduta dell’8 maggio 2024 il Consiglio federale ha deciso di stanziare 10 milioni di franchi in risposta all’appello umanitario dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi in Medio Oriente (UNRWA). Il contributo è limitato a Gaza e alla copertura dei bisogni urgenti indicati nell’appello umanitario d’emergenza dell’UNRWA (aprile–dicembre 2024). La valutazione complessiva del Consiglio federale si basa sull’analisi del cosiddetto rapporto Colonna e sul coordinamento con altri donatori. Le Commissioni della politica estera delle Camere federali saranno consultate in merito a questa decisione.

A Gaza, 2,3 milioni di persone, tra cui 1,7 milioni di sfollati interni, dipendono dagli aiuti di emergenza. Le Nazioni Unite mettono in guardia contro un’imminente carestia. Il nuovo appello dell’UNRWA per Gaza, pubblicato il 24 aprile 2024, chiede che vengano messi a disposizione fondi per circa un miliardo di franchi svizzeri. Il Consiglio federale riconosce la gravità della situazione. Il contributo svizzero di 10 milioni di franchi all’UNRWA sarà limitato a Gaza e servirà a coprire i bisogni più urgenti della popolazione: cibo, acqua, alloggio, assistenza sanitaria di base e logistica.

Una ragazza palestinese trasporta due contenitori d'acqua in una tendopoli per sfollati interni a Gaza.
A Gaza, 2,3 milioni di persone hanno bisogno di aiuti d'emergenza. Il Consiglio federale intende stanziare 10 milioni di franchi svizzeri per far fronte alle necessità umanitarie urgenti di queste persone. © Keystone

Le Commissioni della politica estera (CPE) saranno consultate in merito a questa decisione, come stabilito dal Parlamento nel dicembre del 2023. L’importo si aggiunge al pacchetto di 56,2 milioni di franchi stanziato per rispondere alle esigenze umanitarie dei Paesi del Medio Oriente approvato dall’Esecutivo il 24 aprile 2024 e già sottoposto alle CPE. I prossimi pacchetti di aiuti destinati alla regione mediorientale saranno discussi nel corso del secondo semestre del 2024.

La decisione del Consiglio federale tiene anche conto delle conclusioni del rapporto del gruppo di valutazione indipendente diretto dall’ex ministra degli affari esteri francese Catherine Colonna. Scopo di questo documento, commissionato dal segretario generale dell’ONU e pubblicato il 22 aprile scorso, era verificare la neutralità dell’UNRWA. Il rapporto osserva da una parte che l’organizzazione dispone di un solido sistema di controllo, e dall’altra formula 50 raccomandazioni che puntano a rafforzare ulteriormente la sua neutralità, in particolare per quanto riguarda la comunicazione, il materiale didattico e l’uso delle infrastrutture.

Nel gennaio del 2024 diversi Stati donatori avevano sospeso i loro contributi all’UNRWA a causa delle accuse rivolte all’organizzazione. Nel frattempo, molti hanno ripreso i versamenti.

Il Consiglio federale continua a chiedere un cessate il fuoco umanitario, l’accesso senza ostacoli degli aiuti di emergenza a Gaza, il rispetto del diritto umanitario internazionale e il rilascio immediato e incondizionato degli ostaggi.

23.04.2024 – 17.00

Scambio tra il consigliere federale Cassis e il Ministro di Stato del Qatar Al-Khulaifi sulla situazione in Medio Oriente

Il consigliere federale Ignazio Cassis ha ricevuto oggi a Berna il Ministro di Stato del Qatar, Mohammed bin Abdulaziz Al-Khulaifi, per un incontro bilaterale. Le preoccupazioni di entrambi i Paesi in merito alla situazione in Medio Oriente sono state al centro dei colloqui.

Il consigliere federale Ignazio Cassis incontra il Ministro di Stato del Qatar Mohammed bin Abdulaziz Al-Khulaifi per un colloquio bilaterale a Berna.
Il consigliere federale Ignazio Cassis incontra il Ministro di Stato del Qatar Mohammed bin Abdulaziz Al-Khulaifi per un colloquio bilaterale a Berna. © DFAE

Il consigliere federale Cassis e il ministro di Stato Al-Khulaifi hanno discusso dell'impegno comune per evitare una grave escalation nella regione, per promuovere la pace in Medio Oriente nonchè la soluzione a due Stati. La Svizzera riconosce il ruolo del Qatar tanto nel negoziare il cessate il fuoco a Gaza quanto nel facilitare il rilascio di tutti gli ostaggi rimasti.

18.04.2024 – 23.00

Richiesta di adesione a pieno titolo della Palestina alle Nazioni Unite

A causa del veto posto dagli Stati Uniti al Consiglio di sicurezza il 18 aprile, la richiesta della Palestina di aderire a pieno titolo all’ONU non è stata sottoposta all’Assemblea generale. La Svizzera ha scelto di astenersi al momento della votazione. Dopo aver effettuato una valutazione complessiva e aver consultato i presidenti delle commissioni della politica estera delle Camere federali, il Consiglio federale è giunto alla conclusione che in questo momento accogliere la Palestina come membro a pieno titolo dell’ONU non avrebbe favorito un allentamento delle tensioni e gli sforzi per giungere alla pace in Medio Oriente. La Svizzera continua a impegnarsi per la soluzione a due Stati.

Dal 2012 la Palestina alle Nazioni Unite ha lo statuto di Paese osservatore. Il 2 aprile 2024 ha ripresentato la sua richiesta di adesione come membro a pieno titolo che nel 2011 non era stata trattata in maniera definitiva. Secondo lo Statuto dell’ONU, la decisione in merito all’entrata di nuovi membri spetta all’Assemblea generale. Prima che l’Assemblea generale possa votare è tuttavia necessaria una raccomandazione positiva da parte del Consiglio di sicurezza. Poiché gli Stati Uniti hanno posto il veto, la richiesta non ha potuto essere sottoposta al voto dell’Assemblea generale.

La Svizzera ritiene che, data la situazione molto instabile in Medio Oriente, l’ammissione a pieno titolo della Palestina all’ONU non sia attualmente vantaggiosa dalla prospettiva di una generale politica di pace per la regione. Per questo motivo il Consiglio federale ha deciso che la Svizzera al Consiglio di sicurezza si sarebbe astenuta al momento della votazione sulla richiesta di adesione palestinese. Questa decisione è stata presa sulla base di un’ampia valutazione della situazione geopolitica e dopo aver consultato i presidenti delle commissioni della politica estera del Consiglio Nazionale e del Consiglio degli Stati, conformemente all’articolo 152 capoverso 4 della legge sul Parlamento. La Svizzera ritiene che sarebbe meglio procedere all’adesione a pieno titolo della Palestina alle Nazioni Unite in un momento in cui tale misura si inserirebbe nella logica di una pace emergente.

La Svizzera continua a impegnarsi per la soluzione a due Stati. Come viene chiarito nella Strategia MENA 2021–2024, il Consiglio federale è convinto che solo una soluzione negoziata che preveda due Stati sia in linea con il diritto internazionale e con i parametri concordati a livello globale, e possa garantire una pace duratura in Medio Oriente.

Dichiarazione della Svizzera dopo il voto, Consiglio di sicurezza dell'ONU, 18.04.2024 (en, fr)

Comunicato stampa: Richiesta di adesione a pieno titolo della Palestina alle Nazioni Unite, 18.04.2024

Newsfeed: Di cosa si occupa la Svizzera nel Consiglio di sicurezza dell’ONU?

18.04.2024 – 17.00

La soluzione a due Stati è la base per una pace duratura

Nel corso di un dibattito ministeriale, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha discusso l'attuale situazione in Medio Oriente. Alla luce dei recenti sviluppi e dell'escalation della violenza, la Svizzera ha sottolineato nella sua dichiarazione l'urgente necessità di una de-escalation e del rispetto del diritto internazionale. «Il rispetto della Carta delle Nazioni Unite, del diritto umanitario internazionale e dei diritti umani deve essere un principio guida per tutte le parti in conflitto», ha dichiarato l'ambasciatrice svizzera all'ONU al Consiglio di Sicurezza.

Dopo gli atti di terrore di Hamas del 7 ottobre, che la Svizzera condanna con la massima fermezza, il Consiglio di Sicurezza ha adottato tre risoluzioni che non sono state applicate. Oggi a New York, la Svizzera ha chiesto la loro immediata attuazione. «Il cessate il fuoco previsto dalla risoluzione del 25 marzo non è stato rispettato, non tutti gli ostaggi sono stati rilasciati e numerosi civili sono ogni giorno vittime delle ostilità», ha ricordato l'ambasciatrice svizzera presso le Nazioni Unite.

La situazione umanitaria nella Striscia di Gaza, già drammatica, si sta rapidamente deteriorando ed è imminente una carestia. Gli aiuti umanitari devono essere convogliati senza ostacoli attraverso tutti i possibili valichi di frontiera e distribuiti in tutta Gaza, compreso il nord. La Svizzera ha inoltre ribadito la richiesta di rilasciare immediatamente e senza condizioni tutti gli ostaggi rimasti.

Allo stesso tempo, non bisogna perdere di vista la situazione in Cisgiordania. La violenza ha raggiunto livelli record, compresa quella dei coloni, che la Svizzera condanna.

A New York, la Svizzera ha chiesto a tutte le parti il rigoroso rispetto del diritto umanitario internazionale. La Svizzera resta convinta che la base per una pace duratura in Medio Oriente sia la soluzione a due Stati. Solo questa soluzione, negoziata da entrambe le parti in conformità con il diritto internazionale, può portare a una pace duratura tra israeliani e palestinesi. «La Svizzera è pronta a contribuire in modo costruttivo a questa soluzione», ha sottolineato l'ambasciatrice svizzera a New York.

Dichiarazione della Svizzera sulla situazione in Medio Oriente, Consiglio di Sicurezza dell'ONU, 18.04.2024 (fr, en)

05.04.2024 – 17.00

Consiglio di Sicurezza dell'ONU: riunione d'emergenza sulla minaccia di carestia e sugli attacchi agli operatori umanitari

Nel corso di una riunione d'emergenza, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha discusso oggi della grave insicurezza alimentare nella Striscia di Gaza e degli attacchi agli operatori umanitari. La riunione è stata convocata, insieme ad altri, dalla Svizzera. Nonostante l'adozione della risoluzione del 25 marzo 2024 che chiedeva un cessate il fuoco immediato, i combattimenti proseguono. La conseguente inaccessibilità al cibo e le forniture d'acqua insufficienti sono drammatiche per la popolazione civile. Secondo i dati dell'UNICEF, la malnutrizione dei bambini nella Striscia di Gaza non ha mai raggiunto un livello così precario in nessuna parte del mondo.

In una riunione d'emergenza, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha affrontato oggi la situazione catastrofica della sicurezza alimentare nella Striscia di Gaza e gli attacchi al personale umanitario.
In una riunione d'emergenza, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha affrontato oggi la situazione catastrofica della sicurezza alimentare nella Striscia di Gaza e gli attacchi al personale umanitario. UN Photo

Solo l'invio di aiuti umanitari può porre rimedio a questa situazione. Ma l'insicurezza diffusa e le restrizioni alla circolazione inducono le organizzazioni umanitarie a sospendere il loro lavoro. «La Striscia di Gaza è diventata il luogo più pericoloso al mondo per gli operatori umanitari», ha dichiarato Adrian Hauri, ambasciatore svizzero e incaricato d'affari presso il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. A New York, la Svizzera ha espresso il suo profondo rispetto per tutti gli operatori umanitari che rischiano la vita ogni giorno in Medio Oriente. «I nostri pensieri oggi sono rivolti alle organizzazioni e alle famiglie dei circa duecento operatori umanitari uccisi a Gaza dal 7 ottobre. Gli attacchi agli operatori umanitari sono una violazione del diritto umanitario internazionale e devono cessare immediatamente», ha dichiarato Adrian Hauri.

La Svizzera ha ricordato al Consiglio che la Corte internazionale di giustizia ha chiesto a Israele di cooperare strettamente con le Nazioni Unite al fine di garantire la fornitura di servizi di base e di aiuti umanitari di cui il Paese ha assolutamente bisogno. Di conseguenza, ha nuovamente invitato le parti al rispetto assoluto del diritto internazionale, in particolare del diritto umanitario internazionale e dei diritti umani. La Svizzera ha inoltre insistito sull'attuazione di tutte le risoluzioni sul Medio Oriente adottate dal Consiglio di Sicurezza dopo l'escalation di violenza dello scorso ottobre. «Un cessate il fuoco immediato è l'unico modo per garantire che non si perdano altre vite civili», ha sottolineato l'ambasciatore svizzero. Inoltre, tutti gli ostaggi ancora detenuti a Gaza devono essere rilasciati immediatamente e senza condizioni.

