«Ceneri 2020: una parte della mia identità»
In occasione dell’inaugurazione della Galleria di base del Ceneri, il Corriere del Ticino propone un’intervista al consigliere federale Ignazio Cassis. Un passo decisivo per il Cantone Ticino verso più opportunità in vari campi e un’occasione per la Svizzera per consolidare la sua posizione al crocevia tra le diverse culture europee.
Il consigliere federale Ignazio Cassis intervistato dal quotidiano il Corriere del Ticino. A tema l’apertura della Galleria di base del Ceneri. © DFAE
«Ceneri 2020 rappresenta una parte della mia identità»: apre così l’intervista al Corriere del Ticino Ignazio Cassis, portando l’attenzione proprio sul piccolo monte, il Ceneri appunto, che già all’epoca il primo consigliere federale ticinese Stefano Franscini definiva un nano che divide in due il Cantone. Due realtà, quelle del Sottoceneri verso Lugano e il Sopraceneri verso Bellinzona e Locarno, che con la galleria si fanno più vicine.
La nuova Galleria del San Gottardo prima e la Galleria di base del Ceneri oggi, rappresentano per il Ticino e per la Svizzera tutta una tappa importante: «Si tratta di un passo decisivo verso più opportunità: nel mercato del lavoro, per gli scambi in generale e per le interconnessioni culturali. In Svizzera siamo quello che siamo soprattutto perché ci troviamo nel cuore dell’Europa e beneficiamo di questo continuo scambio di idee, di persone che parlano lingue diverse e di approcci differenti che ci hanno arricchiti» continua Ignazio Cassis.
I tempi di percorrenza in direzione nord e sud saranno infatti ridotti: Zurigo e Milano disteranno per esempio poco più di tre ore. Dalla ferrovia del Gottardo nel 1800, all’autostrada nel 1900, fino a oggi con la nuova trasversale alpina, il Ticino ha avuto l’occasione di uscire dalla «periferia»” e aprirsi a nuove opportunità per la sua popolazione, guardando oggi verso Zurigo ma anche verso Milano: «A noi il privilegio di cogliere quest’opportunità gigantesca. Cosa non scontata. Perché vuol dire avere un’apertura linguistica verso nord, un’apertura culturale verso sud e una volontà di rimettersi anche in gioco e confrontarsi con mentalità diverse». E qui l’appello del consigliere federale ai giovani, che assumono un ruolo chiave in questa sfida: «Servono giovani che sappiano muoversi con disinvoltura per sfruttare le occasioni».
Il tema della mobilità, favorita da questi importanti passi avanti nel trasporto terrestre del nostro Paese, porta il consigliere federale Cassis a riflettere anche sulla votazione del 27 settembre. La modifica costituzionale che risulterebbe da un sì alle urne porterebbe la Confederazione a negoziare con l’Unione europea la disdetta dell’accordo sulla libera circolazione delle persone entro un anno. In assenza di risultati, la Svizzera sarebbe tenuta a disdire entro trenta giorni l’accordo, il che porterebbe anche allo scioglimento automatico degli altri sei accordi che fanno parte dei Bilaterali I, tra cui quelli legati ai trasporti terresti, agli ostacoli tecnici al commercio o alla ricerca. «Anche per opere stradali e ferroviarie - spiega il consigliere federale Cassis - ci ritroveremmo quindi in una situazione molto più complicata nei rapporti con Italia, Austria, Francia e Germania, tutti membri dell’Unione europea».