«La presentazione del nuovo piano d’azione per l’OSCE a Vienna è un segnale forte»
Le priorità del piano d’azione 2022–2025 della Svizzera per l’OSCE: plasmare un processo di dialogo in vista di un vertice «Helsinki 2025» – in occasione dell’anniversario dell’Atto di Helsinki – per consolidare i fondamenti dell’organizzazione, rafforzare il controllo degli armamenti e aumentare le capacità di mediazione in situazioni di conflitto. Approfondisce il tema Thomas Greminger, ex segretario generale dell’organizzazione.
Direttore del Centro ginevrino per la politica di sicurezza, l’ambasciatore Thomas Greminger ha rivestito per tre anni, dal 2017 al 2020, la carica di segretario generale dell’OSCE. © Keystone
Per la Svizzera, l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) è sempre stata cruciale sia come strumento di prevenzione e risoluzione dei conflitti sia come piattaforma di dialogo. Il 13 gennaio 2022, in occasione della sua prima visita ufficiale in veste di presidente della Confederazione, Ignazio Cassis ha potuto incontrare la segretaria generale dell’organizzazione Helga Schmid. Durante questo faccia a faccia, Cassis ha illustrato gli obiettivi e le priorità della Svizzera in seno all’OSCE in vista del 50° anniversario dei negoziati sull’Atto finale di Helsinki del 1973-1975.
«Il piano d’azione ha il potenziale necessario per concretizzare nuovamente il nostro impegno in un contesto sempre più polarizzato e teso», afferma Thomas Greminger, che per tutta la sua carriera si è speso a favore della sicurezza e della pace. Nell’aprile del 2021 lascia Vienna e la sede dell’OSCE, dove ha lavorato per tre anni, e raggiunge Ginevra, dove attualmente è direttore del Centro per la politica di sicurezza.
Le priorità del piano d’azione 2022–2025
La Svizzera intende adoperarsi per rinsaldare e ridare slancio all’acquis dell’OSCE. Il piano d’azione si articola in sei obiettivi da raggiungere da qui al 2025.
In concreto, il nostro Paese intende contribuire a plasmare un processo di dialogo in vista del 50° anniversario dell’Atto finale di Helsinki, potenziare il controllo degli armamenti e quindi la fiducia tra gli Stati partecipanti nonché rafforzare le capacità di mediazione nelle situazioni di conflitto. A tale scopo è necessaria la cooperazione da parte di tutti gli attori coinvolti nell’organizzazione. Le decisioni dell’OSCE si fondano sul principio del consenso. Di conseguenza, il successo dell’attuazione del piano d’azione non dipende unicamente dalla Svizzera.
In un secondo momento il nostro Paese prevede anche di promuovere un programma d’azione positivo per il futuro. In questo contesto, sarà dedicata un’attenzione particolare alla digitalizzazione e allo sviluppo della diplomazia scientifica. La Svizzera intende anche promuovere la fiducia tra gli Stati rafforzando la connettività economica. La tradizione dei buoni uffici della Svizzera sarà sicuramente uno strumento utile per realizzare questo programma d’azione positivo nei prossimi tre anni.
Le ragioni di un nuovo piano d’azione per l’OSCE
Con il passare del tempo, le organizzazioni come l’OSCE hanno perso margine di manovra e la crisi di fiducia tra gli Stati ha troppo spesso ostacolato la ricerca di soluzioni comuni. Uno degli obiettivi principali del piano d’azione è quindi rafforzare la capacità di agire dell’OSCE affinché ridiventi più operativa.
Sin dall’inizio la Svizzera ha sempre contribuito alla ricerca di compromessi e al superamento di situazioni di stallo. Questo impegno è stato particolarmente evidente negli anni 1970 e 1980 e poi nei due anni di presidenza Svizzera, nel 1996 e nel 2014. Ma non c’è stata continuità. Il piano d’azione 2022–2025 si presenta quindi come uno strumento per rilanciare l’impegno della politica estera della Svizzera nei confronti dell’OSCE.