Dichiarazione della Svizzera sulla situazione in Medio Oriente, Consiglio di sicurezza dell'ONU, 05.04.2024  (fr, en)

02.04.2024 – 21.30

Attacco aereo contro il consolato iraniano a Damasco

La Svizzera condanna l'attacco aereo contro il consolato iraniano nella capitale siriana Damasco, che ha causato diversi morti e feriti. Questo attacco aereo aumenta notevolmente il rischio di una grave escalation nella regione. La spirale di escalation deve essere fermata immediatamente. La Svizzera invita tutte le parti a impegnarsi nel dialogo e ad esercitare la massima moderazione per evitare che la situazione degeneri ulteriormente e per trovare una soluzione. La Svizzera lo ha anche sottolineato oggi in una riunione d'emergenza del Consiglio di sicurezza dell'ONU a New York.

Dichiarazione della Svizzera sull'attacco aereo contro il consolato iraniano a Damasco, Consiglio di sicurezza dell'ONU, 02.04.2024 (fr)

25.03.2024 – 15.45

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite chiede un cessate il fuoco immediato

Il 25 marzo 2024, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione sulla situazione in Medio Oriente. Il Consiglio ha chiesto un cessate il fuoco immediato fino alla fine del Ramadan, da cui dovrebbe scaturire un cessate il fuoco duraturo e sostenibile. La risoluzione è stata posta al voto del Consiglio di Sicurezza dalla Svizzera e dagli altri nove membri non permanenti del Consiglio in qualità di co-Penholders.

Dopo una serie di veto, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato oggi, per la prima volta dal 7 ottobre 2023, una risoluzione che chiede un cessate il fuoco immediato in Medio Oriente. La Svizzera, che ha svolto un ruolo decisivo nella ricerca di una soluzione tra i membri del Consiglio durante i negoziati, plaude a questa adozione. Di fronte alle conseguenze drammatiche del conflitto sulla popolazione civile, risultava essenziale che il Consiglio di sicurezza lanciasse un appello chiaro. 

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite vota.
Il 25 marzo 2024, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione sulla situazione in Medio Oriente. Il Consiglio ha chiesto un cessate il fuoco immediato fino alla fine del Ramadan. © DFAE

La risoluzione include altre esigenze, di fondamentale importanza per la Svizzera: il Consiglio ribadisce la richiesta che tutte le parti rispettino gli obblighi derivanti dal diritto internazionale, compreso il diritto umanitario internazionale e il diritto dei diritti umani. La risoluzione chiede il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi, la protezione della popolazione civile e la garanzia di accesso agli aiuti umanitari. Il Consiglio deplora inoltre tutti gli atti di terrorismo e ricorda che la presa di ostaggi è vietata dal diritto internazionale.

Nella sua dichiarazione dopo il voto, la Svizzera ha sottolineato l'importanza di questa risoluzione, poiché affronta le necessità più urgenti del paese. La risoluzione affronta i bisogni più urgenti sul campo e deve essere attuata senza indugio, in vista di un cessate il fuoco duraturo e sostenibile. A New York, la Svizzera ha ribadito la sua condanna degli attacchi terroristici di Hamas del 7 ottobre e ha ribadito che la soluzione a due Stati è l'unico approccio per garantire la pace e una coesistenza dignitosa e sicura tra Israele e Palestina in quanto Stati confinanti.

La Svizzera ha intensamente lavorato con tutti i membri del Consiglio per garantire l'adozione di questa risoluzione. La decisione odierna del Consiglio sottolinea l'influenza che i membri non permanenti del Consiglio possono esercitare, nonostante i blocchi, per consentire al Consiglio di Sicurezza di adempiere al suo mandato di mantenere la pace e la sicurezza internazionale.

Dichiarazione della Svizzera dopo il voto, 25.03.2024 (fr, en)

22 .03.2024 – 15.00

Medio Oriente: doppio veto alla risoluzione degli Stati Uniti al Consiglio di Sicurezza dell'ONU

Una risoluzione promossa dagli Stati Uniti sulla situazione in Medio Oriente è fallita oggi al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite a causa del veto di Russia e Cina. La risoluzione sottolineava la necessità di un cessate il fuoco immediato e duraturo a Gaza. Per raggiungere questo obiettivo, la risoluzione sosteneva i negoziati diplomatici in corso, guidati da Stati Uniti, Qatar ed Egitto. Chiedeva inoltre che le parti rispettassero i loro obblighi di diritto internazionale, nonché un aumento degli aiuti umanitari. La Svizzera ritiene necessario istuire un cessate il fuoco umanitario immediato. Tale misura deve in particolare agevolare il rilascio degli ostaggi e la consegna immediata di aiuti umanitari alla Striscia di Gaza e al suo interno. La Svizzera ha sostenuto la risoluzione a New York e si rammarica dell’esito del voto odierno al Consiglio. È urgente che il Consiglio di sicurezza chiami le parti in conflitto a rispettare il diritto internazionale umanitario e proteggi la popolazione civile.

Nella dichiarazione dopo il voto, la Svizzera ha sottolineato che l'adozione di questa risoluzione avrebbe rappresentato un chiaro invito alle parti a rispettare pienamente gli obblighi derivanti dal diritto internazionale umanitario e dei diritti umani. La risoluzione avrebbe anche esortato le parti a lavorare per un cessate il fuoco duraturo, sei mesi dopo gli attachi terroristici di Hamas dalla Svizzera condannati. Inoltre, la risoluzione avrebbe sottolineato l'importanza cruciale di una soluzione a due Stati come base unica per la pace e la sicurezza nella regione.

Dichiarazione dopo il voto sulla risoluzione degli Stati Uniti, Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, 22.03.2024 (fr, en)

11.03.2024 – 22.00

Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite: la violenza sessuale è una violazione grave del diritto internazionale umanitario

Durante la riunione odierna, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si è chinato sul rapporto della rappresentante speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite per la violenza sessuale nei conflitti, Pramila Patten, pubblicato il 4 marzo a seguito della sua visita in Israele e nei Territori palestinesi occupati. Secondo le sue dichiarazioni, ci sono ragioni per credere che donne e ragazze siano state violentate e torturate in vari luoghi come parte degli atti terroristici coordinati da Hamas e altri gruppi armati il 7 ottobre. A New York, la Svizzera ha ribadito la sua condanna degli atti di terrorismo e delle violenze sessuali nei conflitti. Inoltre, il rapporto Patten ipotizza che gli ostaggi ancora detenuti subiscano violenza sessuale. La Svizzera ha nuovamente chiesto il loro rilascio immediato e incondizionato.

La violenza sessuale in situazioni di conflitto è una grave violazione del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani. «È quindi fondamentale che il Consiglio di sicurezza condanni all'unanimità questi atti di violenza nel contesto del conflitto in Medio Oriente, come in tutti gli altri conflitti, e che prenda misure per prevenirli», ha dichiarato durante la riunione del Consiglio di sicurezza Riccarda Chanda, vice rappresentante permanente della Svizzera presso le Nazioni Unite. La rappresentante ha inoltre sottolineato che i responsabili devono essere identificati e chiamati a risponderne. Agli organi delle Nazioni Unite preposti a questo scopo deve essere garantito un accesso adeguato. La Svizzera ha richiamato l'attenzione sulle indagini in corso da parte della Corte penale internazionale. Queste riguardano le indagini su tutte le violazioni del diritto internazionale in Israele e nei Territori palestinesi occupati dal 7 ottobre.

La Svizzera ha inoltre espresso profonda preoccupazione per le informazioni contenute nel rapporto sulle forme di violenza sessuale e di genere contro uomini e donne palestinesi nei centri di detenzione, durante le perquisizioni domiciliari e ai posti di blocco. Ha condannato il fatto che le ostilità a Gaza continuano a causare numerose vittime civili, tra cui quasi 9000 donne. Secondo le informazioni delle Nazioni Unite, il 95% delle madri non ha abbastanza da mangiare. Durante la riunione odierna del Consiglio, la Svizzera ha ribadito la necessità di un immediato cessate il fuoco umanitario a Gaza per liberare gli ostaggi, consentire l'accesso umanitario e proteggere la popolazione civile. «Il Consiglio di sicurezza deve porre fine all'attuale spirale di violenza in Medio Oriente a tutti i costi e avviare un processo di dialogo per una soluzione politica del conflitto, in cui le donne svolgono un ruolo centrale», ha dichiarato Riccarda Chanda a New York.

Dichiarazione della Svizzera sulla violenza di genere in Medio Oriente, Consiglio di sicurezza dell'ONU, 11.03.2024 (fr)

05.03.2024 – 21.30

Briefing sulla situazione e sul ruolo dell'UNRWA all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite

Sullo sfondo della catastrofica situazione umanitaria a Gaza, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha affrontato il ruolo dell'UNRWA. Nella sua dichiarazione a New York, la Svizzera ha ribadito che la fornitura di aiuti umanitari d'emergenza alla popolazione civile di Gaza è inadeguata. L'UNRWA è attualmente il principale attore umanitario a Gaza. Nella situazione attuale, difficilmente un'altra organizzazione o agenzia potrebbe assumersi tutti i compiti che l'UNRWA svolge in Medio Oriente. L'UNRWA fornisce servizi di base anche in Cisgiordania, Libano, Giordania e Siria. Questo è uno dei motivi per cui la Svizzera è ancora più preoccupata per le gravi accuse rivolte ad alcuni dipendenti dell'UNRWA sospettati di aver partecipato negli atti terroristici commessi da Hamas il 7 ottobre, che la Svizzera condanna con la massima fermezza. La Svizzera ha una politica di tolleranza zero nei confronti di qualsiasi sostegno al terrorismo e di qualsiasi incitamento all'odio o alla violenza. Ha preso atto delle misure immediate adottate dall'UNRWA, in particolare della decisione di licenziare i dipendenti accusati con effetto immediato e di avviare un'indagine. La Svizzera si aspetta che l'indagine in corso chiarisca completamente le accuse e chiede che vengano successivamente adottate misure adeguate.

All'Assemblea generale, la Svizzera ha ribadito la sua posizione sul conflitto in Medio Oriente e ha chiesto a tutte le parti in conflitto di rispettare il diritto umanitario internazionale, di proteggere la popolazione civile e di consentire un accesso umanitario rapido e senza ostacoli a Gaza. L'aiuto umanitario deve essere consegnato e distribuito in condizioni di sicurezza accettabili. È necessario un cessate il fuoco umanitario immediato e il rilascio degli ostaggi. Ha inoltre sottolineato che il ristabilimento di un orizzonte politico è cruciale per poter lavorare verso una soluzione a due Stati, che è la base per una pace e una stabilità durature in Medio Oriente.

Dichiarazione della Svizzera sul ruolo dell'UNRWA, Assemblea generale delle Nazioni Unite, 05.03.2024

27.02.2024 – 22.00

Consiglio di Sicurezza dell'ONU: grave insicurezza alimentare a Gaza

L'aggravarsi della crisi alimentare per la popolazione di Gaza è stata al centro di una riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite tenutasi oggi. La riunione è stata convocata su richiesta della Svizzera e della Guyana, in qualità di punti focali congiunti del Consiglio sul tema «Fame e conflitti». Secondo le informazioni dell'Ufficio umanitario delle Nazioni Unite (OCHA), l'entità dell'insicurezza alimentare e il conseguente rischio di carestia nella Striscia di Gaza sono allarmanti. L'escalation delle ostilità in Medio Oriente dal 7 ottobre è la causa principale di questo grave disagio. I combattimenti stanno avendo un impatto negativo sulle forniture idriche, sull'agricoltura e sulla produzione alimentare a Gaza. A causa delle restrizioni alla circolazione e all'accesso imposte nell'ambito della chiusura della Striscia di Gaza, in vigore dal 2008, la situazione era già preoccupante a causa della povertà che vi regna. Secondo l'OCHA, oggi a Gaza una persona su quattro è affetta da grave malnutrizione: si tratta di oltre mezzo milione di persone. I bambini, le donne in gravidanza e in allattamento, i disabili e gli anziani sono particolarmente a rischio di mortalità.

Questa situazione drammatica è ulteriormente aggravata dalle notevoli restrizioni imposte al trasporto di generi alimentari nella Striscia di Gaza e al suo interno. In Consiglio di Sicurezza, la Svizzera ha ricordato a Israele che deve attuare le misure ordinate dalla Corte internazionale di giustizia il 26 febbraio 2024. In particolare, la Corte chiede a Israele di garantire le forniture di base di cui la popolazione palestinese ha urgente bisogno e di consentire aiuti umanitari rapidi e senza ostacoli. In questo contesto, la Svizzera ha invitato tutte le parti in conflitto a rispettare il diritto umanitario internazionale, compreso il divieto di usare la fame come arma di guerra, e a proteggere la popolazione civile.

«Noi, membri di questo Consiglio, dobbiamo usare la nostra influenza e prendere misure per evitare una carestia e salvare vite umane», ha sottolineato il rappresentante svizzero al Consiglio di Sicurezza. È urgente un cessate il fuoco umanitario immediato. Con la risoluzione 2417 del 2018, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite condanna fermamente l'affamamento della popolazione civile e la negazione illegale dell'accesso agli aiuti umanitari come tattica di guerra. La Svizzera ha dichiarato al Consiglio di essere pronta a collaborare con tutti i membri del Consiglio per trovare una soluzione politica che ponga fine alle sofferenze della popolazione e ripristini le prospettive di pace.

Dichiarazione della Svizzera sulla situazione della sicurezza alimentare in Medio Oriente, Consiglio di sicurezza dell'ONU, 27.02.2024 (fr)

20.02.2024 – 17.00

Bocciata al Consiglio di Sicurezza dell'ONU la risoluzione per un cessate il fuoco umanitario

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha votato oggi una risoluzione che chiedeva un immediato cessate il fuoco umanitario in Medio Oriente. La risoluzione, presentata dall'Algeria, è stata bocciata a causa del veto degli Stati Uniti. La situazione umanitaria drammatica per oltre due milioni di persone a Gaza continua a peggiorare: la carestia è alle porte, il settore sanitario è ormai a rischio e gran parte della popolazione è già stata sfollata più volte all'interno del territorio. Manca di tutto, soprattutto l'accesso umanitario. Inoltre, la minaccia di un’offensiva militare terrestre israeliana a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, costituisce una preoccupazione seria per più di un milione di persone. Nel frattempo, molti ostaggi attendono ancora di essere liberati.

Per affrontare questi sviluppi, la risoluzione ha chiesto, oltre a un cessate il fuoco immediato, il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi rimasti, il rispetto totale del diritto umanitario internazionale da parte di tutte le parti, un accesso umanitario rapido, sicuro e senza ostacoli ai civili in difficoltà. Avrebbe inoltre condannato lo sfollamento forzato della popolazione palestinese. Nell'adottare la risoluzione, il Consiglio di Sicurezza avrebbe anche richiamato le misure preventive della Corte internazionale di giustizia del 26 gennaio 2024 per la prevenzione del genocidio in Medio Oriente e ribadito il suo appello per una soluzione a due Stati. Infine, la risoluzione esprimeva anche grande preoccupazione per la minaccia di un'ulteriore escalation nella regione in seguito alle violenze a Gaza.

La Svizzera ha sostenuto la risoluzione e si è immediatamente rammaricata dell'esito del voto. Nella sua dichiarazione di voto, ha ribadito la sua posizione sull'attuale escalation in Medio Oriente e ha sottolineato che la richiesta di un immediato cessate il fuoco umanitario a Gaza è in linea con l'impegno collettivo del Consiglio di sicurezza di rispettare e far rispettare le Convenzioni di Ginevra e il diritto umanitario internazionale in ogni circostanza. "Non possiamo permettere che centinaia di migliaia di civili assediati siano lasciati morire di fame e soffrire di epidemie senza adeguate garanzie di sicurezza per la fornitura di assistenza umanitaria e per la loro stessa protezione", ha dichiarato la Svizzera.

Durante i negoziati sulla risoluzione, la Svizzera ha svolto un ruolo decisivo nel garantire che la richiesta di rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi, il rispetto del diritto internazionale e la protezione della popolazione civile fossero inclusi nel testo della risoluzione. La Svizzera invita le parti in conflitto ad attuare senza indugio le risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'ONU adottate a dicembre e novembre 2023 relative alla situazione in loco. Sono urgenti il rilascio immediato degli ostaggi, un cessate il fuoco umanitario, l'accesso senza ostacoli degli aiuti umanitari a Gaza e il pieno rispetto del diritto umanitario internazionale e dei diritti umani da parte di tutte le parti. Su questa base, va poi avviato un dialogo politico, con l'obiettivo di una soluzione a due Stati.

Dichiarazione della Svizzera dopo il voto, Consiglio di sicurezza dell’ONU, 20.02.2024 (fr, en)

Di cosa si occupa la Svizzera nel Consiglio di sicurezza dell'ONU?

31.01.2024 – 18.00

Consiglio di Sicurezza dell'ONU: i provvedimenti della Corte internazionale di giustizia sono validi per entrambe le parti

Il Consiglio di Sicurezza dell'ONU ha discusso oggi nuovamente della situazione attuale in Medio Oriente. La Svizzera ha ribadito la sua posizione, chiedendo in particolare il rispetto del diritto internazionale umanitario. Alla luce della situazione umanitaria catastrofica di Gaza, è urgente una tregua umanitaria per consentire l'accesso umanitario e il rilascio di tutti gli ostaggi. La Svizzera ha ribadito un sostegno assoluto alla Corte internazionale di giustizia e ha ricordato che le misure provvisorie del 26 gennaio sono valide per entrambe le parti. Si aspetta che Israele si conformi all'ordine della Corte e prenda le misure necessarie per prevenire la commissione di qualsiasi atto di genocidio e il relativo incitamento. Ciò richiede misure efficaci che devono essere adottate senza indugio, in modo che possano essere forniti anche i servizi di base e gli aiuti umanitari.

A New York, la Svizzera ha anche espresso la sua preoccupazione per le gravi accuse mosse ai dipendenti dell'UNRWA sospettati di essere coinvolti negli atti terroristici del 7 ottobre. La Svizzera applica una politica di tolleranza zero nei confronti di qualsiasi sostegno al terrorismo e di qualsiasi incitamento all'odio o alla violenza. La Svizzera ha preso atto delle misure immediate adottate dall'UNRWA nei confronti dei suoi collaboratori e si aspetta che l'indagine interna faccia piena luce su queste accuse.

Infine, la Svizzera ha messo in guardia dalla regionalizzazione del conflitto e ha ribadito che il rispetto del diritto internazionale, il cessate il fuoco umanitario, l'accesso a Gaza per la consegna degli aiuti e il rilascio degli ostaggi sono solo i primi passi verso una soluzione politica duratura del conflitto, che deve basarsi su una soluzione a due Stati.

Dichiarazione della Svizzera sulla situazione in Medio Oriente, Consiglio di sicurezza dell'ONU, 31.01.2024 (fr)

23.01.2024 – 22.00

Medio Oriente: il consigliere federale Cassis sottolinea la necessità di una soluzione globale

Il 23 gennaio, il consigliere federale Ignazio Cassis ha partecipato a un dibattito ministeriale sulla situazione in Medio Oriente presso il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Sotto la presidenza francese, l'obiettivo del dibattito era quello di contribuire a far concreti passi in avanti verso una soluzione politica della crisi in Medio Oriente. Il capo del DFAE ha esposto al Consiglio un'analisi della situazione e ha presentato il suo punto di vista sulle possibili soluzioni al conflitto e per una pace duratura nella regione. 

Il consigliere federale Ignazio Cassis ha ribadito ieri la posizione del Consiglio federale sul conflitto in Medio Oriente durante un dibattito di alto livello al Consiglio di sicurezza dell'ONU. Il capo del DFAE ha condannato gli attacchi terroristici di Hamas contro Israele e ha chiesto il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi detenuti da Hamas. Ha inoltre sottolineato la precaria situazione umanitaria a Gaza: «Dal 7 ottobre, non sembra esserci limite alla violenza in Israele, a Gaza e nei Territori palestinesi occupati».

Il Consigliere federale Ignazio Cassis interviene al Consiglio di sicurezza dell'ONU.
Il Consigliere federale Ignazio Cassis al dibattito ministeriale sul Medio Oriente al Consiglio di sicurezza dell'ONU. © DFAE

Il capo del DFAE ha anche sottolineato l’impegno del Consiglio di sicurezza dell’ONU nel conflitto in Medio Oriente. Il Consiglio ha recentemente adottato risoluzioni essenziali che sono molto difficili da attuare. Solo una parte degli ostaggi è stata rilasciata, i civili sono vittime quotidiane dei combattimenti e il diritto internazionale umanitario viene continuamente violato. «Non possiamo cedere alla frustrazione. Non possiamo lasciarci scoraggiare», ha dichiarato Ignazio Cassis, evidenziando la necessità di un approccio globale per giungere a una soluzione che coinvolga in particolare gli Stati della regione., «Senza un consenso politico regionale, una pace duratura in Medio Oriente non potrà essere raggiunta», ha aggiunto il capo del DFAE. A livello diplomatico, gli ultimi anni hanno dimostrato che c'è spazio per un accordo politico e per interessi comuni tra Israele e gli Stati della regione. Questo margine di manovra deve essere utilizzato per lavorare a una pace duratura, che richiederà una soluzione a due Stati. «Questa è l'unica soluzione che darà a israeliani e palestinesi la prospettiva di vivere in pace e sicurezza», ha sottolineato il consigliere federale.

Il capo del DFAE ha invitato le parti in conflitto, gli Stati della regione e i membri del Consiglio di sicurezza ad agire per porre le basi di una cessazione duratura delle ostilità e di una soluzione politica alla crisi. Ciò richiederà l'immediato rilascio degli ostaggi, un cessate il fuoco umanitario, il libero accesso degli aiuti umanitari a Gaza e il pieno rispetto del diritto internazionale umanitario. La Svizzera è pronta a sostenere questi sforzi in collaborazione con Israele, l'Autorità Palestinese e gli Stati della regione.

Discorso del consigliere federale Ignazio Cassis sulla situazione in Medio Oriente, Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, 23.01.2024

Di cosa si occupa la Svizzera nel Consiglio di sicurezza dell'ONU?

12.01.2024 – Medio Oriente: la Svizzera chiede la piena attuazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite

Nel corso di una riunione d'emergenza, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha di nuovo discusso la situazione in Medio Oriente, in particolare l'espulsione forzata della popolazione palestinese. La Svizzera ha espresso la sua preoccupazione per il costante aumento della violenza e delle sofferenze della popolazione civile. A fronte della situazione umanitaria drammatica, ha chiesto di agevolare l'accesso umanitario alla Striscia di Gaza e di liberare gli ostaggi ancora detenuti. A tal fine, la Svizzera ha sottolineato la necessità di un cessate il fuoco umanitario duraturo. In seno al Consiglio di Sicurezza, la Svizzera ha nuovamente condannato gli attacchi terroristici di Hamas del 7 ottobre, in particolare la violenza sessuale contro donne e ragazze.

Per alleviare le sofferenze della popolazione civile, è essenziale che le due risoluzioni del Consiglio di Sicurezza sul Medio Oriente adottate a novembre e dicembre siano pienamente applicate. In particolare, queste risoluzioni chiedono di aumentare gli aiuti umanitari a Gaza garantendo un accesso rapido, sicuro e senza ostacoli, in conformità con il diritto umanitario internazionale. Si prospetta una grave carestia, di cui già soffre quasi mezzo milione di persone a Gaza.

A New York, la Svizzera ha anche sottolineato che le Convenzioni di Ginevra vietano gli spostamenti forzati di popolazione e che tali spostamenti possono costituire un crimine di guerra. Si oppone alle richieste di espulsione di civili dai territori palestinesi occupati, compresa Gaza, e ha invitato i leader di tutte le parti ad astenersi da qualsiasi dichiarazione provocatoria. Inoltre, tutte le violazioni del diritto internazionale commesse in Israele e nei Territori Palestinesi Occupati devono essere indagate e i responsabili devono essere chiamati a rispondere davanti alle autorità competenti. A tal fine, la Corte penale internazionale (CPI) sta attualmente svolgendo un'indagine sulla situazione nei Territori palestinesi occupati, che riguarda tanto gli eventi del 7 ottobre quanto quelli in corso a Gaza e in Cisgiordania.

La ricerca di una soluzione politica è urgente. Per questo motivo, la Svizzera continua a sostenere la soluzione a due Stati, in modo che Gaza possa essere ricostruita come parte di un futuro Stato palestinese, che possa esistere in pace e all'interno di confini sicuri e riconosciuti, fianco a fianco con Israele.

