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Comunicati stampa
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I tagli al bilancio decisi dal Parlamento influiranno sull’attuazione della Strategia di cooperazione internazionale 2025–2028. A essere colpiti sono gli ambiti della cooperazione bilaterale, economica e tematica e le organizzazioni multilaterali. Attraverso un’attenta definizione delle priorità dovrebbe comunque essere possibile ottenere gli effetti auspicati in questo campo, di cui fanno parte anche il contributo per la ricostruzione dell’Ucraina (CHF 1,5 mia.) e il finanziamento internazionale per il clima (CHF 1,6 mia.).
Misure nell’ambito della cooperazione bilaterale e multilaterale della DSC
· Per quanto riguarda la cooperazione bilaterale, entro la fine del 2028 la DSC interromperà i programmi di sviluppo che porta avanti in Albania, Bangladesh e Zambia. Questa decisione si basa su un esame delle reali esigenze sul campo, sugli interessi (diplomatici ed economici) a lungo termine della Svizzera e sul valore aggiunto della cooperazione internazionale svizzera rispetto al contributo di altri Paesi.
· Anche nell’ambito della cooperazione tematica la DSC si concentrerà sempre di più sui settori in cui può garantire il massimo valore aggiunto e in cui vanta un’esperienza pluriennale. Per quanto concerne il settore dell’istruzione, si focalizzerà sulla formazione professionale e sull’istruzione in situazioni di emergenza, mentre in ambito sanitario in futuro concentrerà i suoi sforzi sulle attività volte a combattere l’HIV/AIDS e la malaria in collaborazione con l’OMS e il Fondo globale per la lotta contro l’AIDS, la tubercolosi e la malaria, che hanno sede a Ginevra. La promozione culturale si orienta già ora soprattutto su progetti realizzati all’estero; a medio termine non si svolgeranno più attività in Svizzera.
· A livello di cooperazione multilaterale, dal 2025 non saranno più versati contributi a tre organizzazioni internazionali: il Partenariato globale per l’educazione, il Programma congiunto delle Nazioni Unite sull'HIV/AIDS (UNAIDS) e l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura (UNESCO).
Per attuare le decisioni del Parlamento saranno tuttavia necessari, nel periodo 2025–2028, ulteriori tagli trasversali, che colpiranno programmi nazionali e tematici e organizzazioni. Particolarmente interessati saranno il Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (PNUS), l’Entità delle Nazioni Unite per l’uguaglianza di genere e l’empowerment femminile (UN Women), nonché il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (UNICEF). I contributi alle spese generali destinati alle organizzazioni non governative svizzere saranno ridotti di 7,5 milioni di franchi. I tagli riguardano anche fondi flessibili utilizzabili nel quadro della cooperazione interdipartimentale in materia di migrazione con la Segreteria di Stato della migrazione (SEM). I mezzi saranno ridotti da 60 a 40 milioni di franchi nell’arco di quattro anni. Dal 2026 diminuiranno infine gli impegni nei confronti delle banche multilaterali di sviluppo (Banca africana di sviluppo, AfDB; Banca asiatica di sviluppo, AsDB; Associazione internazionale per lo sviluppo, IDA).
Misure nell’ambito della cooperazione economica della SECO
- Ambito geografico: oltre alla già prevista interruzione della cooperazione economica in Colombia, saranno ridotte le attività in Azerbaigian. In altri Paesi la SECO si sta già ritirando da alcuni settori specifici (p. es. sostegno macroeconomico, promozione del commercio e infrastrutture).
- Ambito tematico: d’intesa con la DSC, la SECO smetterà di occuparsi di temi quali la gestione dell’acqua e la formazione professionale. Ridurrà inoltre i progetti realizzati in Paesi che non rientrano tra quelli prioritari.
- Organizzazioni internazionali: la cooperazione con la Banca interamericana di sviluppo non è considerata particolarmente prioritaria e si sta preparando il ritiro dall’Organizzazione internazionale per il legname tropicale (International Tropical Timber Organization, ITTO). È stato infine già deciso che la SECO, insieme al DFAE, non faranno più parte del Centro per lo sviluppo dell’OCSE (OECD Development Center).
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