«Il rinnovato impegno della Svizzera, concretizzato nella presentazione del nuovo piano d’azione, rappresenta un primo slancio», prosegue Thomas Greminger. Ma il fatto che il presidente della Confederazione lo presenti a Vienna è nello stesso tempo un altro segnale forte». È, tra le altre cose, espressione di una certa urgenza di favorire un clima di sicurezza in Europa.
Un’agenda ambiziosa in vista del cinquantenario dell’Atto finale di Helsinki
La Svizzera considera il cinquantenario dell’Atto finale di Helsinki – documento che ha gettato le basi dell’organizzazione e della sicurezza cooperativa – nel 2025 come un’occasione per stilare un bilancio e guardare al futuro. Con il suo piano d’azione 2022–2025, vuole quindi individuare misure che contribuiscano a rafforzare l’OSCE. Il piano d’azione non ha la pretesa di illustrare compiutamente la politica della Svizzera nel quadro dell’OSCE, quanto piuttosto di evidenziare gli ambiti in cui il Paese si propone di creare valore aggiunto da qui al 2025.
«L’agenda sarà ambiziosa, considerata la situazione attuale», precisa l’ambasciatore Greminger. «Ma con una volontà politica comune, è possibile rilanciare la macchina OSCE entro il 2025». Al di là degli obiettivi fissati, questa iniziativa mira anche a creare un’alleanza di Paesi volta a supportare il lavoro dell’organizzazione, come è già avvenuto negli anni 1970 e 1980. «Allora i Paesi neutrali e non allineati formavano un gruppo di Stati i cui interessi particolari svanivano a favore di un interesse comune», spiega. «Un’alleanza di una mezza dozzina di Paesi, tra cui la Svizzera, sarebbe sufficiente per rilanciare il processo di sicurezza cooperativa».
Inoltre, la sensibilità per le questioni di sicurezza cooperativa è cambiata negli ultimi anni, crescendo in questi mesi in tutti gli Stati nel cuore dell’Europa. «C’è un’urgente necessità di affrontare questi problemi con il dialogo, ma bisogna anche accettare che non ci sono soluzioni facili».
Rafforzare il multilateralismo nelle organizzazioni internazionali
Uno dei ruoli della Svizzera è facilitare il dialogo tra gli Stati nelle organizzazioni internazionali. La candidatura svizzera a un seggio nel Consiglio di sicurezza dell’ONU concretizza ulteriormente questa responsabilità e rafforza la necessità di un’azione multilaterale coordinata tra il piano universale (ONU) e quello regionale (OSCE). Secondo Thomas Greminger, è questo il ruolo di uno Stato delle nostre dimensioni.
Il cambiamento climatico e la lotta al terrorismo sono solo due delle sfide che non possono essere affrontate senza cooperazione multilaterale. «Osserviamo che tutti i grandi rischi di sicurezza sono transfrontalieri e possono quindi essere risolti solo grazie alla cooperazione internazionale», sostiene Thomas Greminger. «Dobbiamo rafforzare gli strumenti a nostra disposizione per favorire le piattaforme multilaterali, attualmente alle prese con una crisi di fiducia».
Una priorità per il Consiglio federale
La presentazione del documento da parte del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) rientrava tra gli obiettivi annuali del Consiglio federale per il 2021. Il piano d’azione è inteso a concretizzare la politica della Svizzera concernente l’OSCE conformemente alla Strategia di politica estera 2020–2023 (SPE 20–23), che annovera tra le priorità anche la promozione della pace e della sicurezza.
Per garantire la coerenza delle misure, il DFAE ha potuto contare sul contributo del Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS), del Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca (DEFR) e di altri servizi competenti dell’Amministrazione federale.
Piano d’azione 2022–2025 della Svizzera per l’OSCE (PDF, 28 Pagine, 4.0 MB, francese)