Dichiarazione della Svizzera sulla situazione in Medio Oriente, Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, 12.01.2024

29.12.2023 – 19.30

Consiglio di Sicurezza dell'ONU: la Svizzera ribadisce la necessità di una soluzione politica duratura in Medio Oriente

Su richiesta degli Emirati Arabi Uniti, venerdì 29 dicembre si è tenuta una riunione d'emergenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per discutere la situazione attuale in Medio Oriente. Il protrarsi delle ostilità a Gaza e l'aumento della violenza in Cisgiordania sono preoccupanti e rafforzano la minaccia di un'estensione regionale del conflitto. Tali sviluppi mettono a repentaglio la prospettiva politica di attuare una soluzione a due Stati, così come sostenuto dalla Svizzera.

A fronte degli eventi attuali, la Svizzera ha ribadito che il rispetto del diritto umanitario internazionale e dei diritti umani, la protezione dei civili e il rilascio degli ostaggi devono rimanere una priorità per il Consiglio di sicurezza. La Svizzera ha inoltre insistito sulla necessità di una soluzione politica duratura in Medio Oriente.

A nome della Svizzera e del Brasile, in qualità di punti focali informali sui conflitti e la fame all'interno del Consiglio di Sicurezza, è stata resa anche una dichiarazione sulla grave insicurezza alimentare nella Striscia di Gaza, di cui soffre oltre il 90% della popolazione.

Dichiarazione della Svizzera al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, 29.12.2023 (fr, en)

Dichiarazione congiunta di Svizzera e Brasile al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, 29.12.2023 (PDF, 1 Pagina, 107.0 kB, inglese)

22.12.2023 – 18.30

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite adotta una risoluzione a favore dell’aumento degli aiuti umanitari a Gaza

A fronte del drastico deterioramento della situazione nella Striscia di Gaza, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato oggi una risoluzione volta ad aumentare gli aiuti umanitari alla Striscia. La risoluzione intende rispondere ai bisogni umanitari urgenti della popolazione civile, poiché condanna tutti gli attacchi contro i civili, compresi gli atti di terrorismo - tra cui quelli di Hamas del 7 ottobre - e richiede:

  • il rispetto del diritto umanitario internazionale da parte di tutte le parti in conflitto
  • l'accesso rapido e senza ostacoli per consentire l'invio di forniture umanitarie, compreso un meccanismo dell'ONU per gli aiuti umanitari e l'apertura di diversi valichi di frontiera
  • il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi rimasti
  • la protezione della popolazione civile da parte di entrambe le parti in conflitto
  • la necessità di una soluzione a due Stati
  • e la richiesta di istituire le condizioni per una cessazione permanente delle ostilità.

La Svizzera ha appoggiato la risoluzione presentata al Consiglio dagli Emirati Arabi Uniti. Contribuisce ad alleviare la situazione umanitaria drammatica nella Striscia di Gaza e comprende vari aspetti della posizione della Svizzera sul conflitto attuale. Questi includono il rispetto del diritto umanitario internazionale da parte di tutte le parti in conflitto, il rilascio di tutti gli ostaggi, la garanzia di un accesso umanitario sicuro e senza ostacoli alla Striscia di Gaza e la necessità di una soluzione a due Stati.

Con l'obiettivo di facilitare un accesso umanitario rapido e senza ostacoli, la risoluzione adottata oggi sottolinea l'urgente necessità di prendere in considerazione misure per creare le condizioni per una cessazione permanente delle ostilità. Ciò non compromette il diritto di Israele di garantire la propria difesa e sicurezza, bensì dovrebbe facilitare l'accesso umanitario e consentire il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi. Nella sua dichiarazione dopo il voto, la Svizzera ha espresso soddisfazione in merito alla decisione del Consiglio e ha sottolineato che la risoluzione odierna deve essere complementare al diritto umanitario internazionale, secondo il quale tutte le parti in conflitto e gli altri Stati sono tenuti a consentire e agevolare le misure di aiuto per la popolazione in difficoltà.

Dichiarazione della Svizzera dopo il voto, Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, 22.12.2023

12.12.2023 – 22.30

L'Assemblea Generale delle Nazioni Unite adotta una risoluzione a favore del cessate il fuoco umanitario

L'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato oggi una risoluzione a favore di un cessate il fuoco umanitario e di un aumento degli aiuti umanitari a Gaza. Venerdì scorso, una risoluzione dal contenuto in gran parte identico è stata bocciata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite a causa del veto degli Stati Uniti. La risoluzione, che è stata presentata ai 193 Stati membri dell'ONU nell'Assemblea Generale dall'Egitto a nome degli Stati arabi, richiede

  • Un cessate il fuoco umanitario immediato
  • Il rispetto del diritto umanitario internazionale da parte di entrambe le parti in conflitto
  • la protezione dei civili israeliani e palestinesi
  • l'immediato rilascio di tutti gli ostaggi rimasti

Durante i negoziati sulla bozza di risoluzione presentata dagli Emirati Arabi Uniti (EAU) al Consiglio di Sicurezza dell'ONU per il voto di venerdì scorso, la Svizzera è riuscita a far sì che la richiesta di protezione dei civili di entrambe le parti e l'immediato rilascio di tutti gli ostaggi rimasti venissero inseriti nella bozza di testo.

La risoluzione risponde al bisogno più urgente in Medio Oriente: La protezione dei civili da entrambe le parti. Dopo il voto, la Svizzera ha sottolineato il suo sostegno alla risoluzione e ha chiesto la sua attuazione. Ha anche dichiarato che intende un cessate il fuoco umanitario come una pausa umanitaria limitata nel tempo che non pregiudica il diritto di Israele alla difesa e alla sicurezza. Infine, la Svizzera ha ricordato che le parti in conflitto devono adempiere agli obblighi previsti dal diritto umanitario internazionale e rispettare i diritti umani. Il Consiglio federale ha discusso la bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza nella riunione dell'8 dicembre 2023.

L'Assemblea Generale ha votato oggi anche due emendamenti presentati dall’Austria e dagli Stati Uniti. La mozione austriaca chiedeva di chiarire che gli ostaggi sono detenuti da Hamas e da altri gruppi, mentre la mozione statunitense condannava gli atti di terrore di Hamas dal 7 ottobre. I due emendamenti sono falliti per mancanza di maggioranza. Anche la Svizzera ha sostenuto queste due mozioni.

A differenza delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, le risoluzioni dell'Assemblea Generale non sono vincolanti ai sensi del diritto internazionale. In questo contesto, la risoluzione adottata oggi ha principalmente un effetto di segnalazione. Deve essere vista come una raccomandazione da parte della maggioranza della comunità internazionale. Perché l'Assemblea Generale possa adottare decisioni in materia di pace e sicurezza, è necessaria una maggioranza di due terzi. La risoluzione adottata oggi si concentra sulle questioni umanitarie e fa riferimento alla lettera del Segretario Generale dell'ONU António Guterres del 6 dicembre, in cui invitava il Consiglio di Sicurezza ad adottare misure per alleviare l'emergenza umanitaria nella Striscia di Gaza.

Dichiarazione della Svizzera dopo il voto

08.12.2023 – 21.30

La risoluzione a favore del cessate il fuoco umanitario fallisce nel Consiglio di Sicurezza dell'ONU a causa del veto

Il 6 dicembre il Segretario generale delle Nazioni Unite ha scritto al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. A fronte della situazione difficile nella Striscia di Gaza, António Guterres ha chiesto un cessate il fuoco umanitario. In questo contesto, gli Emirati Arabi Uniti hanno presentato al Consiglio di Sicurezza una risoluzione che chiede un immediato cessate il fuoco umanitario, il rispetto del diritto umanitario internazionale e la protezione dei civili israeliani e palestinesi da parte di entrambe le parti in conflitto, nonché l'immediato rilascio di tutti gli ostaggi rimasti. La Svizzera aveva sostenuto la risoluzione. La risoluzione è però fallita a causa del veto degli Stati Uniti. Durante i negoziati, la Svizzera raggiunse l'obiettivo di includere nel testo della risoluzione la protezione dei civili da parte di entrambe le parti e il rilascio degli ostaggi.

La risoluzione connotava un obiettivo umanitario e mirava a migliorare la situazione catastrofica della popolazione civile nella Striscia di Gaza. Dopo il voto, la Svizzera ha chiarito che il cessate il fuoco umanitario richiesto nella risoluzione sarebbe stato inteso come una pausa umanitaria limitata nel tempo che non avrebbe minato il diritto di Israele alla difesa e alla sicurezza. Il Consiglio federale ha discusso il progetto di risoluzione nella sua riunione di oggi.

La Svizzera si dispiace per la decisione odierna del Consiglio. Continuerà a fare pressioni sul Consiglio di Sicurezza affinché si adottino misure che vadano oltre l'aiuto umanitario. Gli aiuti umanitari sono necessari per la sopravvivenza, ma non risolveranno il conflitto. Una soluzione a due Stati negoziata da entrambe le parti è la base per la pace e la stabilità in Medio Oriente.

Dichiarazione della Svizzera dopo il voto (fr)

Dichiarazione della Svizzera, Briefing sulla situazione in Medio Oriente, Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, 08.12.2023 (fr)

04.12.2023 – Una famiglia di quattro persone ha potuto lasciare la Striscia di Gaza

Lunedì 4 dicembre una famiglia di quattro persone ha potuto lasciare la Striscia di Gaza attraverso il valico di frontiera di Rafah. La famiglia è stata accolta e assistita sul lato egiziano del confine dal personale dell'ambasciata svizzera al Cairo. Tutti i cittadini svizzeri noti al DFAE hanno così potuto lasciare Gaza. Il 2 e il 16 novembre otto cittadini svizzeri avevano già potuto lasciare la Striscia di Gaza.

29.11.2023 – 18.00

Medio Oriente: la Svizzera plaude alla liberazione degli ostaggi al Consiglio di Sicurezza dell'ONU

In presenza di vari ministri, il Consiglio di sicurezza dell'ONU ha discusso oggi dell'urgenza della situazione in Medio Oriente. L'ambasciatore Thomas Gürber, capo della Divisione ONU del DFAE, ha rappresentato la Svizzera. All'inizio delle discussioni, il Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha dichiarato al Consiglio di sicurezza che la situazione in Medio Oriente si sta deteriorando e ha esortato a invertire la tendenza.

L'Ambasciatore Thomas Gürber parla al tavolo a ferro di cavallo del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite a New York.
L'Ambasciatore Thomas Gürber ha ribadito al Consiglio di Sicurezza dell'ONU la posizione della Svizzera sull'attuale conflitto in Medio Oriente. © UN Photo

Thomas Gürber ha fatto riferimento alla risoluzione del Consiglio di Sicurezza sulla protezione dei bambini, adottata il 15 novembre. La risoluzione rappresenta un passo importante per il Consiglio nella gestione del conflitto attuale, poiché invita tutte le parti a rispettare i propri obblighi in materia di diritto internazionale e di diritto umanitario internazionale, in particolare per quanto riguarda la protezione dei civili.

La Svizzera plaude alla liberazione degli ostaggi e ringrazia gli Stati coinvolti per i propri sforzi di mediazione, nonché il CICR per il ruolo svolto nell'attuazione della liberazione degli ostaggi. L'ambasciatore Gürber ha ribadito la richiesta della Svizzera al rilascio di tutti gli ostaggi. Per raggiungere questo obiettivo, sono necessarie pause umanitarie, come richiesto dal Consiglio nella sua risoluzione. Thomas Gürber ha sottolineato che le pause umanitarie devono essere prorogate a questo scopo, ma anche per fornire assistenza umanitaria alla popolazione civile della Striscia di Gaza.

Gli aiuti umanitari sono fondamentali, ma non rappresentano una soluzione duratura al conflitto. La Svizzera continuerà a lavorare in seno al Consiglio di Sicurezza per promuovere il consenso e una soluzione politica al conflitto. Una soluzione a due Stati, in cui le popolazioni israeliane e palestinesi possano convivere in pace, sicurezza e dignità, è l'unica base per garantire pace e stabilità in Medio Oriente.

Thomas Gürber ha inoltre ribadito al Consiglio la posizione della Svizzera sull'attuale conflitto: la Svizzera condanna fermamente gli attacchi terroristici di Hamas del 7 ottobre, riconosce il legittimo diritto di Israele di garantire la propria sicurezza e difesa e chiede a tutte le parti di rispettare il diritto umanitario internazionale per proteggere la popolazione civile. Infine, chiede un accesso umanitario rapido e senza ostacoli alla Striscia di Gaza.

Dichiarazione della Svizzera sulla situazione in Medio Oriente, Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, 29.11.2023 (fr)

Di cosa si occupa la Svizzera nel Consiglio di sicurezza dell'ONU?

22.11.2023 – Il consiglio federale decide di vietare Hamas con una legge federale

L’11 ottobre 2023, quattro giorni dopo l’attacco terroristico contro civili in Israele partito dalla Striscia di Gaza, il Consiglio federale ha ritenuto che Hamas dovesse essere considerata un’organizzazione terroristica. Ha quindi chiesto al DFAE di chiarire quali fossero le opzioni giuridiche per mettere al bando questa organizzazione. Nella seduta del 22 novembre 2023, l’Esecutivo ha deciso di elaborare a tale scopo una legge federale. È infatti dell’avviso che sia il modo migliore per rispondere alla situazione venutasi a creare in Medio Oriente dopo il 7 ottobre. La nuova legge metterà a disposizione delle autorità federali strumenti adeguati per lottare contro le eventuali azioni di Hamas o le attività di sostegno a questa organizzazione in Svizzera. Il DFGP e il DDPS, in collaborazione con il DFAE, sono stati incaricati di presentare un progetto di legge federale entro la fine di febbraio 2024.

L’11 ottobre il Consiglio federale ha inoltre incaricato il DFAE di effettuare un’analisi dettagliata dei flussi finanziari legati alle ONG partner del programma di cooperazione per il Medio Oriente 2021–2024. Nella seduta del 22 novembre 2023 è stato informato dei risultati delle analisi svolte finora, che non hanno evidenziato irregolarità, e delle nuove misure di controllo previste per il futuro.

Undici ONG partner sono inoltre state sottoposte a un esame approfondito per verificare il rispetto del codice di comportamento e della clausola contrattuale anti-discriminatoria del DFAE. In otto casi non è stata trovata alcuna prova di non conformità e pertanto la relazione contrattuale con il DFAE proseguirà. In altri tre, invece, il controllo ha fatto emergere elementi di non conformità che hanno portato all’interruzione della collaborazione.

Comunicato stampa

16.11.2023 – 14.00

Un cittadino svizzero con doppia cittadinanza ha potuto lasciare la Striscia di Gaza

La mattina del 16 novembre 2023, un altro cittadino svizzero con doppia nazionalità ha potuto lasciare la Striscia di Gaza attraverso il valico di frontiera di Rafah. L'uomo è stato accolto e assistito sul lato egiziano del confine dal personale dell'Ambasciata svizzera al Cairo. Con quest’ultima partenza, tutti i cittadini svizzeri con doppia cittadinanza che avevano espresso il desiderio di lasciare Gaza, hanno ora potuto farlo. Sette persone avevano già lasciato il Paese il 2 novembre. Il DFAE è pure a conoscenza di quattro ulteriori persone che desiderano invece rimanere a Gaza.

15.11.2023 – 22.00

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite adotta una risoluzione sulla protezione dei bambini in Medio Oriente

Dopo settimane di discussioni, il Consiglio di sicurezza dell’ONU ha adottato oggi una risoluzione sulla protezione dei bambini in Medio Oriente. Il testo della risoluzione, che è stato messo ai voti da Malta in qualità di presidente del gruppo di lavoro del Consiglio sulla protezione dei bambini nei conflitti armati, chiede la protezione dei bambini attraverso “pause umanitarie” temporanee.

Secondo la risoluzione, le pause devono servire, tra l’altro, a fornire aiuti umanitari alla popolazione civile, soprattutto ai bambini, ad evacuare i bambini malati e feriti dalla Striscia di Gaza e a salvare quelli dispersi. Per poter garantire queste azioni, la risoluzione chiede un accesso umanitario sicuro e senza ostacoli per le organizzazioni umanitarie dell'ONU, i suoi partner e il CICR durante le pause dei combattimenti.

La risoluzione adottata dal Consiglio di sicurezza chiede anche che tutte le parti rispettino il diritto umanitario internazionale e garantiscano la protezione della popolazione civile e dei bambini in particolare, una priorità della politica estera svizzera. Il testo chiede anche il rilascio di tutti gli ostaggi detenuti da Hamas dal 7 ottobre.

La Svizzera ha sostenuto la risoluzione perché tiene conto dell'urgente situazione umanitaria nella Striscia di Gaza. La risoluzione riflette quattro priorità svizzere: (1) pause e tregue umanitarie per un accesso umanitario rapido; (2) rispetto del diritto internazionale umanitario; (3) rilascio degli ostaggi e (4) prevenzione del prolungamento del conflitto. Il testo conciso riportato nella risoluzione, orientato alle esigenze operative, si astiene deliberatamente dal contestualizzare la situazione politica, soprattutto perché non è stato possibile raggiungere un consenso durante i negoziati. In quanto Paese con una lunga tradizione umanitaria e Stato depositario delle Convenzioni di Ginevra, la protezione dei bambini nei conflitti è di particolare interesse per la Svizzera. Secondo il diritto umanitario internazionale e le Convenzioni di Ginevra, i civili, compresi i bambini, devono essere protetti nei conflitti. Nella sua dichiarazione di voto, la Svizzera ha ribadito la posizione del Consiglio federale sull'attuale conflitto in Medio Oriente, in particolare la condanna degli atti di terrore di Hamas e il riconoscimento del diritto di Israele di garantire la propria difesa e sicurezza. La cosiddetta «Dichiarazione dopo il voto» offre agli Stati dell'ONU l'opportunità di presentare le loro posizioni e valutazioni dettagliate oltre al voto.

Dopo quattro tentativi falliti da parte del Consiglio di sicurezza di adottare una risoluzione sul Medio Oriente dal 7 ottobre, la risoluzione di oggi è una testimonianza della sua capacità di agire e prendere decisioni. Allo stesso tempo, la risoluzione invia un segnale importante a tutti gli attori e alla popolazione civile colpita sul posto. L'ultima volta che il Consiglio di sicurezza è riuscito ad adottare una risoluzione sul Medio Oriente è stato nel 2016. La Svizzera continuerà a sostenere in seno al Consiglio l'adozione di misure che vadano oltre la protezione della popolazione civile e che affrontino la situazione generale dell'attuale conflitto in Medio Oriente – in particolare una risoluzione che condanni gli attacchi terroristici di Hamas, che chieda il rilascio di tutti gli ostaggi, che riconosca il diritto di Israele di garantire la propria sicurezza e che richieda un accesso umanitario rapido, sicuro e senza ostacoli a Gaza.

Dichiarazione della Svizzera dopo il voto, Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, 15.11.2023 (fr)

Di cosa si occupa la Svizzera nel Consiglio di sicurezza dell'ONU?

10.11.2023 – 22.00

Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite: gli interventi umanitari vanno garantiti in modo sicuro ed efficace

A fronte della situazione in Medio Oriente, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha tenuto oggi un'altra riunione d'emergenza. Tedros Ghebreyesus, Direttore generale dell'OMS, ha presentato al Consiglio un resoconto di prima mano della situazione umanitaria drammatica in cui versa la Striscia di Gaza.

In linea con la sua posizione (si veda il riquadro all'inizio di questo Newsticker), la Svizzera ha fermamente condannato gli attacchi terroristici di Hamas in seno al Consiglio, ha chiesto il rilascio immediato di tutti gli ostaggi di Hamas e ha riconosciuto il diritto di Israele di garantire la propria difesa e sicurezza. Ha inoltre ribadito che tutte le parti devono rispettare il diritto umanitario internazionale.

Il diritto internazionale umanitario regola la condotta della guerra e protegge le vittime dei conflitti armati. La sua portata è universale. In quanto Paese con una lunga tradizione umanitaria nonché depositario delle Convenzioni di Ginevra, la Svizzera considera la protezione dei civili uno dei pilastri centrali della sua politica estera e una priorità stabilita sin dalla sua adesione al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. In seno al Consiglio, la Svizzera ha espresso la sua profonda preoccupazione per la situazione umanitaria drammatica a Gaza. Ha sottolineato che la popolazione civile, rimasta priva di acqua, elettricità e servizi vitali, ha urgentemente bisogno di aiuti e protezione. Il diritto umanitario internazionale richiede anche la protezione delle strutture mediche e degli addetti umanitari. Quanto successo martedì scorso, quando è stato preso di mira un convoglio del CICR che trasportava forniture per l'ospedale Al-Quds di Gaza, illustra il clima di insicurezza in cui operano le organizzazioni umanitarie a Gaza.

Nell'ambito del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, la Svizzera continuerà a contribuire attivamente affinché il Consiglio adotti misure urgenti, quali la richiesta di pause o tregue umanitarie, per garantire un accesso rapido e senza ostacoli agli aiuti umanitari a Gaza. Ciò dovrebbe consentire al CICR e agli altri attori umanitari di alleviare l'aggravarsi della crisi sanitaria nel Paese. Alla conferenza umanitaria internazionale tenutasi ieri a Parigi, la Svizzera ha ribadito un finanziamento aggiuntivo di 90 milioni di franchi svizzeri per gli aiuti umanitari d'emergenza in tutta la regione. 

Dichiarazione della Svizzera sulla situazione in Medio Oriente, Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, 10.11.2023

Di cosa si occupa la Svizzera nel Consiglio di sicurezza dell'ONU?

06.11.2023 – 21.00

Consiglio di sicurezza dell'ONU: riunione di emergenza sulla situazione a Gaza

In occasione di una riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, la Svizzera ha espresso profonda preoccupazione per le vittime civili a Gaza. Le preoccupazioni valgono anche per gli ospedali, gli edifici delle Nazioni Unite e altre installazioni civili nella Striscia di Gaza colpiti. La Svizzera ha sottolineato che gli obblighi del diritto internazionale umanitario sono chiari: la popolazione civile e le proprietà civili devono essere protette, sia in Israele che nella Striscia di Gaza.

Nel contempo, la Svizzera ha condannato ancora una volta in modo inequivocabile gli atti di terrorismo e i lanci di razzi da parte di Hamas contro la popolazione israeliana, in linea con la sua posizione (si veda il riquadro all'inizio del Newsticker). Ha chiesto il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi detenuti da Hamas a Gaza. La Svizzera riconosce il diritto di Israele a garantire la propria difesa e sicurezza e ricorda che tutte le parti sono tenute a rispettare il diritto umanitario internazionale. A fronte della situazione umanitaria drammatica a Gaza, la Svizzera ha sollecitato la consegna rapida e senza ostacoli di beni e servizi di base a tutti i civili che ne hanno bisogno.

Di cosa si occupa la Svizzera nel Consiglio di sicurezza dell'ONU?

02.11.2023 – 14.00

Sette cittadini svizzeri sono arrivati in sicurezza in Egitto

Il DFAE conferma che sette cittadini svizzeri, di cui sei con doppia cittadinanza, hanno potuto lasciare oggi la Striscia di Gaza attraverso il valico di Rafah. Le sette persone sono state accolte dal personale dell'Ambasciata svizzera al Cairo. Vengono assistite sotto tutela consolare. Il DFAE è a conoscenza di un Palestinese, con cittadinanza svizzera, in attesa di una possibile partenza. Altri quattro cittadini con doppia cittadinanza hanno deciso di rimanere nella Striscia di Gaza per il momento.

01.11.2023 – 14.00

Il Consiglio federale vuole stanziare più fondi per l’aiuto umanitario

Nella sua seduta di oggi, il Consiglio federale ha deciso di chiedere al Parlamento ulteriori fondi per l’aiuto umanitario in Israele, nel Territorio palestinese occupato e nei Paesi limitrofi. I 90 milioni di franchi previsti saranno destinati alle seguenti organizzazioni:

Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR)

15 milioni

Società nazionali della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa (FICR)

15 milioni

Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (UNOCHA)

25 milioni

Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (UNICEF)

10 milioni

Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite (PAM)

10 milioni

Organizzazione mondiale della sanità (OMS), Medici senza frontiere, Fondazione Terre des Hommes Svizzera, Médecins du Monde Svizzera

15 milioni

Di questi importi, per un totale di 90 milioni di franchi, 4 milioni di franchi sono contributi propri del DFAE. Il credito aggiuntivo richiesto ammonta quindi a 86 milioni di franchi.

30.10.2023 – 21.00

Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite: Riunione d'emergenza sulla situazione in Medio Oriente

A fronte di un'intensificazione delle ostilità in Medio Oriente nel corso del fine settimana, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha tenuto oggi una riunione d'emergenza. La Svizzera ha ribadito che la necessità di proteggere la popolazione civile è e deve rimanere un compito centrale del Consiglio di sicurezza dell'ONU. La popolazione civile deve essere protetta in Israele, nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania.

La Svizzera condanna esplicitamente gli attacchi terroristici e la presa di ostaggi da parte di Hamas. Chiede il rilascio immediato e incondizionato degli ostaggi ed esprime la sua solidarietà alla popolazione israeliana. A tre settimane dall'inizio delle ostilità, la situazione umanitaria a Gaza è drammatica. La popolazione soffre la mancanza di beni di prima necessità, quali acqua ed elettricità. A fronte di questa situazione, la Svizzera invita tutte le parti ad adempiere agli obblighi previsti dal diritto umanitario internazionale e a consentire un accesso umanitario rapido, sicuro e senza ostacoli agli aiuti umanitari a Gaza.

Vista sulla sala del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
A fronte di un'intensificazione delle ostilità in Medio Oriente nel corso del fine settimana, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha tenuto oggi una riunione d'emergenza. © DFAE

Il diritto umanitario internazionale, comprese le Convenzioni di Ginevra, ha validità universale. Fornisce il quadro giuridico per la protezione delle popolazioni civili nei conflitti. La Svizzera riconosce il legittimo desiderio di Israele di garantire la propria difesa e sicurezza nazionale. Ricorda che il diritto internazionale umanitario tiene conto di esigenze legittime come la sicurezza e la necessità militare, motivo per cui deve essere rispettato senza eccezioni. Le violazioni del diritto umanitario internazionale e del diritto dei diritti umani in Medio Oriente devono essere indagate e i responsabili chiamati a risponderne.

Nelle ultime settimane, nell'ambito del Consiglio di Sicurezza e dell'Assemblea Generale dell'ONU, la Svizzera si è schierata a favore di misure quali le pause umanitarie e il cessate il fuoco umanitario. Ha di nuovo invitato il Consiglio di Sicurezza a collaborare al fine di porre fine alle violenze. Nelle ultime due settimane, quattro risoluzioni sul Medio Oriente sono state bocciate dal Consiglio. La Svizzera continua a impegnarsi attivamente a favore di un'azione comune del Consiglio di Sicurezza e di una soluzione pacifica.

Dichiarazione della Svizzera sulla situazione in Medio Oriente, Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, 30.10.2023 (fr)

Di cosa si occupa la Svizzera nel Consiglio di sicurezza dell'ONU?

27.10.2023 – 21.00

L'Assemblea generale delle Nazioni Unite adotta una risoluzione sulla situazione in Medio Oriente

La situazione umanitaria in Medio Oriente peggiora ogni giorno di più, in particolare a Gaza. Dopo il fallimento di quattro risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, il 27 ottobre il Presidente dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite (GA) ha convocato una sessione speciale urgente dell'Assemblea dedicata al Medio Oriente. Essa è stata sollecitata da diversi Stati. Con una maggioranza di 121 voti a favore, 14 contrari e 44 astensioni, l'Assemblea Generale ha adottato una risoluzione sulla situazione in Medio Oriente (fr). La risoluzione esige una tregua umanitaria immediata, un accesso umanitario rapido, senza ostacoli e sicuro alla Striscia di Gaza e il rispetto del diritto umanitario internazionale da parte di tutte le parti in conflitto. La Svizzera ha sostenuto la risoluzione. Evidenziando la protezione della popolazione civile, la risoluzione trae ispirazione dalla bozza di risoluzione del Brasile al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, fallita la scorsa settimana a causa del veto degli Stati Uniti.

La Svizzera si è schierata per condannare esplicitamente gli attacchi terroristici di Hamas e ha reclamato il rilascio immediato e incondizionato degli ostaggi. Un emendamento in tal senso, presentato dal Canada e sostenuto dalla Svizzera, non ha ottenuto i voti necessari.

Il diritto umanitario internazionale, comprese le Convenzioni di Ginevra, ha validità universale. Fornisce il quadro giuridico per la protezione delle popolazioni civili nei conflitti. La Svizzera riconosce il legittimo desiderio di Israele di garantire la propria difesa e sicurezza nazionale. Ricorda che il diritto internazionale umanitario tiene conto di esigenze legittime come la sicurezza e la necessità militare, motivo per cui deve essere rispettato senza eccezioni. Le violazioni del diritto umanitario internazionale e del diritto dei diritti umani in Medio Oriente devono essere indagate e i responsabili chiamati a risponderne.

La Svizzera condanna con la massima severità gli attacchi terroristici di Hamas. A tre settimane dall'inizio delle ostilità, la situazione umanitaria nella Striscia di Gaza è drammatica. La popolazione soffre la mancanza di beni di prima necessità, quali acqua ed elettricità. A fronte di questa situazione, la Svizzera chiede a tutte le parti di adempiere agli obblighi previsti dal diritto umanitario internazionale, di proteggere la popolazione civile e di consentire un accesso rapido, sicuro e senza ostacoli agli aiuti umanitari a Gaza.

Dichiarazione di voto (fr, en)

Risoluzione, Assemblea Generale delle Nazioni Unite, 27.10.2023 (fr)

25.10.2023 – 22.30

Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite: Nessun accordo sulla risoluzione relativa alla situazione in Medio Oriente

Il 25 ottobre 2023, Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha votato una bozza di risoluzione degli Stati Uniti sulla situazione in Medio Oriente. L'adozione della risoluzione è fallita a causa del veto di Russia e Cina. La Svizzera ha sostenuto la risoluzione poiché avrebbe rappresentato un passo avanti da parte del Consiglio di Sicurezza per proteggere la popolazione civile in Medio Oriente. La risoluzione sottolineava anche le pause umanitarie come misura di accesso umanitario. La Svizzera ha partecipato attivamente ai negoziati che hanno preceduto il voto, al fin di garantire che il diritto umanitario internazionale e le pause umanitarie venissero sancite nel testo della risoluzione.

Il Consiglio ha votato anche su una bozza di risoluzione russa che non ha ottenuto una maggioranza. La Svizzera si è astenuta dal voto. La proposta russa chiedeva un cessate il fuoco umanitario, a cui la Svizzera aderiscein linea di principio, ma nel testo della risoluzione, peraltro non consultato preventivamente dai membri del Consiglio, presentava elementi che non corrispondevano alla posizione e alle valutazioni della Svizzera.

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si riunisce a New York.
Il 25 ottobre 2023, Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha votato una bozza di risoluzione sulla situazione in Medio Oriente. © UN Photo

Il giorno prima, in un dibattito aperto al Consiglio di Sicurezza dell'ONU, la Svizzera ha ribadito la propria condanna gli attacchi di terroristici, il lancio indiscriminato di razzi contro la popolazione israeliana e la presa di ostaggi da parte di Hamas. Ha inoltre ribadito il legittimo desiderio di Israele di difesa e sicurezza nazionale e ha esortato tutte le parti a rispettare il diritto internazionale, in particolare il diritto umanitario internazionale. Ha inoltre invitato ad adottare misure di de-escalation. Poiché, la Svizzera ha sollecitato tutte le parti a eliminare gli ostacoli alla consegna rapida, sicura e libera degli aiuti a Gaza.

In quanto Stato depositario delle Convenzioni di Ginevra, la Svizzera considera la protezione dei civili una priorità assoluta al Consiglio di Sicurezza. «È essenziale proteggere la popolazione civile in Israele e a Gaza. Ci impegniamo a favore di un Consiglio di Sicurezza che consideri il rispetto del diritto umanitario internazionale una priorità, soprattutto nei casi urgenti», ha dichiarato l'Ambasciatrice svizzera Maya Tissafi, capa della Divisione Medio Oriente e Nord Africa (MENA) e responsabile della Task Force Medio Oriente, a New York.

Nel suo intervento, la Svizzera ha sottolineato il suo impegno dalla scorsa settimana affinché il Consiglio adotti una risoluzione che consenta pause umanitarie e un accesso rapido, sicuro e senza ostacoli alle forniture di soccorso a Gaza. La scorsa settimana, due risoluzioni sono fallite per mancanza di voti e per il veto degli Stati Uniti.

La Svizzera rimane convinta che le pause umanitarie siano urgenti e necessarie, affinché la popolazione civile possano ricevere di beni essenziali nonché le organizzazioni umanitarie possano accedere alla Striscia di Gaza in conformità con il diritto umanitario internazionale. Per raggiungere questo obiettivo, il Consiglio di Sicurezza dovrà individuare una soluzione. La Svizzera mantiene il suo impegno in tal senso.

La Svizzera ha sollecitato il Consiglio di Sicurezza dell'ONU a intensificare gli sforzi per adempiere alla sua responsabilità di proteggere i civili. Le misure umanitarie di emergenza sono essenziali nell'attuale contesto di escalation del conflitto. L'obiettivo di una pace sostenibile in Medio Oriente, basata su una soluzione a due Stati, non va perso di vista.

Dichiarazione dopo il voto: Situazione in Medio Oriente, 25.10.2023 (fr) 

Dichiarazione della Svizzera sulla situazione in Medio Oriente, Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, 24.10.2023

Di cosa si occupa la Svizzera nel Consiglio di sicurezza dell'ONU?

25.10.2023 – 13.00

Il DFAE sospende il suo sostegno finanziario a 11 ONG palestinesi e israeliane

Alla luce della nuova situazione creatasi dopo l'attacco di Hamas a Israele del 7 ottobre e la ripresa delle ostilità in Medio Oriente, il DFAE ha deciso di sospendere il proprio sostegno finanziario a undici ONG locali (sei palestinesi e cinque israeliane). Queste organizzazioni operano principalmente nel campo dei diritti umani e sono sostenute nell'ambito dei programmi di cooperazione del Dipartimento in Medio Oriente. Questa decisione consentirà di analizzare in modo approfondito la conformità della comunicazione di queste organizzazioni con il Codice di condotta e la clausola antidiscriminazione del DFAE, a cui sono soggetti i partner esterni. Le attività di cooperazione del DFAE in Medio Oriente devono adattarsi al nuovo contesto che si è venuto a creare dopo la ripresa delle ostilità. La pertinenza e la fattibilità dei programmi dovranno quindi essere analizzate in termini generali.

Il DFAE attribuisce grande importanza all’uso oculato del proprio sostegno finanziario. Il DFAE effettua sistematicamente un attento controllo di tutti i suoi partner, ad esempio attraverso visite sul campo o scambi con terze parti. La task force istituita dal Consiglio federale è stata inoltre incaricata di effettuare un'analisi dettagliata dei flussi finanziari legati al programma di cooperazione in Medio Oriente (cfr. comunicato stampa del Consiglio federale dell’11.10.2023).

24.10.2023 – 10.00

I cinque esperti svizzeri del team Disaster Victim Identification DVI CH sono rientrati in Svizzera. Hanno fornito supporto alle autorità israeliane nell'identificazione delle vittime dell'attacco terroristico perpetrato da Hamas.

La missione di cinque giorni in Israele, avvenuta a seguito di una richiesta ufficiale delle autorità israeliane, ha permesso di portare avanti il necessario lavoro forense.

22.10.2023 – 16.00

Il 21 ottobre 2023, un primo convoglio costituito da diversi camion ha consegnato alla Striscia di Gaza aiuti umanitari urgenti e necessari. Il convoglio ha attraversato il valico di frontiera di Rafah sabato mattina. In una dichiarazione, il DFAE ha salutato l'apertura del valico per le consegne di aiuti umanitari. Ha sottolineato la necessità di consegne regolari in acqua, medicine e cibo per assistere la popolazione della Striscia di Gaza.

Nel frattempo, un altro convoglio con beni umanitari ha raggiunto il valico di frontiera di Rafah, nel versante egiziano, e proseguirà verso Gaza. Il DFAE sottolinea che, oltre alle consegne di aiuti, servono anche pause umanitarie per fornire alla popolazione il sostegno necessario e urgente. Ringrazia l'Egitto, le Nazioni Unite e tutte le parti coinvolte che hanno reso finora possibile la consegna degli aiuti.

18.10.2023 – 17.00

Le popolazioni civili di Israele e della Striscia di Gaza sono le prime vittime del nuovo conflitto in Medio Oriente. Migliaia di persone in Israele e a Gaza, tra cui centinaia di bambini, hanno già perso la vita. A fronte della situazione, il 18 ottobre 2023 il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha votato una risoluzione presentata dal Brasile, che condanna gli attacchi di Hamas e esorta le parti a rispettare il diritto umanitario internazionale, a proteggere la popolazione civile e a permettere agli aiuti umanitari di raggiungere Gaza. La Svizzera ha sostenuto la risoluzione. L'adozione della risoluzione è fallita a causa di un veto americano. Il progetto di risoluzione presentato dal Brasile mirava a raggiungere un consenso all'interno del Consiglio di Sicurezza e presentava punti essenziali a parere della Svizzera. La Svizzera esprime quindi rammarico per il rifiuto odierno di questa importante risoluzione.

Lunedì sera, una risoluzione presentata dalla Russia è stata bocciata per mancanza di maggioranza. Il testo non presentava un riferimento chiaro al diritto internazionale umanitario, una delle priorità della Svizzera in seno al Consiglio di Sicurezza. La Svizzera si è astenuta durante il voto.

All'interno del Consiglio di Sicurezza, la Svizzera continua ad impegnarsi per trovare soluzioni che garantiscano che il Consiglio si assuma la responsabilità di proteggere le popolazioni civili in Medio Oriente. Ma rimane attiva anche al di fuori del Consiglio di Sicurezza, a livello multilaterale e bilaterale, per migliorare la situazione umanitaria nella regione.

Riunione di emergenza dopo l'esplosione all'ospedale Al-Ahli di Gaza

Subito dopo il voto sulla risoluzione, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha tenuto una riunione d'emergenza per discutere dell'esplosione all'ospedale Al-Ahli di Gaza. Secondo le Nazioni Unite, centinaia di persone sono state uccise e numerose ferite. La Svizzera ribadisce la necessità di proteggere gli ospedali e i civili in conformità con il diritto internazionale umanitario. Occorre condurre un'indagine approfondita.

L'impegno della Svizzera in seno al Consiglio di sicurezza per migliorare la situazione in Medio Oriente

Negli ultimi giorni, la Svizzera ha preso posizione sull'escalation della situazione in Medio Oriente in seno al Consiglio di sicurezza dell'ONU, durante diverse riunioni a porte chiuse. Venerdì scorso ha condannato ancora una volta gli atti terroristici di Hamas e ha riconosciuto il legittimo desiderio di Israele di garantire la propria difesa e sicurezza nazionale. Ha invitato entrambe le parti a rispettare il diritto internazionale e ha sottolineato che gli aiuti umanitari e medici devono essere forniti rapidamente e senza ostacoli. Durante i negoziati sulla risoluzione, la Svizzera si è impegnata a perseguire due obiettivi: tra questi, la condanna degli atti terroristici e la protezione della popolazione civile, nonché il rispetto del diritto internazionale, in particolare del diritto umanitario internazionale e dei diritti umani.

La Svizzera rimane convinta che una soluzione duratura al conflitto mediorientale possa essere raggiunta solo con mezzi pacifici. Questa deve basarsi su una soluzione a due Stati negoziata da entrambe le parti, in conformità con il diritto internazionale e le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

Di cosa si occupa la Svizzera nel Consiglio di sicurezza dell'ONU?

17.10.2023 – 22.00

Centinaia di persone hanno probabilmente perso la vita in un’esplosione che ha colpito un ospedale di Gaza. In una dichiarazione, il DFAE chiede un'indagine approfondita sull'incidente e ricorda che gli ospedali e i civili devono sempre essere protetti, in conformità con il diritto internazionale umanitario.

17.10.2023 – 18.00

Cinque esperti svizzeri della polizia scientifica e di medicina legale sono giunti in Israele martedì 17 ottobre 2023. Assisteranno le autorità competenti nell'identificazione delle vittime dell'attacco terroristico di Hamas. La durata del mandato degli esperti dipenderà dalle esigenze delle autorità israeliane.

Nell'ambito dell'aiuto umanitario, Israele ha chiesto il sostegno della Svizzera per l'identificazione delle vittime dell'attentato del 7 ottobre. La Svizzera ha approvato questa richiesta e il DFAE ha affidato a fedpol con il Disaster Victim Identification DVI CH - il team nazionale per l'identificazione delle vittime di catastrofi - l'attuazione di questa richiesta. Il compito principale degli specialisti svizzeri sarà quello di identificare le persone decedute secondo gli standard internazionali, utilizzando caratteristiche uniche come il DNA e le impronte digitali.

Come per ogni impegno all'estero, la sicurezza degli specialisti è responsabilità delle autorità ospitanti, in consultazione con fedpol e il Centro di gestione delle crisi del DFAE (KMZ). Per garantire la sicurezza degli specialisti svizzeri e il regolare svolgimento dell'intervento, per il momento non saranno diffusi ulteriori dettagli in merito.

17.10.2023 – 17.00

Circa 250 persone sono registrate come turisti in Israele su Travel Admin. Le chiamate alla Helpline del DFAE relative a richieste di assistenza per lasciare il Paese sono diminuite in modo significativo.

16.10.2023 – 18.00

I membri della famiglia di un palestinese impiegato come membro del personale locale del DFAE nella Striscia di Gaza sono stati uccisi in attacchi aerei. Non è possibile fornire ulteriori dettagli per motivi di protezione dei dati e della privacy.

Il DFAE è a conoscenza di nove palestinesi che hanno anche la nazionalità svizzera e si trovano attualmente nella Striscia di Gaza. Il DFAE è in contatto con le persone interessate o i loro parenti e le sostiene per quanto possibile nella loro eventuale partenza.

Il DFAE è anche a conoscenza di tre palestinesi, anch'essi in possesso della cittadinanza svizzera, che sono riusciti a lasciare la Cisgiordania da soli.

15.10.2023 – 13.00

Le chiamate alla Helpline DFAE sono in netto calo. Il numero delle persone registrate su Travel Admin è sceso a circa 280. Il DFAE rimane in contatto con i cittadini svizzeri in loco e garantisce assistenza laddove possibile.

In base alle informazioni di cui dispone il DFAE, i voli commerciali da Israele continueranno a essere operativi. SWISS non prevede per il momento altri voli speciali. Il DFAE non prevede partenze organizzate dalla Confederazione per i cittadini svizzeri in partenza da Israele e raccomanda quindi di esaminare altre possibilità di partenza.

Il DFAE ricorda ai cittadini svizzeri di seguire le istruzioni delle autorità locali in Israele. In conformità con la Legge sugli Svizzeri all'estero, il DFAE e le sue rappresentanze informeranno le persone e le loro famiglie in caso di situazioni di crisi e forniranno loro assistenza, ove possibile. Le raccomandazioni di sicurezza del DFAE devono essere seguite.

I consigli di viaggio del DFAE per i Paesi della regione, pubblicati su Internet, sono aggiornati e riflettono la valutazione attuale della situazione. Vengono controllati regolarmente.

14.10.2023 – 12.00

In collaborazione con SWISS, fino a venerdì 13 ottobre sono stati effettuati quattro voli speciali Zurigo - Tel Aviv - Zurigo. Secondo SWISS, questi quattro voli speciali hanno permesso a circa 880 persone di tornare in Svizzera. Il personale dell'ambasciata di Tel Aviv ha fornito assistenza in aeroporto ai cittadini svizzeri in partenza. Il DFAE è anche a conoscenza di viaggiatori che hanno potuto lasciare il Paese in modo indipendente con altri voli. Tuttavia, non sono disponibili informazioni più precise sul numero esatto.

I due voli speciali SWISS previsti per sabato 14 ottobre sono stati cancellati a breve termine da SWISS per motivi di sicurezza. Di conseguenza, la hotline di prenotazione è stata sospesa prematuramente venerdì. Il DFAE sta esaminando altre opzioni per aiutare i cittadini svizzeri in Israele a lasciare il Paese. 

Le chiamate alla Helpline del DFAE sono diminuite drasticamente da mercoledì. Lo stesso vale per il numero di persone registrate su Travel Admin, sceso a circa 300. Il DFAE è in contatto con i cittadini svizzeri sul posto e sta fornendo loro assistenza laddove possibile.

Il DFAE conferma che un cittadino israeliano, con doppia nazionalità svizzera, è stato ucciso negli attacchi terroristici di sabato 7 ottobre.

Al momento il DFAE non dispone di informazioni su altre vittime o feriti svizzeri negli attacchi terroristici.

13.10.2023 – 18.00

In collaborazione con SWISS, sono stati effettuati finora tre voli speciali. Il personale dell'ambasciata di Tel Aviv è stato a disposizione all'aeroporto per assistere i cittadini svizzeri che lasciavano il Paese. Secondo SWISS, questi tre voli speciali hanno permesso a circa 660 persone di rientrare in Svizzera.

Su richiesta del DFAE, SWISS ha operato un quarto volo speciale da Zurigo a Tel Aviv venerdì 13 ottobre.

Tuttavia, due voli speciali SWISS previsti per sabato 14 ottobre sono stati cancellati all'ultimo momento dalla compagnia aerea per motivi di sicurezza. Di conseguenza, la hotline di prenotazione è stata chiusa prematuramente. I clienti che hanno già effettuato una prenotazione saranno contattati direttamente da SWISS. La decisione di cancellare i voli precedentemente confermati da SWISS è dovuta a una rivalutazione della situazione da parte della compagnia aerea.

Il DFAE raccomanda ai cittadini svizzeri di verificare anche altre opzioni di voli commerciali o altre possibilità di partenza. Da parte sua, il DFAE sta esaminando altre possibilità per fornire un sostegno sussidiario ai cittadini svizzeri in Israele che vogliono lasciare il Paese.

Il DFAE è a conoscenza di viaggiatori che hanno potuto lasciare il Paese autonomamente con altri voli. Tuttavia non sono disponibili informazioni precise sul numero esatto.

Circa 420 persone con un collegamento con la Svizzera sono ancora registrate su Travel Admin. Il DFAE è in contatto con questi cittadini sul posto e fornisce loro assistenza per quanto possibile.

13.10.2023 – 15.00

A titolo di aiuto umanitario, Israele ha chiesto il sostegno della Svizzera per l'identificazione delle vittime dell'attacco di Hamas.

La Svizzera ha approvato questa richiesta e il DFAE ha affidato a fedpol, insieme al DVI CH - Disaster Victim Identification, il team nazionale per l'identificazione delle vittime di catastrofi - l'attuazione di questa richiesta.

fedpol sostiene e coordina le operazioni della DVI CH all'estero. Per questo motivo, fedpol ha chiesto il supporto di DVI CH. Quest'ultima è attualmente in contatto con le forze di polizia cantonali per preparare e garantire l'impegno richiesto.

Nei prossimi giorni potrebbero essere inviati in Israele tra 10 e 20 specialisti.

Il compito principale degli specialisti svizzeri sarà quello di identificare i defunti secondo gli standard internazionali, utilizzando caratteristiche uniche come il DNA e le impronte digitali.

13.10.2023 – 14.00

Il Consigliere federale e capo del DFAE ha tenuto una conferenza stampa sugli sviluppi in Medio Oriente a margine del vertice GESDA (Geneva Science and Diplomacy Antipation) a Ginevra.


13.10.2023 – 14.00

Il DFAE conferma che un cittadino israeliano, con doppia cittadinanza svizzera, è stato ucciso negli attacchi terroristici di sabato 7 ottobre. L'uomo risiedeva in Israele dal 2004. Il Consigliere federale Ignazio Cassis esprime le sue più sentite condoglianze ai familiari. Per motivi di protezione dei dati e della privacy, non è possibile fornire ulteriori informazioni.

12.10.2023 – 15.00

In collaborazione con SWISS, sono stati effettuati finora due voli speciali. All’aeroporto, il personale dell'Ambasciata di Tel Aviv ha fornito ai cittadini svizzeri che lasciavano il Paese. Secondo SWISS, circa 430 persone sono potute rientrare in Svizzera con questi due voli speciali.

Su richiesta del DFAE, SWISS sta operando altri voli speciali Zurigo - Tel Aviv - Zurigo oggi, giovedì 12, e domani, venerdì 13 ottobre.

Circa 550 persone con un collegamento con la Svizzera sono ancora registrate su Travel Admin. Il DFAE è in contatto con questi cittadini sul posto e fornisce loro assistenza per quanto possibile.

Il DFAE è a conoscenza di viaggiatori che hanno potuto lasciare il Paese autonomamente con altri voli. Non sono disponibili informazioni affidabili sul numero esatto.

Il DFAE raccomanda ai cittadini svizzeri di verificare anche altre opzioni di voli commerciali o altre possibilità di partenza. Da parte sua, il DFAE sta esaminando altre possibilità per fornire un sostegno sussidiario ai cittadini svizzeri in Israele che vogliono lasciare il Paese. Il DFAE fornirà informazioni non appena saranno disponibili altre opzioni di partenza. Non sono previste partenze di cittadini svizzeri da Israele organizzate dalla Confederazione.

Il DFAE sta attualmente esaminando le indicazioni relative a possibili cittadini israeliani scomparsi o deceduti, anch'essi di nazionalità svizzera, ed è in contatto con le autorità locali.

