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Vent’anni fa veniva lanciata un’iniziativa volta a trovare, insieme alle imprese del settore minerario e del gas nonché alle compagnie petrolifere, soluzioni adeguate per prevenire le violazioni dei diritti umani. Si tratta dei «Principi volontari», che favoriscono il dialogo tra governi, imprese e ONG. La Svizzera è membro dell’iniziativa e, durante il suo anno di presidenza che si conclude a marzo 2020, si è adoperata per rafforzare questo approccio multi-partner sul campo, conformemente alla Strategia di politica estera 2020-2023, con risultati convincenti.
La regione del Copperbelt, nella Repubblica democratica del Congo (RDC), è ricca di rame (verde) e cobalto (nero), indispensabili per la produzione di batterie ricaricabili per auto elettriche. © DFAE
Instaurare un dialogo tra le autorità, il settore privato e la società civile: è questa l’idea alla base dell’iniziativa «Principi volontari sulla sicurezza e i diritti umani», lanciata nel 2000.
Per le imprese che operano spesso in contesti complessi o addirittura fragili, aderire – su base volontaria – all’ iniziativa significa disporre delle linee guida necessarie per individuare i rischi a cui vanno incontro, per esempio quando lavorano con forze di sicurezza pubbliche o società private per proteggere le proprie attività. Possono adottare misure apposite per prevenire eventuali violazioni dei diritti umani o per evitare di esacerbare conflitti già esistenti.
Anche per gli Stati, i Principi volontari rappresentano uno strumento prezioso, in particolare per adempiere il loro obbligo di far rispettare i diritti umani. Inoltre, le ONG possono mettere a disposizione le loro competenze in merito a temi specifici o a determinate sfide sociali, partecipando da vicino all’elaborazione di soluzioni costruttive.
Concretamente, apposite piattaforme per mettere in contatto imprese, rappresentanti delle autorità e ONG locali sono state create in Perù, Ghana, Nigeria e Myanmar e gruppi di contatto analoghi saranno istituiti nella Repubblica democratica del Congo (RDC), in Colombia e in Indonesia.
In Ghana, per esempio, una piattaforma di questo tipo esiste dal 2017 e favorisce, in particolare, un miglior coordinamento tra le imprese attive nel settore del gas e del petrolio e le comunità costiere del Golfo di Guinea. Un altro esempio è la Nigeria, dove le forze di sicurezza impegnate nel Delta del Niger hanno seguito formazioni specifiche per poter operare nel rispetto dei diritti umani.
Questo approccio pragmatico, che consente di trovare soluzioni adeguate sul campo per far fronte alle sfide locali e di promuovere le buone pratiche, è sostenuto dalla Svizzera, che ha aderito all’iniziativa «Principi volontari sulla sicurezza e i diritti umani» nel 2011. I Principi volontari sono in linea con la sua politica, che nel complesso parte dal principio che è possibile trovare un terreno comune tra gli interessi economici e il rispetto dei diritti umani.
A livello istituzionale, il Piano d’azione nazionale concernente l’applicazione dei Principi guida delle Nazioni Unite sula questione delle imprese e dei diritti umani per il periodo 2020-2023 e la Strategia di politica estera 2020-2023, adottati dal Consiglio federale, rappresentano il quadro di riferimento per un comportamento responsabile delle imprese nel campo dei diritti umani in tutte le loro attività, sia in Svizzera che all’estero. Entrambi i documenti sono in linea con i Principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani.
La Svizzera svolge quindi un ruolo attivo e di primo piano in diverse iniziative multi-partner, come il Codice di condotta internazionale per i servizi privati di sicurezza (ICoC) e i Principi volontari. Inoltre, in vista del ventesimo anniversario di questi ultimi, che si celebra nel 2020, ha assunto per la seconda volta la presidenza dell’iniziativa relativa.
In questo contesto, l’azione concreta della Svizzera consiste -in particolare- nel contattare, tramite il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) e la Segreteria di Stato dell’economia (SECO), le imprese dei settori interessati con sede sul suo territorio, nonché le autorità dei Paesi in cui si estraggono le materie prime, al fine di incoraggiare le imprese e i governi ad aderire ai Principi volontari.
