Di cosa si occupa la Svizzera nel Consiglio di sicurezza dell'ONU?

Negli anni 2023 e 2024 la Svizzera è membro del Consiglio di sicurezza dell’ONU, dove, con la sua esperienza, contribuisce alla pace e alla sicurezza globali in discussioni e dibattiti. In ottobre 2024, la Svizzera assume la presidenza del Consiglio. Nel newsfeed sono disponibili tutti i dettagli sull’impegno e sugli interventi della Svizzera nel Consiglio di sicurezza.

Il consigliere federale Ignazio Cassis siede attorno a un tavolo presso il Consiglio di sicurezza dell'ONU. Davanti a lui c'è un cartello con la scritta «presidente».

Il consigliere federale Ignazio Cassis ha presieduto un dibattito del Consiglio di sicurezza dell’ONU il 3 maggio 2023. L’incontro si è incentrato sul tema del rafforzamento della fiducia. © DFAE

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite in breve

Composizione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite nel 2024

L’infografica mostra la composizione del Consiglio di sicurezza dell’ONU per l’anno 2023. Cinque membri permanenti: Francia, Stati Uniti, Russia, Regno Unito e Cina. Dieci membri non permanenti: Svizzera, Ecuador, Malta, Giappone, Mozambico, Algeria, Guyana, Sierra Leone, Slovenia e Repubblica di Corea.
Composizione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite nel 2024. © DFAE

Le priorità e i ruoli della Svizzera nel Consiglio di Sicurezza dell'ONU

Le priorità

Il 31 agosto 2022 il Consiglio federale ha fissato quattro priorità per il seggio della Svizzera nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite:

  1. costruire una pace sostenibile
  2. proteggere la popolazione civile
  3. rafforzare l’efficienza
  4. affrontare la questione della sicurezza climatica

La Svizzera vuole impegnarsi in modo credibile in tutti gli ambiti tematici dell’agenda del Consiglio di sicurezza.

Le priorità della Svizzera in dettaglio

I ruoli della Svizzera

Lead / Penholderships:

  • Co-leadership per il dossier umanitario sulla Siria. 
  • Co-leadership per il Ufficio delle Nazioni Unite per l'Africa occidentale e il Sahel (UNOWAS) insieme alla Sierra Leone.

Presidenze di organi sussidiari:

  • Presidente del Comitato per le sanzioni contro la Repubblica Popolare Democratica di Corea 
  • Co-presidente del Gruppo di lavoro su donne, pace e sicurezza, insieme alla Sierra Leone.
  • Co-presidente del Gruppo di esperti su clima e la sicurezza, insieme al Mozambico.
  • Punto focale su fame e conflitti, insieme alla Guyana. 
  • Punto focale sulla Corte penale internazionale (CPI), insieme al Giappone.
  • Co-presidente del gruppo informale di esperti sulla protezione dei civili, insieme al Regno Unito.

Impegni della Svizzera sui metodi di lavoro in seno al Consiglio di sicurezza dell'ONU   (PDF, 1 Pagina, 75.3 kB, francese)

09.10.2024 – Gaza: la Svizzera condanna gli attacchi terroristici di Hamas e chiede il rispetto del diritto internazionale

Sotto la presidenza svizzera, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha tenuto una riunione d'emergenza per discutere della situazione umanitaria a Gaza. A un anno dal 7 ottobre 2023, la Svizzera continua a essere profondamente scossa dagli attacchi terroristici e dalle prese di ostaggi perpetrati da Hamas in Israele. A New York, la Svizzera ha ribadito la sua condanna di questi atti e la sua richiesta di rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi ancora detenuti. Allo stesso tempo, la Svizzera ha condannato gli attacchi indiscriminati di Hamas con razzi su Israele di due giorni fa.

La forte escalation di violenza, in particolare attraverso le operazioni militari israeliane, che ha fatto seguito al terrore del 7 ottobre 2023, ha causato sofferenze enormi alla popolazione civile di Gaza. Da allora, più di 41.000 persone hanno perso la vita nella Striscia di Gaza e 2,2 milioni - l'intera popolazione - vivono in condizioni estremamente difficili: senza protezione, esposti a continui combattimenti, fame ed epidemie. In questo contesto, la Svizzera ha chiesto al Consiglio di porre fine alle ostilità e alle violenze nei territori palestinesi occupati, compresa la Cisgiordania, che stanno causando numerose vittime civili. In questo contesto, la Svizzera ha nuovamente invitato tutte le parti alla cessazione immediata delle ostilità e all'attuazione delle quattro risoluzioni giuridicamente vincolanti del Consiglio di sicurezza adottate dal 7 ottobre 2023.

Con l'avvicinarsi della seconda fase della campagna di vaccinazione antipolio delle Nazioni Unite e oltre, deve essere garantito un accesso umanitario rapido e senza ostacoli attraverso tutti i valichi e in tutta la Striscia di Gaza. La carestia si sta diffondendo a Gaza e gli aiuti umanitari che vi giungono sono tutt'altro che sufficienti. La Svizzera ha ricordato che l'uso della carestia come metodo di guerra è considerato un crimine di guerra. Inoltre, il personale umanitario deve essere protetto, come indicato nella Risoluzione 2730 di origine svizzera, adottata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite lo scorso maggio. La Svizzera esorta tutte le parti in conflitto a rispettare rigorosamente il diritto internazionale umanitario. La Svizzera ha inoltre ricordato che tutti gli Stati sono obbligati a garantire il rispetto di tale diritto e li ha invitati a usare la loro influenza a tal fine.

La Svizzera ha sottolineato che il rispetto del diritto internazionale, compreso il diritto internazionale umanitario, è il fondamento su cui si basa la risoluzione del conflitto. È quindi necessario evitare un'escalation regionale ancora più grave e limitare le sofferenze della popolazione civile. Una pace duratura in Medio Oriente richiede una soluzione negoziata a due Stati, con due Stati democratici, Israele e Palestina, che vivano fianco a fianco in pace all'interno di confini sicuri e riconosciuti. Questa soluzione è l'unico modo per consentire a israeliani e palestinesi di vivere insieme pacificamente e con dignità.

Dichiarazione della Svizzera sulla situazione a Gaza, Consiglio di sicurezza dell'ONU, 09.10.2024 (fr, en)

08.10.2024 – Grandi Laghi: occorre cogliere le opportunità di una pace duratura

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha discusso oggi della regione dei Grandi Laghi in Africa centrale. Il conflitto nella regione, in particolare nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo (RDC), è alimentato da tensioni etniche di lunga data, dalla competizione per le risorse naturali e dal coinvolgimento di vari gruppi armati e Paesi vicini. Questa situazione complessa ha portato a decenni di violenze continue, gravi crisi umanitarie, lo sfollamento di 7,3 milioni di persone e l'instabilità regionale.

Bambini congolesi camminano lungo una strada portando le loro cose sulla testa.
Le violenze in corso nella regione dei Grandi Laghi e in particolare nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo hanno portato allo sfollamento di milioni di persone e a una crisi umanitaria. © Keystone

A New York, la Svizzera ha espresso la sua preoccupazione per l'escalation delle tensioni regionali e per le continue violazioni del diritto umanitario internazionale. Ha chiesto di intensificare gli sforzi per trovare soluzioni politiche praticabili, al fine di creare le basi per una pace duratura nella regione. La Svizzera ha accolto con favore il cessate il fuoco firmato dalla RDC e dal Ruanda e facilitato dall'Angola il 30 luglio 2024, che rappresenta un passo importante verso la pace e ha già portato a una riduzione della violenza. «È fondamentale che questo accordo sia pienamente rispettato e che tutti gli impegni presi siano rispettati», ha sottolineato la Svizzera in seno al Consiglio di sicurezza.

Altrettanto importante è la protezione della popolazione civile. Le violenze in corso hanno provocato un'allarmante crisi umanitaria nella regione dei Grandi Laghi. Per le donne e le ragazze, che subiscono forme estreme di violenza sessuale e sfruttamento, l'impatto di questa crisi è particolarmente devastante. Questa situazione è inaccettabile. In seno al Consiglio, la Svizzera ha nuovamente invitato tutte le parti a rispettare il diritto umanitario internazionale senza eccezioni.

In qualità di presidente del Consiglio, la Svizzera ha sottolineato che le attuali opportunità devono essere sfruttate per creare una pace duratura nella regione. Il Consiglio di sicurezza deve quindi svolgere appieno il suo ruolo, sostenendo gli Stati della regione nella ricerca di soluzioni durature. La Svizzera rimarrà fortemente impegnata a sostenere le iniziative regionali e a promuovere la pace e la stabilità nella regione, sia a livello bilaterale che multilaterale. La situazione nei Grandi Laghi e le iniziative di pace in corso sono state anche oggetto dell'incontro di lavoro odierno tra il consigliere federale Ignazio Cassis e il ministro degli Esteri angolano a Berna.

Dichiarazione della Svizzera sulla situazione nella regione dei Grandi Laghi, Consiglio di sicurezza dell'ONU, 08.10.2024 (en/fr)

02.10.2024 – Briefing del Consiglio di sicurezza dell'ONU con l'Unione africana sulla cooperazione

Sotto la guida della Svizzera, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha tenuto il suo briefing annuale con l'Unione africana sulla cooperazione congiunta. L'attenzione si è concentrata sugli aspetti del partenariato strategico per affrontare le sfide alla pace e alla sicurezza in Africa.

Nel corso della discussione, la Svizzera ha sottolineato che la cooperazione tra l'ONU e l'Unione africana è un pilastro centrale per la pace e lo sviluppo nel mondo e in Africa in particolare. Tuttavia, entrambe le organizzazioni devono rafforzare i sistemi di prevenzione e di allerta precoce, poiché il malgoverno, l'emarginazione politica, le disuguaglianze, le sfide alla sicurezza, il mancato rispetto dei diritti umani e il cambiamento climatico possono portare a crisi e conflitti. Le giovani generazioni in particolare devono essere sostenute, poiché si prevede che entro il 2050 circa il 40% dei giovani vivrà in Africa. “Investendo nei giovani, rafforzando la cooperazione tra le Nazioni Unite e l'UA e affrontando le sfide comuni, noi e altri possiamo costruire un continente più pacifico, giusto e prospero”, ha dichiarato la rappresentante svizzero durante il briefing.

02.10.2024 – Medio Oriente: La Svizzera condanna l'escalation regionale e chiede la fine delle ostilità

In occasione di una riunione d'emergenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, la Svizzera ha espresso la propria preoccupazione per gli sviluppi in Medio Oriente e per il crescente rischio di una guerra regionale. Ha condannato la spirale di violenza delle ultime settimane e ha invitato tutte le parti a cessare le ostilità. “Il dialogo è l'unico modo per evitare una guerra regionale. La Svizzera sostiene tutti gli sforzi per trovare soluzioni diplomatiche che possano portare a una cessazione immediata della violenza in tutta la regione”, ha dichiarato la Rappresentante permanente della Svizzera, Pascale Baeriswyl.

La Svizzera ha inoltre ricordato a tutte le parti gli obblighi derivanti dal diritto internazionale, in particolare dal diritto umanitario internazionale. La sovranità e l'integrità territoriale di tutti i Paesi e le pertinenti risoluzioni del Consiglio di Sicurezza per la regione devono essere rispettate. Infine, la Svizzera ha ribadito il suo sostegno all'impegno e ai buoni uffici delle Nazioni Unite, in particolare dell'UNIFIL (United Nations Interim Force in Lebanon) e dell'UNSCOL (Office of the United Nations Special Coordinator for Lebanon). Il suo personale lavora in un ambiente estremamente pericoloso e svolge un ruolo importante nel ridurre le tensioni e garantire il collegamento tra le parti.

Dichiarazione della Svizzera, Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, 02.10.2024

01.10.2024 – Seconda presidenza svizzera del Consiglio di sicurezza dell’ONU

La Svizzera ha assunto oggi, per la seconda volta, la presidenza del Consiglio di sicurezza dell’ONU. Durante la sua presidenza, nel mese di ottobre, metterà le proprie priorità – in particolare «costruire una pace sostenibile» e «proteggere la popolazione civile» – al centro dei lavori del Consiglio. La presidente della Confederazione Viola Amherd e il ministro degli esteri svizzero Ignazio Cassis si recheranno a New York a questo scopo.

Comunicato stampa «Seconda presidenza svizzera del Consiglio di sicurezza dell’ONU», 01.10.2024

30.09.2024 – Crisi di sicurezza ad Haiti: il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite rinnova il mandato della Missione Multinazionale di Supporto alla Sicurezza ad Haiti (MSS)

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato oggi il rinnovo del mandato della Missione Multinazionale di Supporto alla Sicurezza ad Haiti per un anno supplementare. La polizia nazionale haitiana non dispone ancora di risorse sufficienti per arginare l'escalation di violenza e affrontare il grave deterioramento della situazione della sicurezza. Questa decisione invia ancora una volta un forte segnale di solidarietà con il popolo haitiano e risponde alle continue richieste di aiuto in una situazione di grave crisi, che si riflette anche in una situazione umanitaria allarmante.

Il dispiegamento della MSS ad Haiti è stato approvato dal Consiglio di Sicurezza il 2 ottobre 2023. Questa missione multinazionale di sostegno composta da forze di sicurezza è stata una delle misure raccomandate dal Segretario generale delle Nazioni Unite per ripristinare la sicurezza della popolazione di questo Stato caraibico. Il Kenya si è offerto di guidare questa forza.

Per la Svizzera, il rinnovo del mandato della MSS fa parte di un impiego continuo. La missione deve quindi essere coordinata con gli altri sforzi di sostegno internazionale in corso sul terreno, in particolare con l'Ufficio delle Nazioni Unite ad Haiti (BINUH). La Svizzera continua a insistere sul fatto che il diritto internazionale, e in particolare i diritti umani, devono essere rispettati e costituire parte integrante di questa missione se si vuole che essa adempia con successo al suo mandato.

27.09.2024 – La Svizzera ribadisce la propria posizione in occasione di una riunione d'emergenza del Consiglio di sicurezza sulla situazione in Medio Oriente

A fronte di una crescente escalation in Libano e su entrambi i lati della Linea Blu, anche a Gaza la situazione rimane alquanto precaria. Il Consiglio di sicurezza si è riunito oggi per discutere nuovamente della situazione in una riunione ad alto livello. La Svizzera ha ribadito la sua posizione e le sue priorità, ovvero la richiesta di un cessate il fuoco immediato, il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi, un accesso umanitario sicuro, rapido e senza ostacoli, la protezione del personale umanitario e il rispetto del diritto internazionale, in particolare del diritto umanitario internazionale.

Dichiarazione della Svizzera al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, 27.09.2024

25.09.2024 – La Svizzera invita le parti a porre fine alle ostilità in una riunione d'emergenza del Consiglio di Sicurezza a seguito degli attacchi in Libano

Su richiesta della Francia, martedì sera a New York è stata convocata una riunione d'emergenza sul Libano presso il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

Negli ultimi giorni, intensi attacchi aerei israeliani sul territorio libanese hanno causato numerose vittime civili, tra cui una cinquantina di bambini. Nel contempo, il lancio indiscriminato di razzi da parte di Hezbollah ha causato feriti, danni e paura costante tra la popolazione israeliana. Decine di migliaia di abitanti del Libano meridionale e della Bekaa sono in fuga e molti sfollati in Israele non sono ancora in grado di tornare a casa. In questo contesto allarmante, la Svizzera ha condannato gli attacchi che hanno causato vittime civili e ha sottolineato che il dialogo e la de-escalation sono gli unici strumenti per porre fine al conflitto. La Svizzera ha inoltre invitato Israele e Hezbollah a porre fine alle ostilità e tutte le parti a impegnarsi per l'attuazione della Risoluzione 1701.

Nella sua dichiarazione, l'ambasciatrice Baeriswyl ha anche chiesto il pieno rispetto del diritto internazionale umanitario da parte di tutte le parti, in particolare dei principi di distinzione, proporzionalità e precauzione nella condotta delle ostilità. Prendere tutte le precauzioni possibili per proteggere i civili e il personale umanitario e medico è un obbligo previsto dal diritto internazionale umanitario.

Un'ulteriore conflagrazione regionale, per la quale la popolazione civile pagherebbe il prezzo più alto, deve essere evitata ad ogni costo. La Svizzera sostiene quindi tutti gli sforzi volti a trovare una soluzione diplomatica.

Dichiarazione della Svizzera al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, 25.09.2024 (en)

24.09.2024 – Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite: nessuna soluzione diplomatica dopo mille giorni di guerra

Il consigliere federale Ignazio Cassis ha rappresentato la Svizzera alla riunione del Consiglio di sicurezza dell'ONU dedicata alla guerra in Ucraina. Alla presenza del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, del rappresentante russo all'ONU a New York e del Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres, il capo del DFAE ha sottolineato che la Carta delle Nazioni Unite, il diritto internazionale umanitario e le Convenzioni di Ginevra sono strumenti in vigore dalla Seconda guerra mondiale. Tuttavia, non siamo riusciti a mettere a tacere le armi”, ha dichiarato a New York. Finora il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite non è stato all'altezza delle sue responsabilità: “Dopo mille giorni di guerra, non abbiamo ancora trovato una soluzione diplomatica”.

Per fare la pace ci vuole coraggio, ha sottolineato il capo del DFAE. La Svizzera lo ha dimostrato quando ha organizzato la Conferenza sulla pace in Ucraina, durante la guerra. Conferenza che ha contribuito a mitigare gli ostacoli causati dalla guerra. Tuttavia, è necessario proseguire il dialogo con la Russia.

Il consigliere federale Cassis ha sottolineato che anche la ricostruzione deve essere ben preparata per una pace duratura. In questo contesto, ha fatto riferimento alla Conferenza sullo sminamento umanitario che la Svizzera sta organizzando a Losanna il 17 e 18 ottobre 2024.

Dichiarazione del consigliere federale Ignazio Cassis sulla situazione in Ucraina, Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, 24.09.2024

20.09.2024 – Riunione d'emergenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sulle esplosioni in Libano

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si è riunito oggi per una riunione d'emergenza a seguito degli ultimi sviluppi in Libano. A New York, la Svizzera ha espresso la sua profonda preoccupazione per le esplosioni di pagers degli ultimi giorni e ha condannato il fatto che queste esplosioni abbiano causato anche vittime civili. Ha sottolineato che le circostanze e le responsabilità devono essere chiarite.

Le conseguenze dell'esplosione dei dispositivi di comunicazione sono preoccupanti. Da un lato, hanno scatenato il panico e sovraccaricato gli ospedali, con conseguenti sofferenze soprattutto per la popolazione civile. Dall'altro, le esplosioni potrebbero mettere ulteriormente a rischio la stabilità e la sicurezza del Libano e dell'intera regione. In questo contesto, la Svizzera ha invitato tutte le parti in seno al Consiglio di Sicurezza a esercitare la massima moderazione per evitare una grave escalation regionale. La protezione della popolazione civile su entrambi i lati della linea blu tra Israele e Libano è essenziale, poiché il dialogo e la de-escalation, così come il rispetto del diritto umanitario internazionale e dei diritti umani da parte di tutte le parti, devono avere la massima priorità. «L'escalation militare non è una soluzione. Porterebbe la regione nell'abisso di una guerra regionale», ha sottolineato la Svizzera in seno al Consiglio.

Infine, è urgente un cessate il fuoco a Gaza, il rilascio incondizionato degli ostaggi e un accesso umanitario rapido e senza ostacoli per ridurre le sofferenze della popolazione civile e prevenire un'ulteriore escalation regionale. I negoziati condotti da Stati Uniti, Qatar ed Egitto devono proseguire con urgenza per raggiungere questo obiettivo.

Dichiarazione della Svizzera sulla situazione in Libano, Consiglio di sicurezza dell'ONU, 20.09.2024 (fr, en)

19.09.2024 – Gli insediamenti israeliani nei territori palestinesi occupati sono un ostacolo alla soluzione dei due Stati

Durante la riunione odierna del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, la Svizzera ha ribadito il suo sostegno alla Corte internazionale di giustizia e al suo parere consultivo del 19 luglio. L'illegalità dell'occupazione israeliana del territorio palestinese, che dura dal 1967, è quindi fuori scontata. È necessario porvi fine e ripristinare un orizzonte politico.

A New York, la Svizzera ha condannato gli annunci del governo israeliano di un'ulteriore espansione degli insediamenti in territorio palestinese, poiché compromettono la soluzione a due Stati.

La Svizzera è convinta che una soluzione negoziata a due Stati, in conformità con il diritto internazionale, sia l'unico modo per raggiungere una pace duratura nella regione. La Svizzera accoglie con favore il fatto che la risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite adottata il 18 settembre 2024 riconosca la necessità di rilanciare un processo verso una soluzione a due Stati. Inoltre, con la sua decisione, l'Assemblea generale ha dato alla Svizzera, nel suo ruolo di Stato depositario delle Convenzioni di Ginevra, il mandato di organizzare entro sei mesi una Conferenza delle Alte Parti contraenti della Quarta Convenzione di Ginevra. La conferenza si occuperà delle misure da adottare per attuare la Quarta Convenzione di Ginevra nei territori palestinesi occupati, compresa Gerusalemme Est, e per garantirne il rispetto in conformità con l'articolo 1 comune.

In seno al Consiglio di Sicurezza, la Svizzera ha inoltre continuato a esprimere la sua profonda preoccupazione per la situazione umanitaria catastrofica a Gaza e ha dichiarato che il successo della prima fase della campagna di vaccinazione antipolio delle Nazioni Unite dimostra che le operazioni umanitarie su larga scala a Gaza possono essere condotte con la necessaria volontà politica delle parti in conflitto. Tuttavia, il successo di questa prima fase non è sufficiente. Le parti devono rispettare i loro obblighi di diritto internazionale e consentire un accesso umanitario sicuro, rapido e senza ostacoli alla popolazione civile. Questo include gli ostaggi, di cui la Svizzera chiede il rilascio immediato e incondizionato. Inoltre, è urgente un cessate il fuoco immediato. La Svizzera sostiene gli sforzi di mediazione di Stati Uniti, Qatar ed Egitto per raggiungere un accordo il più rapidamente possibile.

Un cessate il fuoco a Gaza è fondamentale anche per evitare un'escalation regionale ancora più grave. La Svizzera ha espresso profonda preoccupazione per le esplosioni in Libano del 17 e 18 settembre e per le notizie di numerose vittime civili. Ha invitato le parti a esercitare la massima moderazione e ad adoperarsi per un'immediata de-escalation.

Dichiarazione della Svizzera sulla situazione in Medio Oriente, Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, 19.09.2024

12.09.2024 – Le tempeste in Yemen aggravano la situazione umanitaria

Gravi tempeste hanno colpito duramente lo Yemen nelle ultime settimane. Le tempeste non solo hanno sfollato migliaia di persone, ma hanno anche distrutto importanti infrastrutture. Questi eventi meteorologici estremi, ulteriormente aggravati dai cambiamenti climatici, stanno peggiorando in modo significativo la crisi umanitaria nello Yemen. Le forniture di cibo e acqua sono particolarmente colpite, aggravando ulteriormente la situazione umanitaria della popolazione assai precaria.

Immagine di una strada allagata nello Yemen.
Le forti piogge che hanno colpito lo Yemen da agosto hanno provocato devastanti inondazioni in tutto il Paese, aggravando situazione umanitaria assai precaria. © Keystone

In occasione di una riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, la Svizzera ha sottolineato le aree di intervento per sostenere la popolazione yemenita in questa situazione difficile. A New York ha invitato tutte le parti in conflitto ad astenersi da azioni che potrebbero danneggiare ulteriormente la situazione. Questo vale in particolare per gli attacchi alle petroliere nel Mar Rosso, al fine di prevenire un'imminente catastrofe ambientale.

Inoltre, gli aiuti umanitari devono avere accesso a tutte le regioni del Paese, poiché non vanno strumentalizzati politicamente. La popolazione va poi rifornita in beni di prima necessità. Il personale umanitario deve essere protetto, come previsto dal diritto internazionale umanitario. La Svizzera sostiene l'appello delle Nazioni Unite per il rilascio immediato e incondizionato di tutto il personale ONU e degli operatori umanitari detenuti arbitrariamente.

La Svizzera ha sottolineato che, a lungo termine, una soluzione politica al conflitto è l'unico modo per soddisfare in modo sostenibile i bisogni del popolo yemenita e rafforzare la sua capacità di resistenza alle crisi. La Svizzera invita tutte le parti in conflitto a mantenere i progressi compiuti nei colloqui di pace e a proseguirli sotto l'egida delle Nazioni Unite. Deve essere incoraggiata ogni misura per ripristinare la fiducia tra le parti in conflitto.

In conclusione, la Svizzera ha sottolineato che il rafforzamento degli sforzi internazionali è fondamentale per stabilizzare la situazione nello Yemen.

Dichiarazione della Svizzera sulla situazione nello Yemen, Consiglio di Sicurezza dell'ONU, 12.09.2024

09.09.2024 – Le missioni di pace dell'ONU sono espressione di solidarietà e proteggono vite umane

Nel corso di un dibattito aperto al Consiglio di sicurezza dell'ONU, la Svizzera ha ribadito la sua stretta collaborazione con le organizzazioni internazionali e il suo forte impegno nel mantenimento della pace da parte delle Nazioni Unite. In particolare, la Svizzera ha ringraziato i Caschi blu che ogni giorno svolgono un lavoro importante in situazioni difficili e spesso pericolose. Il successo del loro lavoro si riflette nelle numerose vite salvate.

A New York, la Svizzera ha sottolineato che l'adozione della risoluzione 2719 nel dicembre 2023 ha segnato un'importante pietra miliare nel rafforzamento della cooperazione tra le Nazioni Unite e l'Unione Africana (UA). La risoluzione è un passo importante per migliorare le operazioni di pace in Africa.

Un veicolo blindato bianco attraversa la giungla in un Paese africano.
Dal 1948, i Caschi blu delle Nazioni Unite danno un importante contributo al mantenimento della pace in diverse regioni del mondo e proteggono vite umane. © UN Photo

Per rafforzare ulteriormente il mantenimento della pace, la Svizzera ha sottolineato che le operazioni di mantenimento della pace devono sempre essere adattate alle circostanze locali. Non devono essere considerate separatamente dal contesto storico, culturale e sociale delle aree di intervento. La partecipazione delle donne, in particolare, è fondamentale per aumentare le possibilità di una soluzione di pace sostenibile. Inoltre, l'impatto del cambiamento climatico e della scarsità di risorse deve essere sistematicamente preso in considerazione nella pianificazione delle missioni di pace.

A New York, la Svizzera ha sottolineato che non esiste una soluzione universale per le missioni di pace. Occorre invece sviluppare modelli di missione flessibili che rispondano alle esigenze specifiche delle rispettive aree di conflitto. La cooperazione con le organizzazioni regionali, ad esempio l'UA, svolge un ruolo centrale in questo senso. Anche l'innovazione, attraverso l'uso di nuove tecnologie, è importante per il successo.

Il mantenimento della pace da parte delle Nazioni Unite è un lavoro svolto in collettivo. La cooperazione, la fiducia e la trasparenza tra il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, il Segretariato Generale delle Nazioni Unite, i Paesi che contribuiscono con le truppe e gli Stati in cui si svolgono le missioni sono fondamentali per il successo. L'unità tra i membri del Consiglio di sicurezza è particolarmente importante per l'accettazione e l'efficacia delle missioni ONU e quindi anche per la sicurezza delle truppe di Caschi blu.

Le operazioni di mantenimento della pace sono un'espressione di solidarietà tra gli Stati e hanno dimostrato il loro valore negli ultimi 75 anni. La Svizzera ha sottolineato che il mantenimento della pace da parte delle Nazioni Unite deve rimanere una priorità per continuare a proteggere vite umane. Durante il dibattito, la Svizzera ha ribadito che continuerà a sostenere attivamente le operazioni di mantenimento della pace delle Nazioni Unite – in termini di personale, finanziamenti e concezione.

Dichiarazione della Svizzera sulla costruzione della pace dell'ONU, Consiglio di sicurezza dell'ONU, 09.09.2024 (fr, en)

04.09.2024 – Medio Oriente: la Svizzera appella al rispetto del diritto internazionale, il rilascio incondizionato degli ostaggi e un cessate il fuoco immediato

In occasione di una riunione d'emergenza dopo l'esecuzione di sei ostaggi da parte di Hamas lo scorso fine settimana, la Svizzera ha espresso la sua profonda preoccupazione in seno al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Ha condannato ancora una volta con la massima fermezza gli atti di terrorismo e la presa di ostaggi da parte di Hamas e di altri gruppi armati del 7 ottobre. La presa di ostaggi e la loro esecuzione sono considerati crimini di guerra. A New York, la Svizzera ha chiesto il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi rimasti. Inoltre, sia gli ostaggi che le persone detenute da Israele in relazione al conflitto devono ricevere un’assistenza medica immediata.

La situazione umanitaria a Gaza rimane drammatica. La Svizzera ha ricordato che i civili e le infrastrutture civili sono protetti e vanno condannato in questo senso tutti gli attacchi. Il personale umanitario deve essere protetto per aiutare la popolazione civile in difficoltà, in particolare per continuare ad attuare la campagna di immunizzazione delle Nazioni Unite per proteggere 640.000 bambini di Gaza dalla polio. La Svizzera ha espresso al Consiglio la propria soddisfazione allorché la prima fase della campagna di immunizzazione stia procedendo senza incidenti di rilievo. Ha inoltre invitato le parti a continuare a facilitare questa campagna.

La Svizzera ha sottolineato ancora una volta che il cessate il fuoco a Gaza è fondamentale. In questo contesto, la Svizzera sostiene gli sforzi di mediazione di Stati Uniti, Qatar ed Egitto per raggiungere un consenso su un accordo corrispondente. Ciò contribuirebbe anche alla de-escalation regionale.

È urgente che tutte le parti rispettino il diritto internazionale, compreso il diritto umanitario internazionale e i diritti umani. Ciò vale anche per la Cisgiordania, dove aumenta la violenza, compresa quella dei coloni e nel contesto delle operazioni delle forze di sicurezza israeliane. In seno al Consiglio di Sicurezza, la Svizzera ha sottolineato che Israele deve tenere in particolare considerazione i criteri di necessità e proporzionalità nell'uso della forza e rispettare i diritti alla vita e alla sicurezza di ogni individuo. A New York, la Svizzera ha inoltre ricordato che Israele, in quanto potenza occupante, è responsabile del mantenimento dell'ordine pubblico in Cisgiordania e deve garantire la protezione e il benessere della popolazione.

Il rispetto del diritto internazionale da parte di tutte le parti è un primo passo sulla via della pace in Medio Oriente, agevolando così una soluzione negoziata a due Stati.

Dichiarazione della Svizzera sulla situazione in Medio Oriente, Consiglio di sicurezza dell'ONU, 04.09.2024

29.08.2024 – Medio Oriente: Riunione d'emergenza su richiesta della Svizzera sulla situazione umanitaria a Gaza

Mentre la situazione umanitaria per la popolazione civile di Gaza si deteriora quotidianamente, la precaria situazione della sicurezza non consente al personale umanitario e a quello delle Nazioni Unite di svolgere il proprio lavoro. Per questo motivo il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si è riunito oggi per una riunione d'emergenza, richiesta dalla Svizzera insieme al Regno Unito.

A fronte di un'imminente epidemia di polio nella Striscia di Gaza, circa 640.000 bambini sotto i dieci anni devono essere vaccinati. Per attuare questa campagna di immunizzazione, l'ONU e i suoi partner necessitano un accesso umanitario sicuro e senza ostacoli in tutta la Striscia di Gaza, attualmente non garantito. Poiché le condizioni odierne, dovute alla mancanza di sicurezza, ai combattimenti in corso e agli ordini di evacuazione, rendono le operazioni delle Nazioni Unite estremamente difficili. “È imperativo che la campagna di vaccinazione si svolga in assoluta sicurezza per il personale umanitario e la popolazione civile”, ha sottolineato la Svizzera durante la riunione d'emergenza. La Svizzera sostiene la campagna di vaccinazione antipolio con un milione di franchi svizzeri, come annunciato dal consigliere federale Ignazio Cassis lunedì scorso a Ginevra.

A New York, la Svizzera ha ribadito la necessità di un cessate il fuoco immediato a Gaza e del rilascio degli ostaggi. In questo contesto, ha anche ribadito il suo sostegno alla mediazione di Egitto, Qatar e Stati Uniti. Inoltre, ha ribadito il suo appello affinché il diritto umanitario internazionale e i diritti umani siano rispettati da tutte le parti in ogni circostanza. Questo vale anche per i gruppi armati come Hamas.

In seno al Consiglio di sicurezza, la Svizzera ha espresso la sua profonda preoccupazione per la situazione in Cisgiordania. “Stiamo osservando un forte aumento delle operazioni israeliane”, ha dichiarato la Svizzera. In questo contesto, ha ricordato a Israele di adempiere ai suoi obblighi di diritto internazionale, poiché l'uso della forza deve soddisfare i criteri di necessità e proporzionalità. Inoltre deve essere garantito il diritto alla vita e alla sicurezza di ogni individuo.

In conclusione, la Svizzera ha sottolineato che il rispetto del diritto internazionale e l'attuazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza sono anche un prerequisito indispensabile a favore di una de-escalation, nonché un primo passo verso una pace duratura basata su una soluzione negoziata a due Stati in cui Israele e Palestina convivano fianco a fianco in pace e sicurezza all'interno di confini sicuri e riconosciuti.

Dichiarazione della Svizzera sulla situazione in Medio Oriente, Consiglio di Sicurezza dell'ONU, 29.08.2024 (fr, en)

28.08.2024 – Il Consiglio di Sicurezza proroga di un altro anno la missione ONU in Libano

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha prorogato oggi all'unanimità il mandato della missione ONU in Libano (UNIFIL) per un altro anno. L'UNIFIL è una delle più antiche missioni ONU ancora attive. È stata incaricata per la prima volta dal Consiglio di Sicurezza nel 1978. La situazione lungo la Linea Blu è attualmente instabile. A causa dell'escalation di violenza che si è verificata negli ultimi mesi su entrambi i lati della linea, l'UNIFIL ha un ruolo importante da svolgere nell'ambito degli sforzi volti a smorzare la situazione. Con l'adozione della risoluzione odierna, il Consiglio di Sicurezza ribadisce l'appello lanciato nel 2006 per la completa cessazione delle ostilità e il pieno rispetto dell'area lungo la Linea Blu.

Barili metallici di colore blu delimitano l'area lungo la Linea Blu tra Israele e Libano.
L'UNIFIL monitora l'area lungo la Linea Blu tra Israele e Libano. © UNIFIL

La Svizzera ha votato a favore della risoluzione a New York. La presenza dell'UNIFIL contribuisce a migliorare la stabilità della regione. Durante i negoziati, la Svizzera si è adoperata per garantire che la protezione della popolazione civile e il rispetto del diritto internazionale umanitario da parte di tutte le parti fossero sanciti nella risoluzione.

La Svizzera è estremamente preoccupata per la situazione in Medio Oriente e invita tutte le parti in conflitto a esercitare la massima moderazione e ad adottare misure di de-escalation. La Svizzera accoglie con favore tutti gli sforzi per raggiungere una soluzione diplomatica. Ciò include in particolare i negoziati in corso tra gli Stati Uniti, il Qatar e l'Egitto per un cessate il fuoco a Gaza, che potrebbe anche contribuire alla de-escalation nella regione lungo la Linea Blu.

Dichiarazione della Svizzera dopo il voto, 28.08.2024

26.08.2024 – L'innovazione, la scienza e la tecnologia sostengono gli sforzi per prevenire i rischi emergenti per la sicurezza

Durante la loro visita a Ginevra il 26 agosto, alcuni membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite hanno incontrato diverse organizzazioni e attori con sede a Ginevra. Si sono confrontati sui modi per migliorare la prevenzione dei rischi emergenti per la sicurezza attraverso le nuove tecnologie e le anticipazioni scientifiche. Grazie a esempi di contesti geografici differenti, i membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite presenti a Ginevra si sono familiarizzati con strumenti e pratiche politiche che potrebbero contribuire a sostenere il mandato dell'organo di mantenere la pace e la sicurezza internazionali.

Alcuni membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a Ginevra.
I membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite presenti a Ginevra hanno discusso i vari metodi di agevolare la prevenzione dei nuovi rischi per la sicurezza attraverso tecnologie innovative e anticipazioni scientifiche. © DFAE

I rischi emergenti alla pace e la sicurezza internazionale, come il cambiamento climatico, richiedono un ripensamento della prevenzione. Per rafforzare il suo ruolo in questo senso, è importante che i membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite abbiano accesso a informazioni affidabili. Per facilitare questa riflessione, la Svizzera ha invitato i membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite a scambiare e interagire con alcuni attori scientifici e dell’innovazione a Ginevra. Dopo un programma mattutino dedicato al 75° anniversario delle Convenzioni di Ginevra, i membri del Consiglio di Sicurezza presenti a Ginevra sono stati accolti nell'edificio dell'Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM), a pochi passi dal Palazzo delle Nazioni. Dopo le osservazioni di apertura dell'Istituto delle Nazioni Unite per la formazione e la ricerca (UNITAR), hanno avuto l'opportunità di interagire con diversi attori ginevrini esperti nella raccolta e nell'analisi dei dati, nello sviluppo di strumenti, nell'innovazione tecnologica e nell'anticipazione. Infatti, il Centro satellitare delle Nazioni Unite (UNOSAT), l'OMM e il Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente (UNEP) hanno presentato esempi concreti e visivi del loro lavoro. Le presentazioni sono state seguite da una tavola rotonda con la Federazione Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa (IFRC), così come l'UNEP, che ha permesso di approfondire i contesti geografici interessati da conflitti.

Articolo «L'innovazione, la scienza e la tecnologia sostengono gli sforzi per prevenire i rischi emergenti per la sicurezza», 26.08.2024

26.08.2024 – Alcuni membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite in visita informale a Ginevra

Circa 200 persone si sono riunite oggi sulla Place des Nations per celebrare i 75 anni delle Convenzioni di Ginevra. Di fronte ai membri del Consiglio di sicurezza dell’ONU, a rappresentanti della Ginevra internazionale, della città e del cantone di Ginevra, di diverse ONG e del mondo accademico, il consigliere federale Cassis ha sottolineato il ruolo fondamentale delle Convenzioni di Ginevra. Questi pilastri del diritto internazionale umanitario stabiliscono dei limiti alla guerra e impegnano tutti gli Stati a rispettare il dovere di preservare la nostra umanità comune in tempi di guerra.

Uomini e donne in piedi sulla Place des Nations a Ginevra davanti a sedie su cui è scritto «War has limits».
Un gesto simbolico è stato realizzato a Place des Nations per sottolineare che le regole e i principi fondamentali delle Convenzioni di Ginevra sono più attuali che mai, nonostante le sfide attuali. © DFAE

Azione simbolica

I rappresentanti delle istituzioni e delle organizzazioni presenti hanno poi rialzato delle sedie create per l'occasione dal DFAE e ispirate alla celebre «Broken Chair» presente sulla Place des Nations. Questo gesto simbolico aveva lo scopo di mostrare che, nonostante le sfide recenti, le regole e i principi fondamentali delle Convenzioni di Ginevra restano pertinenti e più che mai attuali per proteggere la dignità umana e limitare le sofferenze, in un contesto in cui si contano più di 120 conflitti nel mondo. Dopo l’evento di oggi sulla Place des Nations, le sedie saranno collocate in luoghi di carattere internazionale, dando continuità al messaggio di umanità e di azione che rappresentano.

Visita dei membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a Ginevra

Prima di recarsi sulla Place des Nations, i membri del Consiglio di sicurezza, arrivati da New York per l’occasione, hanno partecipato a un dibattito presso la sede europea dell’ONU, aperto dal ministro degli affari esteri svizzero Ignazio Cassis e da Timothy Musa Kabba, ministro degli esteri della Sierra Leone, Paese che detiene nel mese di agosto la presidenza del Consiglio di sicurezza. «La Svizzera è determinata a fare del rispetto delle Convenzioni di Ginevra una priorità politica», ha dichiarato il capo del DFAE nel suo discorso.

Le Convenzioni di Ginevra alla prova del tempo

Durante una tavola rotonda organizzata nel pomeriggio alla Maison de la Paix, il consigliere federale Cassis ha ricordato che, 75 anni dopo la loro adozione, le Convenzioni di Ginevra restano lo strumento più efficace per proteggere le vittime dei conflitti armati e continuano a salvare milioni di vite. La sfida maggiore è assicurarne il rispetto e l’attuazione. Il consigliere federale ha infine sottolineato che la protezione dei civili e del personale umanitario nei conflitti armati costituisce una delle priorità della Svizzera per il suo mandato al Consiglio di sicurezza e oltre.

Discorso del consigliere federale Ignazio Cassis: 75 anni di Convenzioni di Ginevra – Riaffermate le esigenze del diritto internazionale umanitario, 26.08.2024 (fr)

Discorso del consigliere federale Ignazio Cassis sulla Place des Nations, 26.08.2024 (fr, en)

22.08.2024 – Rischio di epidemia di polio a Gaza: la Svizzera chiede un accesso umanitario immediato, sicuro e senza ostacoli

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha affrontato oggi nuovamente la situazione in Medio Oriente. L'attenzione si è incentrata sulla situazione umanitaria a Gaza e in particolare sul rischio di un'epidemia di polio dopo che sono stati resi noti i primi casi e l'OMS ha trovato tracce di polio nelle acque reflue. La poliomielite colpisce soprattutto i bambini di età inferiore ai cinque anni. La malattia attacca il sistema nervoso e può portare alla paralisi completa nel giro di poche ore. Non esiste una cura, l'unica soluzione è la prevenzione. La distruzione delle infrastrutture, la mancanza di acqua pulita e di strutture sanitarie e la mancanza di accesso all'assistenza sanitaria aumentano il rischio di diffusione della malattia su larga scala a Gaza. Secondo i dati dell'UNICEF, 640.000 bambini sotto i dieci anni nella Striscia di Gaza sono a rischio di poliomielite. “Le Nazioni Unite e i suoi partner si battono da mesi per un accesso umanitario sicuro, rapido e senza ostacoli e sono pronti ad adottare misure per prevenire e contenere la polio”, ha sottolineato la Svizzera al Consiglio di sicurezza. L'ONU sta pianificando una campagna di vaccinazione contro la polio nella Striscia di Gaza. La Svizzera ha dichiarato al Consiglio di sicurezza di essere favorevole a questa campagna, poiché esamina la possibilità di fornire un sostegno finanziario.

Un accordo di cessate il fuoco, come richiesto dal Consiglio di sicurezza nella risoluzione 2735 (en) del 10 giugno 2024, deve essere concluso al più presto. La Svizzera accoglie quindi con favore gli sforzi di mediazione di Qatar, Egitto e Stati Uniti e invita le parti a partecipare in modo costruttivo a questi negoziati. A New York, la Svizzera ha ricordato che, indipendentemente dall'esito dei negoziati, il diritto umanitario internazionale deve essere rispettato da tutte le parti in conflitto e tutti gli ostaggi ancora detenuti devono essere rilasciati immediatamente e senza condizioni.

A New York, la Svizzera ha anche sottolineato il continuo rischio di una grave escalation regionale. In questo contesto, ha anche condannato le continue violenze dei coloni in Cisgiordania contro la popolazione civile palestinese. Inoltre, la Svizzera ha ribadito in Consiglio il suo urgente appello alla de-escalation, a cui può contribuire anche un immediato cessate il fuoco a Gaza. La Svizzera ha anche ribadito il suo sostegno alla soluzione a due Stati come base per la pace in Medio Oriente.

Dichiarazione della Svizzera sulla situazione in Medio Oriente, Consiglio di sicurezza dell'ONU, 22.08.2024 (fr, en)

21.08.2024 – La prevenzione dei conflitti spesso non riceve il giusto riconoscimento

Nell'ambito di un dibattito aperto sotto la presidenza della Sierra Leone sul consolidamento e il mantenimento della pace, la Svizzera ha sottolineato l'importanza della prevenzione dei conflitti e della violenza in seno al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Le misure preventive spesso non ricevono il meritato riconoscimento, poiché salvano innumerevoli vite e prevengono disastri umanitari. Le misure preventive non sono ancora abbastanza prioritarie, sebbene più efficaci e convenienti della ricostruzione postbellica, come dimostrano gli studi. A New York, la Svizzera ha accolto con favore la discussione del Consiglio nel contesto della Nuova agenda per la pace, che chiede di dare priorità alla prevenzione dei conflitti e allo sviluppo di strategie nazionali di prevenzione.

Una poliziotta delle Nazioni Unite parla con un ragazzo africano.
Le missioni regionali delle Nazioni Unite, come questa in Sud Sudan, aiutano a rafforzare la fiducia delle società nella sicurezza, nella giustizia e nella libertà, contribuendo così alla prevenzione dei conflitti. © UN Photo

Durante il dibattito, la Svizzera ha posto l'accento su aspetti fondamentali per rafforzare la prevenzione dei conflitti e della violenza. La fiducia delle società nella sicurezza, nelle istituzioni statali, nel sistema giudiziario e nella garanzia di libertà, nonché l'inclusione dei gruppi emarginati nei processi decisionali politici hanno un effetto preventivo. La Dichiarazione universale dei diritti umani, adottata dalla comunità internazionale più di 75 anni fa, sancisce il diritto di tutti a partecipare alla società, oltre ai diritti civili e sociali di base. Questi diritti vanno rispettati e rafforzati per promuovere la fiducia nelle società e quindi la prevenzione dei conflitti.

La Svizzera ha inoltre sottolineato che la prevenzione non riguarda solo i Paesi direttamente minacciati da conflitti armati. La violenza in tutte le sue forme è una sfida che riguarda tutti gli Stati. La Svizzera lo riconosce, delegando numerose competenze al livello regionale e locale e promuovendo, ad esempio, iniziative della società civile per combattere l'estremismo, la violenza e l'emarginazione.

Infine, la Svizzera ha invitato il Consiglio di sicurezza a sfruttare appieno il suo ruolo preventivo, facendo maggiore ricorso ai suoi strumenti e fornendo un migliore sostegno alle missioni regionali incaricate dal Consiglio, al fine di individuare precocemente i rischi di conflitto sul terreno e di mitigarli in modo sostenibile. 

Dichiarazione della Svizzera sulla prevenzione dei conflitti, Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, 21.08.2024

15.08.2024 – Somalia in fase di transizione

La situazione in Somalia rimane fragile. Il Paese, che è stato eletto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per il periodo 2025-2026, deve affrontare grandi sfide in termini di sicurezza interna. Al centro c'è la continua minaccia del gruppo armato Al-Shabaab. Nonostante gli sforzi del governo somalo e dei partner internazionali, Al-Shabaab continua a compiere attacchi mortali e a destabilizzare il Paese. Anche il cambiamento climatico sta avendo un impatto sulla situazione della sicurezza. L'escalation dei combattimenti contro Al-Shabaab coincide con gli effetti di una prolungata siccità e complica la precaria situazione umanitaria.

In questo contesto, il Consiglio di Sicurezza sta attualmente discutendo la conclusione della missione di pace in Somalia guidata dall'Unione Africana (UA) (ATMIS). Allo stesso tempo, si sta pianificando una missione successiva, la African Union Support and Stabilisation Mission in Somalia (AUSSOM). L'UA ha presentato al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite un concetto operativo che descrive i compiti che l'AUSSOM dovrà assumere senza soluzione di continuità dopo la partenza dell'ATMIS dal gennaio 2025.

L'obiettivo è garantire che la Somalia possa assicurare la propria sicurezza. L'AUSSOM si concentrerà in particolare sulla formazione e sull'equipaggiamento delle forze di sicurezza somale. Il Consiglio di sicurezza ha confermato questa decisione fondamentale nella risoluzione del 15 agosto 2024. La Svizzera ha sostenuto questa risoluzione. Durante i negoziati su questo tema, la Svizzera ha sottolineato che un approccio puramente militare non può essere una soluzione all'instabile situazione della sicurezza. È riuscita a inserire questo approccio nella risoluzione. Un'altra priorità è che il mandato dell'AUSSOM includa la protezione della popolazione civile e il rispetto del diritto umanitario internazionale e dei diritti umani.

In qualità di membro del Consiglio di Sicurezza, la Svizzera continuerà a lavorare per garantire che la transizione dall'ATMIS all'AUSSOM possa avvenire senza soluzione di continuità e senza che si crei un vuoto di sicurezza che potrebbe essere sfruttato da Al-Shabaab. La transizione deve essere pianificata con cura e richiederà uno sforzo collettivo da parte della comunità internazionale per prevenire una recrudescenza delle minacce militari e consolidare i progressi compiuti in Somalia nell'ultimo decennio.

14.08.2024 – La Svizzera ribadisce il suo pieno sostegno all'UNMISS in un briefing a New York

Dalla sua indipendenza nel 2011, il Sud Sudan è stato teatro di conflitti armati e crisi umanitarie. Appena cinque anni fa, un accordo di pace ha posto fine alla guerra a livello nazionale. Ma la pace è fragile. I numerosi problemi che hanno lacerato la società sono ancora presenti e i traumi profondi delle recenti guerre permangono. Le elezioni sono previste per il gennaio 2025. Oggi, in occasione di un briefing al Consiglio di Sicurezza dell'ONU, la Svizzera, che riconosce che l'organizzazione delle elezioni è un processo sud sudanese, ha incoraggiato le autorità e le parti a intensificare gli sforzi e a lavorare in modo costruttivo e consensuale per portare avanti l'organizzazione di queste elezioni. “Il tempo sta per scadere”, ha dichiarato il rappresentante svizzero al Consiglio.

Civili seduti all'ombra di una coperta posta su un piccolo albero.
La Svizzera ha ribadito il suo pieno sostegno all'UNMISS in occasione di un briefing al Consiglio di Sicurezza dell'ONU il 14 agosto. © Keystone

La Svizzera è attiva sul campo nella politica di pace, nella cooperazione allo sviluppo e nell'aiuto umanitario. In seno al Consiglio di sicurezza dell'ONU, la Svizzera ha inoltre ripetutamente sostenuto - da ultimo il 29 aprile 2024 - l'estensione del mandato della Missione ONU nel sud Sudan (UNMISS), che svolge un ruolo essenziale per la pace e la sicurezza. Oggi la Svizzera ha ribadito i tre punti fondamentali per lei prioritari.

In primo luogo, la necessità di raggiungere un consenso per chiarire il percorso da seguire in merito alla roadmap elettorale. Il rappresentante svizzero ha inoltre sottolineato l'importanza di un dialogo costruttivo tra le parti. È inoltre essenziale creare un ambiente sicuro e protetto. Questo appello giunge in un momento in cui gli sviluppi degli ultimi mesi continuano a destare preoccupazione. Attacchi diffusi contro la popolazione civile, in particolare nel contesto della violenza sub-nazionale, continuano in tutto il Paese. “Le parti devono rispettare il diritto umanitario internazionale e i diritti umani. Accogliamo con favore gli sforzi compiuti dall'UNMISS per proteggere i civili e l'impegno costante della missione e del governo a rispettare l'accordo sullo status delle forze”, ha affermato la Svizzera nella sua dichiarazione.

Infine, gli sforzi per soddisfare le esigenze umanitarie e di protezione devono continuare. Questi bisogni sono in costante aumento, un dato molto preoccupante. Il Paese è segnato dalla violenza persistente e dall'impatto del conflitto in Sudan. Inoltre, il Sud Sudan è già gravemente colpito da disastri legati alle inondazioni, che si prevede continueranno quest'anno e colpiranno milioni di persone, secondo il rapporto del Segretario Generale delle Nazioni Unite. I rischi combinati dell'insicurezza alimentare esacerbata dal conflitto, dello sfollamento delle persone e degli impatti negativi del cambiamento climatico incidono su più della metà della popolazione del Sud Sudan. Il nostro sostegno è urgentemente necessario. Un accesso umanitario rapido e senza ostacoli è essenziale per fornire aiuti a chi ne ha bisogno. Lo stesso vale per il personale umanitario, che deve essere protetto in ogni circostanza.

In tutti questi ambiti, la Svizzera ha ribadito il suo pieno sostegno all'UNMISS e alla Task Force Trilaterale, il cui continuo supporto al Sud Sudan in questo complesso percorso è essenziale. Al termine della dichiarazione, ha inoltre ribadito il suo fermo impegno nei confronti del governo e del popolo del Sudan meridionale per il raggiungimento di una governance democratica e legittima e di una pace duratura.

13.08.2024 – Medio Oriente: riunione d'emergenza dopo l'attacco alla scuola di al Tabeen a Gaza

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si è riunito in sessione d'emergenza a seguito dell'attacco israeliano alla scuola al Tabeen di Gaza, avvenuto sabato scorso. «Oggi a Gaza le scuole sono spesso l'ultimo posto dove andare a cercare cibo, bevande o riparo. E anche queste scuole, che sono diventate rifugi di emergenza, spesso non offrono alcun rifugio alla popolazione civile», ha dichiarato la Svizzera a New York.

La Svizzera condanna tutte le violazioni del diritto umanitario internazionale. Condanna anche il fatto che le ostilità a Gaza continuino a causare numerose vittime civili, come l'attacco alla scuola di sabato scorso. Secondo l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, almeno 93 persone sono state uccise in questo attacco.

Il diritto umanitario internazionale vieta di utilizzare la presenza di civili per proteggere un obiettivo militare da un attacco, anche per i gruppi armati come Hamas. Anche se questa regola viene violata, ciò non cambia l'obbligo di Israele di attenersi rigorosamente al diritto umanitario internazionale nelle sue operazioni di combattimento. Questo include i principi di distinzione, precauzione e proporzionalità nelle ostilità. «Le Convenzioni di Ginevra sono state adottate, ieri, 75 anni fa. Firmando queste convenzioni, gli Stati membri si sono impegnati a preservare l'umanità anche in tempo di guerra», ha sottolineato la Svizzera in seno al Consiglio di sicurezza, sottolineando che il diritto umanitario internazionale deve essere rispettato da tutte le parti in conflitto in Medio Oriente.

La situazione umanitaria per la popolazione civile di Gaza rimane preoccupante: rimane il rischio di diffusione di malattie – come dimostra la recrudescenza della poliomielite – poiché la fame continua a causare vittime. La Svizzera ha ricordato al Consiglio che l'uso della fame come metodo di guerra contro la popolazione civile costituisce un crimine di guerra. In questo contesto, ha ribadito che le dichiarazioni rilasciate dal Ministro delle Finanze israeliano la scorsa settimana sono inaccettabili e ha chiesto di rendere immediatamente possibile la consegna senza ostacoli di aiuti umanitari alla popolazione civile in tutta la Striscia di Gaza.

La Svizzera ha ribadito il suo appello per il rilascio di tutti gli ostaggi e ha invitato le parti a partecipare in modo costruttivo ai colloqui per il cessate il fuoco condotti da Stati Uniti, Qatar ed Egitto. Sullo sfondo della minaccia di una grave escalation in tutta la regione mediorientale, un cessate il fuoco a Gaza è di maggior importanza per la de-escalation regionale. Infine, la Svizzera ha ribadito la necessità di ripristinare un orizzonte politico basato sulla soluzione a due Stati.

Dichiarazione della Svizzera sulla situazione in Medio Oriente, Consiglio di sicurezza dell'ONU, 13.08.2024 (fr, en)

07.08.2024 – Le donne sono artefici fondamentali della pace

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha discusso oggi l'impatto del ritiro di una missione dell’ONU sul ruolo delle donne nel mantenimento della pace e della sicurezza e sui diritti delle donne. A New York, la Svizzera ha sottolineato quanto sia importante consentire alle donne di partecipare pienamente e in modo paritario ai processi di pace, poiché fondamentale al fine di ottenere risultati sostenibili.

È necessario adottare misure specifiche di genere per garantire che il ritiro delle missioni di pace non metta a rischio i diritti e l'uguaglianza delle donne. Con la risoluzione 2594, il Consiglio di sicurezza ha già sottolineato nel 2021 l'importanza della partecipazione delle donne. Vi ha inoltre reso particolarmente attenti agli aspetti specifici di genere nel corso di questi processi di transizione. Tuttavia, non tutti gli strumenti disponibili vengono utilizzati al massimo delle loro potenzialità.

Una donna maliana in abito blu cammina per strada portando una borsa della spesa.
La partecipazione delle donne ai processi di pace è fondamentale per ottenere risultati sostenibili. Foto presa in Mali. © Keystone

L'integrazione di criteri specifici di genere è centrale in tutti i settori delle missioni ONU, nuove ed esistenti. In questo modo, le istituzioni di sicurezza nazionali sul campo possono essere sostenute nella protezione della popolazione civile e nel rispetto dei diritti umani. Le donne devono poter partecipare ai processi decisionali per il futuro del loro Paese, anche in relazione al ritiro di una missione di pace. La responsabilità principale in questo senso spetta ai governi locali, ad esempio attraverso un piano d'azione nazionale per l'attuazione dell'Agenda Donne, Pace e Sicurezza.

La documentazione disponibile ai precedenti ritiri delle missioni ONU e lo scambio di esperienze sono fondamentali per evitare impatti negativi sui diritti, l'empowerment e la sicurezza delle donne in scenari simili. Esempi come il Mali e il Sudan dimostrano che lo smantellamento delle strutture ONU può avere conseguenze negative per i diritti delle donne in loco. Le fasi di transizione devono essere pianificate di conseguenza, a lungo termine e con risorse sufficienti.

Infine, la Svizzera ha sottolineato che le decisioni prese oggi gettano le basi per i futuri sforzi di pace. Le donne e le ragazze devono avere la possibilità di svolgere il loro ruolo attivo di artefici della pace e del proprio futuro anche durante le fasi di transizione.

Dichiarazione della Svizzera su donne, pace e sicurezza, Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, 07.08.2024 

31.07.2024 – Consiglio di sicurezza dell'ONU: la Svizzera esprime grave preoccupazione per l'escalation in Medio Oriente

Durante una riunione d'emergenza del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, la Svizzera ha espresso oggi la sua estrema preoccupazione per l'escalation degli ultimi giorni in Medio Oriente. “Respingiamo questa spirale di violenza e chiediamo con enfasi un ritorno alla diplomazia”, ha dichiarato la Svizzera a New York. La Svizzera chiede a tutti gli attori e a coloro che hanno influenza su di loro di esercitare la massima moderazione e di intraprendere la strada della diplomazia per ridurre le tensioni e cercare soluzioni in conformità con il diritto internazionale. "Non esiste una soluzione militare a questo conflitto. Il dialogo e la de-escalation sono gli unici mezzi per evitare di precipitare nell'abisso di una guerra regionale e per ritrovare la via della pace”, ha sottolineato la Svizzera.

La Svizzera esige il rispetto del diritto internazionale, compresa la Carta delle Nazioni Unite. Tutte le risoluzioni dell'ONU devono essere attuate.

La Svizzera chiede inoltre a tutte le parti in conflitto di rispettare il diritto umanitario internazionale e di proteggere la popolazione civile. Inoltre, ha ribadito la richiesta di un immediato cessate il fuoco a Gaza e il rilascio di tutti gli ostaggi. Ciò contribuirebbe anche a calmare la situazione nella regione. “I negoziati devono proseguire con urgenza”, ha sottolineato la Svizzera.

Dichiarazione della Svizzera sulla situazione in Medio Oriente, Consiglio di sicurezza dell'ONU, 31.07.2024 (en, fr)

26.07.2024 – Gaza: il rispetto del diritto internazionale è essenziale

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si è riunito oggi per discutere della situazione umanitaria a Gaza, alla presenza della Vice Commissaria Generale dell'UNRWA Antonia Marie De Meo. La Svizzera ha espresso la sua gratitudine per l'importante lavoro umanitario svolto dalle Nazioni Unite, compresa l'UNRWA, in un contesto particolarmente difficile.

In una situazione in cui uomini, donne e bambini vivono in condizioni inaccettabili, la Svizzera ha ribadito il suo appello al rigoroso rispetto del diritto umanitario internazionale e all'immediato cessate il fuoco a Gaza - richiesto anche dalle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza - nonché al rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi.

La Svizzera ha condannato fermamente tutte le violazioni del diritto umanitario internazionale, compresi gli attacchi indiscriminati e la violenza contro i civili, le persone non in grado di combattere e gli oggetti civili, nonché le violazioni dei diritti umani. Inoltre, gli aiuti umanitari devono poter entrare a Gaza attraverso tutti i punti di passaggio ed essere distribuiti in tutta la Striscia di Gaza in modo sicuro, rapido e senza ostacoli.

Questi elementi sono solo i primi passi verso una risoluzione politica del conflitto. Questa deve basarsi sulla soluzione a due Stati, in cui due Stati democratici, Israele e Palestina, vivono fianco a fianco all'interno di confini sicuri e riconosciuti.

Dichiarazione della Svizzera al Consiglio di sicurezza dell'ONU, 26.07.2024 (en, fr)

23.07.2024 – La gestione transfrontaliera dell'acqua in Asia centrale come strumento di pace e stabilità

Una gestione sostenibile ed equa dell'acqua è essenziale per sostenere mezzi di sussistenza sani e migliorare la sicurezza alimentare, nonché per rafforzare la resilienza delle società agli effetti del cambiamento climatico. La disponibilità di risorse idriche in Asia centrale svolge un ruolo fondamentale per il benessere e la crescita economica di circa 75 milioni di persone. Con la continua crescita economica della regione, affrontare le sfide legate alle risorse idriche con una governance efficace e informata sosterrà lo sviluppo sostenibile e aumenterà la prosperità della popolazione.

In risposta alla pressante necessità di un approccio transfrontaliero alla gestione delle risorse idriche della regione, nel 2017 la Svizzera ha lanciato l'iniziativa Blue Peace Central Asia (BPCA). L'iniziativa mira a sostenere i Paesi della regione (Kazakistan, Kirgizistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan) nella creazione di un sistema di benefici condivisi per l'allocazione delle risorse idriche (servizi igienici e acqua potabile, irrigazione, energia e ambiente) che tenga conto degli interessi dei Paesi a monte e a valle. In Tagikistan e Uzbekistan vengono compiuti sforzi per riabilitare l'idroporto transfrontaliero comune e per stabilire il quadro di gestione operativa. Per la Svizzera, l'inaugurazione dell'idroporto rappresenta un importante passo avanti nella collaborazione regionale. Conferma la volontà politica di cooperazione transfrontaliera tra Tagikistan e Uzbekistan. Inoltre, l'istituzione di una piattaforma di dialogo BPCA facilita il dialogo tra gli Stati rivieraschi per una gestione congiunta e sistematica dei grandi bacini fluviali condivisi.

Anche il Centro regionale delle Nazioni Unite per la diplomazia preventiva (UNRCCA) promuove il dialogo tra gli Stati dell'Asia centrale sulla gestione delle acque transfrontaliere. L'UNRCCA offre uno spazio di dialogo tra i governi di questi Paesi per trovare soluzioni comuni. Inoltre, mantiene contatti regolari con le organizzazioni internazionali che operano nella regione per stimolare i loro sforzi di pace e collabora con altre agenzie delle Nazioni Unite che operano nel campo dello sviluppo sostenibile e della prevenzione dei conflitti. Il rappresentante speciale del Segretario generale e capo dell'UNRCCA informa regolarmente il Consiglio di sicurezza sul lavoro dell'UNRCCA. Il 23 luglio si è svolto un incontro di questo tipo, durante il quale la Svizzera ha condiviso le proprie esperienze nella regione.

La Svizzera sostiene gli sforzi per la gestione delle risorse idriche in Asia centrale, nonché le iniziative nell'ambito del buon governo e dello sviluppo economico sostenibile in Kirgizstan, Tagikistan e Uzbekistan, incoraggiando le misure per mitigare gli impatti del cambiamento climatico e sostenendo la cooperazione regionale. Il consigliere federale Ignazio Cassis ha inoltre visitato il Tagikistan e il Kirghizistan dal 1° al 4 luglio 2024, con l'obiettivo di creare un ponte tra economia e cooperazione in Asia centrale.

Ulteriori informazioni sulle attività della Svizzera nella regione: 

How water programmes of the Swiss Development Cooperation Agency contributes to peaceful cooperation, social cohesion and stability (video July 2024, en)

Economia e cooperazione: il viaggio di Ignazio Cassis nell’Asia centrale

Svizzera e Stati dell’Asia centrale: una cooperazione che dura da 30 anni

Blue Peace Central Asia (en)

22.07.24 – La Svizzera esprime grande preoccupazione riguardo al rischio di escalation in Medio Oriente

Il Consiglio di sicurezza ha tenuto una riunione urgente a New York lunedì pomeriggio a seguito dell'attacco con un drone a Tel Aviv di venerdì 19 luglio, rivendicato dagli Houthi. L'attacco è stato seguito da un attacco a Hodeïda da parte dell'esercito israeliano in risposta. La Svizzera ha espresso profonda preoccupazione per i recenti sviluppi nella regione, sia in Yemen che in Medio Oriente. «Ogni attacco nella regione, compresi gli ultimi attacchi missilistici contro Eilat, ci avvicina a un'escalation regionale ancora più grave, un rischio che abbiamo la responsabilità di mitigare», ha dichiarato il rappresentante svizzero al Consiglio. Ha inoltre ricordato che tutti gli attori nella regione devono esercitare cautela e la massima moderazione e rispettare sempre il diritto internazionale, compresa la Carta delle Nazioni Unite e il diritto umanitario internazionale.

La Svizzera afferma che solo soluzioni politiche possono portare pace e sicurezza all'intera regione. È urgente un cessate il fuoco a Gaza e la fine degli attacchi dei gruppi armati nella regione. Le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza devono essere attuate immediatamente. Lo stesso vale per lo Yemen. Le misure adottate dal Consiglio per promuovere una risoluzione del conflitto nello Yemen attraverso il dialogo, in particolare l'embargo sulle armi stabilito dalla risoluzione 2216, devono quindi essere rigorosamente rispettate.

Dichiarazione della Svizzera, Consiglio di Sicurezza, 22.07.2024

17.07.2024 – Medio Oriente: la Svizzera pone il rispetto del diritto internazionale al centro del processo di pace

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si è riunito oggi per un dibattito aperto sulla situazione in Medio Oriente. A New York, la Svizzera ha ribadito il suo disagio per la situazione nei territori palestinesi occupati e su entrambi i lati della Linea Blu tra Israele e Libano. La popolazione civile sta pagando il prezzo più alto per le violazioni del diritto internazionale commesse da tutte le parti e per la mancata attuazione delle quattro risoluzioni del Consiglio di Sicurezza. “Dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi per interrompere la spirale di violenza e tornare alle basi dell'umanità, che sono state ignorate per troppo tempo in questo conflitto”, ha sottolineato l'inviato speciale della Svizzera per la regione MENA a New York.

L'inviato speciale della Svizzera per la regione MENA al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite a New York.
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si è riunito oggi per un dibattito aperto sulla situazione in Medio Oriente. © UN Photo

In questo contesto, è essenziale un cessate il fuoco immediato a Gaza, come richiesto dalle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza. Inoltre, è imperativo che tutte le parti rispettino il diritto internazionale, in particolare il diritto umanitario internazionale e i diritti umani. Di conseguenza, la popolazione civile e le proprietà civili come case, scuole e ospedali non devono essere attaccate. Allo stesso modo, gli aiuti umanitari devono poter entrare a Gaza attraverso tutti i punti di passaggio ed essere distribuiti in tutta la Striscia in modo sicuro, rapido e senza ostacoli. La Svizzera ha anche chiesto il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi rimasti.

L'inviato speciale della Svizzera ha sottolineato al Consiglio di sicurezza che il diritto internazionale deve essere rispettato anche in Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est. Questo vale anche per la politica di insediamento di Israele. La Svizzera ha sottolineato che gli insediamenti sono illegali secondo il diritto internazionale e ha espresso la sua preoccupazione per gli ultimi annunci di Israele, in particolare per la costruzione di nuove unità di insediamento.

Solo una soluzione politica può portare a una pace duratura. Essa deve basarsi sulla soluzione a due Stati, in cui due Stati democratici, Israele e Palestina, convivono fianco a fianco all'interno di confini sicuri e riconosciuti.

Dichiarazione della Svizzera sulla situazione in Medio Oriente, Consiglio di sicurezza dell'ONU, 17.07.2024

L'impegno della Svizzera per la stabilità in Medio Oriente

La Svizzera si impegna a livello bilaterale, multilaterale e attraverso la cooperazione internazionale per la pace e la stabilità in Medio Oriente, compresa la ricerca di una soluzione al conflitto mediorientale. La Strategia MENA 2021-2024 del Consiglio federale funge da bussola per mitigare l'impatto della crisi siriana e del conflitto mediorientale sulle comunità della regione. I temi “pace, sicurezza e diritti umani”, “migrazione e protezione” e “sviluppo sostenibile” sono al centro di questa strategia.

Infografica che illustra l'impegno della Svizzera in Medio Oriente.
Panoramica dell'impegno della Svizzera in Medio Oriente. © DFAE

16.07.2024 – La difesa delle libertà e il dialogo al centro del discorso del consigliere federale Ignazio Cassis a New York

Dopo aver completato un viaggio in America Latina, il 16 luglio il consigliere federale Ignazio Cassis ha partecipato a New York a un dibattito aperto del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sul mantenimento della pace e della sicurezza internazionale. A luglio la Russia detiene la presidenza del Consiglio. Il capo del DFAE ha difeso i principi di un ordine mondiale più equo, democratico e sostenibile. Di fronte alla crisi del multilateralismo, ha ribadito l'importanza della Carta delle Nazioni Unite e delle Convenzioni di Ginevra per la difesa delle libertà individuali e collettive. “Dall'adozione della Carta, noi popoli delle Nazioni Unite abbiamo costruito pietra su pietra le fondamenta dei nostri impegni universali; e insieme abbiamo cercato di costruire un mondo migliore: meno povertà, epidemie disinnescate, assistenza umanitaria per chi ne ha bisogno”, ha detto al Consiglio di Sicurezza.

Ignazio Cassis al Consiglio di Sicurezza dell’ONU il 16 luglio 2024
Il consigliere federale Ignazio Cassis ha partecipato il 16 luglio a New York a un dibattito aperto del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sul mantenimento della pace e della sicurezza internazionale. © Anthony Collins

Se la libertà deve essere al centro dell'ordine multilaterale, può essere garantita a tutti solo se protetta da regole. Regole di principio e regole di diritto. Queste le parole del consigliere federale Cassis a New York. Tra queste, la Dichiarazione universale dei diritti umani, adottata più di 75 anni fa. “Queste norme universali hanno reso possibile la costruzione di un mondo in cui la forza del diritto finisca per prevalere sul diritto della forza”.

Anniversario delle Convenzioni di Ginevra

Nel maggio 2023, il capo del DFAE ha presieduto un dibattito sul ruolo della fiducia nella diplomazia: un elemento chiave per la capacità del Consiglio di sicurezza di adempiere al suo mandato. Ha sottolineato la necessità per gli Stati di cercare il dialogo. La Svizzera ha svolto questo compito organizzando la conferenza internazionale sulla pace in Ucraina, tenutasi a giugno al Bürgenstock. “Non eravamo affatto tutti d'accordo sui percorsi di pace, ma abbiamo fatto del nostro meglio per creare una base di fiducia per il progresso”, ha assicurato il consigliere federale. Ha inoltre dichiarato che la Svizzera, in quanto depositaria delle Convenzioni di Ginevra, è pronta ad assumersi le proprie responsabilità per un ordine mondiale basato sul diritto umanitario, poiché quest'anno le Convenzioni di Ginevra celebrano il loro 75° anniversario.

Dichiarazione del consigliere federale Ignazio Cassis al Consiglio di sicurezza dell'ONU, 16.07.2024

12.07.2024 – Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite estende il mandato dell'Ufficio delle Nazioni Unite ad Haiti

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha prorogato oggi all'unanimità il mandato dell'Ufficio delle Nazioni Unite ad Haiti (BINUH) per un ulteriore anno. La Svizzera ha sostenuto il rinnovo del mandato in considerazione dell'escalation della violenza delle bande e dell'instabilità politica nel Paese.

Donne di Haiti lavano il bucato in vasche di plastica davanti a una tenda con una croce rossa.
La situazione della popolazione civile ad Haiti è precaria. Il BINUH sostiene il governo haitiano sul campo per raggiungere una maggiore stabilità. © Keystone

Il BINUH fornisce consulenza al governo haitiano per promuovere e rafforzare la stabilità politica. In particolare, l'ufficio promuove il dialogo inclusivo all'interno del Paese. Ciò dovrebbe consentire di promuovere le riforme e di attuare una strategia nazionale per ridurre la violenza delle bande. Il BINUH sostiene inoltre lo svolgimento di elezioni libere ed eque e si impegna a rafforzare i diritti umani.

Con l'adozione della risoluzione odierna, il Consiglio di Sicurezza incoraggia la comunità internazionale a compiere ulteriori sforzi per consentire il dispiegamento della missione multinazionale di polizia. Il 2 ottobre 2023, il Consiglio ha autorizzato la missione a ripristinare la sicurezza della popolazione dello Stato caraibico.

09.07.2024 – Ucraina: riunione d'emergenza dopo il bombardamento di una clinica pediatrica a Kyiv

Al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, la Svizzera ha condannato con la massima fermezza i recenti attacchi aerei russi della notte dell'8 luglio. Gli attacchi in tutta l'Ucraina hanno causato la morte di molti bambini. Altri sono stati feriti. Un missile ha colpito la più grande clinica pediatrica di Kiev e l'aggressione militare della Russia dura ormai da più di due anni. Secondo i dati delle Nazioni Unite, quasi duemila bambini sono stati uccisi o feriti dal 24 febbraio 2022.

«Il diritto internazionale, in particolare il diritto dei diritti umani e il diritto umanitario internazionale, deve essere rigorosamente rispettato da tutte le parti e, in questo contesto, chiediamo alla Russia di rispettarlo e di proteggere la popolazione civile e le infrastrutture», ha sottolineato la Svizzera a New York. Secondo il diritto umanitario internazionale, gli ospedali godono di una protezione specifica.

La popolazione ucraina, e i bambini in particolare, devono poter tornare a una vita sicura e normale. Al fine di renderlo possibile, la Russia deve porre fine alla sua aggressione militare contro l'Ucraina, cessare le ostilità e ritirare le sue truppe da tutto il territorio ucraino. «La Carta delle Nazioni Unite ci obbliga tutti a rispettare la sovranità e l'integrità territoriale degli Stati», ha sottolineato la Svizzera nella sua dichiarazione. La Svizzera rimane determinata a contribuire a una pace giusta e duratura in Ucraina, in conformità con la Carta delle Nazioni Unite e il diritto internazionale. È con questo spirito che 100 delegazioni provenienti da tutte le regioni del mondo si sono riunite al Bürgenstock a metà giugno per avviare un processo di pace.

Dichiarazione della Svizzera sulla situazione in Ucraina, Consiglio di sicurezza dell'ONU, 09.07.2024 (fr, en)

08.07.2024 – Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite estende il mandato della missione ONU per la sicurezza portuale in Yemen

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha prorogato oggi all'unanimità il mandato della Missione delle Nazioni Unite a sostegno dell'Accordo di Hodeida (UNMHA) in Yemen per un ulteriore anno. Sul campo, la missione sta monitorando il cessate il fuoco tra il governo yemenita riconosciuto a livello internazionale e gli Houthi nei porti del Mar Rosso di Hodeida, Salif e Ras Issa. Il cessate il fuoco è stato negoziato nel cosiddetto accordo di Hodeida tra le parti in conflitto nel 2019 a Stoccolma. Di fronte a una delle più grandi crisi umanitarie dei nostri tempi, che si sta verificando in Yemen, la sicurezza del porto di Hodeida è fondamentale per la fornitura di aiuti umanitari. A New York, la Svizzera ha votato a favore della proroga del mandato.

02.07.2024 – Medio Oriente: la situazione umanitaria a Gaza si sta rapidamente deteriorando

La drammatica situazione umanitaria a Gaza è stata al centro di un briefing al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite tenuto oggi dalla Sottosegretaria generale Sigrid Kaag, nominata dal Consiglio lo scorso dicembre coordinatrice degli aiuti di emergenza delle Nazioni Unite per la risposta umanitaria e la ricostruzione a Gaza.

La Svizzera ha espresso la sua profonda preoccupazione per il conflitto in corso in Medio Oriente, che continua a mietere numerose vittime civili, e per la situazione umanitaria a Gaza. Secondo gli ultimi dati indipendenti, il 95% della popolazione della Striscia di Gaza sta affrontando una grave insicurezza alimentare. Il rischio di carestia permarrà finché il conflitto continuerà e gli aiuti umanitari saranno ostacolati.

Gli obblighi previsti dal diritto internazionale umanitario e dai diritti umani devono essere rigorosamente rispettati da tutte le parti. Queste obbligano le parti a consentire l'accesso umanitario ai civili bisognosi e a proibire l'uso della fame come metodo di guerra. La popolazione civile deve avere accesso a beni e servizi essenziali come acqua pulita, cibo ed elettricità. Gli aiuti che arrivano a Gaza sono ben lungi dall'essere sufficienti a fronte degli immensi bisogni. “Questa situazione deve cambiare urgentemente", ha sottolineato la Svizzera nella sua dichiarazione al Consiglio di Sicurezza. La Svizzera ha lanciato un appello affinché gli aiuti arrivino a chi ne ha bisogno e ha chiesto alle parti in conflitto di agire di conseguenza.

A New York, la Svizzera ha ribadito l'urgenza di un cessate il fuoco immediato e del rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi. Ha inoltre sottolineato la necessità di ripristinare un orizzonte politico. La Svizzera ha ribadito il suo pieno sostegno alla soluzione dei due Stati, che è l'unica base in grado di offrire alle popolazioni della regione una vita in pace, sicurezza e dignità.

Dichiarazione della Svizzera sulla situazione umanitaria in Medio Oriente, Consiglio di sicurezza dell'ONU, 02.07.2024

26.06.2024 – Occorre intensificare gli sforzi per proteggere i bambini nei conflitti armati

«Non esiste una seconda possibilità per l'infanzia. Nel momento in cui ci incontriamo qui, bambini rischiano la vita in molti conflitti armati di tutto il mondo», ha sottolineato la Svizzera in occasione del dibattito aperto annuale del Consiglio di Sicurezza dell'ONU sui bambini e i conflitti armati, il 26 giugno.

Bambini siriani frequentano le lezioni in una scuola di fortuna allestita in un campo per sfollati interni.
Bambini frequentano lezioni in una scuola allestita di fortuna in un campo per sfollati siriani nella provincia di Idlib, nel nord-ovest della Siria. © Keystone

Il rapporto annuale del Segretario generale delle Nazioni Unite sui bambini e i conflitti armati delinea un quadro desolante. Si registra il più alto numero di gravi violazioni dei diritti dell'infanzia mai registrato e riguarda bambini in ogni regione del mondo. Tra queste, le tendenze al rialzo allarmanti del reclutamento di bambini nei conflitti armati in Myanmar e nella Repubblica Democratica del Congo, il rapimento e l'uccisione di bambini in Israele e nel nord della Nigeria, il numero impressionante di bambini uccisi e mutilati a Gaza e in Sudan e l'accesso inadeguato agli aiuti umanitari in ambedue i contesti. Particolarmente preoccupanti sono anche gli attacchi a scuole e ospedali in Myanmar e Ucraina e le violenze sessuali commesse contro i bambini da bande armate ad Haiti.

Nella sua dichiarazione, la Svizzera ha sottolineato che il Consiglio di sicurezza dovrebbe intensificare gli sforzi per proteggere i bambini nei conflitti armati. Le fasi di transizione durante il ritiro delle missioni ONU dalle zone di conflitto ne sono un esempio concreto. «Notiamo con grande preoccupazione che il numero di gravi violazioni dei diritti dei bambini è rimasto invariato o è aumentato in diverse fasi di transizione, come in Repubblica Democratica del Congo», ha dichiarato la rappresentante svizzera a New York. Il Consiglio di Sicurezza ha il dovere di garantire che la protezione dei bambini continui ad essere una priorità, anche in queste fasi di transizione. La Svizzera vi contribuisce finanziando l'UNICEF o inviando specialisti di protezione dell'infanzia alle organizzazioni ONU, come ad esempio dopo il ritiro della missione ONU in Mali.

La Svizzera ha inoltre invitato tutte le parti in conflitto a rispettare il diritto umanitario internazionale, a porre fine agli attacchi contro scuole e ospedali e a garantire l'accesso agli aiuti umanitari.

«La pace e il rispetto del diritto internazionale sono la migliore protezione per i bambini. In particolare, devono essere rispettati il diritto umanitario internazionale, i diritti umani e il diritto dei rifugiati. Allo stesso tempo, è nostro dovere, in quanto membri del Consiglio di Sicurezza, intensificare gli sforzi per trovare soluzioni politiche ai conflitti e per prevenirli», ha sottolineato la Svizzera.  

Dichiarazione della Svizzera sui bambini nei conflitti armati, Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, 26 giugno 2024 (fr)

25.06.2024 – Medio Oriente: la Svizzera chiede l'attuazione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha discusso oggi nuovamente della situazione in Medio Oriente. Nella sua dichiarazione, la Svizzera ha sottolineato l'urgenza di rispettare il diritto internazionale e di attuare le risoluzioni del Consiglio di sicurezza.

La risoluzione 2334, adottata dal Consiglio nel dicembre 2016, ribadisce che gli insediamenti di Israele nei Territori palestinesi occupati sono una violazione del diritto internazionale e un ostacolo al raggiungimento della soluzione a due Stati. A New York, la Svizzera ha condannato gli attacchi, le minacce e le intimidazioni dei coloni israeliani contro la popolazione palestinese in Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, che continuano nella quasi totale impunità. La Svizzera chiede che tali attacchi cessino immediatamente e ricorda gli obblighi di Israele in quanto potenza occupante ai sensi del diritto internazionale, compreso l'obbligo di proteggere la popolazione civile.

Nel corso dell'incontro odierno, la Svizzera ha inoltre sottolineato che il personale, le infrastrutture e le proprietà umanitarie devono essere rispettate e protette, comprese le sedi dell'UNRWA e del CICR. Con l'adozione della risoluzione sulla protezione del personale umanitario, che la Svizzera ha sottoposto al voto del Consiglio di Sicurezza il 24 maggio 2024, il Consiglio ha recentemente riaffermato la responsabilità degli Stati e delle parti in conflitto di rispettare e proteggere le popolazioni civili, compreso il personale umanitario, in tutti i conflitti del mondo.

Circa quindici giorni fa, il Consiglio di sicurezza ha adottato la risoluzione 2735, che invita tutte le parti ad attuare immediatamente e incondizionatamente il piano in tre fasi presentato dall'amministrazione degli Stati Uniti, che dovrebbe portare a un cessate il fuoco duraturo a Gaza. Non appena la risoluzione è stata adottata il 10 giugno, la Svizzera ha sottolineato che questo piano rappresenta per il momento la migliore possibilità di porre fine al conflitto, che ha fatto decine di migliaia di vittime dopo gli attacchi terroristici di Hamas del 7 ottobre, che la Svizzera condanna con la massima fermezza.

La Svizzera ha quindi ribadito il suo appello per un cessate il fuoco immediato, la consegna rapida e senza ostacoli di aiuti umanitari alla Striscia di Gaza, il rispetto del diritto umanitario internazionale da parte di tutte le parti e il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi.

Ha inoltre ribadito l'importanza della soluzione a due Stati come unica base per la pace e la stabilità nella regione.

Dichiarazione della Svizzera sulla situazione in Medio Oriente, Consiglio di sicurezza dell'ONU. 25.06.2024

20.06.2024 – Il diritto internazionale umanitario vale anche nel cyberspazio

Nell'ambito di un dibattito aperto in seno al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, gli Stati hanno discusso delle nuove minacce alla pace internazionale che potrebbero emergere nel cyberspazio. La Svizzera ha evidenziato due aspetti che richiedono l'attenzione della comunità internazionale. La crescente digitalizzazione dei conflitti e delle operazioni militari informatiche può portare a nuove dimensioni del conflitto. Inoltre, la crescente intensità degli attacchi tramite ransomware e degli attacchi informatici sponsorizzati da uno Stato contro le infrastrutture critiche è motivo di preoccupazione. L'uso di ransomware per estorcere valuta e criptovalute o gli attacchi mirati alle infrastrutture critiche mettono a rischio importanti strutture aziendali.

Illustrazione di un codice di programmazione.
I conflitti vengono sempre più spesso combattuti nel cyberspazio. Ciò rappresenta un'ulteriore minaccia per la pace e la sicurezza internazionale. © Unsplash/Markus Spiske

A New York, la Svizzera ha sottolineato che il Consiglio di sicurezza dovrebbe riaffermare i principi riconosciuti per combattere tale fenomeno quali l'applicabilità del diritto internazionale pubblico al cyberspazio in generale e del diritto internazionale umanitario alle attività svolte nel cyberspazio in un contesto di conflitto armato.

Dichiarazione della Svizzera sulle minacce nel cyberspazio, Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, 20 giugno 2024 (fr)

18.06.2024 – Il dialogo sulla pace in Ucraina deve continuare dopo la conferenza di Bürgenstock

In occasione della riunione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU dedicata all’Ucraina, la Svizzera ha sottolineato l'obiettivo della conferenza di alto livello sulla pace in Ucraina dello scorso fine settimana: "Dobbiamo avere il coraggio di costruire la pace. E per farlo, dobbiamo parlarne".

In seno al Consiglio di sicurezza, la Svizzera ha ringraziato le 101 delegazioni che si sono riunite sul Bürgenstock per ispirare un processo di pace in Ucraina. Il dialogo ad alto livello ha permesso di capire meglio le posizioni delle delegazioni di tutto il mondo, al fine di promuovere una visione comune per una pace duratura e giusta basata sulla Carta delle Nazioni Unite e sul diritto internazionale. Il Bürgenstock Communiqué, sostenuto da un'ampia maggioranza di Stati e delegazioni partecipanti, riflette questa visione e fissa tre obiettivi chiave:

  1. garantire la sicurezza delle centrali nucleari ucraine e l'inammissibilità di qualsiasi minaccia o uso di armi nucleari;
  2. il trasporto senza ostacoli di prodotti agricoli attraverso il Mar Nero, in quanto permette di favorire la sicurezza alimentare;
  3. tutti i prigionieri di guerra devono essere rilasciati nell'ambito di uno scambio globale. Tutti i bambini ucraini che sono stati illegalmente deportati e sfollati, così come tutti gli altri civili ucraini detenuti illegalmente, devono essere restituiti all'Ucraina.

La Svizzera ha sottolineato in Consiglio che queste questioni sono mirate a creare fiducia. Tuttavia, la pace può essere raggiunta solo se tutte le parti si impegnano e favoriscano il dialogo. "La Svizzera rimane un partner per la pace e per il dialogo. È necessario proseguire questo impegno anche dopo questa prima conferenza", ha sottolineato la Svizzera a New York.

Dichiarazione della Svizzera sul processo di pace in Ucraina, 18.06.2024 (en)

Newsticker: Conferenza di alto livello sulla pace in Ucraina

13.06.2024 – Adottata risoluzione sulla situazione a El-Fasher, in Sudan

Il 13 giugno 2024, il Consiglio di sicurezza ha adottato una risoluzione sulla situazione a El-Fasher, in Sudan. La capitale del Darfur settentrionale è assediata da settimane dalla milizia paramilitare Rapid Support Forces (RSF) ed è scena di feroci combattimenti tra le RSF da un lato e le Forze Armate Sudanesi (SAF) e altri gruppi armati del Darfur dall'altro. I continui combattimenti hanno portato a un grave deterioramento della situazione umanitaria. Secondo l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, la popolazione civile (>1,8 milioni) è confinata in città, indifesa contro i combattimenti, o sta cercando di fuggire, senza alcuna speranza di sicurezza o protezione. Inoltre, gli aiuti umanitari raggiungono a malapena le zone di combattimento. La minaccia di fame è imminente e colpisce soprattutto il Darfur, ma anche il resto del Paese.

La risoluzione sostenuta dalla Svizzera chiede alla RSF di porre fine all'assedio e a tutte le parti in conflitto di rispettare gli obblighi derivanti dal diritto umanitario internazionale e dal diritto internazionale dei diritti umani. Chiede inoltre alle parti in conflitto a cessare immediatamente i combattimenti e a proteggere la popolazione civile, chiede che questa possa lasciare la città assediata e che i belligeranti consentano l'accesso agli aiuti umanitari. La Svizzera, in qualità di punto focale per la questione della fame e dei conflitti, si è impegnata durante i negoziati a garantire che la risoluzione facesse esplicito riferimento all'imminente rischio di fame.

Dichiarazione della Svizzera dopo il voto, Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, 13.06.2024 (fr)

12.06.2024 – Un’iniziativa svizzera discute le misure per combattere la scomparsa di persone nei conflitti armati

Ogni anno, centinaia di migliaia di persone scompaiono nei conflitti armati. Si tratta non solo di una tragedia umanitaria per le persone coinvolte e le loro famiglie, ma ha anche conseguenze a lungo termine sulla stabilità delle società e sugli sforzi di pace. Quali misure preventive adottare per evitare la scomparsa di persone? Il 12 giugno, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha discusso questo tema in una riunione informale nel cosiddetto formato «Arria». L'incontro è stato organizzato dalla Svizzera in collaborazione con l'Alleanza globale per le persone scomparse (en) per celebrare il quinto anniversario della risoluzione 2474 (2019) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (fr) sulle persone scomparse in relazione ai conflitti armati. Questo evento fa parte di una serie di iniziative avviate dalla Svizzera per attuare la sua priorità «Proteggere i civili».

Una donna si trova davanti a un muro con le foto delle persone scomparse.
Per evitare che le persone scompaiano nei conflitti armati e per dare chiarezza a chi ha perso una persona cara, i responsabili devono essere chiamati a rispondere delle loro azioni. © Keystone

Le ragioni da cui derivano le scomparse sono molteplici: alcuni perdono i contatti con i parenti al momento di fuggire dalle guerre, altri sono vittime di arresti arbitrari. Altri ancora non vengono mai ritrovati poiché non vengono riesumati o identificati le salme. Come sottolinea il rapporto annuale del Segretario generale delle Nazioni Unite sulla protezione dei civili nei conflitti armati, nel 2023 il CICR ha registrato il più alto numero di scomparse da decenni. Alla luce di queste cifre allarmanti, l'obiettivo dell'incontro in formato Arria è stato quello di sensibilizzare la comunità internazionale e di evidenziare gli obblighi legali di tutte le parti in conflitto in termini di prevenzione e ricerca delle persone scomparse.

Durante l'incontro, la Svizzera ha anche sottolineato la necessità di affrontare sistematicamente la questione delle persone scomparse nei processi di mediazione e di pace. Con l'aumento dei conflitti armati nel mondo, cresce anche il numero delle persone scomparse. Per evitare che altre persone scompaiano e per far luce sulla situazione di chi ha perso persone care, i responsabili devono essere chiamati a risponderne. Solo così si potrà porre fine all'impunità e stabilire una pace duratura.

Oltre alla responsabilità, sono stati evidenziati altri aspetti: umanitari, politici, legali ed extragiudiziali. I familiari e le organizzazioni civili svolgono spesso un ruolo centrale nella ricerca delle persone scomparse. Rappresentanti del Kuwait e della Colombia hanno condiviso le loro esperienze in questo ambito. Inoltre, un rappresentante della società civile del Nepal ha condiviso il suo impegno personale per riunire le famiglie dei parenti scomparsi. Anche il CICR ha condiviso la sua vasta esperienza, ad esempio nel lavoro del Servizio centrale di rintracciamento.  

Dichiarazione della Svizzera alla riunione di Arria del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, 12 giugno 2024 (fr, en)

Articolo: «Una delle maggiori sfide per l’Ucraina nell’ambito delle persone scomparse è il grande numero di casi da analizzare»

Articolo: Identificazione e ricerca delle persone scomparse: tasselli fondamentali per la ricostruzione di un Paese

10.06.2024 – Medio Oriente: il Consiglio di sicurezza dell'ONU chiede l'attuazione del piano in tre fasi del presidente americano Biden

Mediante l'adozione di questa risoluzione da parte degli Stati Uniti, il Consiglio di Sicurezza dell'ONU chiede a Israele e Hamas di accettare il piano in tre fasi presentato dal Presidente degli Stati Uniti Joe Biden e di attuarlo in modo integrale, immediato e incondizionato. La risoluzione definisce le fasi del piano come segue:

  • Fase 1: Un cessate il fuoco immediato, pieno e integrale con la liberazione degli ostaggi, compresi donne, anziani e feriti, la restituzione delle salme di ostaggi uccisi, lo scambio di prigionieri palestinesi, il ritiro delle forze israeliane dalle aree popolate della Striscia di Gaza, il ritorno della popolazione civile palestinese alle proprie case e quartieri in tutte le aree della Striscia di Gaza, compreso il nord, e la distribuzione sicura ed efficace di aiuti umanitari su larga scala in tutta la Striscia di Gaza a tutta la popolazione civile palestinese in difficoltà, comprese le unità abitative fornite dalla comunità internazionale;
  • Fase 2: a seguito di un accordo tra le parti, cessazione permanente delle ostilità in cambio del rilascio di tutti gli ostaggi rimasti nella Striscia di Gaza e del ritiro completo delle forze israeliane dalla Striscia di Gaza;
  • Fase 3: avvio di un vasto programma pluriennale di ricostruzione della Striscia di Gaza e restituzione alle famiglie delle salme di tutti gli ostaggi ancora presenti nella Striscia di Gaza.
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite vota.
Il Consiglio di sicurezza dell'ONU chiede l'attuazione del piano in tre fasi del presidente americano Biden. © DFAE

Su questa base, le parti in conflitto dovrebbero raggiungere una cessazione duratura delle ostilità con il sostegno degli Stati membri delle Nazioni Unite. La risoluzione adottata ribadisce l'impegno del Consiglio per la soluzione a due Stati, in cui Israele e Palestina convivono uno accanto all'altro all'interno di confini sicuri e riconosciuti. In questo contesto, la risoluzione sottolinea anche l'importanza dell'unificazione della Striscia di Gaza e della Cisgiordania sotto l'amministrazione dell'Autorità palestinese.

La Svizzera ha sostenuto la risoluzione in seno al Consiglio di sicurezza. Dopo otto mesi di guerra dagli attacchi terroristici di Hamas del 7 ottobre - che la Svizzera condanna con la massima fermezza - è urgente ristabilire un orizzonte politico in Medio Oriente. Nella sua dichiarazione dopo il voto, la Svizzera ha sottolineato che il piano presentato dagli Stati Uniti è attualmente l'opzione che offre le migliori possibilità di porre fine alla violenza in Medio Oriente. La Svizzera si augura quindi che Hamas e Israele raggiungano un accordo immediato e incondizionato e che attuino il piano. Ha inoltre sottolineato che le parti devono rispettare pienamente i loro obblighi di diritto internazionale, compreso il diritto umanitario internazionale e il diritto dei diritti umani, come richiesto dalle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite adottate dal 7 ottobre.

Dichiarazione della Svizzera dopo il voto, Consiglio di sicurezza dell'ONU, 10.06.2024

10.06.2024 – Adottata una risoluzione sul regime di sanzioni ISIL/Al-Qaeda

Il Consiglio di Sicurezza ha adottato oggi una risoluzione sulla proroga a rotazione di due importanti istituzioni del regime di sanzioni contro ISIL/Al-Qaeda: il Monitoring Team e l'Ombudsman indipendente forniscono al Consiglio di Sicurezza relazioni sull'attuazione delle sanzioni. L'Ombudsman si occupa delle richieste di rimozione dalla lista delle sanzioni ed è quindi un importante pilastro per il mantenimento dello stato di diritto nel regime delle sanzioni. Con questa risoluzione, il Consiglio di sicurezza esprime anche il desiderio di rafforzare il ruolo del mediatore, che da tempo preoccupa anche la Svizzera. Il Consiglio di sicurezza affronta anche la questione delle violenze sessuali commesse da ISIL e Al-Qaeda. La Svizzera ha approvato la risoluzione.

31.05.2024 – UN Peacekeeping Day: quale futuro per il mantenimento della pace delle Nazioni Unite?

In occasione della Giornata delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace, la Svizzera organizza a New York un evento di alto livello incentrato sulle sfide attuali e future del mantenimento della pace dell'ONU. Oltre a numerosi esperti scientifici e politici, parteciperanno all'evento Pälvi Pulli, vicesegretaria di Stato per la politica di sicurezza del DDPS, l'ambasciatore Thomas Greminger, direttore del Centro di Ginevra per la politica di sicurezza (GCSP) e Jean-Pierre Lacroix, sottosegretario generale delle Nazioni Unite per le operazioni di pace.

Un veicolo blindato bianco di una missione di pace delle Nazioni Unite vola ad alta velocità in un paesaggio desertico.
Le sfide attuali e future del mantenimento della pace delle Nazioni Unite sono al centro di un evento organizzato dalla Svizzera a New York. © UN Photo

I cambiamenti geopolitici e le numerose sfide interconnesse, come le conseguenze del cambiamento climatico o le crisi economiche, possono avere un impatto negativo sulla pace e sulla sicurezza internazionali. Anche le missioni di pace delle Nazioni Unite in tutto il mondo ne risentono. L'evento odierno a New York crea uno spazio per un dialogo politico rivolto al futuro. Riunisce esperti di mantenimento della pace di tutto il mondo. L'obiettivo è discutere come preparare al meglio le operazioni di mantenimento della pace delle Nazioni Unite a queste sfide. Mediante l'organizzazione di questo scambio, la Svizzera contribuisce alla promozione di una pace sostenibile, una delle priorità del Consiglio federale per la partecipazione della Svizzera al Consiglio di sicurezza dell'ONU nel 2023-2024.

La nuova App Peacekeeping offre una rapida panoramica delle missioni di pace dell'ONU

Per l'occasione, la Svizzera presenta anche una mostra con dati e retroscena sulle missioni di pace delle Nazioni Unite. La mostra fa parte del progetto “UN Peace Mission Mandates” (UNPMM), realizzato dal Politecnico di Zurigo e dal Geneva Graduate Institute con il sostegno del Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica e del DFAE.

Grazie a un'applicazione per smartphone, questo progetto fornisce una rapida panoramica di set di dati completi sui mandati delle missioni di pace delle Nazioni Unite, comprese le diverse componenti dei mandati e l'evoluzione delle missioni nel corso degli anni. Ad esempio, si possono trovare utili riepiloghi dei motivi per cui una missione è stata creata e perché è stata conclusa, o una tabella che consente di confrontare facilmente quali missioni hanno perseguito un particolare compito, come la promozione dei diritti umani o la sicurezza climatica. L'applicazione Peacekeeping può essere scaricata dall'App Store o da Google Play, oppure consultata sul sito web.

L'esperienza della Missione di supervisione delle Nazioni Unite in Medio Oriente (UNTSO) svolge un ruolo importante. Nel 1948, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha incaricato l'UNTSO di monitorare il cessate il fuoco tra Israele e Siria come prima missione di pace. Ancora oggi è attiva e negli ultimi 75 anni ha acquisito una grande quantità di conoscenze ed esperienze. Anche in un contesto difficile, il lavoro dell'UNTSO dimostra molte delle qualità delle missioni flessibili, adattabili ed efficaci, che le Nazioni Unite vogliono continuare a promuovere in futuro. Su questa base, il GCSP, insieme all'organizzazione EPON, ha elaborato uno studio che mostra in che misura l'esperienza dell'UNTSO possa essere rilevante anche per altre e future missioni di pace. Lo studio, finanziato dalla Svizzera, sarà presentato e discusso durante l'evento.

31.05.2024 - Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite rinnova due mandati e un regime di sanzioni

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha rinnovato il mandato della Missione di assistenza delle Nazioni Unite in Iraq (UNAMI), le sanzioni per il Sud Sudan e la risoluzione sulla lotta al traffico di armi al largo delle coste libiche. La Svizzera ha sostenuto le tre decisioni.

La risoluzione sulla lotta al traffico di armi al largo delle coste libiche autorizza gli Stati membri delle Nazioni Unite attivi sul campo e le organizzazioni regionali a controllare e bloccare in alto mare le navi che hanno motivo di ritenere contribuiscano alla fornitura di armi alla Libia.

La Missione di assistenza delle Nazioni Unite in Iraq (UNAMI) consiglia e sostiene il governo e il popolo iracheno nella promozione del dialogo politico inclusivo e della riconciliazione a livello nazionale e locale, nel processo elettorale e nella protezione dei diritti umani, nonché nelle riforme giudiziarie e legali. Il mandato dell'UNAMI è stato esteso oggi per l'ultima volta fino alla fine del 2025. La missione sarà poi ritirata.

L'estensione delle misure sanzionatorie nel Sud Sudan il 30 maggio, quali l'embargo sulle armi sull'intero territorio del Sud Sudan e sanzioni mirate contro individui di entrambe le parti in conflitto, nonché il mandato del relativo gruppo di esperti, sono passi importanti del Consiglio di Sicurezza per la stabilità della regione.

29.05.2024 - Razzi su Israele e attacchi a Rafah: la Svizzera condanna l'escalation di violenza

Il Consiglio di sicurezza dell'ONU ha discusso oggi nuovamente della situazione in Medio Oriente. La Svizzera è estremamente preoccupata per la crescente spirale di violenza, che ha raggiunto un nuovo limite lo scorso fine settimana.

La Svizzera condanna fermamente l'attacco di Israele del 26 maggio a un campo per sfollati a Rafah. Secondo i dati delle Nazioni Unite, decine di civili sono stati uccisi nell'attacco. La popolazione di Gaza è brutalmente priva di protezione in un momento in cui è già stata costretta a trasferirsi, è esposta a un'imminente carestia e continua a subire le conseguenze delle ostilità. La Svizzera condanna inoltre con la massima fermezza gli attacchi di razzi indiscriminati di Hamas contro Israele. Tali attacchi sono contrari al diritto umanitario internazionale. È quanto la Svizzera ha sottolineato al Consiglio di sicurezza.

A New York, la Svizzera ha chiesto a tutte le parti di rispettare gli obblighi derivanti dal diritto internazionale umanitario. Devono rispettare il principio di distinzione senza eccezioni e adottare misure precauzionali per proteggere la popolazione civile ed evitare danni alle proprietà civili. Davanti al Consiglio, la Svizzera ha ribadito la richiesta di un cessate il fuoco immediato, di un accesso umanitario sicuro e senza ostacoli e del rilascio immediato e incondizionato degli ostaggi.

La Svizzera ha inoltre espresso al Consiglio di sicurezza il proprio punto di vista sulla situazione in Cisgiordania. Condanna le violenze commesse dai coloni israeliani, in particolare i ripetuti attacchi alle strutture delle Nazioni Unite a Gerusalemme Est e ai convogli di aiuti umanitari.

Il rispetto del diritto umanitario internazionale da parte di tutte le parti e l'applicazione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'ONU, nonché le misure preventive della Corte internazionale di giustizia, sono condizioni preliminari per una de-escalation. La Svizzera rimane fermamente convinta che solo una soluzione negoziata a due Stati, in cui Israele e Palestina vivano fianco a fianco in pace e sicurezza all'interno di confini riconosciuti, costituisca la base per una pace duratura in Medio Oriente.

Dichiarazione della Svizzera sulla situazione in Medio Oriente, Consiglio di sicurezza dell'ONU, 29.05.2024 (en, fr)

24.05.2024 – Africa occidentale e Sahel: il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite adotta la dichiarazione presidenziale della Svizzera

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato una dichiarazione presidenziale sulla situazione nel Sahel e nell'Africa occidentale. Questa regione è l'ambito di attività dell'ufficio regionale dell'ONU UNOWAS. La Svizzera ha assunto il ruolo di penholder insieme alla Sierra Leone. Già nel febbraio 2023, è giunta a ottenere una proroga del mandato dell'UNOWAS per altri tre anni.

Cos'è una dichiarazione presidenziale?

Una dichiarazione presidenziale è una posizione formale del Consiglio di sicurezza, raggiunta per consenso e letta dalla presidenza in carica del Consiglio di sicurezza. In tale dichiarazione, il Consiglio esprime il proprio parere su una situazione geografica o su una tematica di attualità relativa alla politica di pace e sicurezza. Una dichiarazione presidenziale può riaffermare elementi di precedenti risoluzioni o servire a lanciare future decisioni del Consiglio di sicurezza. 

Scena di strada in Nigeria.
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato una dichiarazione presidenziale sulla situazione nel Sahel e nell'Africa occidentale. © Keystone

La dichiarazione presidenziale invia un messaggio importante da parte del Consiglio di sicurezza all'Africa occidentale e al Sahel, una regione che deve affrontare molte sfide e che spesso viene messa indebitamente in secondo piano nella lista delle priorità degli organismi internazionali. La regione non era stata deferita al Consiglio di Sicurezza per quasi tre anni. L'adozione per consenso è il risultato di un lavoro approfondito svolto dai membri eletti del Consiglio di sicurezza dall'inizio del 2022 durante diversi cicli di negoziati. Nella dichiarazione, il Consiglio esprime la propria preoccupazione per la situazione della sicurezza nella regione, nonché per la situazione umanitaria e politica.

Sicurezza

La dichiarazione presidenziale sottolinea che il Consiglio di Sicurezza è consapevole della situazione critica della sicurezza in Africa occidentale e nella regione del Sahel. Tra i fattori che vi contribuiscono vi sono i conflitti armati - con gruppi armati e, tra gli altri, quelli legati alle organizzazioni terroristiche internazionali - la criminalità organizzata transfrontaliera, nonché i cambiamenti climatici, che colpiscono la regione più severamente rispetto alla media. Nella sua dichiarazione, il Consiglio di Sicurezza condanna le continue violazioni del diritto umanitario internazionale, compresi gli attacchi contro la popolazione civile e gli edifici civili. Chiede di ritenere tutti gli attori responsabili delle violazioni del diritto internazionale umanitario o dei diritti umani.

Situazione politica

Nella dichiarazione, il Consiglio di sicurezza sottolinea i progressi compiuti in diversi Paesi nel mantenere e promuovere la democrazia, ad esempio con lo svolgimento di elezioni pacifiche, il dialogo e i processi di riconciliazione. Tuttavia, il Consiglio esprime anche la sua preoccupazione per i cambiamenti incostituzionali di governo e i tentativi di colpo di Stato, che ben conoscono le ripercussioni sulla pace e sulla sicurezza nella regione. Sottolinea l'importanza di ripristinare l'ordine costituzionale nei Paesi della regione impegnati in un processo di transizione politica. Inoltre, il Consiglio elogia il buon lavoro dell'UNOWAS nel prevenire conflitti e tensioni e nel promuovere la pace e la stabilità politica.

Situazione umanitaria

Attraverso la Dichiarazione presidenziale, il Consiglio di Sicurezza esprime la sua preoccupazione per il deterioramento della situazione umanitaria in alcune parti della regione, causata dal conflitto ed esacerbata da altri fattori quali i cambiamenti climatici. Il risultato è un aumento degli sfollamenti forzati, dell'estrema povertà e della mancanza di cibo e acqua, delle disuguaglianze sociali e della violenza. In qualità di co-leader e nell'ambito della sua priorità “Affrontare la sicurezza climatica”, la Svizzera si impegna a garantire che questo problema venga affrontato in modo adeguato. Il Consiglio di sicurezza chiede un accesso rapido e senza ostacoli agli aiuti umanitari e medici per tutti coloro che ne hanno bisogno, oltre a garantire l'accesso all'istruzione e all'assistenza sanitaria.

Durante i negoziati che hanno portato alla dichiarazione presidenziale, la Svizzera ha lavorato a stretto contatto con i Paesi co-leader Ghana (2023) e Sierra Leone (2024) e ha discusso con tutti i membri del Consiglio.

Dichiarazione presidenziale del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sull'Africa occidentale e il Sahel, 24.05.2024 (PDF, 7 Pagine, 141.8 kB, francese)

24.05.2024 – Protezione per il personale umanitario: il Consiglio di sicurezza dell’ONU adotta una risoluzione svizzera

Il 24 maggio 2024, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione che mira a proteggere il personale umanitario e delle Nazioni Unite nelle zone di conflitto. La Svizzera ha negoziato la risoluzione e l’ha sottoposta al voto del Consiglio. Il documento sottolinea l’impegno di lunga data della Svizzera a favore della protezione dei civili, che il Paese intende portare avanti in via prioritaria durante il suo mandato nel Consiglio di sicurezza nel periodo 2023-2024.

I conflitti armati nel mondo sono in rapido aumento. Se all’inizio del nuovo millennio si ne contavano circa 20, la cifra attuale supera la soglia dei 120. Globalmente sono milioni le persone che hanno bisogno di aiuto umanitario; allo stesso tempo, le operatrici e gli operatori umanitari e il personale delle Nazioni Unite, che forniscono questi aiuti, sono sottoposti a crescenti pressioni e subiscono attacchi a loro volta. Nel 2023, oltre 500 di loro sono stati vittime di violenza e più di 250 hanno perso la vita. Negli ultimi dieci anni, il numero di vittime tra il personale di organizzazioni di aiuto umanitario è aumentato di oltre il 50 per cento. Nel 90 per cento dei casi a farne le spese è il personale nazionale o locale.

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite adotta la risoluzione svizzera a New York.
Il 24 maggio 2024 il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato la risoluzione svizzera per la protezione del personale umanitario. © UN Photo

La Svizzera è molto preoccupata per la crescente violenza contro le operatrici e gli operatori umanitari, che si registra in tutte le zone di conflitto e spesso ostacola le misure di soccorso. In qualità di membro eletto del Consiglio di sicurezza dell’ONU, la Svizzera ha quindi negoziato una bozza di risoluzione sulla protezione del personale umanitario e delle Nazioni Unite. L'adozione della risoluzione è un segnale importante per la protezione della popolazione civile, e ha potuto contare sul sostegno di 98 Stati membri dell’ONU (co-sponsorizzazione).

Con questa risoluzione il Consiglio di sicurezza invita specificamente gli Stati membri ad adempiere gli obblighi previsti dal diritto internazionale per proteggere il personale umanitario e dell’ONU, compreso il personale nazionale e locale, nonché le relative strutture e i relativi beni. Attraverso tale documento si vuole condannare la crescente violenza contro le operatrici e gli operatori umanitari, e richiamare l’attenzione della comunità internazionale su questa problematica. Il Consiglio invita espressamente tutti gli Stati, nonché le parti statali e non statali in conflitto, a rispettare e proteggere queste persone. Il segretario generale dell’ONU dovrà presentare al Consiglio, entro sei mesi, raccomandazioni concrete su come prevenire meglio tali attacchi e combattere l’impunità. Inoltre la risoluzione affronta la questione dei nuovi tipi di minacce a cui il personale umanitario è esposto, come la disinformazione.

Il testo della risoluzione riflette anche la lunga tradizione umanitaria della Svizzera e riafferma il diritto umanitario internazionale, anche in vista del 75° anniversario delle Convenzioni di Ginevra che ricorre nell’agosto di quest’anno. Il sostegno e la protezione delle persone in difficoltà sono una componente fondamentale della Strategia di politica estera 2024–2027 della Svizzera. 

Articolo: il Consiglio di sicurezza dell’ONU adotta una risoluzione svizzera

Risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’ONU sulla protezione del personale umanitario, 24 maggio 2024. (PDF, 8 Pagine, 251.8 kB, inglese)

23.05.2024 – Maggiore impegno per sfruttare l'esperienza degli Stati africani nella prevenzione dei conflitti

“L'Africa è una terra di nuove opportunità”: così il consigliere federale Ignazio Cassis nella prefazione alla strategia del Consiglio federale per l'Africa subsahariana 2021-2024. Proprio questo potenziale è stato al centro del dibattito aperto svolto oggi al Consiglio di sicurezza dell'ONU, sotto la presidenza del Mozambico. “Possiamo continuare a mobilitare il potenziale degli Stati africani sulla base della loro esperienza nel campo della prevenzione”, ha sottolineato l'ambasciatrice svizzera all'ONU Pascale Baeriswyl a New York.

Due donne dietro una bancarella piena di pomodori maturi in un mercato ugandese.
La mobilitazione del potenziale degli Stati africani nella prevenzione dei conflitti può dare un contributo importante alla pace e alla sicurezza in Africa e nel mondo. © Keystone

L'Africa continua ad affrontare sfide di natura diversa. L'instabilità e i conflitti nel continente africano traggono origine da una combinazione di cause profonde: la mancanza di opportunità economiche, la debole presenza dello Stato in alcune regioni, la concorrenza per le risorse e le conseguenze indirette del cambiamento climatico. Una prevenzione efficace dei conflitti deve tener conto di questi fattori di instabilità e delle loro interazioni.

A New York, la Svizzera ha sottolineato che le conoscenze e l'esperienza degli Stati africani, fondate su una tradizione pluridecennale di risoluzione dei conflitti e mediazione, hanno un grande potenziale per una forte prevenzione dei conflitti a livello nazionale. Anche affrontare il passato fa parte di questo processo ed è un pilastro importante per stabilire una pace duratura. Esiste, ad esempio, un tribunale speciale in Sierra Leone o una commissione per la verità in Sudafrica per stabilire la giustizia per le vittime di violazioni dei diritti umani. Tali istituzioni servono anche a prevenire future sofferenze e a promuovere la riconciliazione tra le comunità.

Gli Stati africani e l'Unione africana sono in grado di svolgere un ruolo importante nella prevenzione, non solo nel continente africano, ma anche a livello multilaterale. A New York, la rappresentante svizzera ha sottolineato il grande potenziale di una cooperazione rafforzata tra l'Unione Africana e il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Come organo, il Consiglio può imparare dalle esperienze dei Paesi africani nel campo della prevenzione dei conflitti. Ad esempio, lo scambio tra il Consiglio di Sicurezza e l'Unione Africana previsto durante la presidenza svizzera del Consiglio di Sicurezza nell'ottobre 2024 è un importante strumento per la condivisione di informazioni reciproche.  

Dichiarazione della Svizzera sul rafforzamento del ruolo degli Stati africani nella sicurezza globale, Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, 23 maggio 2024

21.05.2024 – Dibattito al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite nell'ambito della Settimana per la protezione dei civili

Nel 1999, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione che introduceva per la prima volta la protezione dei civili nei conflitti armati. Venticinque anni dopo, questo tema, baluardo della pace e della sicurezza internazionale, si trova sempre più spesso ad affrontare gravi minacce. Di fronte alle crescenti sfide, come le difficoltà di accesso agli aiuti umanitari a Gaza, le violenze sessuali e gli attacchi indiscriminati contro i civili in Sudan, gli attacchi alle infrastrutture civili in Ucraina e i tre milioni di sfollati a causa del conflitto in Myanmar, i principi del diritto internazionale umanitario vengono erosi.

L'ambasciatore Thomas Gürber parla al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
In un contesto in cui i metodi di far guerra sono in continua evoluzione, i meccanismi per il rispetto delle regole internazionali devono essere rafforzati, ha sottolineato l'ambasciatore Thomas Gürber a New York. © DFAE

Il dibattito odierno al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, promosso dal Mozambico, mirava a riaffermare l'importanza storica delle regole internazionali messe in atto nell'ultimo secolo, dalla firma delle Convenzioni di Ginevra 75 anni fa. L'obiettivo di questo scambio è stato quello di rafforzare la protezione dei civili in tutto il mondo. In questo contesto, l'impegno degli Stati membri delle Nazioni Unite e delle altre parti interessate è essenziale per rispettare e promuovere i principi del diritto internazionale umanitario e rafforzare i diritti umani.

«Le Convenzioni di Ginevra sono le fondamenta dell'edificio normativo che abbiamo costruito mattone dopo mattone dalle macerie della guerra per proteggere i civili.
Ambasciatore Thomas Gürber, vicesegretario di Stato del DFAE

«Le Convenzioni di Ginevra sono le fondamenta dell'edificio normativo che abbiamo costruito pietra su pietra dalle macerie della guerra per proteggere la popolazione civile. È quindi difficile capire perché ora stiamo decostruendo il nostro stesso lavoro con parole e fatti», ha spiegato il vicesegretario del DFAE Thomas Gürber durante il dibattito in Consiglio. Sono necessari meccanismi più forti per garantire il rispetto delle regole e la responsabilità, a maggior ragione in un contesto in cui la natura e i metodi di guerra cambiano continuamente».

In seno al Consiglio di Sicurezza, la Svizzera ha fatto appello al buon senso delle parti in conflitto. In particolare, chiede un accesso rapido, sicuro e senza ostacoli per gli aiuti umanitari, il che implica di fatto una migliore protezione del personale delle organizzazioni umanitarie. “Cambiamo questa situazione! Assumiamoci le nostre responsabilità", ha concluso Thomas Gürber.

Articolo: La risoluzione del Consiglio di sicurezza per la protezione dei civili compie 25 anni

Dichiarazione della Svizzera al dibattito aperto sulla protezione dei civili, Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, 21.05.2024 (fr, en)

20.05.2024 – Medio Oriente: la Svizzera chiede un cessate il fuoco immediato e l'attuazione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha discusso oggi la situazione umanitaria e il disagio della popolazione civile in Medio Oriente. A seguito delle ostilità in corso, molti civili continuano a essere uccisi e feriti nella Striscia di Gaza. Centinaia di migliaia di persone sono state sfollate. In queste circostanze, la Svizzera ha chiesto al Consiglio di sicurezza un cessate il fuoco immediato e la fine dell'operazione militare in corso a Rafah. Le conseguenze di questa operazione sulla popolazione civile di Rafah, che da oltre sette mesi è colpita da bombardamenti, sfollamenti ripetuti e fame, sono inaccettabili. «La popolazione ha ora bisogno di sostegno e non può sopportare ulteriori sofferenze», ha sottolineato l'ambasciatrice svizzera all'ONU, Pascale Baeriswyl, a New York.

Nella sua dichiarazione, la Svizzera si richiama alle numerose risoluzioni adottate dal Consiglio di Sicurezza per condannare e porre fine agli attacchi contro i civili, alla presa di ostaggi e agli atti di terrorismo. Gli attacchi terroristici di Hamas e la presa di ostaggi del 7 ottobre, che la Svizzera condanna con la massima fermezza, sono contrari a tutte queste risoluzioni. La Svizzera continua a chiedere il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi.

In seno al Consiglio, la Svizzera ha accolto con favore la possibilità di consegnare aiuti umanitari via mare alla Striscia di Gaza. Allo stesso tempo, ha sottolineato che gli aiuti umanitari che attualmente raggiungono la Striscia di Gaza sono tutt'altro che sufficienti. Ha invitato tutte le parti a rispettare gli impegni presi per garantire l'accesso umanitario in tutta la Striscia di Gaza. Inoltre, è essenziale che le parti assicurino la protezione del personale umanitario affinché possa svolgere appieno i propri incarichi.

Alla luce della catastrofe umanitaria che si sta verificando in Medio Oriente, la Svizzera ha chiesto l'immediata attuazione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza in materia. Queste sono vincolanti per il diritto internazionale e richiedono che tutte le parti rispettino il diritto umanitario internazionale e i diritti umani. Inoltre, la Svizzera ha ribadito il suo sostegno a una soluzione negoziata a due Stati, in cui Israele e Palestina coesistano in pace, uno accanto all'altro, tra confini sicuri e riconosciuti. Questa soluzione è l'unico modo per raggiungere una pace duratura in Medio Oriente.

Dichiarazione della Svizzera sulla situazione in Medio Oriente, Consiglio di sicurezza dell'ONU, 20.05.2024 (fr, en)

17.05.2024 - Riunione in formato Arria del Consiglio di sicurezza su invito della Svizzera: sfruttare il potenziale della scienza per la pace e la sicurezza

Il 17 maggio 2024, la Svizzera ha organizzato una riunione informale del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite incentrata sul rafforzamento dell'interazione tra la scienza e il lavoro del Consiglio di sicurezza. A tal fine, ha portato a New York i relatori di due importanti istituzioni scientifiche svizzere, il GESDA e il Politecnico di Zurigo. «Il Consiglio di sicurezza ha il mandato di affrontare le numerose crisi che sconvolgono il mondo. Ma anche in questi tempi difficili, è essenziale avere una visione a lungo termine», ha dichiarato al Consiglio di sicurezza Thomas Gürber, vicesegretario di Stato del DFAE. I conflitti nel mondo sono in aumento e le sfide alla pace e alla sicurezza globale diventano sempre più complesse. Le conseguenze del cambiamento climatico stanno esacerbando i rischi esistenti, le nuove tecnologie stanno influenzando profondamente le nostre società e la disinformazione sta erodendo la fiducia tra gli Stati.

Thomas Gürber, vicesegretario di Stato del DFAE, durante il suo intervento alla riunione in formato Arria al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
Thomas Gürber, vicesegretario di Stato del DFAE, sottolinea l'importanza della scienza per la pace e la sicurezza nel mondo al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. © DFAE

L'incontro organizzato dalla Svizzera mirava a raccogliere prospettive su come il Consiglio di Sicurezza possa rafforzare la sua interazione con la scienza, al fin di mettere le conoscenze basate su prove scientifiche al servizio della pace e della sicurezza. La scienza ha il potenziale per rafforzare la fiducia tra gli Stati. «La fiducia si basa sulla comprensione reciproca, ma anche su fatti e conoscenze affidabili. Gli attori scientifici hanno gli strumenti e l'esperienza per generare queste conoscenze affidabili », ha sottolineato Thomas Gürber a New York. Il Consiglio di Sicurezza deve agire con decisione sulla base delle conoscenze scientifiche per comprendere, anticipare e affrontare i rischi per la pace e la sicurezza.

Onde garantire che ciò avvenga nella pratica, la Svizzera sta già incoraggiando gli scambi tra gli Stati membri dell'ONU e il mondo accademico al fine di comprendere meglio i moltiplicatori dei rischi di conflitto mirati, come il cambiamento climatico, in determinati contesti di intervento delle missioni di pace dell'ONU. Può attingere all'esperienza acquisita dall'iniziativa svizzera «Blue Peace», che combina conoscenze approfondite e dialogo politico per promuovere la cooperazione regionale e transfrontaliera sulla gestione pacifica di risorse idriche limitate. L'obiettivo a lungo termine della Svizzera è che l'ONU lavori con strumenti e metodi all'avanguardia, basati su dati e conoscenze scientifiche. Questo ha un grande potenziale per sostenere meglio il lavoro del Consiglio di sicurezza e delle missioni di pace dell'ONU sul campo.

Articolo: Intervista a GESDA e ETH sul potenziale della scienza per la pace e la sicurezza

Comunicato stampa: Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite: sfruttare il potenziale della scienza per la pace e la sicurezza, 17.05.2024

Dichiarazione della Svizzera sullo sfruttamento del potenziale della scienza per la pace e la sicurezza, Consiglio di sicurezza dell'ONU, 17.05.2024

15.05.2024 - Bosnia-Erzegovina: prospettive future per i giovani, fiducia nelle istituzioni e gestione del passato sono essenziali per una pace duratura

Sono trascorsi quasi 30 anni dalla fine del conflitto armato in Bosnia-Erzegovina. L'Accordo di pace di Dayton, firmato dalle parti in conflitto il 14 dicembre 1995, ha gettato le basi per la formazione di uno Stato multietnico con un governo democraticamente eletto e per la pace in Bosnia-Erzegovina. Tuttavia, le tensioni tra i diversi gruppi etnici della società rimangono notevoli. «La Svizzera ribadisce il proprio impegno a sostenere la Bosnia-Erzegovina sulla via della pace, della stabilità e della prosperità e a costruire un futuro unito per le giovani generazioni», ha dichiarato la Svizzera al Consiglio di Sicurezza.

I resti umani di una persona scomparsa dal 1995 sono sepolti in un cimitero della Bosnia-Erzegovina.
I resti umani delle vittime bosniache musulmane dell'offensiva serba del 1995 vengono identificati e sepolti ancora oggi. Chiarire il destino delle persone scomparse è fondamentale per affrontare il passato. © Keystone

Un modo decisivo per raggiungere questo obiettivo è creare opportunità per le persone in tutto il Paese. Ad esempio, la Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) sostiene il progetto «Youth for Change», attuato dalla Fondazione Mozaik, per mobilitare i giovani imprenditori e consentire loro di promuovere il cambiamento economico e politico in Bosnia-Erzegovina. L'obiettivo del progetto è incoraggiare i giovani innovatori a difendere valori economici e sociali inclusivi e a creare posti di lavoro tra il 2016 e il 2026. Fungono così da modello per altri giovani e contribuiscono alla prosperità del Paese, e quindi al benessere di tutti. Ad oggi, più di 450.000 persone in tutto il Paese hanno preso parte al progetto.

Oltre a creare opportunità, occorre rafforzare la fiducia della società nel funzionamento delle istituzioni statali in Bosnia-Erzegovina, nell'ordine costituzionale e nella tutela delle libertà fondamentali. Questa è la base per una società democratica, pacifica e stabile. La Svizzera ha inoltre sottolineato al Consiglio di Sicurezza che tutte le parti devono moltiplicare gli sforzi per promuovere la coesistenza pacifica e la riconciliazione e astenersi da discorsi di odio e retorica divisiva. Allo stesso modo, affrontare il passato in termini storici e legali è necessario per prevenire la violenza e stabilire una pace duratura.

Dichiarazione della Svizzera sulla situazione in Bosnia-Erzegovina, Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, 15 maggio 2024 (fr)

29.04.2024 – La Svizzera sostiene la proroga della missione ONU nel sud Sudan

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha prorogato oggi il mandato della Missione delle Nazioni Unite nel sud Sudan (UNMISS) per un anno supplementare. La Svizzera ha sostenuto questa risoluzione a New York, poiché l'UNMISS fornisce un importante contributo alla protezione della popolazione civile e alla promozione di una pace duratura, due priorità del suo seggio in Consiglio. Le missioni della UNMISS includono la promozione dell'attuazione dell'accordo di pace, il rafforzamento del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani e il supporto logistico ai programmi umanitari nel Paese.

Due fuoristrada bianchi etichettati "ONU" e "Ambulanza" sono parcheggiati in una piazza sabbiosa.
Un'équipe medica della Missione delle Nazioni Unite in Sud Sudan (UNMISS) cura i civili sud sudanesi nella capitale del Paese, Juba. © UN Photo

Dopo decenni di conflitti, il Sud Sudan ha ottenuto l'indipendenza politica nel 2011. Ma nel 2013 il nuovo governo è caduto ed è iniziata una guerra civile. La guerra è cessata solo nel 2018, quando è stato firmato un accordo di pace. Ma questa pace è fragile: i molti problemi che hanno lacerato la società sono ancora presenti e i profondi traumi delle guerre recenti permangono. Le riforme politiche che permetterebbero di affrontare queste sfide non sono ancora arrivate. Le elezioni sono previste per il dicembre 2024, sebbene non vi siano indicazioni concrete sul loro svolgimento.

Il 5 marzo 2024, la Svizzera aveva già ribadito il suo pieno sostegno al mandato dell'UNMISS in occasione di un briefing pubblico del Consiglio di Sicurezza. In questa occasione, ha anche evidenziato gli aspetti essenziali per la stabilità e la sicurezza nel sud Sudan. Tra questi, la creazione di un clima di sicurezza e di protezione per lo svolgimento delle elezioni. Elezioni libere, eque e inclusive, una missione che la risoluzione adottata oggi affida anche all'UNMISS, poiché sono essenziali per l'attuazione dell'accordo di pace del 2018. Inoltre, la situazione umanitaria, già precaria, va rafforzata. Questa situazione è notevolmente peggiorata a causa della guerra che imperversa in Sudan da metà aprile 2023. Ad oggi, più di mezzo milione di sudanesi fuggiti dal Paese hanno trovato rifugio nel Sud Sudan. L'afflusso di persone dal Sudan sta esacerbando le tensioni economiche, sociali e politiche esistenti e influisce negativamente sulla fragile situazione della sicurezza alimentare nel sud Sudan. L'incertezza alimentare era già elevata a causa del conflitto, dello spostamento della popolazione e dei cambiamenti climatici. Un accesso umanitario rapido e senza ostacoli è essenziale per fornire aiuti a coloro che ne hanno bisogno. Allo stesso modo, il personale umanitario deve essere protetto in ogni circostanza.

Una pace fragile in Sud Sudan

Dichiarazione della Svizzera sulla situazione in Sud Sudan, Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, 05.03.2024 (fr) 

22.04.2024 – Promuovere elezioni libere, eque e sicure ad Haiti

Haiti è attualmente immersa in una crisi multidimensionale e le condizioni di sicurezza nel Paese registrano un significativo deterioramento. Le bande criminali controllano ancora ampie zone della capitale Port-au-Prince e estendono la propria influenza in altre regioni. La violenza delle bande, gli sfollamenti interni, le violazioni dei diritti umani, i rapimenti e le violenze sessuali continuano a minare le prospettive di pace sull'isola. L'escalation di violenza ha un impatto drammatico sulla popolazione civile.

Una giovane donna in un sito per sfollati a Port-au-Prince.
Giornata serena nella capitale di Haiti, senza scontri tra bande e polizia, consentendo di recarsi in chiesa e al mercato.. © Keystone

È stato quindi istituito un Consiglio presidenziale di transizione per nominare un nuovo primo ministro ad interim e un Consiglio dei ministri. Facilitata dalla CARICOM, la Comunità dei Caraibi, la creazione di un Consiglio presidenziale di transizione ha lo scopo di incoraggiare un dialogo inclusivo e partecipativo all'interno di Haiti, unico modo per raggiungere una soluzione politica alla crisi. Il Consiglio di transizione avrà il difficile compito di promuovere elezioni libere, partecipate, eque e sicure.

Nel corso di un briefing tenutosi oggi presso il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, la Svizzera ha accolto con favore la recente formazione del Consiglio presidenziale di transizione e il ruolo di facilitazione svolto dalla CARICOM. «Data l'importanza della fase di transizione politica aperta da queste misure incoraggianti, è essenziale che siano attuate in modo rapido e inclusivo, senza creare un vacuum politico che potrebbe turbare ulteriormente la fragile situazione della sicurezza», ha dichiarato Adrian Hauri al Consiglio.

Rispondere alle speranze del popolo di Haiti

La Svizzera ha inoltre ribadito che gli aiuti umanitari devono essere aumentati in modo significativo per rispondere alle esigenze della popolazione di Haiti. Quasi la metà della popolazione soffre di insicurezza alimentare a causa della violenza delle bande, in particolare a causa delle restrizioni alla circolazione e delle difficoltà di approvvigionamento in tutto il Paese. Ha inoltre lodato il lavoro e gli sforzi del personale dell'Ufficio integrato delle Nazioni Unite ad Haiti (BINUH).

La Svizzera ha infine invitato la comunità internazionale a utilizzare tutti i mezzi disponibili per sostenere la Polizia nazionale haitiana. In particolare, la Svizzera ha chiesto che la Missione multinazionale di sostegno alla sicurezza (MMSS), autorizzata dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite il 2 ottobre, venga dispiegata il prima possibile. « La situazione è a un punto di svolta e presto potrebbe essere troppo tardi per agire», ha dichiarato la Svizzera durante il suo intervento. «Il Consiglio di sicurezza e la comunità internazionale devono continuare a impegnarsi per rispondere alle speranze del popolo di Haiti».

Dichiarazione della Svizzera sulla situazione ad Haiti, Consiglio di sicurezza dell'ONU, 22.04.2024 (fr, en)

22.04.2024 – La costruzione della fiducia è fondamentale per la normalizzazione delle relazioni tra Serbia e Kosovo

Il Consiglio di sicurezza dell'ONU si è riunito oggi per discutere dell'attuale situazione in Kosovo alla presenza del Presidente della Serbia, Aleksandar Vučić, e della Presidente del Kosovo, Vjosa Osmani. Nella sua dichiarazione, la Svizzera ha sottolineato che la fiducia tra i due Paesi deve essere ulteriormente rafforzata nell'interesse di ambedue i popoli. A tal fine, entrambe le parti devono affidarsi a una retorica moderata, puntare a ulteriori progressi nel processo di normalizzazione guidato dall'UE e dare seguito agli impegni già presi con azioni concrete.

Le bandiere della Svizzera e del Kosovo sono affiancate a Palazzo federale ovest.
La Svizzera contribuisce a creare fiducia tra le comunità kosovara e serba in Kosovo, ad esempio per quanto riguarda la gestione del passato. © Keystone

Tramite i buoni uffici, la Svizzera si adopera per instaurare relazioni costruttive tra le parti. Dal 2015, ad esempio, organizza incontri paralleli al dialogo condotto dall'UE per consentire un contatto diretto tra i rappresentanti dei partiti politici di Kosovo e Serbia. "Entrambe le parti condividono la responsabilità di ridurre le tensioni", ha dichiarato la Svizzera al Consiglio di sicurezza.

Al fine di evitare un'escalation, è essenziale costruire la fiducia reciproca tra i gruppi etnici. Un aspetto importante è il lavoro di memoria e di gestione del passato. Ad esempio, la Svizzera ha sostenuto il Kosovo nell'istituzione di una commissione per la verità e la riconciliazione. Inoltre, aiuta le famiglie a far luce sul destino delle persone scomparse o sequestrate.

Nell'ambito della cooperazione internazionale in Kosovo, la Svizzera orienta il proprio sostegno su tre ambiti di intervento: governance democratica e pace, sviluppo economico sostenibile, cambiamento climatico, acqua e salute. In tutti i progetti vengono presi in considerazione anche gli aspetti di genere.

Dichiarazione della Svizzera sulla situazione in Kosovo, Consiglio di sicurezza dell'ONU, 22.04.2024 (fr)

19.04.2024 – L'OSCE è un pilastro centrale dell'architettura di pace in Europa

L'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) e il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite condividono lo stesso obiettivo: l'instaurazione e il mantenimento della pace e della sicurezza. Il Consiglio di Sicurezza si impegna in questo mandato a livello globale, l'OSCE a livello regionale. La cooperazione tra i due organismi multilaterali è essenziale. Questo tema è stato al centro di un briefing del Consiglio di Sicurezza oggi.

Veicoli fuoristrada bianchi dell'OSCE parcheggiati in un parcheggio in una zona di conflitto.
Tra le altre cose, l'OSCE monitora e media nelle zone di conflitto, contribuendo così alla prevenzione e alla risoluzione dei conflitti. © Keystone

L'istituzione dell'OSCE, quasi 50 anni fa, ha gettato le basi per un ordine pacifico e basato su regole nella regione dell'OSCE, come previsto dalla Carta delle Nazioni Unite. La guerra contro l'Ucraina ha scosso l'OSCE e le ha posto nuove sfide, ma continua a dare un importante contributo alla stabilità in molte regioni del nostro continente. In Abkhazia e nell'Ossezia del Sud, ad esempio, contribuisce alla prevenzione e alla risoluzione pacifica dei conflitti. Nei Balcani occidentali, l'OSCE promuove la governance democratica, elezioni inclusive, diritti umani, attività economiche e il coinvolgimento dei giovani nei processi politici. Sono tutti fattori chiave per una pace sostenibile, una delle priorità della Svizzera in quanto membro del Consiglio di Sicurezza dell'ONU.

In qualità di mediatore e osservatore imparziale e attraverso il suo monitoraggio elettorale indipendente, l'OSCE è un pilastro centrale per l'architettura della pace e della sicurezza in Europa, soprattutto in tempi di maggiore pressione. Parallelamente al suo seggio nel Consiglio di Sicurezza dell'ONU, la Svizzera si impegna per un multilateralismo efficiente e per la pace all'interno dell'OSCE. A tal fine, attribuisce grande importanza alla coerenza tra i due organismi. Un'Europa sicura richiede anche un'OSCE forte e efficiente.

Dichiarazione della Svizzera, briefing OSCE, Consiglio di Sicurezza dell'ONU, 19.04.2024

18.04.2024 – Richiesta di adesione a pieno titolo della Palestina alle Nazioni Unite

A causa del veto posto dagli Stati Uniti al Consiglio di sicurezza il 18 aprile, la richiesta della Palestina di aderire a pieno titolo all’ONU non è stata sottoposta all’Assemblea generale. La Svizzera ha scelto di astenersi al momento della votazione. Dopo aver effettuato una valutazione complessiva e aver consultato i presidenti delle commissioni della politica estera delle Camere federali, il Consiglio federale è giunto alla conclusione che in questo momento accogliere la Palestina come membro a pieno titolo dell’ONU non avrebbe favorito un allentamento delle tensioni e gli sforzi per giungere alla pace in Medio Oriente. La Svizzera continua a impegnarsi per la soluzione a due Stati.

Dal 2012 la Palestina alle Nazioni Unite ha lo statuto di Paese osservatore. Il 2 aprile 2024 ha ripresentato la sua richiesta di adesione come membro a pieno titolo che nel 2011 non era stata trattata in maniera definitiva. Secondo lo Statuto dell’ONU, la decisione in merito all’entrata di nuovi membri spetta all’Assemblea generale. Prima che l’Assemblea generale possa votare è tuttavia necessaria una raccomandazione positiva da parte del Consiglio di sicurezza. Poiché gli Stati Uniti hanno posto il veto, la richiesta non ha potuto essere sottoposta al voto dell’Assemblea generale.

La Svizzera ritiene che, data la situazione molto instabile in Medio Oriente, l’ammissione a pieno titolo della Palestina all’ONU non sia attualmente vantaggiosa dalla prospettiva di una generale politica di pace per la regione. Per questo motivo il Consiglio federale ha deciso che la Svizzera al Consiglio di sicurezza si sarebbe astenuta al momento della votazione sulla richiesta di adesione palestinese. Questa decisione è stata presa sulla base di un’ampia valutazione della situazione geopolitica e dopo aver consultato i presidenti delle commissioni della politica estera del Consiglio Nazionale e del Consiglio degli Stati, conformemente all’articolo 152 capoverso 4 della legge sul Parlamento. La Svizzera ritiene che sarebbe meglio procedere all’adesione a pieno titolo della Palestina alle Nazioni Unite in un momento in cui tale misura si inserirebbe nella logica di una pace emergente.

La Svizzera continua a impegnarsi per la soluzione a due Stati. Come viene chiarito nella Strategia MENA 2021–2024, il Consiglio federale è convinto che solo una soluzione negoziata che preveda due Stati sia in linea con il diritto internazionale e con i parametri concordati a livello globale, e possa garantire una pace duratura in Medio Oriente.

Dichiarazione della Svizzera dopo il voto, Consiglio di sicurezza dell'ONU, 18.04.2024 (en, fr)

Comunicato stampa: Richiesta di adesione a pieno titolo della Palestina alle Nazioni Unite, 18.04.2024

Newsfeed: Situazione in Medio Oriente

18.04.2024 – Medio Oriente: la soluzione a due Stati è la base per una pace duratura

Nel corso di un dibattito ministeriale, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha discusso l'attuale situazione in Medio Oriente. Alla luce dei recenti sviluppi e dell'escalation della violenza, la Svizzera ha sottolineato nella sua dichiarazione l'urgente necessità di una de-escalation e del rispetto del diritto internazionale. «Il rispetto della Carta delle Nazioni Unite, del diritto umanitario internazionale e dei diritti umani deve essere un principio guida per tutte le parti in conflitto», ha dichiarato l'ambasciatrice svizzera all'ONU al Consiglio di Sicurezza.

Dopo gli atti di terrore di Hamas del 7 ottobre, che la Svizzera condanna con la massima fermezza, il Consiglio di Sicurezza ha adottato tre risoluzioni che non sono state applicate. Oggi a New York, la Svizzera ha chiesto la loro immediata attuazione. «Il cessate il fuoco previsto dalla risoluzione del 25 marzo non è stato rispettato, non tutti gli ostaggi sono stati rilasciati e numerosi civili sono ogni giorno vittime delle ostilità», ha ricordato l'ambasciatrice svizzera presso le Nazioni Unite.

La situazione umanitaria nella Striscia di Gaza, già drammatica, si sta rapidamente deteriorando ed è imminente una carestia. Gli aiuti umanitari devono essere convogliati senza ostacoli attraverso tutti i possibili valichi di frontiera e distribuiti in tutta Gaza, compreso il nord. La Svizzera ha inoltre ribadito la richiesta di rilasciare immediatamente e senza condizioni tutti gli ostaggi rimasti.

Allo stesso tempo, non bisogna perdere di vista la situazione in Cisgiordania. La violenza ha raggiunto livelli record, compresa quella dei coloni, che la Svizzera condanna.

A New York, la Svizzera ha chiesto a tutte le parti il rigoroso rispetto del diritto umanitario internazionale. La Svizzera resta convinta che la base per una pace duratura in Medio Oriente sia la soluzione a due Stati. Solo questa soluzione, negoziata da entrambe le parti in conformità con il diritto internazionale, può portare a una pace duratura tra israeliani e palestinesi. «La Svizzera è pronta a contribuire in modo costruttivo a questa soluzione», ha sottolineato l'ambasciatrice svizzera a New York.

Dichiarazione della Svizzera sulla situazione in Medio Oriente, Consiglio di Sicurezza dell'ONU, 18.04.2024 (fr, en)

17.04.2024 – I giovani hanno un ruolo chiave nella pace

Il 17 aprile 2024, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha tenuto un dibattito sul ruolo dei giovani per la pace nel bacino del Mediterraneo. La Svizzera ritiene che i giovani debbano disporre di un ambiente in cui possano sviluppare le proprie competenze e contribuire alla coesione sociale, alla riduzione delle tensioni e all'economia.

«Il destino di ogni nazione dipende dalla sua gioventù», dice un proverbio arabo – una lingua parlata da molti giovani nel bacino del Mediterraneo. I giovani svolgono un ruolo importante nella costruzione della pace. Molti giovani uomini e donne del bacino del Mediterraneo sono cresciuti con guerre e conflitti. Lo possiamo osservare, ad esempio, in Bosnia-Erzegovina, in Siria e in Medio Oriente. A ciò si aggiungono altre sfide, come la mancanza di prospettive economiche, gli ostacoli alla partecipazione politica e le conseguenze negative del cambiamento climatico, particolarmente evidenti nel bacino del Mediterraneo.

Giovani della regione araba del Mediterraneo in piedi su una scalinata.
Le barriere legali e istituzionali devono essere abbattute affinché le idee per la pace dei giovani possano essere ascoltate. © Keystone

Nella loro ricerca di una vita migliore, questi giovani stanno perdendo sempre più fiducia nelle istituzioni statali. La mancanza di protezione da parte dello Stato, i trasferimenti forzati o gli arresti arbitrari sono fattori che accelerano la perdita di fiducia. Ciononostante, molti giovani nei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo stanno dando prova di resilienza e si battono per un futuro migliore. Questa resilienza e questo slancio sono pilastri fondamentali per la costruzione di una pace sostenibile, una priorità per la Svizzera in quanto membro del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

«La volontà dei giovani di impegnarsi è fuori discussione. Ciò che serve è la volontà politica di chi ne ha responsabilità di fare la propria parte», ha dichiarato l'ambasciatrice svizzera all'ONU Pascale Baeriswyl al Consiglio. Nella sua dichiarazione a New York, la Svizzera ha sottolineato gli elementi necessari affinché i giovani possano partecipare efficacemente e sviluppare il loro potenziale: Empowerment, valorizzazione e protezione. In primo luogo, per promuovere la fiducia e la partecipazione nella politica, i giovani hanno bisogno di prospettive economiche stabili. In Bosnia-Erzegovina, ad esempio, la Svizzera sostiene i giovani nello sviluppo di competenze professionali nell'ambito del progetto «Youth for Change». Inoltre, è necessario abbattere le barriere legali e istituzionali affinché le idee per la pace dei giovani vengano ascoltate. Per il Consiglio di sicurezza, ad esempio, ciò potrebbe significare una migliore attuazione delle sue risoluzioni su giovani, pace e sicurezza attraverso la creazione di un piano d'azione. Infine, i giovani hanno bisogno di piattaforme offline e online dove potersi esprimere senza temere ritorsioni. L'odio e la discriminazione dovrebbero lasciare il posto al dialogo interculturale e intergenerazionale.

Dichiarazione della Svizzera sul ruolo dei giovani per la pace, Consiglio di sicurezza dell'ONU, 17.04.2024

05.04.2024 – Medio Oriente: riunione d'emergenza sulla minaccia di carestia e sugli attacchi agli operatori umanitari

Nel corso di una riunione d'emergenza, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha discusso oggi della grave insicurezza alimentare nella Striscia di Gaza e degli attacchi agli operatori umanitari. La riunione è stata convocata, insieme ad altri, dalla Svizzera. Nonostante l'adozione della risoluzione del 25 marzo 2024 che chiedeva un cessate il fuoco immediato, i combattimenti proseguono. La conseguente inaccessibilità al cibo e le forniture d'acqua insufficienti sono drammatiche per la popolazione civile. Secondo i dati dell'UNICEF, la malnutrizione dei bambini nella Striscia di Gaza non ha mai raggiunto un livello così precario in nessuna parte del mondo.

In una riunione d'emergenza, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha affrontato oggi la situazione catastrofica della sicurezza alimentare nella Striscia di Gaza e gli attacchi al personale umanitario.
In una riunione d'emergenza, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha affrontato oggi la situazione catastrofica della sicurezza alimentare nella Striscia di Gaza e gli attacchi al personale umanitario. UN Photo

Solo l'invio di aiuti umanitari può porre rimedio a questa situazione. Ma l'insicurezza diffusa e le restrizioni alla circolazione inducono le organizzazioni umanitarie a sospendere il loro lavoro. «La Striscia di Gaza è diventata il luogo più pericoloso al mondo per gli operatori umanitari», ha dichiarato Adrian Hauri, ambasciatore svizzero e incaricato d'affari presso il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. A New York, la Svizzera ha espresso il suo profondo rispetto per tutti gli operatori umanitari che rischiano la vita ogni giorno in Medio Oriente. «I nostri pensieri oggi sono rivolti alle organizzazioni e alle famiglie dei circa duecento operatori umanitari uccisi a Gaza dal 7 ottobre. Gli attacchi agli operatori umanitari sono una violazione del diritto umanitario internazionale e devono cessare immediatamente», ha dichiarato Adrian Hauri.

La Svizzera ha ricordato al Consiglio che la Corte internazionale di giustizia ha chiesto a Israele di cooperare strettamente con le Nazioni Unite al fine di garantire la fornitura di servizi di base e di aiuti umanitari di cui il Paese ha assolutamente bisogno. Di conseguenza, ha nuovamente invitato le parti al rispetto assoluto del diritto internazionale, in particolare del diritto umanitario internazionale e dei diritti umani. La Svizzera ha inoltre insistito sull'attuazione di tutte le risoluzioni sul Medio Oriente adottate dal Consiglio di Sicurezza dopo l'escalation di violenza dello scorso ottobre. «Un cessate il fuoco immediato è l'unico modo per garantire che non si perdano altre vite civili», ha sottolineato l'ambasciatore svizzero. Inoltre, tutti gli ostaggi ancora detenuti a Gaza devono essere rilasciati immediatamente e senza condizioni.

Dichiarazione della Svizzera sulla situazione in Medio Oriente, Consiglio di sicurezza dell'ONU, 05.04.2024 (fr, en)

04.04.2024 – Aggravarsi dei conflitti in Myanmar: la Svizzera sollecita un intervento

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha discusso della situazione in Myanmar. Dal colpo di Stato militare del 2021, il Paese è entrato in una profonda crisi politica, sociale, economica e umanitaria. Gruppi armati in varie parti del Paese combattono l'esercito da molti anni. La costante escalation di violenza sta avendo conseguenze catastrofiche per la popolazione civile. Violazioni dei diritti umani e sfollamenti interni su larga scala si stanno verificando in tutto il Paese.

Una donna e un bambino sullo sfondo dei rifugi di fortuna allestiti per gli sfollati Rohingya.
La crisi dei Rohingya è irrisolta dal 2017. Oltre un milione di persone sono state sfollate dal Myanmar e ora vivono nei campi in Bangladesh senza prospettive di un ritorno sicuro. © Keystone

In sede di Consiglio, la Svizzera ha condannato l'escalation del conflitto armato dopo la presa del potere da parte dei militari e ha chiesto il dialogo tra tutte le parti al fine di trovare una soluzione politica. Rapporti indipendenti su possibili crimini di guerra e contro l'umanità in Myanmar hanno aumentato la preoccupazione. In seno al Consiglio, la Svizzera ha invitato le parti in conflitto a rispettare i loro obblighi in termini di diritto umanitario internazionale e diritti umani. A New York ha inoltre sottolineato che tutte le parti devono garantire un accesso umanitario rapido e senza ostacoli. Deve essere garantita la protezione della popolazione civile e del personale umanitario e medico. Inoltre, una stretta collaborazione tra le Nazioni Unite e gli attori regionali quali l'Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico (ASEAN) è essenziale per la mediazione e la fornitura di aiuti umanitari.

Nella sua dichiarazione, la Svizzera ha sottolineato che il Consiglio di sicurezza dell'ONU deve svolgere un ruolo più attivo nel garantire la pace e la sicurezza in Myanmar. Per questo motivo, la Svizzera è pronta a sostenere le misure del Consiglio per ridurre la violenza, proteggere la popolazione civile e garantire l'accesso umanitario.

Dichiarazione della Svizzera sulla situazione in Myanmar, Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, 04.04.2024 (fr, en)

02.04.2024 – Medio Oriente: attacco aereo contro il consolato iraniano a Damasco

La Svizzera condanna l'attacco aereo contro il consolato iraniano nella capitale siriana Damasco, che ha causato diversi morti e feriti. Questo attacco aereo aumenta notevolmente il rischio di una grave escalation nella regione. La spirale di escalation deve essere fermata immediatamente. La Svizzera invita tutte le parti a impegnarsi nel dialogo e ad esercitare la massima moderazione per evitare che la situazione degeneri ulteriormente e per trovare una soluzione. La Svizzera lo ha anche sottolineato oggi in una riunione d'emergenza del Consiglio di sicurezza dell'ONU a New York.

Dichiarazione della Svizzera sull'attacco aereo contro il consolato iraniano a Damasco, Consiglio di sicurezza dell'ONU, 02.04.2024 (fr)

28.03.2024 – Il mandato del gruppo di esperti che assiste il comitato per le sanzioni in Corea del Nord non sarà prorogato

L'estensione del mandato del gruppo di esperti che assiste il comitato per le sanzioni nella Repubblica democratica popolare di Corea (RPDC) è fallita oggi al Consiglio di sicurezza dell'ONU a causa di un veto da parte di Russia. Dal 2006 il Consiglio di Sicurezza impone sanzioni alla RPDC con l'obiettivo di porre fine al suo programma di armi nucleari e missilistiche. Le sanzioni includono varie misure, quali restrizioni commerciali, finanziarie o un embargo sulle armi, che mirano a fermare il flusso di risorse e tecnologie che potrebbero essere utilizzate per i programmi militari della RPDC.

Un camion trasporta un missile balistico durante una parata militare in Corea del Nord.
La Svizzera si oppone attivamente alla proliferazione delle armi nucleari e ha quindi sostenuto la risoluzione per estendere il mandato del gruppo di esperti sulle sanzioni in Corea del Nord. © Keystone

Il gruppo è composto da esperti indipendenti. Viene nominato dal Consiglio di Sicurezza per monitorare l'attuazione delle sanzioni del Consiglio. Il ruolo principale del gruppo è quello di indagare e riferire al Consiglio di sicurezza sull'attuazione delle sanzioni. Gli esperti raccolgono informazioni su potenziali violazioni, le analizzano e raccomandano misure per far rispettare le sanzioni. Tramite il suo lavoro, il gruppo di esperti contribuisce a rafforzare l'attuazione delle sanzioni.

A New York, la Svizzera ha sostenuto la risoluzione per estendere il mandato del Gruppo di esperti e si dispiace per la decisione odierna del Consiglio. Nella sua politica estera, la Svizzera è attivamente impegnata contro la proliferazione delle armi nucleari e continua ad assumersi le proprie responsabilità all'interno del Consiglio di Sicurezza dell'ONU in qualità di presidente del Comitato per le sanzioni contro la RPDC. In questo ruolo, la Svizzera stimola il consenso tra i membri del Consiglio e si impegna per il buon funzionamento del Comitato in un contesto di forti tensioni politiche. Continuerà questo impegno anche in seguito alla decisione odierna del Consiglio.

Dichiarazione della Svizzera dopo il voto, Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, 28.03.2024 (fr, en)

Dichiarazione alla stampa dalla Svizzera, New York, 28.03.2024 (fr, en)

25.03.2024 – Medio Oriente: il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite chiede un cessate il fuoco immediato

Il 25 marzo 2024, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione sulla situazione in Medio Oriente. Il Consiglio ha chiesto un cessate il fuoco immediato fino alla fine del Ramadan, da cui dovrebbe scaturire un cessate il fuoco duraturo e sostenibile. La risoluzione è stata posta al voto del Consiglio di Sicurezza dalla Svizzera e dagli altri nove membri non permanenti del Consiglio in qualità di co-Penholders.

Dopo una serie di veto, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato oggi, per la prima volta dal 7 ottobre 2023, una risoluzione che chiede un cessate il fuoco immediato in Medio Oriente. La Svizzera, che ha svolto un ruolo decisivo nella ricerca di una soluzione tra i membri del Consiglio durante i negoziati, plaude a questa adozione. Di fronte alle conseguenze drammatiche del conflitto sulla popolazione civile, risultava essenziale che il Consiglio di sicurezza lanciasse un appello chiaro. 

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite vota.
Il 25 marzo 2024, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione sulla situazione in Medio Oriente. Il Consiglio ha chiesto un cessate il fuoco immediato fino alla fine del Ramadan. © DFAE

La risoluzione include altre esigenze, di fondamentale importanza per la Svizzera: il Consiglio ribadisce la richiesta che tutte le parti rispettino gli obblighi derivanti dal diritto internazionale, compreso il diritto umanitario internazionale e il diritto dei diritti umani. La risoluzione chiede il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi, la protezione della popolazione civile e la garanzia di accesso agli aiuti umanitari. Il Consiglio deplora inoltre tutti gli atti di terrorismo e ricorda che la presa di ostaggi è vietata dal diritto internazionale.

Nella sua dichiarazione dopo il voto, la Svizzera ha sottolineato l'importanza di questa risoluzione, poiché affronta le necessità più urgenti del paese. La risoluzione affronta i bisogni più urgenti sul campo e deve essere attuata senza indugio, in vista di un cessate il fuoco duraturo e sostenibile. A New York, la Svizzera ha ribadito la sua condanna degli attacchi terroristici di Hamas del 7 ottobre e ha ribadito che la soluzione a due Stati è l'unico approccio per garantire la pace e una coesistenza dignitosa e sicura tra Israele e Palestina in quanto Stati confinanti.

La Svizzera ha intensamente lavorato con tutti i membri del Consiglio per garantire l'adozione di questa risoluzione. La decisione odierna del Consiglio sottolinea l'influenza che i membri non permanenti del Consiglio possono esercitare, nonostante i blocchi, per consentire al Consiglio di Sicurezza di adempiere al suo mandato di mantenere la pace e la sicurezza internazionale.

Dichiarazione della Svizzera dopo il voto, 25.03.2024 (fr, en)

22 .03.2024 – Medio Oriente: doppio veto alla risoluzione degli Stati Uniti al Consiglio di Sicurezza dell'ONU

Una risoluzione promossa dagli Stati Uniti sulla situazione in Medio Oriente è fallita oggi al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite a causa del veto di Russia e Cina. La risoluzione sottolineava la necessità di un cessate il fuoco immediato e duraturo a Gaza. Per raggiungere questo obiettivo, la risoluzione sosteneva i negoziati diplomatici in corso, guidati da Stati Uniti, Qatar ed Egitto. Chiedeva inoltre che le parti rispettassero i loro obblighi di diritto internazionale, nonché un aumento degli aiuti umanitari. La Svizzera ritiene necessario istuire un cessate il fuoco umanitario immediato. Tale misura deve in particolare agevolare il rilascio degli ostaggi e la consegna immediata di aiuti umanitari alla Striscia di Gaza e al suo interno. La Svizzera ha sostenuto la risoluzione a New York e si rammarica dell’esito del voto odierno al Consiglio. È urgente che il Consiglio di sicurezza chiami le parti in conflitto a rispettare il diritto internazionale umanitario e proteggi la popolazione civile.

Nella dichiarazione dopo il voto, la Svizzera ha sottolineato che l'adozione di questa risoluzione avrebbe rappresentato un chiaro invito alle parti a rispettare pienamente gli obblighi derivanti dal diritto internazionale umanitario e dei diritti umani. La risoluzione avrebbe anche esortato le parti a lavorare per un cessate il fuoco duraturo, sei mesi dopo gli attachi terroristici di Hamas dalla Svizzera condannati. Inoltre, la risoluzione avrebbe sottolineato l'importanza cruciale di una soluzione a due Stati come base unica per la pace e la sicurezza nella regione.

Dichiarazione dopo il voto sulla risoluzione degli Stati Uniti, Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, 22.03.2024 (fr, en)

18.03.2024 – Haiti: la popolazione civile subisce la violenza tra gang

La situazione della sicurezza ad Haiti si sta deteriorando in modo significativo. Le gang criminali controllano ampie zone della capitale Port-au-Prince e stanno estendendo la loro influenza ad altre parti del Paese. La violenza tra gang, gli sfratti, le violazioni dei diritti umani, i rapimenti e la violenza sessuale sono in aumento, minando così pace, stabilità e sicurezza ad Haiti e nella regione. L'escalation di violenza, che di recente ha portato al rilascio di migliaia di prigionieri da varie carceri, sta avendo un impatto drammatico sulla popolazione civile. Secondo i dati delle Nazioni Unite, più di cinque milioni di persone sono minacciate da una carestia acuta ad Haiti.

Una famiglia con un bambino fugge dalla violenza ad Haiti con i propri affari in una carriola.
La violenza tra gang ad Haiti ha portato lo sfollamento di circa 360.000 persone all'interno del Paese. © Keystone

Lo scorso ottobre, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha autorizzato l'invio di una missione multinazionale di assistenza alla sicurezza ad Haiti. Sebbene il Kenya si sia dichiarato pronto a guidare la missione di polizia, il dispiegamento è stato ritardato a causa di processi politici interni. Di fronte all'aggravarsi della situazione ad Haiti, il Consiglio di Sicurezza ha recentemente discusso la situazione di crisi tre volte nell'arco di due settimane. La settimana scorsa, in una dichiarazione, il Consiglio ha invitato le parti interessate ad agire. Ha condannato la violenza e ha invitato le bande armate a porre immediatamente fine alle loro azioni di destabilizzazione. Il Consiglio ha anche auspicato che la missione del Consiglio di Sicurezza si rechi ad Haiti il prima possibile. Inoltre, il Consiglio ha sottolineato la necessità di creare condizioni di sicurezza che consentano un processo politico inclusivo ed elezioni libere ed eque ad Haiti. La scorsa settimana è stato annunciato che un Consiglio presidenziale e un Primo ministro ad interim sostituiranno il Primo ministro dimissionario Ariel Henry. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si è riunito nuovamente oggi per consultazioni a porte chiuse. La Svizzera si impegna a garantire che il Consiglio continui a sostenere Haiti nella sua ricerca di pace, stabilità e sicurezza. Sul campo, la cooperazione svizzera allo sviluppo continua a sostenere la popolazione haitiana.

15.03.2024 – Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite proroga la missione ONU in Afghanistan

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha esteso all'unanimità il mandato della Missione delle Nazioni Unite in Afghanistan (UNAMA) per un'anno supplementare. L'Afghanistan sta sfidando una serie di crisi complesse che toccano il settore economico, nonché i diritti umani e, in particolare, i diritti delle donne. Inoltre, le conseguenze del cambiamento climatico rappresentano una sfida difficile per il Paese. La lotta crescente per l'acqua inasprisce i conflitti, l'instabilità e l'insicurezza oltre i confini dell'Afghanistan. Il Paese sta anche soffrendo una grave crisi umanitaria. Quasi 20 milioni di persone dipendono dagli aiuti umanitari.

La popolazione civile dell'Afghanistan subisce una grave crisi umanitaria. Le temperature invernali aggravano la situazione.
La popolazione civile dell'Afghanistan subisce una grave crisi umanitaria. Le temperature invernali aggravano la situazione. © Keystone

La Svizzera ha sostenuto la risoluzione in seno al Consiglio e ne ha salutato l'adozione. L'UNAMA svolge un ruolo importante per la popolazione civile in Afghanistan. L'UNAMA fornisce aiuti umanitari in Afghanistan, promuove i diritti umani, protegge i bambini vittime di conflitti armati e sostiene la parità di genere. La missione è anche responsabile della promozione dello sviluppo e della governance in Afghanistan, in particolare dello Stato di diritto. Tali ambiti sono centrali per la politica estera della Svizzera. Sul campo, la Svizzera collabora con organizzazioni partner come l'ONU, il CICR e le ONG per alleviare le sofferenze umane.

12.03.2024 – Le donne svolgono un ruolo chiave nel raggiungimento della pace e della sicurezza

A margine della 68a sessione della Commissione dell'ONU sulla condizione delle donne (CSW), la presidente della Confederazione Viola Amherd ha partecipato a una riunione informale del Consiglio di sicurezza dell'ONU in «formato Arria» sul tema «Donne, pace e sicurezza». La Svizzera ha organizzato l'incontro. «Per la Svizzera non ci sono dubbi: la pace è inscindibile dalla parità di genere e dai diritti delle donne», ha sottolineato la presidente della Confederazione a New York. La loro partecipazione ai processi di pace, alla prevenzione dei conflitti e alla ricostruzione post-conflitto è essenziale. 

La Presidente della Confederazione Viola Amherd interviene a una riunione informale del Consiglio di sicurezza dell'ONU in «formato Arria» sul tema «Donne, pace e sicurezza».
A New York, la Presidente della Confederazione Viola Amherd ha sottolineato che la pace è inscindibile dalla parità di genere e dai diritti delle donne. © DDPS

Nell'ambito della sua priorità «promuovere una pace sostenibile», la Svizzera persegue l'obiettivo di rafforzare la partecipazione delle donne, su un piano di parità, agli sforzi internazionali per la pace e la sicurezza. Data l'attuale situazione politica globale, non si tratta di un compito facile. La Convenzione delle Nazioni Unite sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne (CEDAW) è oggi il principale quadro normativo per i diritti delle donne e delle ragazze in tutto il mondo. «Deve essere rispettata e attuata, in particolare nel contesto delle nostre discussioni in seno al Consiglio di Sicurezza», ha sottolineato la Presidente della Confederazione. Un altro strumento è la risoluzione 1325 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e le altre nove risoluzioni consecutive sul tema «Donne, pace e sicurezza». La Svizzera è stata uno dei primi Paesi ad adottare un piano d'azione nazionale per l'attuazione di queste risoluzioni. Al fine di garantire i diritti delle donne e delle ragazze in ogni momento, sia in tempo di pace che in tempo di conflitto, Viola Amherd ha chiesto, durante la riunione odierna del Consiglio, di rafforzare le sinergie tra la CEDAW e l'agenda «Donne, pace e sicurezza». In questo modo, la Svizzera intende anche rafforzare i legami tra Ginevra, città che ospita le organizzazioni ONU per i diritti umani, e New York, sede del Consiglio di Sicurezza.

Dichiarazione della Presidente della Confederazione Viola Amherd su «Donne, pace e sicurezza», Consiglio di sicurezza dell'ONU, 12.03.2024 (fr)

11.03.2024 – Medio Oriente: la violenza sessuale è una violazione grave del diritto internazionale umanitario

Durante la riunione odierna, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si è chinato sul rapporto della rappresentante speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite per la violenza sessuale nei conflitti, Pramila Patten, pubblicato il 4 marzo a seguito della sua visita in Israele e nei Territori palestinesi occupati. Secondo le sue dichiarazioni, ci sono ragioni per credere che donne e ragazze siano state violentate e torturate in vari luoghi come parte degli atti terroristici coordinati da Hamas e altri gruppi armati il 7 ottobre. A New York, la Svizzera ha ribadito la sua condanna degli atti di terrorismo e delle violenze sessuali nei conflitti. Inoltre, il rapporto Patten ipotizza che gli ostaggi ancora detenuti subiscano violenza sessuale. La Svizzera ha nuovamente chiesto il loro rilascio immediato e incondizionato.

La violenza sessuale in situazioni di conflitto è una grave violazione del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani. «È quindi fondamentale che il Consiglio di sicurezza condanni all'unanimità questi atti di violenza nel contesto del conflitto in Medio Oriente, come in tutti gli altri conflitti, e che prenda misure per prevenirli», ha dichiarato durante la riunione del Consiglio di sicurezza Riccarda Chanda, vice rappresentante permanente della Svizzera presso le Nazioni Unite. La rappresentante ha inoltre sottolineato che i responsabili devono essere identificati e chiamati a risponderne. Agli organi delle Nazioni Unite preposti a questo scopo deve essere garantito un accesso adeguato. La Svizzera ha richiamato l'attenzione sulle indagini in corso da parte della Corte penale internazionale. Queste riguardano le indagini su tutte le violazioni del diritto internazionale in Israele e nei Territori palestinesi occupati dal 7 ottobre.

La Svizzera ha inoltre espresso profonda preoccupazione per le informazioni contenute nel rapporto sulle forme di violenza sessuale e di genere contro uomini e donne palestinesi nei centri di detenzione, durante le perquisizioni domiciliari e ai posti di blocco. Ha condannato il fatto che le ostilità a Gaza continuano a causare numerose vittime civili, tra cui quasi 9000 donne. Secondo le informazioni delle Nazioni Unite, il 95% delle madri non ha abbastanza da mangiare. Durante la riunione odierna del Consiglio, la Svizzera ha ribadito la necessità di un immediato cessate il fuoco umanitario a Gaza per liberare gli ostaggi, consentire l'accesso umanitario e proteggere la popolazione civile. «Il Consiglio di sicurezza deve porre fine all'attuale spirale di violenza in Medio Oriente a tutti i costi e avviare un processo di dialogo per una soluzione politica del conflitto, in cui le donne svolgono un ruolo centrale», ha dichiarato Riccarda Chanda a New York.

Dichiarazione della Svizzera sulla violenza di genere in Medio Oriente, Consiglio di sicurezza dell'ONU, 11.03.2024 (fr)

11.03.2024 – Buoni metodi di lavoro sono fondamentali per il funzionamento del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha discusso oggi dei suoi metodi di lavoro nel quadro di un dibattito aperto annuale. L'obiettivo dell'incontro, organizzato su iniziativa della presidenza giapponese, è stato quello di scambiare opinioni sulla responsabilità, la trasparenza e l'efficienza del Consiglio, affinché possa adempiere meglio al suo mandato per il mantenimento della pace e della sicurezza nel mondo. Questo tema è centrale per la Svizzera, che tra le sue priorità mette l’accento sul «rafforzamento dell'efficienza del Consiglio di sicurezza». I membri non permanenti del Consiglio (Elected Ten, E10) – tra cui la Svizzera – hanno rilasciato una dichiarazione congiunta a seguito del dibattito.

Vista del tavolo a ferro di cavallo del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
A New York, gli E10 hanno sottolineato la loro determinazione a collaborare per garantire che il Consiglio possa adempiere efficacemente al suo mandato, soprattutto in questi tempi difficili. © DFAE

A New York, gli E10 hanno sottolineato la loro determinazione a collaborare per garantire che il Consiglio possa adempiere efficacemente al suo mandato, soprattutto in questi tempi difficili. Nella loro dichiarazione, gli E10 hanno sottolineato la necessità di rafforzare la cooperazione del Consiglio con altri organi delle Nazioni Unite, come l'Assemblea Generale. Un altro punto che è stato sottolineato è la partecipazione paritaria delle donne e l'inclusione di una prospettiva di genere in tutti i metodi di lavoro. Anche le prospettive della società civile dovrebbero essere prese in considerazione. L'E10 ha anche messo in evidenza l'importanza delle sanzioni mirate come strumento importante del Consiglio. Inoltre, l'E10 ha espresso preoccupazione per il frequente ricorso al veto, che negli ultimi mesi ha impedito l'adozione di importanti risoluzioni. Questo può contribuire a limitare la fiducia nel Consiglio di sicurezza. In conformità con il Codice di condotta del Gruppo Accountability, Coherence and Transparency (Gruppo ACT), i membri hanno chiesto moderazione nell'uso del veto, soprattutto nei casi che richiedono misure per prevenire e fermare le atrocità di massa.

Nell'ambito del dibattito aperto, la Svizzera ha anche partecipato a una dichiarazione del Gruppo ACT – coordinato dalla Svizzera – che è a favore di un Consiglio di sicurezza dell'ONU trasparente, efficace, efficiente e inclusivo.

Dichiarazione E10 sui metodi di lavoro del Consiglio di sicurezza dell'ONU, 11.03.2024 (en)

07.03.2024 – Sudan: il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite chiede il cessate il fuoco con una risoluzione

Il Sudan è teatro di uno dei peggiori disastri umanitari del nostro tempo. A seguito dell'escalation del conflitto nell'aprile 2023 tra le Forze armate sudanesi (SAF) e le Forze di supporto rapido (RSF), quasi 25 milioni di persone dipendono dagli aiuti umanitari, secondo i dati delle Nazioni Unite. Manca tutto, soprattutto cibo, acqua, alloggi e cure mediche.

Un uomo sfollato in Sudan cammina lungo una strada con i suoi affari.
Milioni di persone sono sfollate in Sudan dall'inizio delle ostilità. Il bisogno umanitario è immenso. © Keystone

In questo contesto, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione che chiede l'immediata cessazione delle ostilità durante il mese di digiuno del Ramadan, che inizia il 10 marzo. Il Consiglio invita inoltre le parti in conflitto ad adoperarsi per una soluzione duratura del conflitto, a rispettare rigorosamente il diritto umanitario internazionale e a consentire un accesso sicuro, rapido e senza ostacoli agli aiuti umanitari.

La Svizzera ha sostenuto la risoluzione a New York perché riflette tre aspetti prioritari per il nostro Paese. Si tratta della protezione della popolazione civile, del miglioramento della situazione umanitaria e della ricerca di una soluzione politica al conflitto. Al Consiglio di Sicurezza, la Svizzera ha sottolineato di essere profondamente preoccupata dalle notizie di gravi violazioni del diritto umanitario internazionale e dei diritti umani. Tra queste, la violenza sessuale ed etnica. «Ribadiamo il nostro appello urgente alle SAF e alle RSF affinché cessino immediatamente le ostilità, rispettino i loro obblighi di diritto internazionale e proteggano i civili», ha dichiarato il 7 marzo l'ambasciatrice svizzera alle Nazioni Unite Pascale Baeriswyl durante un briefing del Consiglio di Sicurezza sulla situazione in Sudan.

La Svizzera ha accolto con favore il comunicato emesso dalle autorità sudanesi il 5 marzo, che ha revocato la decisione presa a febbraio di sospendere gli aiuti umanitari transfrontalieri provenienti dal Ciad. Questa decisione apre agli aiuti umanitari anche altri valichi di frontiera e alcuni aeroporti. Ieri, la Svizzera ha invitato il Consiglio ad attuare rapidamente questo avviso: «La fornitura transfrontaliera rimane essenziale per raggiungere un maggior numero di persone. Continuiamo a chiedere alle parti di autorizzare e facilitare l'accesso umanitario attraverso i confini e le linee del fronte». Infine, la Svizzera ha sottolineato la necessità di una soluzione negoziata e duratura del conflitto. Ha invitato le parti in conflitto a tornare immediatamente ai negoziati per il cessate il fuoco e a un dialogo politico credibile e inclusivo. In questo contesto, la Svizzera accoglie con favore l'adozione della risoluzione odierna.

Dichiarazione della Svizzera sulla situazione in Sudan, Consiglio di sicurezza dell'ONU, 07.03.2024 (fr) 

27.02.2024 – Medio Oriente: grave insicurezza alimentare a Gaza

L'aggravarsi della crisi alimentare per la popolazione di Gaza è stata al centro di una riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite tenutasi oggi. La riunione è stata convocata su richiesta della Svizzera e della Guyana, in qualità di punti focali congiunti del Consiglio sul tema «Fame e conflitti». Secondo le informazioni dell'Ufficio umanitario delle Nazioni Unite (OCHA), l'entità dell'insicurezza alimentare e il conseguente rischio di carestia nella Striscia di Gaza sono allarmanti. L'escalation delle ostilità in Medio Oriente dal 7 ottobre è la causa principale di questo grave disagio. I combattimenti stanno avendo un impatto negativo sulle forniture idriche, sull'agricoltura e sulla produzione alimentare a Gaza. A causa delle restrizioni alla circolazione e all'accesso imposte nell'ambito della chiusura della Striscia di Gaza, in vigore dal 2008, la situazione era già preoccupante a causa della povertà che vi regna. Secondo l'OCHA, oggi a Gaza una persona su quattro è affetta da grave malnutrizione: si tratta di oltre mezzo milione di persone. I bambini, le donne in gravidanza e in allattamento, i disabili e gli anziani sono particolarmente a rischio di mortalità.

Questa situazione drammatica è ulteriormente aggravata dalle notevoli restrizioni imposte al trasporto di generi alimentari nella Striscia di Gaza e al suo interno. In Consiglio di Sicurezza, la Svizzera ha ricordato a Israele che deve attuare le misure ordinate dalla Corte internazionale di giustizia il 26 febbraio 2024. In particolare, la Corte chiede a Israele di garantire le forniture di base di cui la popolazione palestinese ha urgente bisogno e di consentire aiuti umanitari rapidi e senza ostacoli. In questo contesto, la Svizzera ha invitato tutte le parti in conflitto a rispettare il diritto umanitario internazionale, compreso il divieto di usare la fame come arma di guerra, e a proteggere la popolazione civile.

«Noi, membri di questo Consiglio, dobbiamo usare la nostra influenza e prendere misure per evitare una carestia e salvare vite umane», ha sottolineato il rappresentante svizzero al Consiglio di Sicurezza. È urgente un cessate il fuoco umanitario immediato. Con la risoluzione 2417 del 2018, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite condanna fermamente l'affamamento della popolazione civile e la negazione illegale dell'accesso agli aiuti umanitari come tattica di guerra. La Svizzera ha dichiarato al Consiglio di essere pronta a collaborare con tutti i membri del Consiglio per trovare una soluzione politica che ponga fine alle sofferenze della popolazione e ripristini le prospettive di pace.

Dichiarazione della Svizzera sulla situazione della sicurezza alimentare in Medio Oriente, Consiglio di sicurezza dell'ONU, 27.02.2024 (fr)

23.02.2024 – «Il nostro obiettivo è la pace»

Il Consigliere federale Ignazio Cassis ha partecipato a un dibattito di alto livello al Consiglio di sicurezza dell'ONU, incentrato sul secondo anniversario della guerra in Ucraina. Il capo del DFAE ha ricordato al Consiglio che il perseguimento della pace è l'obiettivo fondatore delle Nazioni Unite, come indicato nella Carta dell'ONU, e ha sottolineato che questo obiettivo è la ragion d'essere dell'organizzazione. «Siamo tutti responsabili di questo ideale, deciso tre quarti di secolo fa», ha sottolineato il capo del DFAE a New York.

Il consigliere federale Ignazio Cassis al Consiglio di sicurezza dell’ONU
«Stiamo lavorando instancabilmente per avviare un processo che sia pragmatico e inclusivo», ha dichiarato il capo del DFAE al Consiglio di sicurezza. © DFAE

Dall'inizio della guerra, il Consiglio di Sicurezza non è stato in grado di adempiere alla sua responsabilità di garantire la pace e la sicurezza dell'Ucraina e del suo popolo. Migliaia di persone hanno perso la vita, milioni sono sfollate e la sofferenza umana è immensa. In questo contesto, il consigliere federale Cassis ha sollevato la questione di ciò che la comunità internazionale può fare per garantire il rispetto dei principi della Carta delle Nazioni Unite, delle Convenzioni di Ginevra e del diritto umanitario internazionale in Ucraina e in altre parti del mondo. «Non dobbiamo cedere al pessimismo», ha dichiarato il Consigliere federale Cassis.

La strada per la pace in Ucraina deve essere percorsa insieme. Il primo passo in questa direzione è l'organizzazione in Svizzera della prima conferenza internazionale sulla pace in Ucraina. «Ma stiamo lavorando instancabilmente per avviare un processo che sia pragmatico e inclusivo», ha dichiarato il capo del DFAE al Consiglio di sicurezza. Il mese scorso, il consigliere federale Cassis ha organizzato una serie di attività di sensibilizzazione a vari livelli per garantire che il processo possa essere avviato con successo. «La Svizzera, con la sua tradizione di buoni uffici, è convinta che sia necessario ascoltare tutti», ha sottolineato Ignazio Cassis. Il presupposto per il successo del processo di pace è un'ampia rappresentanza che comprenda tutte le regioni del mondo.

Discorso del Consigliere federale Ignazio Cassis in occasione del 2° anniversario della guerra in Ucraina, Consiglio di sicurezza dell'ONU, 23.02.2024 (fr)

20.02.2024 – Medio Oriente: bocciata al Consiglio di Sicurezza dell'ONU la risoluzione per un cessate il fuoco umanitario

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha votato oggi una risoluzione che chiedeva un immediato cessate il fuoco umanitario in Medio Oriente. La risoluzione, presentata dall'Algeria, è stata bocciata a causa del veto degli Stati Uniti. La situazione umanitaria drammatica per oltre due milioni di persone a Gaza continua a peggiorare: la carestia è alle porte, il settore sanitario è ormai a rischio e gran parte della popolazione è già stata sfollata più volte all'interno del territorio. Manca di tutto, soprattutto l'accesso umanitario. Inoltre, la minaccia di un’offensiva militare terrestre israeliana a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, costituisce una preoccupazione seria per più di un milione di persone. Nel frattempo, molti ostaggi attendono ancora di essere liberati.

Per affrontare questi sviluppi, la risoluzione ha chiesto, oltre a un cessate il fuoco immediato, il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi rimasti, il rispetto totale del diritto umanitario internazionale da parte di tutte le parti, un accesso umanitario rapido, sicuro e senza ostacoli ai civili in difficoltà. Avrebbe inoltre condannato lo sfollamento forzato della popolazione palestinese. Nell'adottare la risoluzione, il Consiglio di Sicurezza avrebbe anche richiamato le misure preventive della Corte internazionale di giustizia del 26 gennaio 2024 per la prevenzione del genocidio in Medio Oriente e ribadito il suo appello per una soluzione a due Stati. Infine, la risoluzione esprimeva anche grande preoccupazione per la minaccia di un'ulteriore escalation nella regione in seguito alle violenze a Gaza.

La Svizzera ha sostenuto la risoluzione e si è immediatamente rammaricata dell'esito del voto. Nella sua dichiarazione di voto, ha ribadito la sua posizione sull'attuale escalation in Medio Oriente e ha sottolineato che la richiesta di un immediato cessate il fuoco umanitario a Gaza è in linea con l'impegno collettivo del Consiglio di sicurezza di rispettare e far rispettare le Convenzioni di Ginevra e il diritto umanitario internazionale in ogni circostanza. "Non possiamo permettere che centinaia di migliaia di civili assediati siano lasciati morire di fame e soffrire di epidemie senza adeguate garanzie di sicurezza per la fornitura di assistenza umanitaria e per la loro stessa protezione", ha dichiarato la Svizzera.

Durante i negoziati sulla risoluzione, la Svizzera ha svolto un ruolo decisivo nel garantire che la richiesta di rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi, il rispetto del diritto internazionale e la protezione della popolazione civile fossero inclusi nel testo della risoluzione. La Svizzera invita le parti in conflitto ad attuare senza indugio le risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'ONU adottate a dicembre e novembre 2023 relative alla situazione in loco. Sono urgenti il rilascio immediato degli ostaggi, un cessate il fuoco umanitario, l'accesso senza ostacoli degli aiuti umanitari a Gaza e il pieno rispetto del diritto umanitario internazionale e dei diritti umani da parte di tutte le parti. Su questa base, va poi avviato un dialogo politico, con l'obiettivo di una soluzione a due Stati.

Dichiarazione della Svizzera dopo il voto, Consiglio di sicurezza dell’ONU, 20.02.2024 (fr, en)

Situazione in Medio Oriente

13.02.2024 – La prevenzione è la chiave per attenuare i rischi climatici nelle regioni in conflitto

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha tenuto un dibattito aperto, sotto la presidenza della Guyana, sul legame tra le conseguenze dei cambiamenti climatici, l'insicurezza alimentare e i conflitti armati. «Affrontare la sicurezza climatica» è una delle quattro priorità tematiche definite dal Consiglio federale in qualità di membro del Consiglio di sicurezza. La Svizzera, rappresentata dall'ambasciatrice Alexandra Baumann, capo della Divisione Prosperità e sostenibilità (DPS) del DFAE, ha sottolineato a New York la necessità della prevenzione: «I conflitti sono la causa principale della fame e il cambiamento climatico destabilizza ulteriormente la situazione.» L'insicurezza alimentare nel mondo è aumentata in modo significativo negli ultimi dieci anni. Nonostante gli obiettivi fissati dall'Agenda 2030, circa 800 milioni di persone soffrono ancora la fame cronica.

Alexandra Baumann parla al tavolo a ferro di cavallo del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
L'ambasciatrice Alexandra Baumann ha rappresentato la Svizzera al dibattito aperto sui cambiamenti climatici, i conflitti e la sicurezza alimentare presso il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. © DFAE / UN Photo

In seno al Consiglio di sicurezza, la Svizzera ha presentato soluzioni volte in particolare a prevenire i rischi legati al clima e a ridurre le tensioni. Negli ultimi anni sono stati sviluppati sistemi di allarme rapido per l'insicurezza alimentare, i conflitti e gli eventi climatici estremi. Attualmente, questi sistemi operano ancora prevalentemente in modo separato l'uno dall'altro. È fondamentale che siano collegati in rete tra loro, in modo da evitare eventuali carenze nella prevenzione dei conflitti. I dati che ne derivano devono essere utilizzati per azioni preventive e mirate. Ad esempio, è possibile garantire la creazione di sistemi alimentari sostenibili a lungo termine. La Svizzera si impegna anche a livello bilaterale nell'ambito della sua cooperazione internazionale.

Al fine di garantire il successo, è necessaria una cooperazione coordinata tra gli attori ambientali, di pace e umanitari. Oltre al Consiglio di Sicurezza dell'ONU, rientra a farne parte l'intero sistema delle Nazioni Unite, le organizzazioni regionali come l'Unione Africana, le istituzioni locali, ma anche il mondo accademico e il settore privato. La Svizzera promuove attivamente il dialogo tra questi attori e ha recentemente organizzato ad Addis Abeba alcuni dialoghi sull'impatto dei cambiamenti climatici e dei conflitti sulla sicurezza alimentare.

Il Consiglio di Sicurezza dell'ONU deve considerare l'impatto del cambiamento climatico sulla pace e sulla sicurezza.
Alexandra Baumann, responsabile della Divisione Prosperità e sostenibilità del DFAE

La spirale tra conflitti, insicurezza alimentare e conseguenze del cambiamento climatico è la stessa in molte regioni del mondo in conflitto: aumenta l'instabilità, l'insicurezza e la sofferenza della popolazione civile. «Per trovare risposte specifiche al contesto, il Consiglio deve considerare dell'impatto del cambiamento climatico sulla pace e sulla sicurezza», ha sottolineato Alexandra Baumann a New York. La Svizzera continuerà a dedicarsi alle implicazioni dei cambiamenti climatici per la politica di sicurezza e di pace in seno al Consiglio di sicurezza, a individuare possibili soluzioni e a contribuire alla creazione di un consenso tra i membri del Consiglio.

Dichiarazione della Svizzera sul cambiamento climatico e la sicurezza alimentare, Consiglio di sicurezza dell'ONU, 13.02.2024 (en)

Articolo: Perché le conseguenze del cambiamento climatico possono esacerbare i conflitti

09.02.2024 – Il Consiglio di sicurezza in Colombia per sostenere il processo di pace

Le delegazioni dei 15 Stati membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e il presidente colombiano Gustavo Petro posano per una foto di gruppo.
Incontro tra i membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e il Presidente colombiano Gustavo Petro presso la Casa de Narino l'8 febbraio 2024 a Bogotà. © Missione ONU in Colombia

Dal 7 all'11 febbraio, la Svizzera sarà capofila di una visita in Colombia dei 15 membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, insieme alla Guyana e al Regno Unito. Il Consiglio intende farsi un'idea della situazione nel Paese, osservare come viene attuato l'accordo del 2016 e apportare il proprio sostegno all'instaurazione di una pace duratura. La Svizzera rimane fortemente coinvolta nel processo di pace in Colombia.

Articolo: Il Consiglio di sicurezza in Colombia per sostenere il processo di pace

05.02.2024 – Pericolo di un'ulteriore escalation regionale: la Svizzera invita alla moderazione

Nell'ambito di una riunione d'emergenza richiesta dalla Russia, il Consiglio di sicurezza dell'ONU ha discusso gli attacchi aerei in Siria e in Iraq effettuati dagli Stati Uniti dopo l'attacco a una base americana in Giordania. In seno al Consiglio, la Svizzera ha espresso la propria preoccupazione per il rischio di un'escalation regionale, che si è accentuato dopo gli attacchi terroristici di Hamas del 7 ottobre e la guerra a Gaza. Questo rischio è aumentato notevolmente negli ultimi dieci giorni. «Esiste un rischio reale per la pace e la sicurezza internazionale nella regione», ha sottolineato il Vice Rappresentante Permanente della Svizzera all'ONU, Adrian Hauri, a New York.

La Svizzera ha invitato le parti in conflitto e tutti coloro che ci esercitano un'influenza a porre la massima moderazione per evitare un'ulteriore escalation nella regione. «Un singolo errore di calcolo può avere conseguenze disastrose», ha dichiarato il rappresentante svizzero durante la riunione del Consiglio. La Svizzera ha ricordato che tutte le misure militari devono essere conformi al diritto internazionale e ha invitato tutte le parti a garantire il rispetto del diritto umanitario internazionale e dei diritti umani. Soltanto soluzioni politiche possono garantire infine la pace e la sicurezza nella regione. Un cessate il fuoco umanitario è particolarmente necessario a Gaza. Per quanto riguarda la Siria, la Svizzera ha ricordato che la risoluzione 2254 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite richiede un cessate il fuoco nazionale.

Dichiarazione della Svizzera sulla situazione in Siria e in Iraq, Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, 05.02.2024 (fr)

31.01.2024 – Medio Oriente: i provvedimenti della Corte internazionale di giustizia sono validi per entrambe le parti

Il Consiglio di Sicurezza dell'ONU ha discusso oggi nuovamente della situazione attuale in Medio Oriente. La Svizzera ha ribadito la sua posizione, chiedendo in particolare il rispetto del diritto internazionale umanitario. Alla luce della situazione umanitaria catastrofica di Gaza, è urgente una tregua umanitaria per consentire l'accesso umanitario e il rilascio di tutti gli ostaggi. La Svizzera ha ribadito un sostegno assoluto alla Corte internazionale di giustizia e ha ricordato che le misure provvisorie del 26 gennaio sono valide per entrambe le parti. Si aspetta che Israele si conformi all'ordine della Corte e prenda le misure necessarie per prevenire la commissione di qualsiasi atto di genocidio e il relativo incitamento. Ciò richiede misure efficaci che devono essere adottate senza indugio, in modo che possano essere forniti anche i servizi di base e gli aiuti umanitari.

A New York, la Svizzera ha anche espresso la sua preoccupazione per le gravi accuse mosse ai dipendenti dell'UNRWA sospettati di essere coinvolti negli atti terroristici del 7 ottobre. La Svizzera applica una politica di tolleranza zero nei confronti di qualsiasi sostegno al terrorismo e di qualsiasi incitamento all'odio o alla violenza. La Svizzera ha preso atto delle misure immediate adottate dall'UNRWA nei confronti dei suoi collaboratori e si aspetta che l'indagine interna faccia piena luce su queste accuse.

Infine, la Svizzera ha messo in guardia dalla regionalizzazione del conflitto e ha ribadito che il rispetto del diritto internazionale, il cessate il fuoco umanitario, l'accesso a Gaza per la consegna degli aiuti e il rilascio degli ostaggi sono solo i primi passi verso una soluzione politica duratura del conflitto, che deve basarsi su una soluzione a due Stati.

Dichiarazione della Svizzera sulla situazione in Medio Oriente, Consiglio di sicurezza dell'ONU, 31.01.2024 (fr)

30.01.2024 – Stabilità e sicurezza a Cipro: prorogata di un anno la missione di pace delle Nazioni Unite

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha prorogato oggi all'unanimità mediante una risoluzione il mandato della missione di pace delle Nazioni Unite a Cipro (UNFICYP). L'UNFICYP opera nell'isola mediterranea da 60 anni, contribuendo in modo significativo alla stabilità del Paese e dell’Europa.

Nel 1964, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite inviò la missione di mantenimento della pace in seguito allo scoppio della violenza tra le comunità turco-cipriota e greco-cipriota. Si tratta di una delle più antiche missioni di mantenimento della pace delle Nazioni Unite ancora in funzione. Sebbene sia stato firmato un cessate il fuoco tra le parti in conflitto, il Paese è rimasto diviso dall’invasione del nord dell'isola da parte delle forze turche nel 1974. In questo contesto, l'UNFICYP garantisce una zona cuscinetto tra le milizie di entrambi i campi.

Membri della forza di mantenimento della pace delle Nazioni Unite (UNFICYP) camminano in un vicolo tra edifici fatiscenti nella zona cuscinetto.
L'UNFICYP contribuisce significativamente alla stabilità e alla sicurezza di Cipro e dell'Europa. © Keystone

Nell'adozione della risoluzione, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite plaude anche alla nomina di Maria Angela Holguin Cuellar come inviato personale del Segretario generale delle Nazioni Unite per Cipro. Si tratta di un passo importante nella ricerca di un terreno comune al fine di tornare ai negoziati formali e rilanciare un possibile processo negoziale. La Svizzera sostiene l'inviato e i buoni uffici del Segretario generale delle Nazioni Unite.

In seno al Consiglio, la Svizzera ha sostenuto l'estensione della missione di mantenimento della pace dell'ONU e ritiene di fondamentale importanza una soluzione politica accettabile per entrambe le parti. Sostiene una soluzione federalista che, in conformità con le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza, si basi su due zone per entrambe le comunità con pari diritti politici. Per raggiungere questo obiettivo, è necessario rafforzare la fiducia e il dialogo tra le parti. Per questo motivo, la Svizzera è coinvolta a livello bilaterale nel Comitato per le persone scomparse a Cipro, di cui fan parte greco-ciprioti e turco-ciprioti. La Svizzera continua a offrirsi di ospitare discussioni. Nel passato, l'ONU ha portato avanti il dialogo politico a Bürgenstock (2004), Mont Pèlerin (2016) e Crans-Montana (2017).

23.01.2024 – Consiglio di sicurezza dell'ONU: il consigliere federale Cassis sottolinea la necessità di una soluzione globale

Il 23 gennaio, il consigliere federale Ignazio Cassis ha partecipato a un dibattito ministeriale sulla situazione in Medio Oriente presso il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Sotto la presidenza francese, l'obiettivo del dibattito era quello di contribuire a far concreti passi in avanti verso una soluzione politica della crisi in Medio Oriente. Il capo del DFAE ha esposto al Consiglio un'analisi della situazione e ha presentato il suo punto di vista sulle possibili soluzioni al conflitto e per una pace duratura nella regione. 

Il consigliere federale Ignazio Cassis ha ribadito ieri la posizione del Consiglio federale sul conflitto in Medio Oriente durante un dibattito di alto livello al Consiglio di sicurezza dell'ONU. Il capo del DFAE ha condannato gli attacchi terroristici di Hamas contro Israele e ha chiesto il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi detenuti da Hamas. Ha inoltre sottolineato la precaria situazione umanitaria a Gaza: «Dal 7 ottobre, non sembra esserci limite alla violenza in Israele, a Gaza e nei Territori palestinesi occupati».

Il Consigliere federale Ignazio Cassis interviene al Consiglio di sicurezza dell'ONU.
Il Consigliere federale Ignazio Cassis al dibattito ministeriale sul Medio Oriente al Consiglio di sicurezza dell'ONU. © DFAE

Il capo del DFAE ha anche sottolineato l’impegno del Consiglio di sicurezza dell’ONU nel conflitto in Medio Oriente. Il Consiglio ha recentemente adottato risoluzioni essenziali che sono molto difficili da attuare. Solo una parte degli ostaggi è stata rilasciata, i civili sono vittime quotidiane dei combattimenti e il diritto internazionale umanitario viene continuamente violato. «Non possiamo cedere alla frustrazione. Non possiamo lasciarci scoraggiare», ha dichiarato Ignazio Cassis, evidenziando la necessità di un approccio globale per giungere a una soluzione che coinvolga in particolare gli Stati della regione., «Senza un consenso politico regionale, una pace duratura in Medio Oriente non potrà essere raggiunta», ha aggiunto il capo del DFAE. A livello diplomatico, gli ultimi anni hanno dimostrato che c'è spazio per un accordo politico e per interessi comuni tra Israele e gli Stati della regione. Questo margine di manovra deve essere utilizzato per lavorare a una pace duratura, che richiederà una soluzione a due Stati. «Questa è l'unica soluzione che darà a israeliani e palestinesi la prospettiva di vivere in pace e sicurezza», ha sottolineato il consigliere federale.

Il capo del DFAE ha invitato le parti in conflitto, gli Stati della regione e i membri del Consiglio di sicurezza ad agire per porre le basi di una cessazione duratura delle ostilità e di una soluzione politica alla crisi. Ciò richiederà l'immediato rilascio degli ostaggi, un cessate il fuoco umanitario, il libero accesso degli aiuti umanitari a Gaza e il pieno rispetto del diritto internazionale umanitario. La Svizzera è pronta a sostenere questi sforzi in collaborazione con Israele, l'Autorità Palestinese e gli Stati della regione.

Discorso del consigliere federale Ignazio Cassis sulla situazione in Medio Oriente, Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, 23.01.2024

Situazione in Medio Oriente

12.01.2024 – Riunione d'emergenza sulla situazione nel Mar Rosso

Dopo nuovi attacchi degli Houthi yemeniti contro navi mercantili nel Mar Rosso negli ultimi giorni, seguiti da attacchi militari da parte di Stati Uniti e Regno Unito, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha tenuto oggi una riunione d'emergenza. In seno al Consiglio di sicurezza, la Svizzera ha sottolineato che questi recenti sviluppi sono preoccupanti e aumentano il rischio di un'escalation regionale.

Due giorni fa, il Consiglio di Sicurezza ha adottato una risoluzione che chiede una maggiore sicurezza per le navi e un stretto rispetto dei diritti e delle libertà di navigazione, in conformità con il diritto internazionale. La Svizzera ha sostenuto questa risoluzione, poiché esprime la preoccupazione del Consiglio per la situazione nella regione e invita gli Houthi a cessare immediatamente gli attacchi nei confronti delle navi nel Mar Rosso.

Oggi a New York, come dopo il voto del 10 gennaio, la Svizzera ha sottolineato la sua valutazione giuridica della risoluzione: il diritto di intraprendere azioni militari menzionato nell'articolo corrispondente della risoluzione è limitato all'intercettazione di attacchi contro navi mercantili e navali. Riguarda quindi soltanto la protezione di una nave sotto attacco e del suo equipaggio. In questo contesto, qualsiasi operazione militare che vada oltre la necessità immediata di proteggere navi e persone sarebbe sproporzionata e non coperta dalla risoluzione.

La Svizzera è preoccupata per gli attacchi militari della coalizione anglo-americana. Gli incidenti nel Mar Rosso hanno già un impatto negativo sulla navigazione e sul commercio internazionale. Ma la situazione precaria dei civili in Yemen e nella regione, che dipendono da aiuti umanitari vitali consegnati via mare, potrebbe anche peggiorare se le ostilità dovessero perdurare. Alla luce di questa situazione, la Svizzera ha lanciato un appello al Consiglio di sicurezza affinché tutte le parti e gli attori presenti nel Mar Rosso e nelle regioni vicine dessero prova di prudenza e moderazione nonché di rispettare rigorosamente il diritto internazionale. Questo al fine di evitare un'escalation regionale. A lungo termine, solo una pace duratura nello Yemen, con la partecipazione di tutti gli attori coinvolti, permetterà di garantire la sicurezza nel Mar Rosso.

Dichiarazione della Svizzera sulla situazione nel Mar Rosso, Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, 12.01.2024

12.01.2024 – Medio Oriente: la Svizzera chiede la piena attuazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite

Nel corso di una riunione d'emergenza, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha di nuovo discusso la situazione in Medio Oriente, in particolare l'espulsione forzata della popolazione palestinese. La Svizzera ha espresso la sua preoccupazione per il costante aumento della violenza e delle sofferenze della popolazione civile. A fronte della situazione umanitaria drammatica, ha chiesto di agevolare l'accesso umanitario alla Striscia di Gaza e di liberare gli ostaggi ancora detenuti. A tal fine, la Svizzera ha sottolineato la necessità di un cessate il fuoco umanitario duraturo. In seno al Consiglio di Sicurezza, la Svizzera ha nuovamente condannato gli attacchi terroristici di Hamas del 7 ottobre, in particolare la violenza sessuale contro donne e ragazze.

Per alleviare le sofferenze della popolazione civile, è essenziale che le due risoluzioni del Consiglio di Sicurezza sul Medio Oriente adottate a novembre e dicembre siano pienamente applicate. In particolare, queste risoluzioni chiedono di aumentare gli aiuti umanitari a Gaza garantendo un accesso rapido, sicuro e senza ostacoli, in conformità con il diritto umanitario internazionale. Si prospetta una grave carestia, di cui già soffre quasi mezzo milione di persone a Gaza.

A New York, la Svizzera ha anche sottolineato che le Convenzioni di Ginevra vietano gli spostamenti forzati di popolazione e che tali spostamenti possono costituire un crimine di guerra. Si oppone alle richieste di espulsione di civili dai territori palestinesi occupati, compresa Gaza, e ha invitato i leader di tutte le parti ad astenersi da qualsiasi dichiarazione provocatoria. Inoltre, tutte le violazioni del diritto internazionale commesse in Israele e nei Territori Palestinesi Occupati devono essere indagate e i responsabili devono essere chiamati a rispondere davanti alle autorità competenti. A tal fine, la Corte penale internazionale (CPI) sta attualmente svolgendo un'indagine sulla situazione nei Territori palestinesi occupati, che riguarda tanto gli eventi del 7 ottobre quanto quelli in corso a Gaza e in Cisgiordania.

La ricerca di una soluzione politica è urgente. Per questo motivo, la Svizzera continua a sostenere la soluzione a due Stati, in modo che Gaza possa essere ricostruita come parte di un futuro Stato palestinese, che possa esistere in pace e all'interno di confini sicuri e riconosciuti, fianco a fianco con Israele.

Dichiarazione della Svizzera sulla situazione in Medio Oriente, Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, 12.01.2024

11.01.2024 – UNOWAS: la prevenzione come strumento per garantire la pace e la sicurezza in Africa occidentale e nel Sahel

Il contributo dell'Ufficio regionale delle Nazioni Unite per l'Africa occidentale e il Sahel (UNOWAS) è stato oggi il fulcro di una riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. L'UNOWAS è attivo in 16 Paesi in cui milioni di persone devono far fronte a numerose e complesse sfide che compromettono la sicurezza della regione. A fine gennaio 2023, il Consiglio di Sicurezza ha rinnovato il mandato dell'UNOWAS, guidato da Svizzera e Ghana, per altri tre anni. Nonostante la tendenza positiva al rafforzamento della governance democratica in alcuni Paesi, la situazione della sicurezza rimane instabile in gran parte della regione e i bisogni umanitari sono in aumento. Durante la riunione odierna del Consiglio, la Svizzera ha sottolineato che la prevenzione è essenziale per evitare nuovi conflitti e l'escalation degli altri esistenti.

 Le schede elettorali con le scritte «Oui» e «Non» giacciono su un tavolo di legno.
L'UNOWAS sostiene elezioni inclusive in Africa occidentale e nel Sahel, rafforzando la governance democratica. © Keystone

In seno al Consiglio, la Svizzera ha espresso soddisfazione per i progressi nella governance democratica. L'anno scorso, ad esempio, diverse elezioni nella regione si sono svolte in modo decisamente pacifico. In Nigeria, la Svizzera ha sostenuto il «National Peace Committee» nei suoi sforzi per contenere la violenza prima e durante le elezioni.

Inoltre, la Svizzera ha accolto con favore l'assistenza fornita dall'UNOWAS a Ghana, Mauritania, Senegal e Togo per l'organizzazione di elezioni. La Svizzera ha inoltre sottolineato che la promozione di leggi volte a rafforzare il ruolo delle donne nei processi politici deve continuare e la loro attuazione deve essere garantita. Ciò contribuisce alla costruzione e al consolidamento delle istituzioni politiche, dei processi elettorali e della governance democratica in tutta la regione.

La situazione della sicurezza per i civili resta allarmante in alcune regioni del Sahel a causa degli attacchi dei gruppi armati. A New York, la Svizzera ha sottolineato che occorre seguire particolarmente da vicino gli sviluppi dopo il ritiro della missione di mantenimento della pace delle Nazioni Unite (MINUSMA) dal Mali alla fine del 2023. A tal proposito, ha anche sottolineato la necessità di rafforzare il lavoro degli Stati membri dell'ONU a livello bilaterale e multilaterale per limitare il rischio di una grave crisi regionale. Ciò dovrebbe svolgersi in stretta collaborazione con l'Unione Africana e le organizzazioni sub-regionali.

Altro fattore importante per la protezione delle popolazioni è il rafforzamento delle azioni umanitarie al fine di prevenire gravi crisi umanitarie e mitigare quelle già esistenti, causate da conflitti, instabilità, sfollamenti interni e conseguenze del cambiamento climatico. Circa 26 milioni di persone nella regione del Sahel hanno oggi bisogno di aiuti umanitari per sopravvivere. In questo contesto, la Svizzera ha sottolineato che tener conto dei rischi climatici è fondamentale per una prevenzione adeguata dei conflitti in Africa occidentale e nel Sahel. Gli effetti dei cambiamenti climatici, quali alluvioni e siccità, hanno conseguenze importanti per la sicurezza nella regione. In seno al Consiglio, la Svizzera ha sottolineato che l'analisi continua dei rischi climatici e una migliore comprensione del legame tra clima, pace e sicurezza restano importanti per aiutare i Paesi interessati ad adattarsi agli effetti del cambiamento climatico. La Svizzera ha inoltre letto una dichiarazione a nome di diversi Paesi per richiamare l'attenzione sugli effetti negativi dei cambiamenti climatici sulla pace e sulla sicurezza.

Dichiarazione della Svizzera sulla situazione in Africa occidentale e nel Sahel, Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, 11.01.2024 (fr)

Dichiarazione congiunta sulla sicurezza climatica, Consiglio di Sicurezza dell'ONU, 11.01.2024 (en)

10.01.2024 – Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite chiede maggiore sicurezza per le navi nel Mar Rosso

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato oggi una risoluzione che condanna gli attacchi degli Houthi yemeniti alle navi mercantili nel Mar Rosso. La risoluzione esorta gli Houthi a cessare immediatamente gli attacchi che ostacolano il commercio mondiale e minano la sicurezza nella regione. La Svizzera ha sostenuto la risoluzione.

Il 19 novembre 2023, gli Houthi hanno intercettato la nave cargo «Galaxy Leader» in rotta dalla Turchia all'India. È stato sequestrato l'equipaggio e la nave è stata dirottata verso la provincia yemenita di Hodeida. La risoluzione del Consiglio di sicurezza adottata oggi chiede l'immediato rilascio dell'equipaggio e la restituzione della «Galaxy Leader».

La nave da carico blu e bianca «Galaxy Leader» è ancorata in acque turchesi nel Mar Rosso, al largo della costa yemenita.
Il cargo «Galaxy Leader» intercettato dagli Houthi il 19 novembre 2023 al largo della costa yemenita. © Keystone

Con questa risoluzione, il Consiglio di sicurezza sottolinea che i diritti e le libertà di navigazione delle navi mercantili devono essere rispettati in conformità al diritto internazionale. Il Consiglio invita inoltre alla prudenza e alla moderazione per evitare un'ulteriore escalation nel Mar Rosso e nell'intera regione.

Dichiarazione della Svizzera dopo il voto, Consiglio di Sicurezza dell'ONU, 10.01.2024 (fr)

29.12.2023 – La Svizzera ribadisce la necessità di una soluzione politica duratura in Medio Oriente

Su richiesta degli Emirati Arabi Uniti, venerdì 29 dicembre si è tenuta una riunione d'emergenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per discutere la situazione attuale in Medio Oriente. Il protrarsi delle ostilità a Gaza e l'aumento della violenza in Cisgiordania sono preoccupanti e rafforzano la minaccia di un'estensione regionale del conflitto. Tali sviluppi mettono a repentaglio la prospettiva politica di attuare una soluzione a due Stati, così come sostenuto dalla Svizzera.

A fronte degli eventi attuali, la Svizzera ha ribadito che il rispetto del diritto umanitario internazionale e dei diritti umani, la protezione dei civili e il rilascio degli ostaggi devono rimanere una priorità per il Consiglio di sicurezza. La Svizzera ha inoltre insistito sulla necessità di una soluzione politica duratura in Medio Oriente.

A nome della Svizzera e del Brasile, in qualità di punti focali informali sui conflitti e la fame all'interno del Consiglio di Sicurezza, è stata resa anche una dichiarazione sulla grave insicurezza alimentare nella Striscia di Gaza, di cui soffre oltre il 90% della popolazione.

Dichiarazione della Svizzera al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, 29.12.2023 (fr, en)

Dichiarazione congiunta di Svizzera e Brasile al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, 29.12.2023 (PDF, 1 Pagina, 107.0 kB, inglese)

22.12.2023 – Medio Oriente: il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite adotta una risoluzione a favore dell'aumento degli aiuti umanitari alla Striscia di Gaza

A fronte del drastico deterioramento della situazione nella Striscia di Gaza, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato oggi una risoluzione volta ad aumentare gli aiuti umanitari alla Striscia. La risoluzione intende rispondere ai bisogni umanitari urgenti della popolazione civile, poiché condanna tutti gli attacchi contro i civili, compresi gli atti di terrorismo - tra cui quelli di Hamas del 7 ottobre - e richiede:

  • il rispetto del diritto umanitario internazionale da parte di tutte le parti in conflitto
  • l'accesso rapido e senza ostacoli per consentire l'invio di forniture umanitarie, compreso un meccanismo dell'ONU per gli aiuti umanitari e l'apertura di diversi valichi di frontiera
  • il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi rimasti
  • la protezione della popolazione civile da parte di entrambe le parti in conflitto
  • la necessità di una soluzione a due Stati
  • e la richiesta di istituire le condizioni per una cessazione permanente delle ostilità.

La Svizzera ha appoggiato la risoluzione presentata al Consiglio dagli Emirati Arabi Uniti. Contribuisce ad alleviare la situazione umanitaria drammatica nella Striscia di Gaza e comprende vari aspetti della posizione della Svizzera sul conflitto attuale. Questi includono il rispetto del diritto umanitario internazionale da parte di tutte le parti in conflitto, il rilascio di tutti gli ostaggi, la garanzia di un accesso umanitario sicuro e senza ostacoli alla Striscia di Gaza e la necessità di una soluzione a due Stati.

Con l'obiettivo di facilitare un accesso umanitario rapido e senza ostacoli, la risoluzione adottata oggi sottolinea l'urgente necessità di prendere in considerazione misure per creare le condizioni per una cessazione permanente delle ostilità. Ciò non compromette il diritto di Israele di garantire la propria difesa e sicurezza, bensì dovrebbe facilitare l'accesso umanitario e consentire il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi. Nella sua dichiarazione dopo il voto, la Svizzera ha espresso soddisfazione in merito alla decisione del Consiglio e ha sottolineato che la risoluzione odierna deve essere complementare al diritto umanitario internazionale, secondo il quale tutte le parti in conflitto e gli altri Stati sono tenuti a consentire e agevolare le misure di aiuto per la popolazione in difficoltà.

Dichiarazione della Svizzera dopo il voto, Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, 22.12.2023

21.12.2023 – La Svizzera sostiene il finanziamento duraturo delle operazioni di pace dell’Unione africana

Il 21 dicembre 2023, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha votato a favore di un finanziamento duraturo delle operazioni di promozione della pace guidate dall’Unione africana (UA). La Svizzera ha sostenuto il testo presentato dai tre Paesi africani del Consiglio, ovvero Gabon, Ghana e Mozambico.

Le operazioni di pace condotte dall’Unione africana sono fondamentali per gestire le sfide della sicurezza nel continente africano. Negli ultimi 20 anni, le operazioni di pace guidate dall’UA hanno permesso di risolvere situazioni complesse, per esempio facendo fronte alle prese di potere illegittime in vari Paesi, accompagnando le elezioni oppure aiutando a osservare gli accordi di cessate il fuoco, a dimostrazione del ruolo chiave svolto dagli attori regionali nell’affrontare le sfide della sicurezza del continente. Le operazioni di pace guidate dall’UA sono generalmente meglio radicate a livello locale, si basano su una conoscenza più approfondita del contesto e sono caratterizzate da una maggiore predisposizione a esporsi a rischi in caso di minacce complesse.

Tuttavia, le risorse limitate dell’UA non le consentono di utilizzare sistematicamente i suoi punti di forza per sostenere gli sforzi di pace nel continente. L’UA ha bisogno di risorse stabili e finanziamenti duraturi. Una risoluzione in tal senso è stata adottata dal Consiglio di sicurezza dell’ONU il 21 dicembre su iniziativa di Gabon, Ghana e Mozambico. Fin dall’inizio delle discussioni, la Svizzera aveva sostenuto attivamente questa risoluzione, in quanto garantiva un finanziamento prevedibile, duraturo e flessibile da parte delle Nazioni Unite per le operazioni di promozione della pace guidate dall’UA.

Impulso lanciato sotto la presidenza svizzera

La questione del finanziamento delle operazioni di promozione della pace guidate dall’Unione africana era già stata sollevata nel maggio del 2023 al Consiglio di sicurezza, presieduto dalla Svizzera. 

Dichiarazione della consigliera federale Viola Amherd in occasione del briefing sulla pace e la sicurezza in Africa - Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, 25 maggio 2023 (fr, en)

Già nel 2018 la Svizzera aveva partecipato alla sponsorizzazione di un progetto di risoluzione dei tre Paesi africani in seno al Consiglio, ritenendo che il finanziamento di queste operazioni fosse cruciale per la credibilità del sistema delle Nazioni Unite, progetto che però non si era concretizzato. Il principio della risoluzione, votata il 21 dicembre, è innanzitutto quello di formulare «soluzioni africane per le sfide africane». Promuovere soluzioni proposte da Paesi africani alle sfide che il continente deve affrontare significa promuovere soluzioni durature. In questo senso, la Svizzera ha sempre sostenuto il radicamento regionale delle operazioni di pace. Il discorso delle soluzioni regionali vale anche per altre parti del mondo, compresa l’Europa attraverso l’OSCE. Grazie a questa risoluzione, l’UA e le Nazioni Unite dispongono ora di un quadro di riferimento in caso di futuri dispiegamenti di missioni di pace guidate dall’UA su mandato del Consiglio di sicurezza, il che facilita la pianificazione finanziaria. In futuro, le autorizzazioni specifiche dovranno comunque essere concesse caso per caso dal Consiglio di sicurezza e dalla Commissione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite responsabile delle questioni finanziarie. La Svizzera riconosce e accoglie con favore anche i progressi compiuti dall’UA dal 2018 per definire un quadro per le operazioni di promozione della pace.

Rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario

La risoluzione adottata all’unanimità dal Consiglio il 21 dicembre ha sottolineato che tutte le forze di sicurezza devono rispettare i diritti umani e il diritto internazionale umanitario. Questo rispetto è una condizione essenziale per la concessione di fondi da parte delle Nazioni Unite. Si tratta di un requisito di dovuta diligenza (due diligence) delle Nazioni Unite in materia di diritti umani. «La Svizzera ha voluto dare il suo sostegno e svolgere un ruolo costruttivo nel processo negoziale, con l’obiettivo di promuovere la conciliazione tra le diverse posizioni», ha dichiarato Pascale Baeriswyl, che ha inoltre invitato tutte le parti a fare il possibile per contribuire all’attuazione di questa risoluzione quadro. «In particolare facciamo appello alla volontà, da parte di tutti, di trovare compromessi per i futuri negoziati, caso per caso. Si tratta di un passo decisivo per il futuro delle operazioni di promozione della pace guidate dall’UA per sostenere la pace e la sicurezza nel continente», ha concluso Pascale Baeriswyl.

Risoluzione del 21 dicembre 2023 a favore di un finanziamento duraturo delle operazioni di promozione della pace guidate dall’Unione africana (UA), Consiglio di sicurezza dell’ONU (fr)

Dichiarazione a seguito del voto svizzero, Consiglio di sicurezza dell’ONU, 21 dicembre 2023éclaration après le vote de la Suisse, Conseil de sécurité de l’ONU, 21 décembre 2023 (fr, en)

 

21.12.2023 – Il Consiglio di sicurezza dell'ONU proroga il mandato della Forza di disimpegno degli osservatori delle Nazioni Unite sulle alture del Golan

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha prorogato oggi all'unanimità di sei mesi il mandato della Forza di disimpegno degli osservatori delle Nazioni Unite (UNDOF). La UNDOF, il cui primo mandato è stato conferito dal Consiglio di Sicurezza nel maggio 1974, è una delle missioni più longeve delle Nazioni Unite. Il suo dispiegamento risale alla "guerra dello Yom Kippur" tra Israele e Siria, scatenatasi nell'ottobre 1973 e in parte condotta sulle alture del Golan. Nel maggio dell'anno successivo, le due parti in conflitto decisero a Ginevra un cessate il fuoco e la creazione di una zona demilitarizzata. La UNDOF monitora questa zona demilitarizzata e il rispetto del cessate il fuoco tra Israele e Siria.

Un veicolo bianco delle Nazioni Unite supera un Checkpoint in un paesaggio brullo e collinare.
Foto scattata nel 1990. La UNDOF monitora il cessate il fuoco tra Israele e Siria sulle alture del Golan da quasi 50 anni. © UN Photo

La Svizzera ha sostenuto la risoluzione in seno al Consiglio di Sicurezza, poiché la UNDOF contribuisce in modo significativo alla pace e alla stabilità in Medio Oriente. In un contesto di escalation della violenza in Medio Oriente dopo gli atti terroristici di Hamas del 7 ottobre e di forti tensioni regionali, questa missione riveste maggiore importanza al fine di evitare una regionalizzazione del conflitto attuale.

19.12.2023 – Bilancio e prospettive del mandato svizzero al Consiglio di sicurezza dell’ONU

Per il Consiglio di sicurezza dell’ONU, il 2023 è stato un anno segnato da diverse crisi. Nelle sue riunioni praticamente quotidiane sono stati all’ordine del giorno quasi tutti i focolai di conflitto esistenti, da Haiti al Sudan, dall’Ucraina al Medio Oriente. Sulla base delle quattro priorità definite dal Consiglio federale, la Svizzera ha posto l’accento su alcune tematiche che vuole ulteriormente sviluppare nel 2024, durante la seconda metà del suo mandato.

Bilancio e prospettive del mandato svizzero al Consiglio di sicurezza dell’ONU

08.12.2023 – La risoluzione a favore del cessate il fuoco umanitario fallisce nel Consiglio di Sicurezza dell'ONU a causa del veto

Il 6 dicembre il Segretario generale delle Nazioni Unite ha scritto al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. A fronte della situazione difficile nella Striscia di Gaza, António Guterres ha chiesto un cessate il fuoco umanitario. In questo contesto, gli Emirati Arabi Uniti hanno presentato al Consiglio di Sicurezza una risoluzione che chiede un immediato cessate il fuoco umanitario, il rispetto del diritto umanitario internazionale e la protezione dei civili israeliani e palestinesi da parte di entrambe le parti in conflitto, nonché l'immediato rilascio di tutti gli ostaggi rimasti. La Svizzera aveva sostenuto la risoluzione. La risoluzione è però fallita a causa del veto degli Stati Uniti. Durante i negoziati, la Svizzera raggiunse l'obiettivo di includere nel testo della risoluzione la protezione dei civili da parte di entrambe le parti e il rilascio degli ostaggi.

La risoluzione connotava un obiettivo umanitario e mirava a migliorare la situazione catastrofica della popolazione civile nella Striscia di Gaza. Dopo il voto, la Svizzera ha chiarito che il cessate il fuoco umanitario richiesto nella risoluzione sarebbe stato inteso come una pausa umanitaria limitata nel tempo che non avrebbe minato il diritto di Israele alla difesa e alla sicurezza. Il Consiglio federale ha discusso il progetto di risoluzione nella sua riunione di oggi.

La Svizzera si dispiace per la decisione odierna del Consiglio. Continuerà a fare pressioni sul Consiglio di Sicurezza affinché si adottino misure che vadano oltre l'aiuto umanitario. Gli aiuti umanitari sono necessari per la sopravvivenza, ma non risolveranno il conflitto. Una soluzione a due Stati negoziata da entrambe le parti è la base per la pace e la stabilità in Medio Oriente.

Dichiarazione della Svizzera dopo il voto (fr)

Dichiarazione della Svizzera, Briefing sulla situazione in Medio Oriente, Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, 08.12.2023 (fr)

06.12.2023 – Inizio dell'inverno in Ucraina: proteggere la popolazione civile è ora ancora più importante

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha discusso oggi la situazione in Ucraina. L'aggressione militare della Russia contro il suo vicino continua senza sosta. L'inizio dell'inverno comporta un ulteriore onere per la popolazione civile sofferente. I continui attacchi russi alle infrastrutture critiche stanno aggravando la precaria situazione umanitaria. Stanno causando interruzioni di corrente, riscaldamento e acqua, che sono particolarmente vitali in inverno. Le organizzazioni umanitarie stanno lavorando instancabilmente per fornire aiuti. La mancanza di accesso umanitario alle aree ucraine sotto controllo russo rimane preoccupante.

Un ragazzo ucraino taglia la legna in giardino.
Molti ucraini si aspettano un inverno rigido e hanno trascorso mesi a prepararsi raccogliendo legna da ardere e acquistando generatori. © Keystone

In questo contesto, la Svizzera ha sottolineato al Consiglio di Sicurezza l'urgente necessità di intensificare le misure umanitarie da cui dipendono quasi 18 milioni di persone. Ciò dovrebbe garantire la fornitura di elettricità e riscaldamento. La Svizzera ha inoltre ribadito il suo appello al rispetto del diritto umanitario internazionale e alla protezione della popolazione civile. Ha anche sottolineato la particolare protezione del personale e delle strutture mediche. Dal 24 febbraio 2022, almeno 10'000 civili hanno perso la vita in Ucraina e più di 18'500 sono stati feriti. I continui attacchi aerei russi, che non si fermano agli edifici residenziali, alle scuole, agli ospedali e ad altre strutture civili in tutto il Paese, stanno ulteriormente aumentando questa cifra. Inoltre, la Svizzera ha sottolineato al Consiglio che la sicurezza alimentare in Ucraina deve essere rafforzata, poiché da essa dipende anche la sicurezza alimentare in molte parti del mondo. In questo contesto, la Svizzera ha ribadito il suo sostegno agli sforzi dell'ONU e di altri attori per facilitare le esportazioni di cereali dall'Ucraina.

La visita del Presidente Alain Berset a Kyiv (Kiev), dieci giorni fa, per partecipare a un vertice internazionale sulla sicurezza alimentare globale, ha sottolineato la continua solidarietà della Svizzera con i cittadini ucraini. Nell'ambito delle sue attività umanitarie, la Svizzera continuerà a fornire aiuti invernali alla popolazione civile ucraina e sarà fortemente impegnata nello sminamento umanitario nel Paese.

Dichiarazione della Svizzera sulla situazione in Ucraina, Consiglio di Sicurezza dell'ONU, 06.12.2023 (fr)

01.12.2023 – La Svizzera deplora il ritiro della missione dell'ONU in Sudan

Su richiesta del governo sudanese, il Consiglio di sicurezza dell'ONU ha deciso oggi di porre fine alla missione politica delle Nazioni Unite in Sudan (UNITAMS). Le missioni politiche delle Nazioni Unite non possono adempiere al loro mandato senza il consenso e la volontà politica del Paese ospitante. Il 16 novembre, il governo ha ritirato il suo assenso all'UNITAMS in una lettera rivolta al Segretario generale. Nella dichiarazione successiva al voto, la Svizzera ha deplorato che la missione ONU in Sudan non sarà più operativa in futuro. Il mandato dell'UNITAMS era volto ad accompagnare la transizione del Paese, ma è stato interrotto dall'inizio del conflitto nell'aprile scorso. Diverse agenzie ONU rimarranno nel Paese. All'interno del Consiglio, la Svizzera ha ribadito il proprio sostegno all'inviato personale del Segretario generale delle Nazioni Unite per il Sudan, di recente nomina, e agli sforzi di pace regionali. Ha inoltre rivolto un appello a tutte le parti in conflitto affinché rispettino gli obblighi previsti dal diritto internazionale umanitario, in particolare per quanto riguarda la protezione dei civili.

Donne e uomini salgono su un camion imballato a Khartoum.
Residenti della capitale sudanese Khartoum lasciano la casa durante una pausa nei conflitti. © Keystone

L'attuale conflitto ha un impatto notevole sulla popolazione civile. La situazione umanitaria nel Paese è drammatica. Secondo l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), più di cinque milioni di persone sono state sfollate all'interno del Sudan dall'inizio delle violenze e più di un milione sono fuggite dalle conseguenze del conflitto nei Paesi vicini. Il numero di sfollati è così diventato uno dei più alti al mondo. Poiché il conflitto continua a peggiorare la situazione umanitaria. I dati dell'Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari (OCHA) confermano che circa 25 milioni di persone – pari alla metà della popolazione del Sudan – hanno urgentemente bisogno di aiuti umanitari, quali cibo, acqua potabile, strutture igienico-sanitarie, ripari, cure mediche e protezione. Per far fronte a queste esigenze umanitarie in Sudan e nei Paesi limitrofi, la Svizzera ha finora stanziato circa 60 milioni di franchi nel 2023.

Alla luce delle continue violenze, dello sfollamento della popolazione e delle crescenti esigenze umanitarie, la Svizzera auspica che il Consiglio di Sicurezza continui ad assumersi le proprie responsabilità in termini di pace e sicurezza e che rimanga informato sulla situazione in Sudan. In tal senso, nel corso dei negoziati sulla risoluzione, la Svizzera si è impegnata a garantire che il Consiglio continui a ricevere rapporti sulla situazione nel Paese e sul ruolo dell'Inviato personale del Segretario generale delle Nazioni Unite per il Sudan. Quest'ultimo è chiamato a svolgere un ruolo importante nel sostenere gli sforzi di pace a livello regionale.

Dichiarazione della Svizzera dopo il voto, 01.12.2023 (fr)

29.11.2023 – Medio Oriente: la Svizzera plaude alla liberazione degli ostaggi al Consiglio di Sicurezza dell'ONU

In presenza di vari ministri, il Consiglio di sicurezza dell'ONU ha discusso oggi dell'urgenza della situazione in Medio Oriente. L'ambasciatore Thomas Gürber, capo della Divisione ONU del DFAE, ha rappresentato la Svizzera. All'inizio delle discussioni, il Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha dichiarato al Consiglio di sicurezza che la situazione in Medio Oriente si sta deteriorando e ha esortato a invertire la tendenza.

L'Ambasciatore Thomas Gürber parla al tavolo a ferro di cavallo del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite a New York.
L'Ambasciatore Thomas Gürber ha ribadito al Consiglio di Sicurezza dell'ONU la posizione della Svizzera sull'attuale conflitto in Medio Oriente. © UN Photo

Thomas Gürber ha fatto riferimento alla risoluzione del Consiglio di Sicurezza sulla protezione dei bambini, adottata il 15 novembre. La risoluzione rappresenta un passo importante per il Consiglio nella gestione del conflitto attuale, poiché invita tutte le parti a rispettare i propri obblighi in materia di diritto internazionale e di diritto umanitario internazionale, in particolare per quanto riguarda la protezione dei civili.

La Svizzera plaude alla liberazione degli ostaggi e ringrazia gli Stati coinvolti per i propri sforzi di mediazione, nonché il CICR per il ruolo svolto nell'attuazione della liberazione degli ostaggi. L'ambasciatore Gürber ha ribadito la richiesta della Svizzera al rilascio di tutti gli ostaggi. Per raggiungere questo obiettivo, sono necessarie pause umanitarie, come richiesto dal Consiglio nella sua risoluzione. Thomas Gürber ha sottolineato che le pause umanitarie devono essere prorogate a questo scopo, ma anche per fornire assistenza umanitaria alla popolazione civile della Striscia di Gaza.

Gli aiuti umanitari sono fondamentali, ma non rappresentano una soluzione duratura al conflitto. La Svizzera continuerà a lavorare in seno al Consiglio di Sicurezza per promuovere il consenso e una soluzione politica al conflitto. Una soluzione a due Stati, in cui le popolazioni israeliane e palestinesi possano convivere in pace, sicurezza e dignità, è l'unica base per garantire pace e stabilità in Medio Oriente.

Thomas Gürber ha inoltre ribadito al Consiglio la posizione della Svizzera sull'attuale conflitto: la Svizzera condanna fermamente gli attacchi terroristici di Hamas del 7 ottobre, riconosce il legittimo diritto di Israele di garantire la propria sicurezza e difesa e chiede a tutte le parti di rispettare il diritto umanitario internazionale per proteggere la popolazione civile. Infine, chiede un accesso umanitario rapido e senza ostacoli alla Striscia di Gaza.

Dichiarazione della Svizzera sulla situazione in Medio Oriente, Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, 29.11.2023 (fr)

Situazione in Israele e nel territorio palestinese occupato

20.11.2023 – La cooperazione allo sviluppo e la promozione della pace al centro dell’attenzione del Consiglio di sicurezza dell’ONU

Il 20 novembre 2023 il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite discute, nell’ambito di un dibattito aperto, il legame esistente tra la cooperazione allo sviluppo e la promozione della pace, un’interrelazione che costituisce una priorità di lungo termine della cooperazione internazionale della Svizzera. In seno al Consiglio la Svizzera metterà a disposizione le proprie competenze per sottolineare che lo sviluppo economico di un Paese non porta automaticamente alla pace. È più importante infatti ridurre le disuguaglianze e rafforzare la resilienza delle comunità. Inoltre, il dialogo tra i diversi gruppi della popolazione e quello tra la popolazione e i responsabili delle decisioni è fondamentale ai fini di una convivenza pacifica. Questi risultati devono essere consolidati in un dialogo politico con i governi locali. Dal 2016 la Svizzera sostiene anche l’invio di «Peace and Development Advisors» da parte dell’ONU. Queste e questi consulenti sono il punto di contatto per le attività di pace e di sviluppo dell’ONU sul campo e il loro compito consiste nel sostenere gli attori locali nella prevenzione dei conflitti violenti. Gli esempi sono riportati nel seguente link di come la DSC stia fornendo un importante contributo alla pace e alla sicurezza nel Sahel e nel Corno d’Africa.

Articolo: La cooperazione allo sviluppo e la promozione della pace al centro dell’attenzione del Consiglio di sicurezza dell’ONU

15.11.2023 – Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite adotta una risoluzione sulla protezione dei bambini in Medio Oriente

Dopo settimane di discussioni, il Consiglio di sicurezza dell’ONU ha adottato oggi una risoluzione sulla protezione dei bambini in Medio Oriente. Il testo della risoluzione, che è stato messo ai voti da Malta in qualità di presidente del gruppo di lavoro del Consiglio sulla protezione dei bambini nei conflitti armati, chiede la protezione dei bambini attraverso “pause umanitarie” temporanee.

Secondo la risoluzione, le pause devono servire, tra l’altro, a fornire aiuti umanitari alla popolazione civile, soprattutto ai bambini, ad evacuare i bambini malati e feriti dalla Striscia di Gaza e a salvare quelli dispersi. Per poter garantire queste azioni, la risoluzione chiede un accesso umanitario sicuro e senza ostacoli per le organizzazioni umanitarie dell'ONU, i suoi partner e il CICR durante le pause dei combattimenti.

La risoluzione adottata dal Consiglio di sicurezza chiede anche che tutte le parti rispettino il diritto umanitario internazionale e garantiscano la protezione della popolazione civile e dei bambini in particolare, una priorità della politica estera svizzera. Il testo chiede anche il rilascio di tutti gli ostaggi detenuti da Hamas dal 7 ottobre.

La Svizzera ha sostenuto la risoluzione perché tiene conto dell'urgente situazione umanitaria nella Striscia di Gaza. La risoluzione riflette quattro priorità svizzere: (1) pause e tregue umanitarie per un accesso umanitario rapido; (2) rispetto del diritto internazionale umanitario; (3) rilascio degli ostaggi e (4) prevenzione del prolungamento del conflitto. Il testo conciso riportato nella risoluzione, orientato alle esigenze operative, si astiene deliberatamente dal contestualizzare la situazione politica, soprattutto perché non è stato possibile raggiungere un consenso durante i negoziati. In quanto Paese con una lunga tradizione umanitaria e Stato depositario delle Convenzioni di Ginevra, la protezione dei bambini nei conflitti è di particolare interesse per la Svizzera. Secondo il diritto umanitario internazionale e le Convenzioni di Ginevra, i civili, compresi i bambini, devono essere protetti nei conflitti. Nella sua dichiarazione di voto, la Svizzera ha ribadito la posizione del Consiglio federale sull'attuale conflitto in Medio Oriente, in particolare la condanna degli atti di terrore di Hamas e il riconoscimento del diritto di Israele di garantire la propria difesa e sicurezza. La cosiddetta «Dichiarazione dopo il voto» offre agli Stati dell'ONU l'opportunità di presentare le loro posizioni e valutazioni dettagliate oltre al voto.

Dopo quattro tentativi falliti da parte del Consiglio di sicurezza di adottare una risoluzione sul Medio Oriente dal 7 ottobre, la risoluzione di oggi è una testimonianza della sua capacità di agire e prendere decisioni. Allo stesso tempo, la risoluzione invia un segnale importante a tutti gli attori e alla popolazione civile colpita sul posto. L'ultima volta che il Consiglio di sicurezza è riuscito ad adottare una risoluzione sul Medio Oriente è stato nel 2016. La Svizzera continuerà a sostenere in seno al Consiglio l'adozione di misure che vadano oltre la protezione della popolazione civile e che affrontino la situazione generale dell'attuale conflitto in Medio Oriente – in particolare una risoluzione che condanni gli attacchi terroristici di Hamas, che chieda il rilascio di tutti gli ostaggi, che riconosca il diritto di Israele di garantire la propria sicurezza e che richieda un accesso umanitario rapido, sicuro e senza ostacoli a Gaza.

Dichiarazione della Svizzera dopo il voto, Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, 15.11.2023 (fr)

Situazione in Israele e nel territorio palestinese occupato

15.11.2023 – Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite rinnova quattro risoluzioni

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha rinnovato quattro risoluzioni il 14 e 15 novembre 2023. Queste includono i mandati delle missioni di pace dell'ONU nella Repubblica Centrafricana (MINUSCA), nella regione di confine di Abyei tra Sudan e Sud Sudan (UNISFA), la missione di transizione in Somalia dell’Unione Africana (ATMIS) e il regime di sanzioni per lo Yemen. La Svizzera ha sostenuto il rinnovo di tutte e quattro le risoluzioni in seno al Consiglio in quanto conforme con le sue priorità di membro svizzero del Consiglio di Sicurezza.

MINUSCA nella Repubblica Centrafricana

Sebbene la situazione della sicurezza in alcune aree della Repubblica Centrafricana sia migliorata, gli scontri armati in corso continuano di mettere in pericolo la popolazione civile. La MINUSCA contribuisce in modo significativo a far progredire gli sforzi di pace nel Paese e garantire una migliore protezione della popolazione civile. La Svizzera è rappresentata sul posto da un ufficio di cooperazione della DSC a Bangui. In collaborazione con il Governo e la MINUSCA, promuove il rispetto del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani.

UNISFA nella regione di Abyei, tra il Sudan e il Sud Sudan

La regione di Abyei, ricca di risorse, tra il Sudan e il Sud Sudan, è stata teatro di scontri mortali dopo la dichiarazione di indipendenza del Sud Sudan nel 2011, con lo sfollamento di oltre 100.000 persone. L'UNISFA assicura la protezione della popolazione civile sul posto e l'accesso degli attori umanitari.

ATMIS in Somalia

La missione di transizione dell'Unione africana in Somalia (ATMIS), guidata dall'Unione Africana e incaricata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, sostiene le autorità locali nel mantenimento delle operazioni di pace. L'obiettivo dell'ATMIS è di consentire alle forze di sicurezza somale di mantenere la sicurezza nel Paese in modo indipendente.

Regime di sanzioni in Yemen

Le sanzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite in relazione al conflitto nello Yemen hanno lo scopo di sostenere gli sforzi politici in corso per raggiungere il cessate il fuoco e la pace nel Paese. Le sanzioni includono il congelamento dei beni, il divieto di viaggio e l'embargo sulle armi nei confronti di persone ed entità sanzionate.

14.11.2023 – Le forze di polizia delle Nazioni Unite aiutano a proteggere la popolazione civile nelle zone di conflitto

Gli agenti di polizia svolgono un ruolo importante nelle missioni di pace delle Nazioni Unite su mandato del Consiglio di Sicurezza. Lavorano talvolta in condizioni molto difficili per mantenere l'ordine pubblico e proteggere la popolazione civile nelle zone di conflitto. In occasione del dibattito aperto annuale del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulle forze di polizia nelle missioni di pace, la Svizzera ha ribadito la loro importanza ai fini di pace e sicurezza. Nel contempo, ha formulato diversi spunti al fine di consentire alle forze di polizia di svolgere il proprio lavoro in modo ancora più efficace.

Otto agenti di polizia delle Nazioni Unite siedono sul retro di un pick-up bianco. In primo piano, bambini africani posano per la foto.
Forze di polizia delle Nazioni Unite afferenti alla Missione di pace delle Nazioni Unite nel sud Sudan (UNMISS) di pattuglia in un campo per sfollati interni a Juba, nel sud Sudan. © UN Photo

Tra questi, il sostegno alla formazione delle forze di polizia locali nei Paesi che ospitano le missioni di pace delle Nazioni Unite. Le autorità locali devono essere in grado di garantire la sicurezza della propria popolazione. In concreto, ad esempio, occorre rafforzare la capacità della polizia locale nel mantenere l'ordine pubblico durante le elezioni. Inoltre, le forze di polizia delle Nazioni Unite fungono da sistema di allarme precoce, poiché dispongono di una vasta rete di contatti grazie alla loro presenza in loco. In questo contesto, è essenziale che il personale di polizia sia in grado di comunicare con la popolazione locale e riceva una formazione adeguata al contesto. In tal modo si garantisce che le informazioni ricevute possano essere utilizzate per prendere decisioni nella pianificazione delle missioni, ad esempio per proteggere la popolazione civile. Affinché queste importanti decisioni possano essere prese, è anche essenziale che i comandanti di polizia siano preparati alle numerose sfide che devono affrontare nelle zone di conflitto. Per questo motivo la Svizzera ospita ogni anno un corso di due settimane per comandanti di polizia nelle missioni di pace delle Nazioni Unite, svoltosi in questo momento a Stans, nel Cantone di Nidvaldo.

La Svizzera contribuisce attivamente alle attività di polizia in seno alle Nazioni Unite e mette a disposizione agenti di polizia per le missioni di pace, ad esempio nella Repubblica Democratica del Congo o in Sud Sudan. Oltre alle competenze tecniche, le conoscenze linguistiche del personale di polizia svizzero rivestono notevole importanza. Nell'ambito delle sue attività all'ONU, la Svizzera continuerà ad impegnarsi per aumentare l'impatto delle missioni di pace.

Dichiarazione della Svizzera, Dibattito aperto sulle forze di polizia dell'ONU, Consiglio di Sicurezza dell'ONU, 14.11.2023 (fr)

10.11.2023 – Medio Oriente: gli interventi umanitari vanno garantiti in modo sicuro ed efficace

A fronte della situazione in Medio Oriente, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha tenuto oggi un'altra riunione d'emergenza. Tedros Ghebreyesus, Direttore generale dell'OMS, ha presentato al Consiglio un resoconto di prima mano della situazione umanitaria drammatica in cui versa la Striscia di Gaza.

In linea con la sua posizione, la Svizzera ha fermamente condannato gli attacchi terroristici di Hamas in seno al Consiglio, ha chiesto il rilascio immediato di tutti gli ostaggi di Hamas e ha riconosciuto il diritto di Israele di garantire la propria difesa e sicurezza. Ha inoltre ribadito che tutte le parti devono rispettare il diritto umanitario internazionale.

Il diritto internazionale umanitario regola la condotta della guerra e protegge le vittime dei conflitti armati. La sua portata è universale. In quanto Paese con una lunga tradizione umanitaria nonché depositario delle Convenzioni di Ginevra, la Svizzera considera la protezione dei civili uno dei pilastri centrali della sua politica estera e una priorità stabilita sin dalla sua adesione al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. In seno al Consiglio, la Svizzera ha espresso la sua profonda preoccupazione per la situazione umanitaria drammatica a Gaza. Ha sottolineato che la popolazione civile, rimasta priva di acqua, elettricità e servizi vitali, ha urgentemente bisogno di aiuti e protezione. Il diritto umanitario internazionale richiede anche la protezione delle strutture mediche e degli addetti umanitari. Quanto successo martedì scorso, quando è stato preso di mira un convoglio del CICR che trasportava forniture per l'ospedale Al-Quds di Gaza, illustra il clima di insicurezza in cui operano le organizzazioni umanitarie a Gaza.

Nell'ambito del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, la Svizzera continuerà a contribuire attivamente affinché il Consiglio adotti misure urgenti, quali la richiesta di pause o tregue umanitarie, per garantire un accesso rapido e senza ostacoli agli aiuti umanitari a Gaza. Ciò dovrebbe consentire al CICR e agli altri attori umanitari di alleviare l'aggravarsi della crisi sanitaria nel Paese. Alla conferenza umanitaria internazionale tenutasi ieri a Parigi, la Svizzera ha ribadito un finanziamento aggiuntivo di 90 milioni di franchi svizzeri per gli aiuti umanitari d'emergenza in tutta la regione. 

Dichiarazione della Svizzera sulla situazione in Medio Oriente, Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, 10.11.2023

Situazione in Israele e nel territorio palestinese occupato

06.11.2023 – Riunione di emergenza sulla situazione a Gaza

In occasione di una riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, la Svizzera ha espresso profonda preoccupazione per le vittime civili a Gaza. Le preoccupazioni valgono anche per gli ospedali, gli edifici delle Nazioni Unite e altre installazioni civili nella Striscia di Gaza colpiti. La Svizzera ha sottolineato che gli obblighi del diritto internazionale umanitario sono chiari: la popolazione civile e le proprietà civili devono essere protette, sia in Israele che nella Striscia di Gaza.

Nel contempo, la Svizzera ha condannato ancora una volta in modo inequivocabile gli atti di terrorismo e i lanci di razzi da parte di Hamas contro la popolazione israeliana, in linea con la sua posizione. Ha chiesto il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi detenuti da Hamas a Gaza. La Svizzera riconosce il diritto di Israele a garantire la propria difesa e sicurezza e ricorda che tutte le parti sono tenute a rispettare il diritto umanitario internazionale. A fronte della situazione umanitaria drammatica a Gaza, la Svizzera ha sollecitato la consegna rapida e senza ostacoli di beni e servizi di base a tutti i civili che ne hanno bisogno.

Situazione in Israele e nel territorio palestinese occupato

02.11.2023 – Bosnia-Erzegovina: voto all'unanimità per la proroga del mandato di EUFOR ALTHEA

Il 2 novembre 2023, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha deciso all'unanimità mediante una risoluzione di autorizzare la proroga della missione EUFOR ALTHEA per un ulteriore anno. La missione ha il compito principale di aiutare le autorità a garantire un clima di sicurezza nel Paese. Quest'anno i negoziati sono stati svolti sotto la tutela della Svizzera. In questo ruolo, ha agevolato il dialogo tra tutte le parti coinvolte. La Svizzera ha espresso soddisfazione per il rinnovo all'unanimità dell'autorizzazione, poiché rappresenta un forte segnale di sostegno alla stabilità e alla sicurezza in Bosnia-Erzegovina.

Un membro dell'Esercito svizzero osserva con un binocolo una valle in Bosnia ed Erzegovina.
Dal 2004, il personale dell'Esercito svizzero contribuisce al mantenimento della pace nell'ambito di EUFOR Althea in Bosnia-Erzegovina. © DDPS

La presenza di EUFOR ALTHEA contribuisce in modo significativo al mantenimento della pace in Bosnia-Erzegovina e alla stabilizzazione della regione dei Balcani occidentali. Oltre a mantenere un ambiente sicuro, il mandato della missione include anche l'attuazione e l'applicazione dell'Accordo di pace di Dayton nonché la cooperazione con le autorità bosniache per raggiungere gli obiettivi. Come da sempre impegnata nella promozione della pace, la Svizzera continuerà a sostenere la missione mettendo a disposizione i propri esperti.

La politica di sicurezza nel Paese è rimasta fragile dalla guerra del 1992-1995. Dal 2004, fino a 20 militari svizzeri partecipano alla missione EUFOR ALTHEA nei Balcani. Sono schierati in siti di conflitto noti o potenziali e intrattengono rapporti con la popolazione e le autorità locali. L'accesso alle informazioni consente all'EUFOR di valutare la situazione della politica di sicurezza nel Paese.

Nell'ambito della cooperazione internazionale, la Svizzera sostiene la Bosnia-Erzegovina al fine di far progredire le riforme e creare nuove prospettive per la popolazione. In seno al Consiglio di sicurezza, la Svizzera ha assicurato alla Bosnia-Erzegovina che continuerà a sostenerla sulla via di un futuro unificato e pacifico.

Dichiarazione della Svizzera sulla situazione in Bosnia-Erzegovina, Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, 02.11.2023 (fr)

31.10.2023 – Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite rinnova quattro missioni di pace

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato ieri e oggi quattro risoluzioni che rinnovano le missioni di pace dell'ONU. Si tratta delle missioni ONU in Colombia, Libia, Sahara Occidentale e Somalia. La Svizzera ha sostenuto le quattro risoluzioni in seno al Consiglio.

Vista sulla sala del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha rinnovato le missioni ONU in Colombia, Libia, Sahara Occidentale e Somalia alla fine di ottobre 2023. © DFAE

UNVMC in Colombia

La Missione di verifica delle Nazioni Unite in Colombia (UNVMC) ha il compito di monitorare e verificare l'accordo di pace tra le FARC (Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia) e il Governo colombiano. Nell'ambito della sua politica di pace di lunga data in Colombia, la Svizzera ha assunto un mandato ufficiale come Stato garante per i negoziati di pace, su richiesta del Governo colombiano e del gruppo ribelle EMC FARC-EP (Estado Mayor Central de las FARC-EP).

UNSMIL in Libia

La Missione di Supporto delle Nazioni Unite in Libia (UNSMIL) è attiva nel Paese dalla caduta del regime autoritario di Muammar Gheddafi nel 2011. I compiti dell'UNSMIL includono il sostegno al governo libico nell'instaurazione dello Stato di diritto e nell'organizzazione di elezioni democratiche.

MINURSO nel Sahara Occidentale

La missione di pace delle Nazioni Unite nel Sahara Occidentale (MINURSO) monitora il cessate il fuoco tra il governo marocchino e il movimento indipendentista Polisario. La MINURSO sostiene anche la riduzione della minaccia rappresentata dalle mine. Membri dell'Esercito svizzero sono attivi nel Sahara occidentale nell'ambito del Servizio di azione antimine delle Nazioni Unite (UNMAS) per lo sminamento umanitario.

UNSOM in Somalia

La Missione di Assistenza delle Nazioni Unite in Somalia (UNSOM) sostiene il governo somalo nel garantire la pace e nell'instaurare lo Stato di diritto. L'UNSOM aiuta anche il governo a stabilire meccanismi per rafforzare i diritti umani e a coinvolgere le donne nei processi politici. Inoltre, la missione monitora le violazioni dei diritti umani o le violazioni del diritto umanitario internazionale in Somalia e assiste nelle indagini.

30.10.2023 – Riunione d'emergenza sulla situazione in Medio Oriente

A fronte di un'intensificazione delle ostilità in Medio Oriente nel corso del fine settimana, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha tenuto oggi una riunione d'emergenza. La Svizzera ha ribadito che la necessità di proteggere la popolazione civile è e deve rimanere un compito centrale del Consiglio di sicurezza dell'ONU. La popolazione civile deve essere protetta in Israele, nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania.

La Svizzera condanna esplicitamente gli attacchi terroristici e la presa di ostaggi da parte di Hamas. Chiede il rilascio immediato e incondizionato degli ostaggi ed esprime la sua solidarietà alla popolazione israeliana. A tre settimane dall'inizio delle ostilità, la situazione umanitaria a Gaza è drammatica. La popolazione soffre la mancanza di beni di prima necessità, quali acqua ed elettricità. A fronte di questa situazione, la Svizzera invita tutte le parti ad adempiere agli obblighi previsti dal diritto umanitario internazionale e a consentire un accesso umanitario rapido, sicuro e senza ostacoli agli aiuti umanitari a Gaza.

Vista sulla sala del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
A fronte di un'intensificazione delle ostilità in Medio Oriente nel corso del fine settimana, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha tenuto oggi una riunione d'emergenza. © DFAE

Il diritto umanitario internazionale, comprese le Convenzioni di Ginevra, ha validità universale. Fornisce il quadro giuridico per la protezione delle popolazioni civili nei conflitti. La Svizzera riconosce il legittimo desiderio di Israele di garantire la propria difesa e sicurezza nazionale. Ricorda che il diritto internazionale umanitario tiene conto di esigenze legittime come la sicurezza e la necessità militare, motivo per cui deve essere rispettato senza eccezioni. Le violazioni del diritto umanitario internazionale e del diritto dei diritti umani in Medio Oriente devono essere indagate e i responsabili chiamati a risponderne.

Nelle ultime settimane, nell'ambito del Consiglio di Sicurezza e dell'Assemblea Generale dell'ONU, la Svizzera si è schierata a favore di misure quali le pause umanitarie e il cessate il fuoco umanitario. Ha di nuovo invitato il Consiglio di Sicurezza a collaborare al fine di porre fine alle violenze. Nelle ultime due settimane, quattro risoluzioni sul Medio Oriente sono state bocciate dal Consiglio. La Svizzera continua a impegnarsi attivamente a favore di un'azione comune del Consiglio di Sicurezza e di una soluzione pacifica.

Dichiarazione della Svizzera sulla situazione in Medio Oriente, Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, 30.10.2023 (fr)

Situazione in Israele e nel territorio palestinese occupato

25.10.2023 – Nessun accordo sulla risoluzione relativa alla situazione in Medio Oriente

Il 25 ottobre 2023, Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha votato una bozza di risoluzione degli Stati Uniti sulla situazione in Medio Oriente. L'adozione della risoluzione è fallita a causa del veto di Russia e Cina. La Svizzera ha sostenuto la risoluzione poiché avrebbe rappresentato un passo avanti da parte del Consiglio di Sicurezza per proteggere la popolazione civile in Medio Oriente. La risoluzione sottolineava anche le pause umanitarie come misura di accesso umanitario. La Svizzera ha partecipato attivamente ai negoziati che hanno preceduto il voto, al fin di garantire che il diritto umanitario internazionale e le pause umanitarie venissero sancite nel testo della risoluzione.

Il Consiglio ha votato anche su una bozza di risoluzione russa che non ha ottenuto una maggioranza. La Svizzera si è astenuta dal voto. La proposta russa chiedeva un cessate il fuoco umanitario, a cui la Svizzera aderiscein linea di principio, ma nel testo della risoluzione, peraltro non consultato preventivamente dai membri del Consiglio, presentava elementi che non corrispondevano alla posizione e alle valutazioni della Svizzera.

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si riunisce a New York.
Il 25 ottobre 2023, Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha votato una bozza di risoluzione sulla situazione in Medio Oriente. © UN Photo

Il giorno prima, in un dibattito aperto al Consiglio di Sicurezza dell'ONU, la Svizzera ha ribadito la propria condanna gli attacchi di terroristici, il lancio indiscriminato di razzi contro la popolazione israeliana e la presa di ostaggi da parte di Hamas. Ha inoltre ribadito il legittimo desiderio di Israele di difesa e sicurezza nazionale e ha esortato tutte le parti a rispettare il diritto internazionale, in particolare il diritto umanitario internazionale. Ha inoltre invitato ad adottare misure di de-escalation. Poiché, la Svizzera ha sollecitato tutte le parti a eliminare gli ostacoli alla consegna rapida, sicura e libera degli aiuti a Gaza.

In quanto Stato depositario delle Convenzioni di Ginevra, la Svizzera considera la protezione dei civili una priorità assoluta al Consiglio di Sicurezza. «È essenziale proteggere la popolazione civile in Israele e a Gaza. Ci impegniamo a favore di un Consiglio di Sicurezza che consideri il rispetto del diritto umanitario internazionale una priorità, soprattutto nei casi urgenti», ha dichiarato l'Ambasciatrice svizzera Maya Tissafi, capa della Divisione Medio Oriente e Nord Africa (MENA) e responsabile della Task Force Medio Oriente, a New York.

Nel suo intervento, la Svizzera ha sottolineato il suo impegno dalla scorsa settimana affinché il Consiglio adotti una risoluzione che consenta pause umanitarie e un accesso rapido, sicuro e senza ostacoli alle forniture di soccorso a Gaza. La scorsa settimana, due risoluzioni sono fallite per mancanza di voti e per il veto degli Stati Uniti.

La Svizzera rimane convinta che le pause umanitarie siano urgenti e necessarie, affinché la popolazione civile possano ricevere di beni essenziali nonché le organizzazioni umanitarie possano accedere alla Striscia di Gaza in conformità con il diritto umanitario internazionale. Per raggiungere questo obiettivo, il Consiglio di Sicurezza dovrà individuare una soluzione. La Svizzera mantiene il suo impegno in tal senso.

La Svizzera ha sollecitato il Consiglio di Sicurezza dell'ONU a intensificare gli sforzi per adempiere alla sua responsabilità di proteggere i civili. Le misure umanitarie di emergenza sono essenziali nell'attuale contesto di escalation del conflitto. L'obiettivo di una pace sostenibile in Medio Oriente, basata su una soluzione a due Stati, non va perso di vista.

Dichiarazione dopo il voto: Situazione in Medio Oriente, 25.10.2023 (fr) 

Dichiarazione della Svizzera sulla situazione in Medio Oriente, Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, 24.10.2023

Situazione in Israele e nel territorio palestinese occupato

25.10.2023 – I diritti delle donne devono essere protetti affinché possano contribuire ad una pace sostenibile

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha discusso le sfide legate alla partecipazione delle donne ai processi di pace durante un dibattito aperto su «Donne, pace e sicurezza». La Svizzera ha dichiarato in Consiglio di voler rafforzare la voce delle donne rappresentanti della società civile. Le loro raccomandazioni dovrebbero essere prese maggiormente considerate nei dibattiti e nelle decisioni del Consiglio. Durante il dibattito, la Svizzera ha quindi ribadito le importanti raccomandazioni elaborate dalle donne della società civile quando sono state invitate come informatrici durante la presidenza svizzera a maggio. Le donne di tutto il mondo devono avere il diritto alla libertà di partecipare pienamente ai processi decisionali politici. Per una pace duratura, le donne devono essere in grado di partecipare in modo paritario ai negoziati e al mantenimento della pace. Per raggiungere questo obiettivo, è indispensabile che le donne e le ragazze siano protette dalla violenza e dalle violazioni dei diritti umani. In seno al Consiglio, la Svizzera ha invitato tutti gli Stati a prevenire le violazioni dei diritti delle donne, incluse anche quelle commesse nello spazio digitale. I diritti umani appartengono a tutti gli esseri umani, indipendentemente dall'appartenenza a una minoranza nazionale, etica, religiosa o linguistica.

Da anni, la Svizzera si impegna sul tema «Donne, pace e sicurezza» come parte del Piano d'azione nazionale per l'attuazione della Risoluzione 1325 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. La Divisione Pace e Diritti Umani del DFAE (DPDU) si impegna nella partecipazione paritaria delle donne alla prevenzione e alla risoluzione dei conflitti in diversi Paesi. Ciò include, ad esempio, la creazione di una rete nazionale di donne mediatrici e attiviste per la pace in Libano. Attraverso l'iniziativa della società civile "donne al tavolo della pace «Women’s Peace Tables» (WPT), le donne in Colombia, Nepal e Filippine sono sostenute nella partecipazione ai processi di pace ufficiali nei loro Paesi.

La DSC sostiene anche il programma «Mujeres Resilientes» (Donne Resilienti) in El Salvador, ad esempio, come parte della sua cooperazione internazionale. Nel video, Camille Flückiger, che lavora presso l'Ufficio di Cooperazione di Managua (Nicaragua), spiega in che modo la Svizzera dà potere alle donne sul posto per affrontare i conflitti locali e contribuire così alla pace. 

23.10.2023 – Kosovo: la Svizzera invita entrambe le parti a tornare al dialogo

La situazione in Kosovo è stata oggi al centro di una riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, alla quale hanno partecipato la Presidente del Kosovo Vjosa Osmani e la Premier serba Ana Brnabić. Le tensioni e l'insicurezza in Kosovo sono aumentate dopo l'ultima riunione del Consiglio di Sicurezza. Lo scorso settembre, Un poliziotto kosovaro ha perso la vita in un attacco contro la polizia.  Diverse altre persone vi sono rimaste ferite. La distensione è quindi essenziale affinché si possa ristabilire il processo di normalizzazione.

In questo contesto, la Svizzera ha condannato i recenti atti di violenza in Kosovo in seno al Consiglio di Sicurezza e ha invitato tutte le parti a cooperare. Al fine di attuare soluzioni politiche, occorre evitare la retorica incendiaria o l'aumento dello stazionamento di truppe vicino al confine. La Svizzera ha invitato le parti ad impegnarsi nel dialogo diretto dall'UE e ad adempiere agli obblighi previsti dall'accordo di normalizzazione delle relazioni tra Kosovo e Serbia.

Un uomo e una donna dell'Esercito svizzero nella KFOR discutono accanto a un veicolo operativo bianco in Kosovo.
L'Esercito svizzero partecipa alla Kosovo Force (KFOR) con SWISSCOY dal 1999. Le squadre di collegamento e di monitoraggio servono alla KFOR come sistema di allerta precoce per i potenziali cambiamenti di situazione. © DDPS

Da oltre trent'anni la Svizzera intrattiene strette relazioni con il Kosovo, Paese che conta una numerosa diaspora. La Svizzera sostiene attivamente il dialogo tra Serbia e Kosovo e contribuisce a rafforzare la fiducia. Poiché affrontare il passato è un pilastro centrale del processo di riconciliazione. In particolare, la Svizzera sostiene attivamente entrambi gli Stati nella ricerca e nell'identificazione delle persone scomparse. Nell'ambito della sua cooperazione internazionale, la Svizzera promuove una governance inclusiva e democratica in Kosovo e crea posti di lavoro dignitosi. In questo modo, contribuisce alle prospettive future dell'intera società.

Inoltre, il contingente svizzero nella Kosovo Force (KFOR), con un massimo 195 membri delle forze armate, è il più grande contingente svizzero in una missione di pace. La KFOR è stata creata nel 1999 da una risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. L’obiettivo della KFOR è di garantire la libertà di movimento della popolazione e di assicurare un ambiente stabile. Il personale dell'Esercito svizzero sta fornendo un contributo concreto sul campo, affinché la KFOR possa raggiungere questo obiettivo. Alla riunione odierna del Consiglio di Sicurezza, la Svizzera ha sottolineato il suo sostegno alla KFOR come garante della sicurezza.

Dichiarazione della Svizzera sulla situazione in Kosovo (en, fr)

18.10.2023 – Nessun accordo sulla risoluzione sulla situazione umanitaria in Medio Oriente al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite

Le popolazioni civili di Israele e della Striscia di Gaza sono le prime vittime del nuovo conflitto in Medio Oriente. Migliaia di persone in Israele e a Gaza, tra cui centinaia di bambini, hanno già perso la vita. A fronte della situazione, il 18 ottobre 2023 il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha votato una risoluzione presentata dal Brasile, che condanna gli attacchi di Hamas e esorta le parti a rispettare il diritto umanitario internazionale, a proteggere la popolazione civile e a permettere agli aiuti umanitari di raggiungere Gaza. La Svizzera ha sostenuto la risoluzione. L'adozione della risoluzione è fallita a causa di un veto americano. Il progetto di risoluzione presentato dal Brasile mirava a raggiungere un consenso all'interno del Consiglio di Sicurezza e presentava punti essenziali a parere della Svizzera. La Svizzera esprime quindi rammarico per il rifiuto odierno di questa importante risoluzione.

Lunedì sera, una risoluzione presentata dalla Russia è stata bocciata per mancanza di maggioranza. Il testo non presentava un riferimento chiaro al diritto internazionale umanitario, una delle priorità della Svizzera in seno al Consiglio di Sicurezza. La Svizzera si è astenuta durante il voto.

All'interno del Consiglio di Sicurezza, la Svizzera continua ad impegnarsi per trovare soluzioni che garantiscano che il Consiglio si assuma la responsabilità di proteggere le popolazioni civili in Medio Oriente. Ma rimane attiva anche al di fuori del Consiglio di Sicurezza, a livello multilaterale e bilaterale, per migliorare la situazione umanitaria nella regione.

Riunione di emergenza dopo l'esplosione all'ospedale Al-Ahli di Gaza

Subito dopo il voto sulla risoluzione, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha tenuto una riunione d'emergenza per discutere dell'esplosione all'ospedale Al-Ahli di Gaza. Secondo le Nazioni Unite, centinaia di persone sono state uccise e numerose ferite. La Svizzera ribadisce la necessità di proteggere gli ospedali e i civili in conformità con il diritto internazionale umanitario. Occorre condurre un'indagine approfondita.

L'impegno della Svizzera in seno al Consiglio di sicurezza per migliorare la situazione in Medio Oriente

Negli ultimi giorni, la Svizzera ha preso posizione sull'escalation della situazione in Medio Oriente in seno al Consiglio di sicurezza dell'ONU, durante diverse riunioni a porte chiuse. Venerdì scorso ha condannato ancora una volta gli atti terroristici di Hamas e ha riconosciuto il legittimo desiderio di Israele di garantire la propria difesa e sicurezza nazionale. Ha invitato entrambe le parti a rispettare il diritto internazionale e ha sottolineato che gli aiuti umanitari e medici devono essere forniti rapidamente e senza ostacoli. Durante i negoziati sulla risoluzione, la Svizzera si è impegnata a perseguire due obiettivi: tra questi, la condanna degli atti terroristici e la protezione della popolazione civile, nonché il rispetto del diritto internazionale, in particolare del diritto umanitario internazionale e dei diritti umani.

La Svizzera rimane convinta che una soluzione duratura al conflitto mediorientale possa essere raggiunta solo con mezzi pacifici. Questa deve basarsi su una soluzione a due Stati negoziata da entrambe le parti, in conformità con il diritto internazionale e le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

Situazione in Israele e nel territorio palestinese occupato

12.10.2023 – Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite punta sulla cooperazione tra l'ONU e le organizzazioni regionali e subregionali

Sei giorni dopo essersi recato ad Addis Abeba (Etiopia) per l'incontro annuale con i membri del Consiglio di pace e sicurezza dell'Unione africana (UA), il Consiglio di sicurezza ha tenuto una riunione sulla stretta cooperazione tra l'ONU e le organizzazioni regionali e subregionali nei settori della prevenzione dei conflitti, della mediazione, del mantenimento della pace e della costruzione della pace. "Il partenariato strategico e gli scambi regolari tra l'ONU e l'UA sono necessari ed essenziali per un multilateralismo efficiente ed efficace", ha dichiarato Adrian Hauri a New York a nome della Svizzera.

Le Nazioni Unite e le organizzazioni regionali come l'UA portano forze e prospettive diverse, oltre ad approcci unici a questioni di interesse comune. Nel corso della loro riunione annuale, i membri del Consiglio di pace e sicurezza dell'Unione africana e del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite hanno espresso preoccupazione per l'evoluzione della situazione di sicurezza nel continente africano e per la molteplicità delle minacce alla pace, alla sicurezza e alla stabilità. Ad Addis Abeba, la Svizzera si è ad esempio unita ad altri Paesi per esprimere il proprio punto di vista sull'attuale situazione nella regione del Sahel.

A New York, la Svizzera ha promesso che continuerà a sostenere l'architettura africana di pace e sicurezza. "È nostra intenzione promuovere ulteriormente gli scambi e la comprensione reciproca tra l'ONU e l'UA", ha dichiarato Adrian Hauri.

Il Consiglio di pace e sicurezza dell'Unione africana si recherà a New York nell'ottobre 2024. L'incontro si svolgerà quindi sotto la prossima presidenza svizzera del Consiglio di sicurezza.

08.10.2023 – Incontro sul Medio Oriente: La Svizzera chiede il rispetto del diritto internazionale

Il Consiglio di sicurezza si è riunito oggi in consultazioni a porte chiuse sulla situazione in Medio Oriente. La Svizzera ha condannato gli attacchi particolarmente scioccanti, compresi gli atti di terrore e il lancio indiscriminato di razzi da parte di Hamas contro Israele. Ha chiesto il rilascio immediato delle persone prese in ostaggio e attualmente detenute a Gaza. Ha inoltre deplorato tutte le vittime civili e ha invitato tutte le parti a proteggere la popolazione civile e a rispettare gli obblighi previsti dal diritto internazionale umanitario. Per la Svizzera, la priorità deve essere la de-escalation. Ha invitato i responsabili a fare tutto il possibile per stabilire un cessate il fuoco ed evitare un'escalation regionale. Ha rivolto questo appello a tutti gli Stati che possono esercitare un'influenza sulle parti.

07.10.2023 – Riunione di emergenza sull'escalation di violenza in Israele

A fronte dell'escalation di violenza in Israele, il Consiglio di sicurezza dell'ONU si riunirà per una sessione d'emergenza l'8 ottobre 2023. La Svizzera sostiene che il Consiglio affronti rapidamente l’attuale situazione in Medio Oriente. La Svizzera condanna l'odierno lancio indiscriminato di razzi da parte di Hamas e gli attacchi da Gaza verso Israele. I civili devono essere protetti e il diritto internazionale deve essere sempre rispettato. La Svizzera chiede la cessazione immediata della violenza per evitare un'ulteriore escalation.

 Presa di posizione della Svizzera

02.10.2023 – Sicurezza precaria ad Haiti: il Consiglio di sicurezza dell’ONU autorizza una missione internazionale di polizia

Nella sua seduta odierna, il Consiglio di sicurezza dell’ONU ha autorizzato l’invio di forze di polizia ad Haiti da parte di Stati terzi. Ad Haiti, a causa della dilagante violenza tra gang, la sicurezza è in netto peggioramento. Solo nel periodo tra gennaio e giugno 2023 le bande hanno commesso oltre 2000 omicidi. Le violenze sessuali e i rapimenti sono all’ordine del giorno. La polizia nazionale haitiana non dispone di risorse sufficienti per contenere l’escalation di questi atti. Inoltre, la situazione umanitaria in loco è preoccupante: secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), la sicurezza alimentare non è garantita a circa cinque milioni di persone, ossia quasi la metà della popolazione haitiana, con un conseguente rischio di carestia. Le gravi inondazioni seguite alle forti piogge e un terremoto a giugno hanno inasprito ulteriormente la situazione.

Due membri di una banda armati di revolver e fucile in uno stretto vicolo di Port-au-Prince, la capitale di Haiti.
Due membri di una gang nelle strade di Port-au-Prince. A causa della massiccia violenza delle gang, Haiti versa in una precaria crisi di sicurezza. Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite reagisce inviando forze di polizia da Paesi terzi. © Keystone

Con la sua risoluzione del 2 ottobre 2023 il Consiglio di sicurezza dell’ONU ha risposto a un appello del Governo haitiano. Anche il segretario generale dell’ONU ha raccomandato al Consiglio di sicurezza, nell’ambito di un rapporto, l’adozione di una serie di misure per ripristinare la sicurezza della popolazione nel Paese caraibico. Tra queste anche l’invio di una missione internazionale di sostegno composta da forze di polizia. Il Kenia ha espresso la propria disponibilità a guidare questa task force. Nei negoziati che hanno condotto alla risoluzione, la Svizzera si è impegnata in particolare a favore del rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani, della prevenzione delle violenze sessuali, così come della creazione di un meccanismo di monitoraggio interno alla missione.

Il 6 settembre 2023 il Consiglio federale ha fondamentalmente approvato l’autorizzazione di una missione a sostegno della sicurezza ad Haiti. Inoltre ha emanato direttive per i negoziati a New York. Per adempiere il proprio mandato, ossia sostenere la polizia locale a ripristinare l’ordine pubblico e la sicurezza, in casi eccezionali e a determinate condizioni la missione potrà ricorrere anche alla forza. I presidenti delle Commissioni della politica estera (CPE) del Consiglio nazionale e del Consiglio degli Stati sono stati consultati sul tema secondo le modalità concordate tra il Consiglio federale e le CPE per coinvolgere le Camere durante il seggio svizzero nel Consiglio di sicurezza dell’ONU, conformemente all’articolo 152 capoverso 4 della legge sul Parlamento.

Dichiarazione della Svizzera (fr)

29.09.2023 – Il consiglio di sicurezza dell’ONU combatte il traffico di esseri umani al largo delle coste libiche

Il consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha rinnovato la risoluzione sulla lotta al contrabbando e al traffico di esseri umani al largo delle coste libiche. Gli Stati membri dell'ONU e le organizzazioni regionali attive sul posto saranno quindi autorizzati a ispezionare e sequestrare le imbarcazioni in mare aperto sospettate di venir utilizzate per il traffico di migranti o per la tratta di esseri umani dalla Libia verso l'Europa. In seno al Consiglio, la Svizzera ha sostenuto il rinnovo annuale della risoluzione, introdotta per la prima volta nel 2015, in quanto strumento importante per combattere il traffico di esseri umani e proteggere le vite umane.

Uomini e donne africani siedono stretti in un gommone in mare.
Con la decisione del 28 settembre, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite rafforza la lotta contro la migrazione illegale dalla Libia attraverso il Mediterraneo. © Keystone

La Libia è un Paese di destinazione e di transito per i migranti provenienti da tutta l'Africa. Si prevede che il conflitto in Sudan, scoppiato nell'aprile 2023, aggraverà la situazione. Il numero di rifugiati che tentano di attraversare il Mediterraneo dalla Libia è in costante aumento. Secondo un rapporto del Segretario generale delle Nazioni Unite Guterres, quasi 8500 persone, tra cui donne e bambini, sono state intercettate e riportate in Libia nella prima metà del 2023. Circa 750 persone sono annegate in mare e circa 950 risultano disperse.

21.09.2023 – Riunione di emergenza sulla situazione in Nagorno-Karabakh

In relazione alla situazione nel Nagorno-Karabakh, il Consiglio di sicurezza dell'ONU ha tenuto una riunione di emergenza. La Svizzera è profondamente preoccupata per le operazioni militari lanciate dall'Azerbaigian all'inizio della settimana. In seno al Consiglio, il nostro Paese ha sottolineato l'importanza dell'accesso umanitario ed è pronto con i suoi Buoni Uffici a contribuire al dialogo e alla pace duratura, se l'Armenia e l'Azerbaigian lo desiderano.

20.09.2023 – Il Presidente Berset rappresenta la Svizzera nel dibattito sull'Ucraina

Il Presidente Berset ha partecipato a un dibattito sull'Ucraina nel Consiglio di sicurezza. Il dibattito si è svolto sotto la presidenza albanese durante la settimana di apertura dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, in presenza del Presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Il Presidente ha sottolineato l'importanza centrale della Carta delle Nazioni Unite per la pace e la sicurezza nel mondo. Tuttavia, il numero dei conflitti sta aumentando e con esso la sofferenza della popolazione civile. Alain Berset ha condannato l'aggressione militare della Russia contro l'Ucraina. Si tratta di un esempio eclatante di violazione dei principi della Carta delle Nazioni Unite. Il Presidente della Confederazione Svizzera ha invitato la Russia a cessare tutte le ostilità e a ritirare immediatamente le sue truppe dal territorio ucraino.

Il Presidente della Confederazione Svizzera Alain Berset parla al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
Il Presidente Alain Berset ha sottolineato l'importanza del multilateralismo per una pace sostenibile al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. © DFAE

Le conseguenze dell'aggressione militare della Russia contro l'Ucraina si fanno sentire in tutto il mondo. La sicurezza alimentare è a rischio, il settore energetico è colpito e i rischi nucleari sono in aumento. Ecco perché un forte multilateralismo e la fiducia reciproca sono più importanti che mai per raggiungere la pace in Ucraina.

Il compito di ricostruire l'Ucraina in linea con i principi di Lugano è immenso. La Svizzera è solidale con il popolo ucraino in molti modi. Tra le altre cose, sostiene lo sminamento umanitario con conoscenze specialistiche e forniture di materiali e prevede di ampliare ulteriormente questo impegno. Il Presidente ha anche auspicato un ritorno all'Iniziativa sul grano del Mar Nero.

Dichiarazione del Presidente Alain Berset al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, 20.09.2023

20.09.2023 – La coesione tra i membri non permanenti è fondamentale per un Consiglio efficace

Il consigliere federale Ignazio Cassis ha rappresentato la Svizzera durante una sessione di informazione alla stampa dei dieci membri non permanenti del Consiglio di sicurezza dell’ONU (Elected Ten, E10). La Svizzera è stata eletta membro del Consiglio di sicurezza per il 2023 e 2024. I membri eletti (E10) rappresentano due terzi del Consiglio. Dato che una decisione, per esempio su una risoluzione, richiede nove voti favorevoli, gli E10 sono fondamentali affinché il Consiglio possa svolgere il suo compito, che consiste nel mantenere la pace e la sicurezza nel mondo. 

I dieci membri eletti del Consiglio di sicurezza. Il consigliere federale Ignazio Cassis ha rappresentato la Svizzera.
I dieci membri eletti del Consiglio di sicurezza. Il consigliere federale Ignazio Cassis ha rappresentato la Svizzera. © DFAE
Un Consiglio di sicurezza efficiente, trasparente ed efficace è più importante che mai al giorno d’oggi.
Il consigliere federale Ignazio Cassis

Nella dichiarazione stampa congiunta, gli E10 hanno sottolineato la loro coesione e si sono impegnati a sostenere il multilateralismo: «Continueremo a svolgere un ruolo costruttivo con l’obiettivo di costruire ponti e trovare compromessi ragionevoli su tutti i temi trattati dal Consiglio. Come abbiamo visto, se vi è un consenso il Consiglio di sicurezza può adottare importanti misure di mantenimento della pace». Durante un incontro lo scorso agosto sul lago Lemano gli E10 hanno potuto approfondire la loro cooperazione. «Un Consiglio di sicurezza efficiente, trasparente ed efficace è più importante che mai al giorno d’oggi. Sono quindi molto soddisfatto della coesione dei membri eletti del Consiglio, che stanno perseguendo questo obiettivo insieme», ha dichiarato il consigliere federale al termine dell’evento svoltosi a New York.

Dichiarazione stampa congiunta (en)

19.09.2023 – Prima consegna di aiuti umanitari alla Siria attraverso Bab-al-Hawa da luglio

Il 19 settembre quasi venti camion carichi di aiuti umanitari hanno attraversato per la prima volta dal luglio scorso il valico di frontiera di Bab-al-Hawa tra Turchia e Siria. La Svizzera accoglie con favore il fatto che gli aiuti umanitari continuino a essere consegnati dal nord-ovest della Siria attraverso Bab-al-Hawa. Oltre quattro milioni di persone fanno affidamento su queste forniture di vitale importanza.

Il prolungamento del meccanismo per la fornitura di aiuti umanitari transfrontalieri attraverso Bab-al-Hawa non si è concretizzato l'11 luglio 2023 in seno al Consiglio di sicurezza dell’ONU a causa del veto della Russia. La situazione umanitaria in Siria rimane precaria ed è importante che alle agenzie ONU venga garantito un accesso umanitario a tutte le regioni della Siria. In qualità di membro del Consiglio di sicurezza, la Svizzera continua a sostenere l'attuazione dell'accordo tra le Nazioni Unite e il governo siriano sull'uso regolare del valico di frontiera di Bab-al-Hawa.

14.09.2023 – Partenariati con il settore privato per rendere più efficaci gli aiuti umanitari

Più di 100 conflitti armati nel mondo caratterizzano l'epoca attuale. La popolazione civile è quella che soffre di più. Il numero di sfollati è più che raddoppiato negli ultimi dieci anni. Il numero di persone bisognose è più che quintuplicato. Mentre il bisogno cresce, i finanziamenti per gli aiuti umanitari, che sono urgentemente necessari, diminuiscono. Oggi, sotto la Presidenza albanese, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha discusso come affrontare questa sfida. Perché i bisogni umanitari sono in aumento. Ciò è dovuto agli effetti negativi del cambiamento climatico, alla debolezza della governance e ai conflitti armati, nonché alle conseguenze del Covid-19. D'altra parte, ogni conflitto risolto pacificamente contribuisce alla riduzione dei bisogni umanitari. Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e anche una maggiore cooperazione con il settore privato giocano un ruolo importante in questo senso.

Un uomo africano siede dietro un computer e legge un giornale online.
I bisogni umanitari possono essere ridotti in collaborazione con il settore privato locale. Un prerequisito per questo è una rete internet stabile, in modo che le persone colpite nelle regioni di crisi possano ottenere informazioni. © Keystone

La Svizzera ha sottolineato al Consiglio di sicurezza che la comunità internazionale deve agire e investire con lungimiranza per meglio identificare i rischi di conflitto e fornire aiuti umanitari. Le nuove tecnologie possono essere di supporto. «Rendono più efficienti i sistemi di allerta precoce. L'importanza di una connessione internet stabile e sicura non deve essere sottovalutata. Ciò consente alle persone colpite di ottenere informazioni e di portare rapidamente gli aiuti necessari a chi ne ha bisogno», ha dichiarato l'Ambasciatrice svizzera alle Nazioni Unite Pascale Baeriswyl a New York. Ecco perché è fondamentale rafforzare i partenariati tra Stati e attori privati nel settore umanitario, in quanto il loro potenziale non è ancora stato sfruttato appieno.

La Svizzera sostiene diversi progetti in quest'area nell'ambito della sua cooperazione internazionale. Questi includono, ad esempio, programmi di pagamento in contanti per le vittime di eventi naturali o disastri. In collaborazione con istituzioni finanziarie private locali, queste ricevono contanti per acquistare beni di cui hanno urgente bisogno. Questi vengono acquistati localmente, in modo che i negozianti o gli agricoltori locali possano continuare la loro attività nonostante le circostanze difficili. In questo modo, la Svizzera contribuisce anche a limitare lo sfollamento delle persone colpite.

L'esperienza e le reti di aziende e organizzazioni private con sede in aree di conflitto possono dare un contributo importante alla risposta umanitaria degli Stati e delle organizzazioni internazionali. «Tuttavia, non dobbiamo mai dimenticare che tutte le misure relative all'impegno del settore privato devono essere basate sui principi umanitari e sui diritti umani», ha sottolineato Baeriswyl al Consiglio di sicurezza.

Dichiarazione della Svizzera sui partenariati pubblico-privati, Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, 14.09.2023 (fr)

07.09.2023 – Rafforzare le missioni di pace delle Nazioni Unite per la costruzione di una pace efficace ed efficiente

75 anni fa, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite inviò la prima missione di mantenimento della pace, l'UNTSO, per mantenere il cessate il fuoco in Medio Oriente. Da allora, oltre un milione di persone hanno prestato servizio in più di 70 missioni di pace delle Nazioni Unite. Di conseguenza, sono state salvate milioni di vite civili in tutto il mondo. Oggi sono attive dodici missioni e la natura dei conflitti è cambiata radicalmente dal 1948. Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite oggi ha scambiato opinioni su come le missioni di mantenimento della pace delle Nazioni Unite devono adattarsi per adempiere ai loro compiti in un ambiente sempre più complesso. I Caschi Blu svolgono un lavoro prezioso in molte regioni di conflitto in condizioni difficili. Tra le altre cose, monitorano i cessate il fuoco, garantiscono l'accesso agli attori umanitari grazie alla loro presenza e sostengono i processi di stabilizzazione politica in modo da garantire una pace sostenibile.

Mappa del mondo che mostra le dodici missioni di pace delle Nazioni Unite.
Nel 2023, l'ONU condurrà dodici missioni di pace in tutto il mondo, con il ritiro della MINUSMA in Mali entro la fine del 2023. In totale saranno schierate fino a 90.000 persone, tra cui 31 membri del personale svizzero in uniforme e fino a 20 agenti di polizia svizzeri. © DFAE

Durante la riunione del Consiglio, la Svizzera ha sottolineato la necessità di rafforzare i partenariati con le organizzazioni regionali, in particolare con l'Unione Africana (UA). Le missioni di pace guidate dall'UA dovrebbero anche essere in grado di reagire in modo più flessibile a eventi imprevisti. Inoltre, la protezione della popolazione civile dovrebbe essere sempre al centro di una missione di pace. «La Svizzera è desiderosa di portare avanti la discussione sulle riforme necessarie alle missioni di pace», ha dichiarato Pascale Baeriswyl, Ambasciatrice svizzera alle Nazioni Unite a New York. Inoltre, la Svizzera ha sottolineato l'importanza dell'efficacia delle missioni di pace delle Nazioni Unite. In questo contesto, la Svizzera ha chiesto al Consiglio un coordinamento ancora più forte della pianificazione, del bilancio e della valutazione delle prestazioni, affinché le missioni di pace dell'ONU possano dare un contributo efficace ed efficiente alla costruzione della pace.

Dichiarazione della Svizzera sulle missioni di pace delle Nazioni Unite, Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, 07.09.2023 (fr)

05.09.2023 – Buoni metodi di lavoro sono importanti per il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per adempiere al suo mandato

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha tenuto oggi un dibattito aperto sul miglioramento dei suoi metodi di lavoro. Si tratta di un argomento importante per la Svizzera: «Rafforzare l'efficienza» è una delle quattro priorità tematiche che il Consiglio federale ha stabilito per l'appartenenza al Consiglio. Durante il dibattito, la Svizzera ha partecipato a dichiarazioni congiunte a nome dei dieci membri eletti del Consiglio (E10) e a nome del Gruppo ACT, che sostiene un Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite trasparente, efficace, efficiente e inclusivo.

I voti degli E10 sono decisivi anche per una risoluzione in seno al Consiglio. Una risoluzione richiede nove voti a favore. Nella loro dichiarazione congiunta, gli E10 hanno sottolineato la necessità di buoni metodi di lavoro del Consiglio di sicurezza, per consentirgli di rispondere in modo efficiente e trasparente alle sfide attuali in un ambiente geopolitico sempre più complesso. Per raggiungere questo obiettivo, gli E10 hanno sottolineato, tra le altre cose, la disponibilità al compromesso, l'uso responsabile del veto e l'inclusione sistematica della società civile nelle discussioni. La dichiarazione congiunta è stata preceduta da un incontro degli attuali e futuri membri del Consiglio in Svizzera, dove hanno approfondito la loro collaborazione per promuovere l'efficacia del Consiglio.

La Svizzera coordina l’interregionale Gruppo ACT a New York, che quest'anno celebra il suo 10° anniversario. La Dichiarazione al Consiglio di ACT sottolinea la necessità che il Consiglio di sicurezza agisca con fiducia e sicurezza nei confronti di tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite e dei miliardi di persone colpite per conto delle quali opera. «Niente potrebbe essere un segnale migliore da parte del Consiglio che l'attuazione coscienziosa dei suoi stessi impegni». In questo contesto, l'ACT ha sottolineato una maggiore condivisione del carico di lavoro tra tutti i membri del Consiglio, ad esempio attraverso la co-leadership sui dossier tematici e geografici, nonché gli scambi con i Paesi colpiti da conflitti. 

Dichiarazione congiunta dei membri non permanenti del Consiglio sui metodi di lavoro del Consiglio di sicurezza, Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, 05.09.2023 (en)

31.08.2023 – Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite rinnova il mandato della missione ONU in Libano

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha rinnovato oggi il mandato della missione di mantenimento della pace in Libano (UNIFIL) per 12 mesi. L'UNIFIL è stata avviata dal Consiglio nel 1978, diventando così una delle missioni operative più longeve delle Nazioni Unite.

I caschi blu delle Nazioni Unite sono visti da un filo spinato che rappresenta la cosiddetta Linea Blu tra Libano e Israele.
Le forze di pace delle Nazioni Unite in servizio presso la Linea Blu tra il Libano e Israele. Stanno dando un contributo concreto alla pace sostenibile e alla protezione dei civili nella regione. © Keystone

La regione lungo la cosiddetta Linea Blu tra Libano e Israele è soggetta a ripetuti conflitti armati. La missione vigila sul cessate il fuoco lungo la Linea Blu e contribuisce a ridurre le tensioni. In questo modo, offre un contributo concreto alla promozione di una pace sostenibile, una priorità definita dal Consiglio federale per l'adesione della Svizzera al Consiglio di Sicurezza. La Svizzera ha inoltre sostenuto il rafforzamento del mandato nel campo delle energie rinnovabili, riducendo i rischi legati al clima. La Svizzera ha sostenuto la risoluzione al Consiglio.

28.08.2023 – Riunione del Consiglio di sicurezza sul ritiro della missione di pace delle Nazioni Unite dal Mali

Il 30 giugno 2023, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha deciso di ritirare la missione di mantenimento della pace MINUSMA (fr) dal Mali entro la fine dell'anno, su richiesta del governo di transizione maliano. Ora il Consiglio si è riunito nuovamente per discutere i progressi compiuti finora e le sfide del ritiro. Il ritiro solleva la questione di come alcuni compiti importanti della missione possano essere portati avanti e i suoi risultati mantenuti. Questi includono l'accordo di pace esistente e la protezione della popolazione civile. Dal 2012, una crisi di sicurezza, socio-economica e umanitaria si è intensificata costantemente in Mali. Soprattutto nel nord e nel centro del Paese, ci sono attacchi quasi quotidiani contro la popolazione civile, le forze di sicurezza maliane o conflitti tra gruppi armati, a volte con sfondo jihadista. Nel giugno 2015, i movimenti del nord e il governo maliano hanno firmato un accordo di pace ad Algeri, la cui attuazione è stata accompagnata dalla MINUSMA, un impegno che però sta giungendo al termine. 

I caschi blu della missione di pace MINUSMA delle Nazioni Unite si trovano accanto a un veicolo blindato bianco in un paesaggio arido e sabbioso in Mali.
Con il ritiro della missione di pace MINUSMA delle Nazioni Unite entro la fine del 2023, la popolazione civile del Mali diventerà ancora più vulnerabile. © UN Photo

La riunione del Consiglio si è concentrata sulla garanzia di un ritiro ordinato della MINUSMA e sul futuro incerto del Mali a partire da gennaio 2024. Di conseguenza, la Svizzera ha sottolineato nella sua dichiarazione che l'attuazione dell'accordo di pace e le misure di costruzione della fiducia sono fondamentali. «Nove anni di lavoro, di dialogo e di sforzi verso la riconciliazione nazionale sono in gioco – prima di tutto per il popolo maliano, ma anche per l'intera regione del Sahel», ha sottolineato Adrian Hauri, vice capo della missione Svizzera presso l'ONU a New York.

La Svizzera ha anche sottolineato la necessità che i compiti importanti della MINUSMA siano portati avanti in modo adeguato dal governo di transizione maliano e da altri attori regionali. A tal fine, sono necessari colloqui approfonditi e inclusivi, affinché siano disponibili proposte di soluzioni concrete e attuabili entro la fine dell'anno. Nel suo ruolo in seno al Consiglio di sicurezza come co-leader dell'Ufficio Regionale delle Nazioni Unite per l'Africa Occidentale e il Sahel UNOWAS (fr) – che copre anche il Mali – la Svizzera è pronta a sostenere attivamente questo processo. «Accogliamo con favore tutte le misure che sono già state adottate per attutire l'impatto del ritiro della MINUSMA sulla popolazione civile e per rispondere meglio alle esigenze umanitarie», ha detto Hauri. Le sfide sono e restano estremamente complesse, motivo per cui è fondamentale la stretta collaborazione di tutti gli attori interessati con l'ONU e la MINUSMA. Da un lato, per assicurare il ritiro programmato della missione e, dall'altro, per garantire la sicurezza del personale MINUSMA in Mali fino al completamento del ritiro.

Dichiarazione della Svizzera sulla situazione in Mali, Consiglio di sicurezza dell'ONU, 28.08.2023 (fr)

22.08.2023 – Elezioni libere ed eque e l'inclusione delle donne sono fondamentali per il futuro della Libia

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite discute la situazione in Libia ogni due mesi. La Missione di Supporto delle Nazioni Unite in Libia (UNSMIL) è attiva nel Paese dalla caduta del regime autoritario di Muammar Gheddafi nel 2011. I compiti dell'UNSMIL includono il sostegno al governo libico nell'istituzione dello Stato di diritto e nell'organizzazione di elezioni democratiche.

Le ultime elezioni, previste per dicembre 2021, sono state rinviate a tempo indeterminato. Questo perché non è stato possibile raggiungere un consenso tra i vari attori libici sulle leggi elettorali. «È indispensabile affrontare le questioni in sospeso. Per creare l'ambiente necessario per elezioni libere ed eque, gli attori coinvolti devono trovare un accordo nel periodo precedente alle elezioni», ha spiegato Riccarda Chanda, vice capo missione della Svizzera presso l'ONU a New York. A tal fine, la Svizzera sostiene l'UNSMIL, anche nel suo ruolo di co-presidente del gruppo di lavoro del Processo di Berlino sul diritto internazionale umanitario e sui diritti umani. Il Processo di Berlino è stato lanciato nel gennaio 2020 per raggiungere un cessate il fuoco duraturo in Libia.

Una giovane donna libica che indossa un velo viola siede ad un tavolo di legno per prendere appunti.
Una studentessa libica partecipa ad un workshop sui diritti umani organizzato dall'UNSMIL presso l'Università di Tripoli. © UN Photo

Secondo il Segretario Generale delle Nazioni Unite Guterres, la situazione dei diritti umani in Libia si sta sempre più deteriorando. I controlli eccessivi e le restrizioni burocratiche imposte alla società civile dalle autorità e dagli attori di sicurezza sono in aumento. «La Svizzera sostiene l'invito del Segretario Generale a revocare queste misure», ha sottolineato la rappresentante della Svizzera al Consiglio di sicurezza. Inoltre, la Svizzera è preoccupata per le violazioni dei diritti e gli abusi su donne e ragazze; tali abusi non devono rimanere impuniti. Rivolgendosi alle autorità libiche, la Svizzera ha sottolineato al Consiglio di sicurezza dell'ONU che la partecipazione delle donne ai processi politici deve essere sicura e senza intimidazioni. A tal fine, devono essere garantiti anche la loro libertà di movimento e il rispetto dei loro diritti fondamentali. La Svizzera ha anche espresso la sua preoccupazione per i recenti scontri violenti a Tripoli, in cui hanno perso la vita alcune persone. Ha anche invitato tutte le parti a rispettare sempre il diritto umanitario internazionale e i diritti umani.

Dichiarazione della Svizzera sulla situazione in Libia, Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, 22.08.2023 (fr)

17.08.2023 – Prima riunione del Consiglio di sicurezza sulla situazione dei diritti umani nella Repubblica Popolare Democratica di Corea dopo sei anni

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha discusso oggi la situazione relativa ai diritti umani nella Repubblica Popolare Democratica di Corea (RPDC) in un briefing formale e pubblico. È la prima volta dal 2017 che una discussione in questo formato è possibile in seno al Consiglio di sicurezza. Le armi nucleari e i programmi missilistici della RPDC, vietati da numerose risoluzioni del Consiglio di sicurezza, rappresentano una minaccia per la pace e la sicurezza internazionale. Anche la grave situazione dei diritti umani dei nordcoreani si collega a questo.

Una strada a Pyongyang, la capitale della Repubblica Popolare Democratica di Corea.
Una strada a Pyongyang, la capitale della Repubblica Popolare Democratica di Corea. © Keystone

Secondo la Commissione d'inchiesta sui diritti umani istituita nel 2013 dal Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite per la RPDC, nel Paese continuano a verificarsi violazioni sistematiche e gravi dei diritti umani. In seno al Consiglio di sicurezza, la Svizzera ha ricordato alla RPDC di rispettare i diritti umani universalmente applicabili. Ha inoltre sottolineato che i responsabili delle violazioni dei diritti umani devono essere chiamati a rispondere delle loro azioni. La Commissione ha sottolineato che, considerato il governo autoritario della RPDC, il Consiglio di sicurezza deve considerare tutte le opzioni per garantire che queste violazioni non rimangano impunite.

Le violazioni dei diritti umani nella RPDC sono molteplici. «La tortura, la detenzione arbitraria e le sparizioni nei campi per prigionieri politici sono solo alcuni esempi di violazioni gravi e sistematiche. Ricordiamo l’importanza dell'impegno della RPDC a cessare immediatamente tutte le violazioni», ha dichiarato Adrian Hauri, Vice Capo Missione della Svizzera presso le Nazioni Unite a New York.

«La grave situazione dei diritti umani nella Repubblica Democratica Popolare di Corea minaccia la stabilità e la pace nella regione e oltre», ha affermato Hauri a New York. Il Consiglio di sicurezza deve quindi lavorare per un cambiamento positivo e sostenibile per il popolo nordcoreano. Inoltre, la Svizzera ha invitato la RPDC a impegnarsi nel dialogo e nella cooperazione con gli attori internazionali, al fine di porre fine alle gravi violazioni dei diritti umani e alle loro conseguenze umanitarie.

Dichiarazione della Svizzera sulla situazione dei diritti umani nella RPDC, Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, 17.08.2023 (fr, en)

03.08.2023 – Non c'è pace duratura a stomaco vuoto

Secondo le stime dell'ONU, nel 2022 la fame ha colpito 783 milioni di persone nel mondo. Si tratta di 122 milioni di persone in più rispetto a prima della pandemia da Covid-19. Ad esempio, i civili in Siria, Somalia, Sudan, Afghanistan e Yemen – per citare solo alcuni contesti – rischiano di patire la fame. La decisione della Russia di sospendere l'Iniziativa sui cereali del Mar Nero (Black Sea Grain Initiative) aggraverà la già precaria insicurezza alimentare in molte parti del mondo. Inoltre, il cambiamento climatico ha conseguenze imprevedibili e a lungo termine, che colpiscono innanzitutto i più poveri e coloro che sono già stati colpiti da guerre.

La guerra causa la fame e la fame causa la guerra.
Adrian Hauri, Vice Capo Missione della Svizzera presso le Nazioni Unite a New York

«La guerra provoca la fame e la fame provoca la guerra», ha dichiarato Adrian Hauri, Vice Capo Missione della Svizzera presso le Nazioni Unite a New York e incaricato d'affari, al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite il 3 agosto. La Svizzera ha messo a tema l'interazione tra i conflitti armati, le relative violazioni del diritto internazionale e la sicurezza alimentare durante la propria Presidenza a maggio, in occasione del dibattito di alto livello sulla protezione dei civili presieduto dal presidente della Confederazione Alain Berset in seno al Consiglio. In quell'occasione, l'attenzione si è concentrata sull'accesso dei civili ai beni essenziali e ai servizi di base, come cibo, acqua o cure mediche.

Una donna yemenita tiene in mano delle lenticchie arancioni.
Yemen: l'ONU classifica la situazione in Yemen come una delle peggiori crisi umanitarie al mondo. Centinaia di migliaia di persone sono colpite dalla carestia a causa della guerra civile in corso dal 2015. © Keystone

Adottando una risoluzione nel 2018, il Consiglio di sicurezza ha riconosciuto la necessità di interrompere il circolo vizioso del conflitto armato e dell'insicurezza alimentare. In occasione del briefing odierno del Consiglio sulla sicurezza alimentare, organizzato dagli Stati Uniti, la Svizzera ha sottolineato tre aree di intervento per prevenire la carestia nel contesto dei conflitti armati e della violenza.

Da un lato, le parti in conflitto devono obbligatoriamente rispettare il diritto internazionale umanitario. Ciò significa, ad esempio, che devono assicurare la protezione delle infrastrutture civili, come i mercati o le catene di approvvigionamento, astenersi dall'estrarre terreni agricoli, fornire alla popolazione civile l'accesso all'acqua potabile e garantire aiuti umanitari senza ostacoli a chi ne ha bisogno.

D'altra parte, è necessario promuovere la lotta contro l'impunità delle parti in conflitto che utilizzano la morte per fame della popolazione civile come metodo di guerra. Questo ha anche un effetto preventivo. La Svizzera chiede che i responsabili di tali crimini siano maggiormente responsabilizzati e che sia fatta giustizia per le vittime di questi crimini disumani. Adrian Hauri ha anche colto l'occasione per promuovere l'emendamento allo Statuto di Roma avviato e promosso dalla Svizzera, secondo il quale la fame può essere punita come crimine di guerra.

Inoltre, le crisi alimentari nelle situazioni di conflitto hanno spesso un volto femminile. Le donne e le ragazze sono quelle che mangiano per ultime e troppo poco. Allo stesso tempo, cercano attivamente strategie di sopravvivenza e quindi contribuiscono a trovare soluzioni. Per questo motivo, la Svizzera ha sottolineato in Consiglio che le misure per migliorare la sicurezza alimentare devono tenere conto anche della prospettiva di genere.

Uno stomaco vuoto non può essere la base per una pace sostenibile. «Le soluzioni politiche ai conflitti devono far parte del nostro approccio globale per eliminare la fame, garantire l'accesso a un'alimentazione sufficiente e adeguata per tutti e promuovere sistemi alimentari resilienti, inclusivi e sostenibili», ha sottolineato Hauri a New York.

Dichiarazione della Svizzera su fame e conflitti, Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, 03.08.2023 (fr)

28.07.2023 – Protezione dei civili nelle missioni di pace delle Nazioni Unite

La protezione dei civili è uno dei compiti principali delle missioni di pace delle Nazioni Unite. Queste operano solitamente in un ambiente difficile, dove si trovano ad affrontare diverse sfide di politica di sicurezza. Queste includono, ad esempio, dinamiche di conflitto instabili, gravi violazioni del diritto internazionale, libertà di movimento limitata, disinformazione o risorse limitate. Il 28 luglio, il Consiglio di sicurezza si è riunito con i comandanti delle missioni di mantenimento della pace in Sud Sudan (UNMISS), Libano (UNIFIL) e Repubblica Democratica del Congo (MONUSCO) per discutere su come le missioni possano affrontare queste sfide e migliorare la protezione dei civili sul terreno. «Purtroppo, i civili rappresentano ancora la stragrande maggioranza delle vittime dei conflitti armati e la loro protezione è quindi più che mai necessaria», ha sottolineato l'Ambasciatrice svizzera alle Nazioni Unite Pascale Baeriswyl al Consiglio di sicurezza. La protezione dei civili è anche una priorità per l'appartenenza della Svizzera al Consiglio di sicurezza.

Un osservatore militare svizzero siede in mezzo a una folla di persone in un villaggio della regione del Kashmir e ascolta ciò che hanno da dire.
Un osservatore militare svizzero presso la missione ONU UNMOGIP in Kashmir parla con la popolazione locale per avere indicazioni sull'umore e sui problemi quotidiani. © DDPS

La Svizzera ha sottolineato al Consiglio che le missioni di mantenimento della pace delle Nazioni Unite sono meno reattive per quanto riguarda la protezione dei civili e si concentrano invece sulla prevenzione dei reati contro i civili. Inoltre, ha chiarito che questa protezione deve essere garantita anche nelle fasi di transizione, come nel caso dell'imminente ritiro della missione di pace delle Nazioni Unite in Mali (MINUSMA). «Il ritiro della MINUSMA non deve in nessun caso portare ad un deterioramento della situazione dei civili: Il Governo del Mali deve assumere immediatamente i compiti che la missione svolgeva in precedenza in quest'area», ha detto Baeriswyl a New York.

L'Esercito svizzero è coinvolto nelle missioni di pace, così come numerosi altri Paesi. Circa 280 cittadini svizzeri sono impiegati. Tra l'altro, l'Esercito svizzero sostiene il Servizio di Azione Antimine delle Nazioni Unite (UNMAS) in Africa occidentale nello sminamento umanitario. In Kosovo, i membri dell'Esercito contribuiscono a creare un ambiente sicuro e stabile e alla libertà di movimento della popolazione. Gli osservatori militari svizzeri sono schierati nella regione del Kashmir, tra India e Pakistan. Monitorano le regioni colpite dal conflitto e scambiano informazioni con le autorità e la popolazione, al fine di ottenere informazioni rilevanti per valutare la situazione di sicurezza. La Svizzera ha anche un contingente di fino a 20 agenti di polizia che vengono impiegati nelle missioni ONU. Nel 2022, ne ha schierati 16. Il loro compito è quello di sostenere e formare il personale di polizia locale nelle fasi di ricostruzione post-conflitto. In questo modo, la Svizzera fornisce un contributo concreto sul campo al mantenimento della pace, al rispetto del diritto internazionale e quindi alla protezione della popolazione civile.

Dichiarazione della Svizzera sulla protezione dei civili nelle missioni di mantenimento della pace delle Nazioni Unite, Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, 28.07.2023 (fr)

18.7.2023 – In occasione del 25° anniversario dello Statuto di Roma, la Svizzera ha presieduto un incontro del Consiglio di sicurezza dell’ONU a New York sulla Corte penale internazionale

Il 17 luglio gli Stati Parte allo Statuto di Roma si sono riuniti per celebrare il 25° anniversario della sua adozione, partecipando a una tavola rotonda ministeriale sulla visione strategica della CPI per il prossimo decennio. «Con l’istituzione della Corte penale internazionale è nato un elemento imprescindibile dell’architettura multilaterale volta a tutelare lo Stato di diritto. La Corte merita il sostegno incondizionato della comunità internazionale, oggi così come nel prossimo decennio e oltre», ha affermato l’ambasciatrice Corinne Cicéron Bühler.

Corinne Cicéron-Bühler appare su uno schermo nella sala del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a New York.
L’incontro informale del 18 luglio, svoltosi in formula «Arria», è stato presieduto dall’ambasciatrice Corinne Cicéron Bühler, con il titolo per tale occasione di segretaria di Stato del DFAE. © DFAE

I 25 anni dello Statuto di Roma sono un’occasione per celebrare il raggiungimento di un importante traguardo da parte della comunità internazionale in materia di lotta contro l’impunità. Questo testo ha dato vita alla CPI in quanto organo giudiziario indipendente incaricato di indagare sui crimini più gravi, come il genocidio, i crimini di guerra, i crimini contro l’umanità e il crimine di aggressione. Le commemorazioni consentono alla CPI di guadagnare visibilità e contribuiscono a rafforzare il sostegno politico di cui necessita per adempiere il suo mandato. L’incontro aveva anche l’obiettivo di incoraggiare i Paesi che non lo hanno ancora fatto ad aderire allo Statuto di Roma e a riflettere sul suo futuro.

Con l’istituzione della Corte penale internazionale è nato un elemento imprescindibile dell’architettura multilaterale volta a tutelare lo Stato di diritto.
Corinne Cicéron Bühler

Il giorno successivo, gli Stati membri dell’ONU hanno discusso del contributo della CPI al mantenimento della pace e della sicurezza internazionale. L’incontro informale del 18 luglio, svoltosi in formula «Arria», è stato presieduto dall’ambasciatrice Corinne Cicéron Bühler, con il titolo per tale occasione di segretaria di Stato del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), e dall’ambasciatore Kimihiro Ishikane, rappresentante permanente del Giappone presso le Nazioni Unite. La riunione ha fornito un quadro per lo scambio di opinioni sul ruolo e sull’importanza della CPI nella lotta all’impunità nel mondo e ha dato agli Stati partecipanti l’occasione di rinnovare il proprio impegno nei confronti dello Statuto di Roma. La presidente dell’Assemblea degli Stati Parte Silvia Fernández de Gurmendi, la direttrice del Fondo di garanzia della CPI per le vittime Deborah Ruiz Verduzco, così come vari rappresentanti del mondo accademico e della società civile hanno presentato la loro visione per il futuro della Corte in materia di pace e sicurezza.

Dichiarazione della Svizzera, 18.07.2023

Comunicato stampa, 19.07.2023

18.07.2023 – Il Consiglio di sicurezza dell’ONU affronta il tema delle opportunità e dei rischi dell’intelligenza artificiale per la pace e la sicurezza internazionali

L’attuale evoluzione dell’intelligenza artificiale (IA) ha il potenziale di trasformare la nostra società. Il Consiglio di sicurezza dell’ONU ha tenuto una riunione di alto livello volta a esaminare le possibili implicazioni dell’IA per la pace e la sicurezza internazionali. Su questa base, la Svizzera incoraggia un utilizzo sicuro e responsabile di tali sistemi.

Il Consiglio di sicurezza dell’ONU è tenuto a considerare l’impatto delle nuove tecnologie sul mondo di oggi. Secondo la Svizzera, l’IA può per esempio ottimizzare l’analisi dei conflitti, garantire un’allerta precoce e agevolare gli sforzi nell’ambito della prevenzione, oltre a offrire un sostegno nelle attività di mediazione e consolidamento della pace. Se usata in modo improprio, tuttavia, comporta rischi aggiuntivi in materia di pace e sicurezza. «Sebbene possa rappresentare una sfida a causa della sua rapidità e apparente onniscienza, l'intelligenza artificiale può e deve servire la pace», ha affermato Pascale Baeriswyl, ambasciatrice svizzera presso l’ONU a New York.

Sebbene possa rappresentare una sfida a causa della sua rapidità e apparente onniscienza, l'intelligenza artificiale può e deve servire la pace.
Pascale Baeriswyl, ambasciatrice svizzera presso l’ONU a New York

Alla luce dello sviluppo tecnologiche, la Svizzera ha ricordato che il diritto internazionale pubblico in vigore si applica anche all’IA e deve essere rispettato. Inoltre, ha formulato tre strategie plausibili per mitigare i rischi legati a un uso improprio dell’IA. Ha innanzitutto evocato la necessità di istituire un quadro comune, condiviso da tutti gli attori coinvolti nello sviluppo e nell’impiego di tali sistemi. In seguito ha ricordato che ogni forma di IA deve essere incentrata sull’umano e garantire la massima trasparenza per quel che concerne il suo funzionamento e i dati di cui si serve. Infine ha fatto appello alla responsabilità degli sviluppatori e degli utenti, statali e non, affinché si assicurino che l’IA favorisca l’uguaglianza e l’inclusione e contrasti qualsiasi tipo di discriminazione.

La ricerca d'avanguardia può contribuire a spianare la strada all'uso dell'intelligenza artificiale per la pace, come dimostra un prototipo di uno strumento di analisi assistita dall’IA sviluppato dal Politecnico federale di Zurigo. Anche la Svizzera si impegna a trovare soluzioni, in particolare tramite lo «Swiss Call for Trust & Transparency», un’iniziativa che vede il settore privato, il mondo accademico e quello della diplomazia unire le forze per cercare soluzioni pratiche e immediate per far fronte ai rischi dell’IA.

Dichiarazione della Svizzera, 18.07.2023

17.07.2023 – La Svizzera manifesta il proprio sostegno al processo di ricostruzione dell’Ucraina durante il Consiglio di Sicurezza dell’ONU

In occasione di una riunione di alto livello che ha visto la presidenza del ministro degli affari esteri del Regno Unito e la presenza del suo omologo ucraino, la Svizzera ha ribadito il proprio sostegno alla sovranità e all’integrità territoriale dell’Ucraina, in conformità con il diritto internazionale, nonché l’obbligo di tutte le parti di rispettare il diritto internazionale umanitario.

La Svizzera chiede il rinnovo dell’accordo sui cereali del Mar Nero

La Svizzera ha colto l’occasione per ribadire quanto sia importante lavorare fin d’ora sui temi della ricostruzione, il cui processo è stato avviato nel luglio 2022, quando si è tenuta a Lugano la prima Ukraine Recovery Conference (URC), organizzata congiuntamente da Svizzera e Ucraina. La conferenza ha portato all’adozione dei principi di Lugano, a cui hanno aderito tutti i Paesi partecipanti. Il 22 giugno, in occasione dell’URC2023 tenutasi a Londra, il padrone di casa dell’URC dello scorso anno, il consigliere federale Ignazio Cassis, ha dichiarato che il popolo ucraino può continuare a contare sul sostegno della Svizzera per la ricostruzione del Paese.

In vista del rinnovo dell’accordo sui cereali del Mar Nero, la Svizzera ha lanciato un appello urgente per la sicurezza alimentare globale, altro tema chiave dell’incontro. La Svizzera deplora la decisione della Russia sull’accordo sui cereali del Mar Nero e spera che vengano rinnovati nel prossimo futuro. Dalla sua adozione nel luglio 2022, l’accordo ha permesso di esportare oltre 32 milioni di tonnellate di derrate alimentari in 45 Paesi ripartiti su tre continenti. La Svizzera accoglie con favore e sostiene attraverso i suoi buoni uffici gli instancabili sforzi del segretario generale dell’ONU e della Turchia per trovare un’intesa tra le parti e portare avanti questo importante accordo.

Un uomo porta un drone lungo il pendio di una piccola collina.
La Svizzera ha espresso la propria preoccupazione per l'uso di mine antiuomo e munizioni a grappolo in Ucraina. © Keystone

La Carta delle Nazioni Unite come punto di partenza per una pace globale, giusta e duratura

Ambasciatrice della Svizzera presso l’ONU a New York, Pascale Baeriswyl ha esortato a difendere i principi della Carta delle Nazioni Unite, che costituiscono la base per costruire una pace globale, giusta e duratura in Ucraina. «La Svizzera segue da vicino le varie attività a favore della pace, sottolineando che la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina devono essere rispettate», ha aggiunto l’ambasciatrice in relazione alle varie iniziative della comunità internazionale.

La Svizzera ha dato così nuovamente il suo sostegno alla Corte penale internazionale e alle misure e ai meccanismi volti a rendere giustizia alle vittime e a favorire la ricostruzione dell’Ucraina, tra cui il registro dei danni istituito dal Consiglio d’Europa. Ha inoltre ribadito tale imperativo di giustizia anche durante il dibattito annuale sulla situazione nei territori ucraini temporaneamente occupati, tenutosi all’Assemblea generale il 18 luglio.

In qualità di Stato parte delle Convenzioni di Ottawa e Oslo, la Svizzera invita tutti gli Stati e le parti in conflitto a non utilizzare queste armi.
Pascale Baeriswyl, Ambasciatrice della Svizzera presso l’ONU a New York

La Svizzera sempre attiva nello sminamento umanitario

Pascale Baeriswyl ha inoltre espresso la preoccupazione della Svizzera per l'uso di mine antiuomo e munizioni a grappolo in Ucraina. "In qualità di Stato parte delle Convenzioni di Ottawa e Oslo, la Svizzera invita tutti gli Stati e le parti in conflitto a non utilizzare queste armi", ha dichiarato al Consiglio. La Svizzera punta sulla propria esperienza per il sostegno allo sminamento umanitario in Ucraina. Con un credito aggiuntivo approvato dal Parlamento nella sessione estiva del 2023, la Confederazione sta avviando ulteriori misure nel campo dello sminamento umanitario. Nel 2023 la Svizzera fornirà all’Ucraina prestazioni di supporto allo sminamento umanitario per un importo di almeno 15 milioni di franchi.

Dichiarazione della Svizzera, 17.07.2023

14.07.2023 – Dibattito aperto sulla violenza sessuale nei conflitti

Il 14 luglio, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha tenuto un dibattito aperto sul tema «Violenza sessuale nei conflitti». Nel 2023 ricorre il quindicesimo anniversario della Risoluzione 1820 del Consiglio di Sicurezza, che chiede la completa cessazione della violenza sessuale nei conflitti e sottolinea l'importanza di porre fine all'impunità per tali violenze. Nonostante i progressi compiuti nell'attuazione di questa risoluzione, la violenza sessuale colpisce ancora migliaia di persone nei conflitti ogni anno, in particolare le donne.

Una donna di origine africana di spalle si mette la mano davanti alla bocca.
La violenza sessuale nei conflitti colpisce soprattutto le donne. © Keystone

Il Rapporto annuale 2022 del Segretario generale delle Nazioni Unite evidenzia 20 Paesi in cui si perpetrano violenze sessuali. «Quindici anni dopo l’adozione della Risoluzione 1820, la violenza sessuale e di genere nei conflitti persiste, così come l'impunità. Dobbiamo attuare in modo completo e duraturo i requisiti che il Consiglio si è posto in questa risoluzione», ha dichiarato Simon Geissbühler, responsabile della Divisione Pace e Diritti umani del DFAE, in occasione del dibattito organizzato dal Regno Unito.

Approccio incentrato sulle vittime

Durante il dibattito aperto, la Svizzera ha sottolineato che il rafforzamento delle capacità e delle competenze delle missioni ONU e delle istituzioni nazionali è essenziale per prevenire tali crimini in futuro. La Svizzera ha inoltre sottolineato che la prevenzione della violenza sessuale richiede anche l'inclusione delle donne nei processi di controllo delle armi e di disarmo. La proliferazione illecita di armi leggere e di piccolo calibro aumenta il rischio di violenza sessuale legata ai conflitti.

La Svizzera è inoltre favorevole a un approccio che si concentri sulle vittime e tenga conto delle loro esigenze. «Senza protezione contro la violenza sessuale, non può esistere una partecipazione paritaria. E, come ben sappiamo, l’impegno delle donne è una conditio sine qua non per una pace duratura», ha concluso Simon Geissbühler.

Dichiarazione della Svizzera al dibattito aperto su «Violenza sessuale nei conflitti», Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, 14.07.2023

14.07.2023 – La Svizzera sostiene il rinnovo del mandato del BINUH a Haiti

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato all'unanimità il rinnovo del mandato dell'Ufficio integrato delle Nazioni Unite ad Haiti (BINUH) per 12 mesi. La Svizzera è a favore di questo rinnovo in base alla situazione sempre più precaria della sicurezza nel Paese.

Haiti è in preda a una grave crisi politica, di sicurezza e umanitaria. Numerose gang controllano la maggior parte della capitale Port-au-Prince e seminano terrore tra la popolazione con omicidi, rapimenti e stupri. Le autorità, da parte loro, non sono in grado di far fronte al crescente numero di crimini commessi. La riunione del Consiglio si è svolta due anni dopo l'assassinio del presidente haitiano Jovenel Moïse nel luglio 2021.

Una donna appare in controluce in fondo a un corridoio.
Le donne sono costantemente vittime di violenza sessuale ad Haiti e hanno poche possibilità di ricorrere alla legge. © Keystone

L'ultimo rapporto del Segretario generale delle Nazioni Unite, pubblicato questo mese, attesta l'entità della crisi. In queste difficili circostanze, "questo Consiglio deve mostrare unità nel rinnovare il mandato del BINUH per consentirgli di svolgere efficacemente la sua missione", ha chiesto Pascale Baeriswyl, ambasciatrice svizzera presso le Nazioni Unite a New York. Il lavoro del BINUH sul campo è essenziale, in quanto si sforza di sostenere efficacemente le autorità haitiane contro l'impunità e di porre le basi per una pace duratura".

Dichiarazione della Svizzera, 06.07.2023

11.07.2023 – Consiglio di sicurezza dell’ONU: veto al prolungamento degli aiuti umanitari transfrontalieri in Siria

Il 11 luglio 2023 il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (ONU) ha bloccato, per il momento, il prolungamento del meccanismo per la fornitura di aiuti umanitari transfrontalieri in Siria. La risoluzione non si è concretizzata a causa del veto della Russia.

Dal 2013, la cosiddetta risoluzione transfrontaliera del Consiglio di sicurezza garantisce alle agenzie dell’ONU un accesso umanitario alla Siria nord-occidentale attraverso il valico di frontiera di Bab al-Hawa, al confine con la Turchia. In questa regione oltre quattro milioni di persone dipendono dagli aiuti umanitari.

La Svizzera è corresponsabile insieme al Brasile («co-penholdership») del dossier umanitario sulla Siria in seno al Consiglio di sicurezza. Il progetto di risoluzione presentato dai due co-penholder chiedeva un prolungamento di 9 mesi del meccanismo sulla base dell'analisi e delle raccomandazioni urgenti del Segretario generale delle Nazioni Unite, del Sottosegretario generale per gli aiuti umanitari e delle agenzie e organizzazioni specializzate attive sul terreno. Sul progetto è stato posto il veto della Russia.

In vista del voto, la Svizzera si è schierata a favore di una proroga di dodici mesi, una proposta ancora più ampia dell'attuale risoluzione sugli aiuti transfrontalieri. A causa delle posizioni divergenti in Consiglio, la proroga di nove mesi è sembrata la migliore soluzione possibile per poter continuare a garantire un sostegno vitale alle persone in difficoltà.

Numerosi camion sono allineati in un convoglio su una strada in Siria.
Un convoglio internazionale carico di aiuti umanitari si trova nel nord-ovest della Siria. Più di quattro milioni di persone in questa regione dipendono da questo sostegno vitale. © Keystone

L'Assemblea Generale delle Nazioni Unite affronterà la questione entro 10 giorni, sulla base di una risoluzione dell'Assemblea Generale dell'aprile 2022, secondo la quale, dopo che uno o più membri permanenti del Consiglio di Sicurezza avranno esercitato il loro diritto di veto, verrà convocata una riunione per affrontare la situazione.

La Svizzera deplora l'incertezza in cui versa la popolazione locale. La Svizzera rimane pertanto in contatto con tutti i membri del Consiglio di sicurezza e gli attori umanitari al fine di trovare rapidamente, in modo trasparente e inclusivo, un compromesso e continuare ad assicurare l’accesso umanitario transfrontaliero alla regione.

05.07.2023 – Bisogna fare di più per il benessere dei bambini nei conflitti armati

Il 5 luglio, il tema «Bambini e conflitti armati» è stato al centro di un dibattito aperto al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. È stata presentata la relazione annuale del Segretario Generale dell’ONU su questo tema. Il Consiglio ha adottato finora 13 risoluzioni che forniscono un quadro e strumenti importanti per la protezione dei bambini. Dal 2005, più di 150.000 bambini sono stati liberati da gruppi o forze armate. Ma occorre fare di più. Nel 2022, sono state verificate oltre 27.000 gravi violazioni dei diritti dei bambini in vari conflitti armati. Queste includono uccisioni e mutilazioni, attacchi a scuole e ospedali e negazione dell'accesso umanitario. Il rapporto include un elenco di parti belligeranti che commettono sistematicamente queste gravi violazioni dei diritti dei bambini.

Bambini congolesi giocano a calcio su un prato in una zona rurale.
Bambini congolesi giocano a calcio nel mezzo di una zona di conflitto, davanti agli alloggi delle forze di pace delle Nazioni Unite. © Keystone

Nel corso del dibattito aperto, la Svizzera ha sottolineato le aree in cui è necessario fare progressi per proteggere meglio i bambini nei conflitti armati. In primo luogo, gli strumenti sviluppati dal Consiglio di sicurezza per rafforzare la responsabilità per le gravi violazioni dei diritti dei bambini devono essere applicati in modo credibile, indipendente e trasparente. In questo contesto, è importante, ad esempio, la menzione delle forze armate del Myanmar e l'inclusione delle forze armate della Russia nell'elenco dell'ultimo rapporto. La Svizzera ha anche invocato maggiori misure per monitorare e prevenire le gravi violazioni dei diritti dei bambini. In secondo luogo, la Svizzera ha condannato gli attacchi e l'uso militare di scuole e ospedali. Dopo tutto, l'accesso all'istruzione è una pietra miliare di una pace sostenibile. In terzo luogo, la Svizzera ha sottolineato l'importanza a lungo termine dei programmi di reintegrazione per i bambini precedentemente associati a gruppi armati o forze armate. Tali programmi dovrebbero anche offrire prospettive economiche e rispondere alle esigenze delle ragazze, per consentire un'integrazione sostenibile dei bambini colpiti nella vita civile ed evitare un nuovo reclutamento.

I bambini possono cambiare il mondo con la loro creatività, la loro ambizione e le loro raccomandazioni, che abbiamo ascoltato con attenzione.
Pascale Baeriswyl, Ambasciatrice svizzera delle Nazioni Unite a New York

«I bambini possono cambiare il mondo con la loro creatività, la loro ambizione e le loro raccomandazioni, che abbiamo ascoltato con attenzione. O, nelle parole di Graça Machel: I bambini sono una forza unificante e possono aiutarci a trovare un accordo su principi etici comuni», ha sottolineato l'Ambasciatrice svizzera presso le Nazioni Unite Pascale Baeriswyl, concludendo il dibattito aperto a New York.

Dichiarazione della Svizzera su «Bambini e conflitti armati», Consiglio di Sicurezza dell'ONU, 05.07.2023 (fr)

20.06.2023 – La MINUSCA è fondamentale per la protezione dei civili nella Repubblica Centrafricana

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha discusso oggi la missione di mantenimento della pace delle Nazioni Unite nella Repubblica Centrafricana (MINUSCA). Nonostante diversi accordi di pace, nel Paese è in corso un conflitto armato che causa regolarmente numerosi morti e feriti, anche tra la popolazione civile, la cui protezione è la priorità della MINUSCA. Oltre 3 milioni di persone dipendono dagli aiuti umanitari nel Paese. 

Una comandante della MINUSCA parla con una civile in un villaggio della Repubblica Centrafricana.
I compiti quotidiani della MINUSCA includono la protezione dei civili, il sostegno al processo di pace e l'accesso umanitario. © UN Photo

Durante la riunione del Consiglio, la Svizzera ha sottolineato che il ruolo delle donne nei processi politici è fondamentale per costruire una pace sostenibile nella Repubblica Centrafricana. Nonostante il miglioramento della situazione della sicurezza in alcune regioni, i gruppi armati continuano a praticare atti di violenza. Questo ostacola l'accesso umanitario e aumenta la sofferenza della popolazione civile. La loro protezione deve essere garantita. Inoltre, la lotta contro l'impunità deve essere intensificata.

La promozione di una pace sostenibile e la protezione dei civili sono priorità per la Svizzera in seno al Consiglio di sicurezza e preoccupazioni fondamentali della sua politica estera. «Non possiamo consolidare la pace nella Repubblica Centrafricana finché una parte della popolazione continuerà ad essere colpita dalla violenza quotidianamente. La risposta all'insicurezza nel Paese sta nei processi politici inclusivi, basati sul diritto internazionale, garantendo i diritti de