Il DFAE ricorda che i cittadini svizzeri in loco devono seguire le istruzioni delle autorità locali. Conformemente alla Legge sugli Svizzeri all'estero, il DFAE e le rappresentanze informano le persone fisiche e i loro parenti in caso di situazioni di crisi e forniscono loro assistenza nella misura del possibile. Le raccomandazioni del DFAE in materia di sicurezza devono essere rispettate. La decisione di lasciare un'area di crisi è presa volontariamente, a proprio rischio e a spese del singolo. La Confederazione può partecipare alle misure di ricerca e salvataggio dello Stato ricevente o di altri Stati.

I consigli di viaggio del DFAE per Israele, i Territori palestinesi occupati e il Libano pubblicati su Internet riflettono la valutazione attuale della situazione e vengono costantemente aggiornati.

11.10.2023 – 16.00

Nella sua seduta dell’11 ottobre 2023 il Consiglio federale ha discusso dei recenti, scioccanti attacchi contro civili in Israele sferrati da Hamas a partire dalla Striscia di Gaza. Il Governo condanna con la massima fermezza gli atti terroristici e chiede l’immediato rilascio degli ostaggi detenuti da Hamas. Dinanzi a questa situazione, la Svizzera deve essere in grado di agire in modo efficace e concertato. L’Esecutivo ha pertanto deciso di ampliare la task force istituita dal Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) e di trasformarla in una task force del Consiglio federale. Quest’ultimo ritiene che Hamas debba essere classificato come organizzazione terroristica.

Comunicato stampa: Il Consiglio federale condanna gli attacchi terroristici di Hamas in Israele e rafforza la sua capacità di azione

11.10.2023 – 13.00

Su richiesta del DFAE, SWISS opererà un secondo volo speciale Zurigo – Tel Aviv – Zurigo oggi, mercoledì 11 ottobre, e un terzo giovedì 12 ottobre per circa 215 passeggeri ciascuno. Il 10 ottobre SWISS aveva già rimpatriato in Svizzera un totale di 218 persone.

Il DFAE raccomanda ai cittadini svizzeri di verificare anche altre opzioni di voli commerciali e altre possibilità di partenza. Da parte sua, il DFAE sta esaminando altre soluzioni per fornire assistenza sussidiaria ai cittadini svizzeri in Israele che desiderano lasciare il Paese. Il DFAE è anche in contatto con i Paesi partner per quanto riguarda le opzioni di partenza. Il DFAE comunicherà nuovamente la situazione non appena saranno disponibili altre opzioni. Non è prevista alcuna partenza organizzata di cittadini svizzeri da Israele.

Il DFAE sta esaminando le informazioni relative a eventuali cittadini israeliani scomparsi o deceduti che hanno anche la nazionalità svizzera ed è in contatto con le autorità locali.

I consigli di viaggio del DFAE per Israele pubblicati su Internet riflettono la valutazione attuale della situazione. Vengono verificati costantemente.

10.10.2023

Su richiesta del DFAE, martedì 10 ottobre SWISS ha attivato un volo speciale per i cittadini svizzeri, che consentirà a circa 220 cittadini svizzeri di viaggiare da Tel Aviv a Zurigo. La prenotazione e il pagamento di questo volo speciale sono stati gestiti da un call center SWISS.

Su richiesta del DFAE, mercoledì 11 ottobre SWISS opererà un altro volo speciale Zurigo - Tel Aviv - Zurigo per circa 220 persone. Si stanno esaminando altre opzioni in collaborazione con Paesi terzi per aiutare i cittadini svizzeri che desiderano lasciare il Paese.

L'aeroporto di Tel Aviv è attualmente operativo, ma può essere temporaneamente chiuso in qualsiasi momento per motivi di sicurezza. Il DFAE non prevede alcuna partenza organizzata di cittadini svizzeri da Israele.

Il DFAE raccomanda ai cittadini svizzeri di esaminare e prenotare altre opzioni di volo commerciale. Il DFAE sta esaminando altre possibilità per fornire assistenza sussidiaria ai cittadini svizzeri in Israele per lasciare il Paese. Non appena saranno disponibili altre opzioni di partenza, verranno comunicate.

Al momento il DFAE non dispone di informazioni su eventuali vittime svizzere. I consigli di viaggio del DFAE per Israele pubblicati su Internet riflettono la valutazione attuale della situazione e vengono costantemente aggiornati. Il DFAE è a conoscenza di un video in cui si parla di vittime svizzere di rapimenti. Il DFAE sta chiarendo i fatti con le autorità competenti. Al momento il DFAE non dispone di informazioni ufficiali su eventuali ostaggi svizzeri.

Attualmente, circa 28 000 cittadini svizzeri e le loro famiglie sono ufficialmente registrati in Israele e nei Territori palestinesi occupati, dove vivono e risiedono. Circa 600 persone con legami con la Svizzera sono registrate sull’app Travel Admin. Il DFAE è in contatto con i cittadini sul posto e fornisce loro assistenza nella misura del possibile.

Ad oggi, la Helpline del DFAE ha ricevuto circa 750 chiamate relative alla situazione in Israele. Le chiamate provengono da persone che si trovano attualmente in Israele, da parenti preoccupati o da persone che stanno pianificando un viaggio in Israele nel prossimo futuro.

Il DFAE ricorda ai cittadini svizzeri in Israele di seguire le istruzioni delle autorità locali. In conformità con la Legge sugli Svizzeri all'estero, il DFAE e le sue rappresentanze informeranno le persone e i loro parenti in caso di situazioni di crisi e forniranno loro assistenza, nei limiti del possibile. Le raccomandazioni di sicurezza del DFAE devono essere rispettate. La decisione di lasciare una regione in crisi è presa volontariamente, a rischio e a spese della persona che lascia la regione.  La Confederazione può partecipare alle misure di ricerca e salvataggio dello Stato ospitante o di altri Stati.

09.10.2023

Il DFAE non dispone di informazioni su eventuali vittime svizzere o su eventuali cittadini svizzeri rapiti. I consigli di viaggio del DFAE per Israele pubblicati su Internet riflettono la valutazione attuale della situazione e vengono costantemente aggiornati.

Attualmente, circa 28 000 cittadini svizzeri e le loro famiglie sono ufficialmente registrati in Israele e nei Territori palestinesi occupati, dove vivono e risiedono. Circa 430 persone legate alla Svizzera sono registrate nell'applicazione Travel Admin. Il DFAE è in contatto con questi cittadini sul posto e li sostiene nei limiti del possibile.

Ad oggi, la Helpline del DFAE ha ricevuto circa 500 chiamate relative alla situazione in Israele. Le chiamate provengono da persone che si trovano attualmente in Israele, da parenti preoccupati o da persone che stanno pianificando un viaggio in Israele nel prossimo futuro.

L'aeroporto di Tel Aviv è operativo ma potrebbe essere temporaneamente chiuso per motivi di sicurezza. Il DFAE non organizza direttamente le partenze da Israele. Su richiesta del DFAE, SWISS ha programmato un volo speciale da Tel Aviv a Zurigo per martedì 10 ottobre, destinato principalmente alle prenotazioni dei cittadini svizzeri in Israele. A causa di problemi tecnici nella procedura di prenotazione SWISS per questo volo, non è stato possibile effettuare le prenotazioni online come inizialmente annunciato dal DFAE; i problemi sono stati risolti nel frattempo e le prenotazioni possono ora essere effettuate tramite un call center SWISS.

Coloro che desiderano lasciare il Paese devono trovare collegamenti aerei o altre opzioni di partenza. Maggiori informazioni seguiranno quando il DFAE verrà a conoscenza di partenze organizzate da Paesi partner di cui potranno beneficiare i cittadini svizzeri.

Comunicato stampa: Situazione in Israele / Territorio palestinese occupato: il DFAE istituisce una task force, 09.10.2023

08.10.2023 – 23.00

Il Consiglio di sicurezza si è riunito oggi in consultazioni a porte chiuse sulla situazione in Medio Oriente. La Svizzera ha condannato gli attacchi particolarmente scioccanti, compresi gli atti di terrore e il lancio indiscriminato di razzi da parte di Hamas contro Israele. Ha chiesto il rilascio immediato delle persone prese in ostaggio e attualmente detenute a Gaza. Ha inoltre deplorato tutte le vittime civili e ha invitato tutte le parti a proteggere la popolazione civile e a rispettare gli obblighi previsti dal diritto internazionale umanitario. Per la Svizzera, la priorità deve essere la de-escalation. Ha invitato i responsabili a fare tutto il possibile per stabilire un cessate il fuoco ed evitare un'escalation regionale. Ha rivolto questo appello a tutti gli Stati che possono esercitare un'influenza sulle parti.

08.10.2023 – 15.00

La Suisse condamne les tirs de roquettes effectués par le Hamas et les attaques menées contre Israël, y compris de nombreux civils, depuis la bande de Gaza. La Suisse appelle à la libération immédiate des personnes qui ont été prises en otages et sont actuellement détenues à Gaza.

La population civile doit être protégée et le droit international respecté en tout temps. Nous demandons un arrêt immédiat de la violence afin d'éviter une escalade continue, y compris régionale.

Le DFAE suit de près la situation en Israël et en TPO. L'ambassade de Suisse à Tel Aviv ainsi que le bureau de représentation à Ramallah sont opérationnels et répondent aux demandes des ressortissants et ressortissantes suisses y compris durant cette fin de semaine. Elles sont également en contact avec les autorités compétentes sur place.

Le DFAE ne dispose actuellement d'aucune information concernant des victimes suisses. Les conseils aux voyageurs du DFAE pour Israël publiés sur Internet correspondent à l'évaluation actuelle de la situation. Ils sont vérifiés en permanence.

Actuellement, environ 28’000 ressortissants suisses et leurs familles sont officiellement enregistrés en Israël et dans le Territoire palestinien occupé, où ils vivent et résident. Environ 310 personnes ayant un lien avec la Suisse sont enregistrées dans l'application Travel Admin. Le DFAE est en contact avec ces ressortissants et ressortissantes sur place et les soutient dans la mesure du possible.

La Helpline du DFAE a reçu jusqu'à présent quelque 230 appels concernant la situation en Israël. Ces demandes proviennent de personnes se trouvant actuellement sur place, de proches inquiets ou de personnes ayant planifié un voyage en Israël prochainement.

Le DFAE rappelle que les ressortissants suisses sur place doivent suivre les instructions des autorités locales. Conformément à la loi sur les Suisses de l'étranger, le DFAE et les représentations informent les personnes physiques et leurs proches en cas de situation de crise et leur apportent une assistance dans la mesure du possible. Les recommandations de sécurité du DFAE doivent être respectées. La décision de quitter une région en crise est prise volontairement, aux risques et aux frais de la personne qui quitte la région. La Confédération peut participer aux mesures de recherche et de sauvetage de l'Etat d'accueil ou d'autres Etats.

L’aéroport de Tel Aviv est actuellement ouvert, toutefois l’offre de vols commerciaux est réduite. Le DFAE ne procède pas lui-même à des départs organisés d’Israël. Lorsque le DFAE a connaissance de départs organisés par des pays partenaires, dont les ressortissants suisses peuvent bénéficier, une communication est partagée avec l’ensemble des personnes inscrites auprès de l’ambassade suisse à Tel Aviv et sur Travel admin.

07.10.2023

La Svizzera condanna l'odierno lancio indiscriminato di razzi da parte di Hamas e gli attacchi da Gaza verso Israele. I civili devono essere protetti e il diritto internazionale deve essere sempre rispettato. Chiediamo la cessazione immediata della violenza per evitare un'ulteriore escalation.

Il DFAE segue da vicino la situazione degli scontri in Israele. L'Ambasciata svizzera a Tel Aviv è operativa e in contatto con le autorità competenti e sono in corso ulteriori chiarimenti. Al momento il DFAE non dispone di informazioni su eventuali vittime svizzere. I consigli di viaggio del DFAE per Israele pubblicati su Internet corrispondono all’attuale valutazione della situazione. I consigli di viaggio sono costantemente riesaminati e sono stati aggiornati oggi.

Attualmente, circa 28.000 cittadini svizzeri sono ufficialmente registrati in Israele e nei Territori palestinesi occupati, dove vivono e risiedono. Circa 140 persone che hanno legami con la Svizzera sono registrate nell’App Travel Admin.

Il DFAE ricorda che i cittadini svizzeri devono seguire le istruzioni delle autorità locali. In situazioni di crisi, i cittadini svizzeri all'estero sono tenuti a informarsi sulla situazione attuale, in particolare attraverso i media e le comunicazioni delle autorità locali. La decisione di effettuare o interrompere un viaggio è a discrezione e responsabilità dei viaggiatori stessi. I viaggi di ritorno devono essere organizzati individualmente o tramite un'agenzia di viaggi.

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