Inoltre, nell’ambito dei propri contatti bilaterali e multilaterali, la Svizzera si adopera per promuovere il dialogo tra il settore privato, le autorità e la società civile sulle buone pratiche in materia di sicurezza e diritti umani.
Durante il suo anno di presidenza (2019-2020), la Svizzera ha posto l’accento sull’attuazione pratica dell’iniziativa e sulla sua estensione ad altri membri.
Tra i numerosi risultati positivi ottenuti figura anche l’apertura dell’iniziativa a un nuovo settore, con l’ingresso di un’impresa del cosiddetto agribusiness. Inoltre, per la prima volta, ha aderito ai Principi volontari anche un’impresa cinese. Per quanto riguarda gli Stati, la RDC ha presentato la propria candidatura per aderire all’iniziativa. Si tratta di un altro sviluppo positivo, dopo l’adesione del Ghana, visto che l’impegno dei Paesi produttori è fondamentale per rafforzare l’efficacia sul campo e coinvolgere le istituzioni nazionali.
Proseguendo con la sua strategia che consiste nel concentrarsi sui Paesi che trarrebbero i maggiori benefici dall’attuazione dei Principi volontari, come per esempio la RDC, la Nigeria o la Cina, la Svizzera ha investito in progetti mirati come la formazione delle forze di polizia o la promozione del dialogo tra la società civile, le imprese e le autorità. Ha inoltre rafforzato i gruppi di lavoro, in particolare nella RDC, per garantire una maggiore efficacia dei Principi volontari nell’Africa francofona.
Infine, in collaborazione con i suoi partner, la Svizzera ha facilitato la firma di un accordo con la principale camera di commercio della Cina per sviluppare strumenti adatti al contesto cinese. Data l’importanza degli investimenti cinesi in tutto il mondo, la Svizzera ritiene indispensabile coinvolgere questo partner per poter dimostrare concretamente, a livello globale, che l’economia e i diritti umani non sono inconciliabili, anzi possono rafforzarsi a vicenda.
L’iniziativa «Principi volontari sulla sicurezza e i diritti umani» è stata lanciata nel 2000.
Si è poi sviluppata attraverso il dialogo tra vari governi (primi fra tutti Stati Uniti, Gran Bretagna, Paesi Bassi e Norvegia), imprese dell’industria mineraria, petrolifera e del gas nonché tra diverse ONG attive nel campo dei diritti umani.
Il suo obiettivo è conciliare meglio le esigenze di sicurezza delle imprese con il rispetto dei diritti umani. I Principi volontari possono essere applicati a qualsiasi attività industriale.
Nel settembre del 2011, in occasione della sessione plenaria straordinaria di tutti i partner a Ottawa, la Svizzera è stata accolta come membro a pieno titolo («participating government») e, in questo modo, ha accettato non solo i Principi volontari, ma anche una serie di obblighi.
La Svizzera è impegnata in seno al comitato di pilotaggio dell’iniziativa «Principi volontari sulla sicurezza e i diritti umani» e ha assunto per due volte la presidenza di turno di quest’ultima (marzo 2013-marzo 2014 e marzo 2019- marzo 2020).
Uno degli obiettivi della Svizzera è assicurare che il maggior numero possibile di governi aderisca ai Principi volontari e si adoperi per favorire il dialogo tra le autorità, il settore privato e la società civile.
Con il suo lavoro, la Svizzera è riuscita in particolare a creare sinergie tra i Principi volontari, il Codice di condotta internazionale per i servizi privati di sicurezza (ICoC) e i Principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani.
Argentina
Australia
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Colombia
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Norvegia
Paesi Bassi
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Stati Uniti
Svizzera
Alphamin Bisie Mining SA
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Barrick Gold Corporation
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UNICEF Canada
WANEP Ghana
Comité Minero Energético de Seguridad y Derechos Humanos Colombia (CME)
Centro per la governance del settore della sicurezza (DCAF)
Associazione del Codice di condotta internazionale per i servizi privati di sicurezza (ICoCA)
Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR)
Consiglio internazionale delle miniere e dei metalli (ICMM)
Società finanziaria internazionale (SFI)
Institute for Human Right and Business
International Petroleum Industry Environmental Conservation Association (IPIECA)
Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE)